Il negromante

Note: Questa dovrebbe essere una fan fiction quindi i personaggi non appartengono a me, ma alle opere libresche della trilogia di Magic di V.E.Schwab. Contiene anche qualche spoiler, mmh un po' tanti! (Non sono capace di non farli se parlo di qualcosa che mi piace).

***

«L'equilibrio è fragile, Kell. Non possiamo permetterci di perdere un'altra Londra». 

Le parole di maestro Tieren continuavano a susseguirsi nella sua testa, mentre al fianco di Lila camminava per Londra Grigia. Lei era irrequieta, non tornava lì da molto tempo e continuava a guardarsi attorno come se fosse stata un ratto in un branco di gatti randagi. Non sarebbe dovuta venire ma aveva insistito. Sapevano entrambi che lei non avrebbe mai più voluto rimettere piede nella "Londra noiosa" eppure aveva insistito. Kell continuava a domandarsi perché e sebbene non la volesse mettere in pericolo, con lei al suo fianco si sentiva di certo più al sicuro. 

Più sicurezza per lui significava più sicurezza per suo fratello Rhy. Aveva lasciato il principe al tempio con maestro Tieren e quel farabutto di Emery. 

Il suo respiro si condensò in una nuvoletta di caldo vapore nella umida notte invernale. Kell si ritrovò a guardare quel cielo nero e a sperare che Emery non stesse giocando di nuovo coi sentimenti di Rhy mentre lui era via. 

«Mi raccomando non romperci l'osso del collo» aveva scherzato Rhy prima di abbracciarlo. Istintivamente le dita di Kell sfiorarono la cicatrice gemella che congiungeva la vita, il dolore e il piacere del suo corpo a quelli di Rhy.

«Mi raccomando trattieni dal fare stupidaggini finché non torno» si era raccomandato invece Kell. 

«Sta attenta. Il Pinnacolo non vuole perdere il suo ladro migliore» aveva detto Emery a Lila, posandole le mani sulle spalle, indugiando con i pollici sulle sue scapole.

 Lila gli avevo mostrato un sorriso affilato come uno dei suoi coltelli. «Mi dovrai sopportare ancora per molto, casero». 

Tra tutte le navi, e tra tutte le ciurme, Lila si era scelta proprio quella di Emery. Il destino doveva sempre fargli qualche torto. Kell strinse i pugni mentre la rabbia gli montava nel petto. Ripensandoci avrebbe dovuto chiedere a maestro Tieren di tenere d'occhio il capitano della Pinnacolo Notturno.

La ferita che si era fatto per creare il portale bruciava ancora. Kell si aggrappò a quel bruciore.

Aggrottò la fronte. Non poteva più permettersi di distrarsi. Doveva stare attento anche per Rhy. Doveva capire quale assurda magia aveva risvegliato i morti in un mondo grigio, dove la magia doveva essere perduta. 

«Hanno fatto qualche ritocco dall'ultima volta». 

La voce di Lila lo riportò definitivamente alla realtà. 

Le finestre delle case erano sprangate da assi di legno e ferro, crocifissi erano appesi alle porte. Qualcuno certamente li osservava mentre cercavano di celarsi tra le ombre della strada. Non lo vedevano ma lo sentivano.

«Maestro Tieren mi ha detto che l'unico modo per sconfiggere un morto è uccidere chi lo ha tirato fuori dalla tomba. Forse conosco qualcuno che saprà raccontarci che cosa è successo».

«Stiamo andando al Tiro di Schioppo?». Lila aveva riconosciuto la strada.

Kell tentò di schiarirsi la voce, arrochita dal freddo. Non sapeva come dirglielo senza aprire una ferita nella sua anima. «Ora si chiama "I cinque punti". Ha un nuovo padrone».

Lila si fermò di colpo proprio all'angolo, afferrò la manica dei vari cappotti di Kell. Lui non aspettò che gli dicesse qualcosa. Le posò le mani sulle guance attirando le sue labbra verso le sue. Lila rimase sorpresa, l'ultima cosa che vide prima di socchiudere le palpebre furono gli occhi di Kell farsi vicini: uno completamente nero e l'altro azzurro.

«Non mi serve della fortuna» gli sussurrò sulla bocca, appena l'Antari si staccò da lei. «Posso farcela».

Qualcosa sibilò nel vicolo. Entrambi alzarono lo sguardo verso quel punto e scorsero delle sagome avanzare lentamente. Il loro andamento era ciondolante ed emettevano lamenti affamati. Sembravano gli abitanti di Londra Bianca sotto al dominio dei gemelli Dane.

Lila sorrise al ricordo. «Sembra che ci toccherà salvare il mondo un'altra volta». Ma il sorriso svanì appena riconobbe Powell nella calca. Lo aveva ucciso tanto tempo fa.

«Non salverete proprio nessuno» scandì una voce dall'altra parte del vicolo.

Kell si accigliò riconoscendola. «Ned, che succede?».

«Hai visto, Kell? Quanto sono migliorato, ho creato il mio esercito di morti inarrestabili».

«Sei tu il negromante». 

Aveva davvero sottovalutato quel fanatico.

«Sono contento che sei qui per assistere alla mia ascesa». Ned sorrise malevolo.

Tieren aveva ragione, la magia poteva corrompere ogni equilibrio.

Lila lanciò un pugnale contro un morto. Gli si impiantò nelle carni e lui continuò a camminare. Kell imprecò. Lila stava richiamando la magia, ma lui la fermò.

«As pyrata» pronunciò riaprendosi il taglio sul polso, evocando l'antica magia Antari.

Il suo fuoco divampò contro il negromante.


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