Capitolo 12
《 Dove sei stato? 》
Nessuna risposta. Shu Nian preferiva tacere piuttosto che rispondere. Se ne stava lì, davanti al ragazzo che lo teneva imprigionato in quelle quattro mura. Le mani ancora legati. Lo sguardo basso e vuoto. Gli occhi stanchi e arrossati per via del troppo pianto. Non osava alzare lo sguardo e il corpo tremava, avendo il terrore di quel ragazzo che danni amava torturarlo nei modi più subdoli. La sua mente ancora gli ripeteva quanto fosse stato stupido a cadere nella trappola del lupo cattivo, eppure non era riuscito a non ascoltare quella sensazione che gli aveva detto, che doveva scappare prima di mettere nei guai quei ragazzi che con lui si erano comportati come una vera famiglia.
All’inizio, la sua doveva essere solo una breve ricerca nel ritrovare quello che doveva essere il suo Mate. Ma poi qualcosa era andato in un altro percorso, che con i suoi piani non c’entravano nulla. Ma poi si era ritrovato a casa Xie e si era dimenticato di tutto il resto. Stando lì con loro, si era sentito a proprio agio. Aveva sentito che quella poteva essere la sua famiglia. Ma aveva errorato madornalmente.
I passi echeggiarono nella sala e il suo cuore sussultò. Si fece ancora più piccolo lì sul pavimento su cui era inginocchiato, ma per quanto i suoi occhi pizzicavano non una sola lacrima lasciò cadere.
《 Shu Nian, te lo richiederò ancora una volta e la prossima ancora che ti opporrai non sarò troppo buono. DOVE SEI STATO 》 non era una domanda eppure le ultime tre parole vennero dette in tono aggressivo. Cosa che fece fremere il giovane in uno forte spasmo.
E ancora niente. Preferiva continuate a tacere. Ke Luo si inginocchiò. Gli prese il mento con indice e pollice e con questo gesto il più piccolo fu costretto a fare incontrare i loro sguardi, seppur non volendolo davvero.
Quegli occhi. Quegli occhi rossi parlavano al posto lui, Ke Luo poté avvertirlo. Non era più il ragazzino docile e obbediente quello. Lo stesso Shu Nian con cui era cresciuto. Lo stesso Shu Nian con cui aveva passato parte del suo tempo, giorni, mesi e anni e persino del suo prezioso tempo. Quello non lo riconosceva più. Cos’è che esattamente stava cercando ? Non gli bastava avere un tetto sopra la testa, un giaciglio fatto di paglia in cui la notte dormire, non gli bastava che aveva promesso che facendolo vivere lì- solo per suoi parenti, i quali gli avevano fatto solennemente promettere, che avrebbe dovuto prendersi cura di quel giovane – a patto che sarebbe diventato l’Omega servo ? Che caspita altro voleva ? Non lo capiva e non voleva capirlo.
Uno schiaffo dato sulla guancia del giovane Omega risuonò nella sala classica dalle pareti color avorio e dai mobili artigianali tutti fatti e rifiniti in lucido e in ghirigori fatti totalmente a mano, il lampadario fatto di tanti piccoli diamanti che luccicavano alla luce del sole che vi entrava dalle ampie finestre scendeva giù dal soffitto. Shu Nian si ritrovò con il viso arrossato rivolto di lato, sotto lo sguardo furioso del più grande.
Ke Luo mandò giù la saliva. Alzò il più piccolo strattonandolo dal colletto della camicia stropicciata che addosso portava. Lo guardò fisso, ma l’altro continuò come se non fosse presente. L’omega sentì l’alito caldo dell’altro infrangersi sulla pelle del naso e deglutì. Mandò giù il groppo che gli si era formato. Non glielo avrebbe detto. Non gli avrebbe dato quella soddisfazione. Shu Nian era cambiato, non era più il ragazzino che Ke Luo credeva che fosse. Non avrebbe messo di mezzo la famiglia Xie. No.
《 Bene. Dato che hai scelto la strada del silenzio, saprai molto bene mio caro cugino, cosa succederà ai ragazzi insolenti come te. Puniti. È questo quello che vuoi ? Sarai accontentato 》.
Ke Luo fece segno ai scagnozzi di avvicinarsi. Lasciò andare Shun Nian che si ritrovò a barcollare leggermente all’indietro e se ne andò, lasciando il pieno comando a chi si sarebbe dovuto prendere in mano la situazione.
Il più piccolo venne preso poco gentilmente dai catenacci che ancora tenevano fermi i suoi polsi. Chiuse gli occhi, con la consapevolezza che presto nuovi segni sarebbero stati macchiati come fuoco sulla sua pelle e si lasciò condurre verso i piani sotterranei, dove le celle aspettavano quelli come lui . La vita poteva essere più che crudele di così ?
***
《 Ma…. Perché? 》
Chiese Juliet mentre si lasciava cadere mollemente con il sedere sul divano, difronte a suo fratello.
Dall’altro canto, Xie Yan totalmente perso nei suoi pensieri, se ne stava in silenzio a contemplare il vuoto. Il viso duro poco alzato non lasciava trasparire niente di tutto quello che in testa gli passava. I gomiti sopra i poggia gomiti della sua poltrona e le mani congiunte sotto il mento. L’orologio costoso che portava al polso destro luccicava. Non aveva idea del perché il più piccolo avesse preferito sparire così, senza salutare, dire niente. Xie Yan quella mattina si era svegliato credendo di avere ancora accanto il calore corporeo del piccolo Omega , ma quando con la mano era andato alla ricerca del corpo che, durante quel tempo gli aveva donato sentimenti, scoprì che la parte era fredda, vuota. Da lì capì. Capì che Shu Nian aveva preferito andarsene, anziché di restare. Se ne era andato in silenzio.
Cosa aveva sbagliato ? Aveva fatto qualcosa per turbare così l’altro, inducendolo a un sperimento silenzioso? Xie Yan era turbato. Aveva paura di avere perso la sua libertà. Quella libertà che sapeva di felicità. Sentiva, come se dentro di sé fosse stato abbandonato. Calpestato. Che si fosse staccato totalmente dal suo cuore e questo forse irreparabilmente.
Dove sei Shu Nian ? Ho ancora la possibilità di rincontrarti ? Qualunque cosa io abbia fatto, ti chiedo di perdonarmi, non volevo turbarti o ferirti in alcun modo. Ti chiedo dal più profondo ancora scusa, anche se non mi potrai sentire.
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