Buon Halloween
«I venti di Celeos erano gelidi come il bacio della morte, resi visibili dalle code argentate della nebbia che ornava gli scafi. Era una mattina spettrale, perfetta per sposarsi.»
Lexy lesse la frase per la centomillesima volta. Alzò la voce per farsi sentire sopra il vrrrr metallico dell'aspirapolvere. «Credi che dovrei aggiungere qualcosa tipo "il sole non riusciva a penetrare?"»
«Il sole penetra?» le domandò sua nonna.
«Sì»
«Mh no, aggiungi qualcosa di più piccante, ma stai tranquilla.»
Lexy avrebbe tanto voluto esserlo, ma voleva scrivere la storia perfetta. Lei sognava di essere un vincitore, uno dei tanti, di quella famosa gara su Wattpad: i Wattys.
«Grazie, anche per avermi fatto venire da te. Odio restare sola la sera di Halloween. Tutte quelle dicerie sugli spiriti sono così inquietanti»
«Non preoccuparti, adoro la tua compagnia e adoro quando mi leggi le tue storie.»
Lexy fissò il documento word nel portatile. Piccante? Davvero qualche scena erotica avrebbe dato più sapore alla storia?
«Nonna, senti...»
La vecchietta era sparita senza che lei se ne accorgesse, come un fantasma.
Dlin dlon.
Cos'è stato?
Halloween!
«Nonna! Il campanello!»
Dlin dlon. Dlin dlon.
Lexy alzò gli occhi al soffitto e andò ad aprire. Sulla soglia c'erano una bambina con una ragnatela nei capelli e un bambino con un cappello da cowboy. La luce del vecchio lampione intermittente creava un sinistro alone giallastro attorno alle loro sagome.
«Dacci i dolci o ti riempiamo la casa di carta igienica!» la minacciò il bambino.
«E rane» aggiunse la bambina.
«Non ricordavo che fosse così quella frase.»
Entrambi agitarono le borsette verso di lei.
La nonna aveva lasciato qualche biscotto a forma di zucca sopra la cassapanca. Lexy ne prese qualcuno e accontentò i due mostriciattoli.
Un urlo li raggiunse dal piano di sopra.
«È posseduta! Scappiamo!» si agitarono e fuggirono per il vialetto.
Lexy sbatté la porta e corse su per le scale.
«Nonna! Dove sei? Stai bene?»
La nonna era inginocchiata sul pavimento. L'aspirapolvere era spento accanto a lei.
«Ho appena aspirato tuo nonno» singhiozzò. «Si nasconde sempre sotto il letto, quel deficiente!»
Oh no, non di nuovo. «Nonna, hai preso le medicine stamattina?»
«Certo che sì, le ho tagliate in polvere sottilissima e messe nell'impasto»
«Quale impasto?»
«Quello dei biscotti!» le rispose e si tamponò sotto gli occhi con la manica. Un sogghigno malefico le oscurò il volto, rimarcandole le rughe. «Credo che i figli degli Swan avranno bisogno di una lavanda gastrica. Sono dei demoni.»
La nipote le massaggiò la schiena e si augurò che stesse solo farneticando.
«Ok, adesso andiamo a farci una camomilla e prendiamo le medicine.»
La vecchietta scosse la testa. «Prima devo liberare il nonno» le indicò la porta, «Vammi a prendere un coltello, cara.»
Tum. Tum. Tum.
Qualcosa bussò da dentro l'aspirapolvere.
«Tiiiiraaaaami fuuuuuoriiiii da qui» sussurrò una voce glaciale. Sembrava proprio quella del nonno morto da ormai sei anni.
«Ma che cavolo! Nonna, che hai fatto?»
«Che c'è? Avevo bisogno di aggiungere un po' di piccante alla mia vita.»
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