73 - Prologo


"Maura, sei viva!" esclamò Gonzalo dopo un iniziale momento di confusione. Con le lacrime agli occhi, Gonzalo corse verso di lei e la avvolse in un abbraccio fraterno. Intanto Carmela aveva un'espressione commossa mentre volgeva la sua attenzione all'altare, ma non stava guardando la sposa, bensì la ragazza al suo fianco. Immobile, bellissima, gli occhi spalancati e un'espressione sconvolta sul viso.

"Mamma" riuscì a sussurrare in un soffio e subito Carmela la raggiunse veloce, poggiandole una mano sulla guancia rigata da una lacrime.

"Figlia mia" disse con voce rotta dall'emozione "sei diventata così grande"

Almunda intanto era ancora ferma nel suo vestito da sposa con il bouquet di fiori rosa in mano. Il tempo sembrava essersi fermato, nessuno si muoveva o diceva una parola.

"Scusate" domandò il prete sempre più confuso "non so cosa stia succedendo, ma volete ancora celebrare questo matrimonio?"

Almunda guardò Gonzalo, il quale spostò il suo sguardo prima sul prete, poi su Carmela, poi nuovamente sul prete.

"Temo non sia il momento adatto" sentenziò, provocando un'espressione di sgomento in Almunda.

"Gonzalo, tu non puoi..." tentò di dire sull'orlo delle lacrime.

"Almunda, devo pensare a tante cose adesso. Non posso sposarti per ora"

"Ma..." tentò ancora lei "siamo qua in chiesa già, è tutto pronto, come puoi lasciarmi così sull'altare?"

"Almunda" tuonò Gonzalo arrabbiato "come puoi non capire la situazione?"

La donna ammutolì e si tolse il velo dalla testa con un movimento rabbioso. Senza aggiungere altro, attraverso la navata della chiesa e raggiunse l'ingresso dove si trovavano Gonzalo e Maura.

Si piazzò davanti all'uomo e, dopo un'ultima occhiata furiosa, gli rifilò uno schiaffo in pieno viso.

"Non ti voglio più vedere" concluse, afferrando poi la stoffa dell'ampio abito da sposa e scomparendo oltre l'uscita. Il silenzio continuò a regnare nella chiesa quando, da una porta laterale che conduceva alla sagrestia, apparve una figura.

"Josè" gridò nervoso Gonzalo vedendolo comparire "cosa ci fai qua?"

Tutti gli occhi dei presenti si volsero in quella direzione mentre l'uomo raggiungeva Carmela vicino all'altare.

"Stai lontano da lei" tuonò Gonzalo, ricordando che l'aveva persa per colpa sua.

"No" sussurrò Carmela con dolcezza "va tutto bene, Gonzalo"

"Ma cosa...?" disse perplesso lui.

"Sì" sentenziò Josè "Carmela è viva grazie a me"

Un sospiro generale si levò tra le persone ancora sedute sulle panche mentre il volto di Gonzalo si faceva sempre più confuso.

"E io" aggiunse Carmela, sollevando fiera la testa "lo amo"

La pubblicità di un collutorio dal forte sapore di mente pose fine alla puntata, provocando uno sbuffo in Bruno. Cecilia e Fabio non facevano che parlare di questa telenovela e più volte gli era capitato di vederla ma, avendo perso le puntate precedenti, non ci capiva molto.

Così, quando alla televisione, capitavano delle repliche, si ritrovava a guardare, così poteva partecipare alle conversazioni anche lui. Tuttavia non comprendeva ancora il successo di quella serie. Era così assurda.

Si alzò dal letto, spense lo schermo e aprì l'armadio per infilarsi una maglietta bianca. Fuori il sole era alto e faceva caldo. L'estate era arrivata da un mese e non si riusciva quasi a respirare dall'aria asfissiante che c'era.

Bruno sostituì i pantaloncini della tuta con un paio di stoffa blu, poi indossò un paio di scarpe da ginnastica bianche e mise il cellulare in tasca.

Uscì dalla sua stanza e, già prima di raggiungere il salotto, sentì delle risate e delle voci sommesse. Sul divano c'erano Carola e Fabio abbracciati, lui le cingeva la vita ed era sporto verso di lei. Le loro labbra erano unite in un bacio passionale.

Sul viso di Bruno apparve un sorriso dolce, era contento che sua sorella avesse trovato qualcuno che la amasse veramente, quando che non la giudicava, che la proteggeva e praticamente viveva per lei. Inoltre Fabio era anche simpatico.

"Mamma" gridò Bruno "puoi venire in salotto?"

Fabio si allontanò di scatto da Carola e si alzò in piedi come una molla, guardandosi intorno con le guance rosse e il respiro accelerato.

Carola invece rimase ferma senza alcuna agitazione, si voltò verso Bruno e gli rifilò un'occhiataccia risentita.

"Rilassati, soldatino" scherzò Bruno, sorridendo a Fabio "mamma non c'è"

Fabio fulminò Bruno ma allo stesso tempo tornò a rilassarsi, riprendendo posto vicino a Carola sul divano.

Bruno lascò che i due continuasse con il loro amoreggiare e uscì dalla porta di casa.

Percorse la strada che portava alla piazza con le mani infilate nelle tasche dei pantaloni e un'espressione allegra sul viso. Non credeva di potersi sentire così leggero nonostante la mola di emozioni che provava ultimamente.

Era una sensazioni nuova, una sensazione strana, una sensazione bella.

Era la libertà dalla paura.

Raggiunse la piazza con passo sicuro e si guardò intorno tra la folla che si era riunita per le strade della città. Era il festival del gelato, perciò c'erano bancarelle che lo vendevano ovunque, profumo di frutta nell'aria e musica che gremiva l'ambiente.

Bruno avanzò un poco cercando di scorgerla tra la gente, una massa di capelli ricci e grandi occhi da cerbiatto. Bruno sorrise notando la sua figura snella al centro della piazza che si guardava intorno. La testa alta a scrutare le persone, le braccia incrociate dietro la schiena, il leggero abito giallo fiorito che le cingeva la vita e le lasciava scoperte le spalle e le gambe. La sua pelle macchiata che la rendeva tanto bella.

Cecilia si voltò verso Bruno che era ancora un po distante da lei. Non appena lo riconobbe, le sue labbra si allargarono in un sorriso radioso che scaldò il cuore di Bruno.

Forse lui non sapeva distingue bene il rosso dal marrone, ma poteva vedere chiaramente davanti a lui tutti quanti i colori dell'arcobaleno.

La raggiunse in pochi passi e la afferrò per la vita, sollevandola da terra. Cecilia si lasciò sfuggire una risata sorpresa e pose le sue braccia intorno al collo di lui. Poi Bruno la fece scivolare lentamente contro di lui, riportandola con i piedi per terra.

Le braccia di Cecilia erano ancora intorno al collo di lui quando Bruno si chinò con il viso verso di lei e la baciò con dolcezza, assaporando quel profumo di vaniglia che l'avvolgeva sempre.

"Siamo strani, vero?" domandò lui, separandosi dalla sue labbra e rivolgendole un sorriso complice. Non era abitudine vedere due ragazzi che amoreggiavano al centro della piazza.

Cecilia ricambiò il sorriso e, in un soffio, replicò: "Non siamo strani, siamo solo fatti così"

***

Cecilia quella sera tornò a casa con tanti ricordi felici nella testa, aveva riso, aveva ballato, aveva baciato il ragazzo più bello del mondo, era stata felice. Non poteva credere che i suoi sogni più improbabili si erano avverati tutti quanti. Aveva degli amici, aveva di nuovo due genitori, aveva un fidanzato ma, soprattutto, aveva la sicurezza di sua madre. Non era già spaventata di mostrare il suo corpo, non era più demoralizzata dal giudizio delle persone, non era più bloccata dalla timidezza.

Era diventato una persona fiera di sé stessa, che mostrava la sua pelle con orgoglio e sorrideva sempre.

Con un sospiro si buttò sul letto e ripensò alla serata appena passata con aria sognante. Poi affarò il diario di una madre che era sempre sul comodino, lo aprì alla pagina della lista e notò che ogni voce era stata spuntata anche da lei.

Tuttavia, doveva aggiungerne una, forse la più importante: amarsi.

Spuntò anche quella con una lacrima di soddisfazione che le riempiva l'angolo dell'occhio. Poi accostò nuovamente il diario con delicatezza, se lo portò al petto, chiuse gli occhi.

Era la nuova Cecilia e amava sé stessa alla follia. 


E con questo prologo, la storia è conclusa. Sono felice di averla completata, mi sarebbe dispiaciuto lasciare Cecilia e Bruno a metà del loro percorso, ma anche Fabio e Carola. Sì, ovviamente, pure Sergio e Linda. E poi, vogliamo forse parlare della telenovela? 

Quella non ha un finale, mi dispiace. Penso che non ci sarà mai un finale per quella storia e nemmeno un filo logico. Tuttavia, potrebbe tornare in una delle prossime storia... chissà! 

Ci sarà una prossima storia? Chissà! Però, vi confesso, mi mancherebbe troppo scrivere e mi manchereste voi, quindi state allerta. 

Infine, vorrei ringraziarvi ancora una volta per aver letto i miei capitoli, per aver lasciato uno o mille commenti o anche semplicemente una stellina. Le cose che scrivo, le scrivo sempre sperando di suscitare in voi lettori delle emozioni o delle risate e, spero di esserci riuscita anche stavolta. 

Baci baci    

ZiaYetta

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