Verdure col salame, che mistero!
Baekhyun stava suonando il piano. Gli altri componenti della sua band musicale erano ad una festa per Halloween, ma lui aveva deciso che sarebbe rimasto a casa. Aveva bisogno di staccare un po' la spina. Era la sua serata libera e per rilassarsi si era seduto davanti allo strumento musicale, ripensando a quello strano commento che aveva visto sotto a un video di una sua vecchia canzone.
Aveva ottenuto un sacco di like.
"Un Ringo mi sa, non lo mangio oggi a metà".
Lo aveva tradotto con Google traduttore, scoprendo che quella strana lingua era l'italiano. Non sapeva che voleva dire ma stranamente quelle parole gli risultarono musicali. Forse avrebbe potuto crearci una canzone demenziale per far ridere i suoi amici. E poi che cos'era un Ringo?
Sorrise senza porsi troppe domande. A volte i fan sapevano essere così divertenti.
Le sue bianche dita accarezzarono i tasti del piano. Le note si dispersero per il salotto, riempiendo lo spazio con un'allegra sinfonia.
Sorrise felice. La musica aveva cambiato la sua vita.
Continuò a suonare finché sentì uno strano prurito alla palpebra destra. Si alzò dalla sedia e si avviò verso il bagno per controllarsi allo specchio.
Accidenti, il suo aspetto non era cambiato di una virgola dopo tutto questo tempo. Forse era immortale.
Clap.
Sentì un battito di mani provenire da chissà dove. Non un applauso. Soltanto un battito, come se qualcuno avesse deciso di schiacciare un insetto fastidioso.
Pensò di esserselo immaginato e tornò tranquillamente verso il piano, ma appena si rimise a suonare lo sentì ancora.
Clap.
Forse gli altri avevano deciso di tirargli uno scherzo.
Decise di nascondersi dietro alla porta, ma per diversi minuti non arrivò nessuno.
Clap.
Eccolo di nuovo.
«Ragazzi siete voi?» domandò preoccupato.
«Oh, Becon, lo mangi quello?» gli rispose una voce proveniente dalla cucina. Una voce femminile. «E perché hai smesso di suonare?».
Si portò le mani alle guance.
Una fan gli era entrata in casa! A volte i fan sanno essere davvero esagerati.
Si affacciò alla soglia e vide una figura scura china in un angolo, che tentava di sbocconcellare il pollo fritto che non aveva finito a cena.
«Chi sei?» le domandò.
Quella figura alzò gli occhi verso di lui. Erano rossi, iniettati di sangue.
«Non ti ricordi di me?» gli chiese dispiaciuta, mordendosi il labbro inferiore. Sembrava prossima al pianto. «Io sono l'incubo che facevi quando eri bambino».
Il cantante rimase interdetto a fissarla.
«Suona ancora per me, per favore» lo supplicò. Si alzò dal piatto per mostrarsi in tutta la sua grandezza. Riempiva la stanza fino al soffitto.
Bhayekun deglutì. «Va... Va bene» le disse titubante.
L'incubo gli sorrise.
«Suona quella canzone in cui dici verdure col salame, che mistero!».
«Ma io non canto niente di simile».
«Oh sì, invece».
Lo spettro balzò verso di lui, tirando fuori la lingua. Bhayekun si svegliò all'improvviso. Si era addormentato sul pianoforte e i tasti gli avevano lasciato dei rettangoli rossi sulla fronte; il sol che risuonava ancora per la stanza.
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