A volte è meglio mentire
«E per Joel?» chiede la bambina al signor Harrison. «A Joel non dà le caramelle?».
«Credevo avessi smesso di vederlo, Penny. Tuo padre di dice che...». L'anziano signore si blocca vedendo lo sguardo supplicante della bimba e quello improvvisamente allarmato della madre. «Scusami Joel. Non ti avevo proprio visto, il tuo costume da fantasma è davvero bello».
Il signor Harrison fa cadere delle altre caramelle nel secchiello a forma di zucca di Penny.
«Veramente è vestito da zombie» lo corregge Penny.
«Eh. Sai alla mia età tutto si confonde» ridacchia il vecchietto imbarazzato.
La madre da una spintarella a Penny, mostrando un sorriso tirato. «Forza ringrazia il signor Harrison».
Penny non dice niente. Si limita a fissarlo, mentre sua madre bofonchia delle scuse.
«Ti avevo detto che non devi più parlare del tuo amico immaginario» protesta la mamma, sgridando Penny, mentre camminano mano nella mano sotto le luci dei lampioni, sulla strada innevata.
«Lui non è un mio amico. È mio fratello gemello, mamma. Tuo figlio!» le risponde la bambina mettendo il broncio. «Sta facendo la pipì nel cespuglio di rose del signor Harrison, perché non gli ha dato le caramelle! Dobbiamo aspettarlo, sennò poi si perde».
«Non aspetteremo proprio nessuno! Basta dire le bugie e inventarsi le cose».
La mamma la strattona verso la fine della via dove ha parcheggiato la macchina. Lei vince sempre.
Penny si volta. Scruta il rosso del tramonto che colora il cielo alle sue spalle, riflettendosi sull'asfalto scintillante, cercandolo con uno sguardo.
Non si somigliano molto lui e lei.
Lui non si sarebbe lasciato mettere i piedi in testa da mamma e papà.
Lui era più forte e anche più saggio, come la mamma.
Le aveva detto che a volte è meglio mentire ai grandi, ma lei non riusciva a fingere di non vederlo.
Dal marciapiede, tre bambini travestiti da scheletro iniziano a calciare la neve verso Penny. La chiamano strega, le augurano la morte.
«Perché lo fanno?» le chiede la mamma corrucciata.
«Joel ha messo la loro testa nel water a scuola e da allora mi prendono in giro». Non appena quella verità esce dalle sue labbra, Penny si morde la lingua.
La mamma fa scorrere lo sguardo accigliata da lei ai compagni di scuola. Prende il cellulare dalla tasca e li filma. Metterà il video sul gruppo WhatsApp delle mamme per dimostrare quanto siano indisciplinati alcuni dei loro figli.
Un bambino urla. Si piega sulle ginocchia e si tiene il naso con le mani. Gocce di sangue cadono sulla neve. Gli altri bambini si spaventano e scappano via.
La mamma di Penny si porta la mano alla bocca e stoppa il video. Dubbiosa mette via il cellulare e finisce di trascinare la figlia verso la macchina, lontano da quel caos.
Continua a dirsi che si era lasciata suggestionare.
Penny sta sorridendo mentre si scalda le mani sulle bocchette dell'aria.
La mamma riprende incuriosita il cellulare e riguarda il video, e allora le nota ancora.
Impronte nella neve che si avvicinano dal nulla.
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