Il potere della strega
Louréne, France, 1580.
Catherine fu bruciata proprio come voleva il Malleus Maleficarum¹, insieme ad altre due streghe che con lei praticavano la chiromanzia. Di lei non restava ormai niente altro che cenere su braci ancora ardenti.
Mentre il vento le spazzava verso l'acqua del lago, un uomo urlava nel folto del bosco. Il suo grido echeggiava tra gli alberi. Si accasciò a terra, cercando di placare la sua ira.
Alla fine del processo era fuggito a nascondersi.
A fatica aveva sopportato la vista del corpo di Catherine bruciare. A stento aveva sopportato le sue lacrime, le sue preghiere e le sue urla mentre le fiamme le divoravano le vesti e poi lei carni.
Si era detto che era nel giusto. Si era detto che lei era una strega e meritava questa fine.
Si era ripetuto di non pensare alla relazione che avevano avuto tempo prima.
Lei lo aveva fissato attraverso i bagliori arancioni del rogo, con occhi neri carichi di rancore.
Se abbassava le palpebre riusciva ancora a vederli, come se qualcuno avesse deciso di dipingerli nei suoi occhi.
Li sentiva addosso, indagatori.
Malvagi, pensò.
Mi deve aver stregato, pensò con rammarico.
Ricordò quando aveva giaciuto con lei. Per purificarsi avrebbe dovuto liberare la Francia intera dal male del demonio e delle sue servitrici. Oh, se lo avrebbe fatto, le avrebbe condannate tutte quante.
«Perché lurido demonio? Perché ti sei scelto anche lei?» inveì contro la notte.
Nessuno gli rispose. Il demonio che tanto diceva di combattere non aveva né occhi, né orecchie per un uomo insignificante come lui. Ma lo aspettava, certo che prima o dopo, quel grande inquisitore lo avrebbe davvero incontrato.
L'uomo chiuse gli occhi per riprendersi e calmare il suo respiro affannato.
«Nicolas²» proruppe una voce nel buio.
Lo chiamava. Lo cercava. La riconosceva.
Rivide Catherine. Viva. Era lei. La pelle bianca come porcellana. Odorava di fumo acre e denso. Un profumo soffocante che gli seccò il palato.
La donna si inginocchiò di fronte a lui. Con delicatezza gli posò le dita sulle guance, attirando il volto del suo carnefice verso il suo.
Aveva chiazze scomposte di capelli rasati. Una tristezza profonda riflessa nello sguardo.
Laissez-moi, sorcière!
Voleva disperatamente gridare ma le parole gli rimasero incastrate in gola.
«Che cosa hai fatto, Nicolas?» gli domandò con voce dolce, quasi come parlasse a un uccellino ferito.
Scosse la testa contrariata.
Tu ne m'auras pas!
Ancora una volta non fu in grado di proferir parola.
«Ma tu sei già mio» ridacchiò. «Monsieur Rémy» lo chiamò prima di sigillare la sua bocca con un bacio.
L'inquisitore si svegliò di colpo con la faccia premuta sull'erba.
Si osservò le mani e per un attimo gli sembrarono sporche di sangue. Era sudato e pallido.
«Monsiuer, state bene? Siete svenuto!».
Un giovane lo cercava. Aveva partecipato al processo, era stato lui a portare la torcia per il rogo.
«Sto bene» borbottò, stringendo i pugni.
Ses jeux...
Je les vois encore...
Oh, se le avrebbe uccise tutte. Tutte quante, una ad una.
Note storiche:
(fonte Wikipedia)
1) Il Malleus Maleficarum (letteralmente "Il martello delle malefiche", cioè "delle streghe") è un trattato scritto in latino pubblicato nel 1487 con lo scopo di reprimere l'eresia, il paganesimo e la stregoneria. Fu uno dei manuali più consultati per la caccia alle streghe, in quanto spiegava minuziosamente come comportarsi in ogni singola occasione: cattura, processo, detenzione, tortura ed eliminazione delle streghe.
2) Nicolas Rémy era un inquisitore francese. Durante la sua carriera di magistrato, dal 1576 al 1606, avrebbe condannato alla pena capitale 2.000 o forse addirittura 3.000 persone con l'accusa di essere delle streghe. [Ho preso soltanto il suo personaggio, il resto della storia è frutto della mia immaginazione].
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