Scherzetto o scherzetto?

Stasera è di nuovo Halloween.

Ogni Halloween fuggo di casa perché i bambini hanno il brutto vizio di travestirsi da cyborg assassini e fare scherzi a chiunque. Jane dice che è meglio fingere di non essere in casa. Ma lo sai... non sono mai stata brava a mentire. Ogni trillo di campanello mi faceva saltare dal divano.

Perché persiste questa usanza inutile?

Mi mordicchio le labbra, picchiettando il tappo della penna sulla carta.

Forse la trovo inutile perché non sono più andata a fare dolcetto o scherzetto da quando ci siamo separati.

Che poi... I dolcetti, ma andiamo? Ormai sono diventati una leggenda del passato. Una fiaba. Dove vuoi che li coltivino quegli strani chicchi che fanno il cioccolato. Non c'è spazio, né terra, qui a Sotiria per certe cose, e i bambini dovrebbero capirlo; invece ogni fine Ottobre è sempre la stessa storia. La frase che dicono dovrebbe essere "scherzetto o scherzetto?" dal momento che non c'è alternativa all'unico cibo commestibile: una zuppa che non sa di nulla, ma che dovrebbe fornirci tutti i valori nutrizionali di cui abbiamo bisogno. Non penso proprio che ti piacerebbe.

Sono di nuovo seduta nella cabina telefonica dell'Helian Skyscraper, è quasi l'alba anche se non si direbbe. Ormai il sole non sappiamo più nemmeno che cosa sia, se non per sporadici raggi incandescenti che scivolano sopra la spessa bolla protettiva della città. Fugaci bagliori oltre la coltre densa di nubi nere. Il sole fa paura, i sunclaw fanno paura. Nei miei incubi peggiori immagino lo scudo che si infrange e il calore che ci scioglie, come il paesaggio al di fuori della bolla. Mi chiedo se il Sole non stia per esplodere, te lo chiedevi sempre anche tu. Te lo ricordi?

Non so per quale assurdo motivo ogni volta che vengo quassù mi vieni in mente.

Forse vorrei che anche tu fossi qui, al sicuro. Ti immagino con me sul tetto a osservare come l'umanità superstite muta il poco spazio rimasto con le ultime risorse rimaste, perché tutta questa prosperità è soltanto apparente e anche se Sotiria è molto grande, immagino che prima o poi tutto finirà.

Che poi che cosa ci fa una cabina telefonica sul tetto di un grattacielo? Me lo sono chiesta da quando ho scoperto questo posto. Vedevo sempre qualcosa di luminoso dalla finestra del Mor's Mago, il locale dove ho iniziato a lavorare, e una sera ho deciso di scoprire cos'era. Mi ricordava il bagliore di quel faro sulla spiaggia, quello dove giocavamo a nascondino io e te da bambini.

Ho così pochi ricordi del mondo là fuori, sembra quasi un sogno lontano, una vita perduta, una vita impossibile. Sta svanendo anche il tuo volto...

Mi domando se tu sei lì, da qualche parte, se sei sopravvissuto o sei una manciata di sabbia.

Sospiro cercando di ricordarti.

Osservo le spirali di fumo salire dagli edifici e le luci a neon che si innalzano verso la notte perenne. Lo sfrecciare delle macchine che volano viene quasi attutito dal vetro della cabina. Ormai mi sono abituata ai loro propulsori e alle loro turbine e gli edifici non sembrano più così alti, giganti silenziosi coperti da mosaici di finestrelle, con le macchine e gli autobus che sfrecciano all'altezza dei loro tetti.

Mi domando se ti piacerebbe avere una macchina volante. Non le hanno inventate da molto, ma hanno già invaso la città come insetti. Devo dire che non sono così male come pensavo, sembrano le navicelle di quella serie vecchissima di cui andavi pazzo... Guerre Stellari?

Smetto di scrivere all'improvviso, il mio orologio vibra.

«Pronto?» farfuglio distratta.

«Dolcetto o scherzetto?».

«Jane, sei tu?».

«No, sono il lupo. Dove sei?».

Controllo l'ora e mi maledico.

«Non mi ero resa conto che si fosse fatto così tardi, mi dispiace».

L'ologramma azzurrognolo di Jane sbuffa, ma sta sorridendo. «Hai sempre la testa altrove, dai, muoviti che ti aspetto».

Chiudo la chiamata, afferro la coperta, il thermos con la zuppa e il quaderno dove ti sto scrivendo queste lettere che probabilmente non leggerai mai. Fa pena, ha una copertina rovinata con il disegno di un cavallo e la carta è notevolmente ingiallita, anche la penna sta finendo l'inchiostro. Tutte cose che non fanno più, come i dolcetti di Halloween, e che dopotutto ho comprato da un Collezionista.

Jane ha ragione. La mia testa è altrove, la mia testa pensa a te, a quanto avrei voluto che avessi ricevuto anche tu un biglietto per Sotiria. Un biglietto per l'unico posto sicuro prima della fine del mondo.

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