72 - Vieni a vedere perché


"Appendi prima te" disse con voce mielosa Sergio, attaccato alla cornetta del cellulare.

Cecilia lo guardò con aria annoiata, ma il padre non si accorse nemmeno.

"No dai" continuò lui con un sorriso stampato sul volto "prima te"

Cecilia alzò gli occhi al cielo, quanto doveva andare avanti questa conversazione?

"Allora appendo prima io?" domandò ancora Sergio, senza però mostrare alcuna intenzione di dar seguito alle sue parole.

Cecilia si alzò dal divano e si diresse verso la cucina, passando vicino al padre che finalmente si ricordò della sua presenza.

"Va bene" concluse allora Sergio "ci vediamo domani" e così dicendo chiuse davvero la telefonata.

"Ma quanti anni avete?" lo prese in giro Cecilia, facendolo arrossire un poco.

"Mi sembra di essere tornato un ragazzino" spiegò lui con il sorriso sempre stampato sulle labbra.

"Ne sono felice" commentò allora Cecilia, allungandosi verso di lui per dargli un bacio sulla guancia.

"Esci stasera?" indagò lui.

"Sì" dichiarò lei "vado al concerto in piazza"

Cecilia aveva indossato un paio di jeans aderenti e scopre da ginnastica. Sotto la giacca ancora imbottita, aveva una felpa senza cappuccio. Faceva più caldo ma non così tanto da stare in giro senza essere coperti. Lasciò che i capelli le ricadessero in qualche modo sulle spalle, ricci troppo ribelli per essere domanti. Si passò un velo di trucco sul viso, l'indispensabile come le aveva insegnato Carola. Un po' di fondotinta, una punta di mascara e una passata di lucidalabbra.

Infilò il cellulare e il portafoglio nelle tasche del cappotto, salutò suo padre e scese al piano di sotto, uscendo poi dall'edificio. Carola era lì che la aspettava come sempre. Insieme si avviarono verso la piazza, spettegolando come due amiche affiatate.

Quello che erano diventate.

In piazza c'erano diversi stand che vendevano da bere e da mangiare. In mezzo alla piazza era stato montato un palco per ospitare alcune band emergenti che avrebbero suonato cover di canzoni famose. Oltre ai loro inediti.

Era il festival della canzone.

Cecilia e Carola si presero un tè caldo e lo sorseggiarono sedute su una panchina, quando videro Fabio raggiungerle da lontano. Il ragazzo arrivò allegro come suo solito, salutò Carola con un bacio e ringraziò Cecilia che gli porgeva un bicchiere di tè che avevano preso anche per lui.

Rimasero loro tre per un po' di tempo ma Cecilia si sentiva di troppo, era chiaro che i due innamorati avrebbero voluto stare soli qualche minuto, quindi si alzò con una scusa e si allontanò da loro.

Non le andava di stare sola, ma non era più così imbarazzante come un tempo. Si fermò davanti al palco, dietro una folla di persone e ascoltò un paio di canzoni che stavano suonando.

"Ciao" una voce familiare giunse dal suo fianco e Cecilia si girò e riconobbe Nicola di fianco a lei. Non avevano mai parlato molto in classe ma, da quando lavoravano insieme per il progetto, erano diventati un poco amici.

"Ciao" rispose lei con gentilezza. Un tempo si sarebbe tirata le maniche della felpa sulle mani e avrebbe abbassato lo sguardo verso il pavimento.

Invece riuscì a mostrare al ragazzo un timido sorriso, prima di tornare con gli occhi sui musicisti davanti a lei.

***

Bruno era uscito solo quella sera, da quando aveva avuto quella rivelazione sui suoi sentimenti verso Cecilia, da quando finalmente l'aveva ammesso a sé stesso, improvvisamente non provava più interesse per altre ragazze.

Gli sembrava così assurdo da apparire irreale, tuttavia era qualcosa che non poteva controllare.

Credeva di non avere più il controllo di nulla ormai.

Con le mani infiliate nelle tasche della giacca di pelle, vagò per le vie senza una meta precisa. Era uscito perché a stare in casa non faceva che pensare a lei, ma non era ancora sicuro di volerle rivelare cosa provava.

Insomma, era bravo a rovinare le cose. Come poteva essere sicuro che non le avrebbe fatto ancora più male?

Cercando di liberare la mente, respirò il profumo del cibo che arrivava dagli stand mentre alcune strofe della canzone che stavano suonando, giunsero al suo orecchio.

Dicono sempre che non cerco amore,

che preferisco badare a me

Si fermò davanti a un banchetto e ordinò una birra.

Ma questa non è la verità

vieni a vedere perché

Riprese a camminare sorseggiando quel liquido ambrato.

Mi vedono sempre ridere

Ma questa non è la realtà

Si perse a osservare la miriade di lucine che adornava sempre la piazza in occasione di qualche evento, creando un'atmosfera magica.

Piango ogni notte sempre per lei

Vieni a vedere perché

Prese un altro generoso sorso di birra e guardò la folla davanti a sé, radunata sotto al palco.

Dico sempre che odio l'amore

Che non mi serve a niente, però

Proprio mentre cominciava a rilassarsi, pensando di aver liberato la mente, i suoi occhi la videro.

Prego perché, il Signore lo sa

Che prima o poi lo troverò

Era lì in piedi che muoveva leggermente il corpo, guidata dalla dolce melodia che si spargeva nell'aria. Era vestita in maniera banale, si poteva amalgamare facilmente alla marea di persone che la circondavano, eppure per Bruno era come un puntino luminoso in mezzo al buio più totale.

Voglio che, tutto intorno, ci sia solo la vita per me

Stava palando ancora una volta con quel Nicola, lo guardava timidamente e lui si sporgeva verso di lei per farsi sentire al di sopra della musica.

Voglio te, notte e giorno, devo convincerti che

Nicola sussurrò qualcosa all'orecchio di Cecilia e lei si portò una mano davanti alla bocca mentre rideva.

Capirai che il cielo è bello perché

Bruno tese la mascella e serrò a pugno la mano libera che aveva. Poi bevve l'ultimo sorso di birra rimasto nel bicchiere e lo lanciò nel cestino poco distante da lui, centrandolo.

In fondo fa da tetto a un mondo pieno di paure e lacrime

Non si era mai comportato in quella maniera in vita sua. Non aveva mai provato nulla di simile, ma era stufo di assistere a quella scena.

Era stufo di doverla condividere con altri.

E piangerai, oh, altroché

A grandi passi, marciò verso di lei, superando le poche persone che si trovano in mezzo. Quando la raggiunse, la afferrò per il polso e si chinò verso di lei per dirle all'orecchio: "Ti devo parlare"

Ma dopo un po' la vita ti sembrerà più facile

E, così fragile, ricomincerai

Cecilia lo fissò con gli occhi spalancati, ma rimase in silenzio, troppo sorpresa per poter dire qualcosa. Allora Bruno si rivolse a Nicola che osservava la scena confuso e spiegò: "Scusa, amico, te la porto via"

C'è chi rinuncia all'amore

Bruno si allontanò dalle persone, portandosi dietro Cecilia ancora attonita.

Solo perché non ne ha avuto mai

Il ragazzo continuò a camminare, allontanandosi dal palco, dalla piazza e dalla musica che andò ad affievolirsi. Continuava a tenere ben saldo il polso di Cecilia, la quale si asciava trascinare senza proteste.

Eccomi qua, dammelo e poi

Ora capisci perché

Sentirono le ultime strofe della canzone che stava ancora suonando ma, presto, il suono divenne troppo lontano per poterlo distinguere bene. Bruno si fermò vicino a uno stagno che arricchiva un parco verde, anch'esso adornato con tante lucine sugli alberi intorno.

Fortunatamente erano soli e il ragazzo pensò che fosse un buon posto per fermarsi. Prese un profondo respiro cercando di riordinare il casino che aveva dentro ma sembrava che la sua testa non avesse più il controllo di nulla. L'istinto lo stava guidando e Bruno non poteva più resistevi.

"Scusa" disse allora, girandosi verso di lei e guardandola attentamente. Cecilia era immobile di fronte a lui, la fioca luce delle decorazioni le illuminava il viso, mettendo in risalto le sue imperfezioni sulla pelle.

Imperfezioni che Bruno aveva scoperto di amare una per una, imperfezioni che avrebbe voluto baciare, imperfezioni che rendevano Cecilia, semplicemente Cecilia.

"Mi sembrava di averti detto che... " cercò di dire la ragazza, dal suo tono sembrava arrabbiata, ma dall'espressione del suo viso trapelava solo confusione.

"Ho sbagliato" dichiarò lui, non aveva ben chiaro quello che voleva dirle, non sapeva che frasi avrebbe usato, lasciò semplicemente che le parole prendessero forma nella sua bocca "ho sbagliato quella volta a toccarti la guancia, ad accettare il tuo fazzolettino, a salvarti quella sera in discoteca. Ho sbagliato a trascinarti nella casa stregata ad Halloween, a parlarti quel giorno sull'altalena. Ho sbagliato anche a farti fare quella dannata giravolta la notte di capodanno, a baciarti sul terrazzo tra quel vento gelido e, ancora di più, ho sbagliato a ignorare quello che provavo. Ho sbagliato a scappare da te per paura di soffrire perché, accidenti, non ho mai sofferto tanto in vita mia come ogni momento che sono stato lontano da te"

Bruno si fermò e respirò affannosamente, forse per colpa della raffica di parole che aveva appena pronunciato, forse per la cascata di emozioni che aveva provato mentre lo faceva.

Gli occhi di Cecilia, ad ogni parola che sentiva, si erano spalancati sempre di più e ora Bruno poteva specchiarsi in quelle grandi iride scure che somigliavano tanto a quella di un cerbiatto spaventato.

Eppure, a Bruno non sembrava di scorgere paura in essi.

Il corpo di Cecilia pareva come congelato, ma un fremito attraversò la sua schiena e, da qualche parte nella sua gola, una risposta risalì fino alla sua bocca: "Sei serio?"

Bruno le rivolse uno sguardo a metà tra il perplesso e il divertito. "Secondo te?" domandò con tono ironico.

Qualcosa dentro Cecilia si sciolse, forse era lo strato di ghiaccio che aveva creato intorno al suo cuore per evitare che si spezzasse. Con un movimento rapido dei piedi, si avvicinò a Bruno, si sollevò sulle punte e poggiò le sue labbra su quelle di lui.

Bruno non si aspettava quella risposta ma fu felice di riceverla. Portò entrambe le braccia intorno alla vita di Cecilia e la sollevò da terra, senza mai staccare le labbra dalle sue. Poi girò su stesso di poco, fino a ritrovarsi di fronte a un muretto sul quale fece sedere Cecilia. Poi poggiò una mano sulla pietra fredda, mentre affondava l'altra nei capelli di lei.

Cecilia si lasciò guidare dai movimenti esperti di Bruno, totalmente rapita dal momento, come immersa in un bellissimo sogno dal quale non voleva proprio svegliarsi.

Bruno rese il loro bacio più passionale, schiudendo la bocca di lei e posizionandosi con i fianchi tra le sue gambe aperte, in modo da far aderire i loro corpi.

Il profumo della loro pelle si fuse insieme, mischiandosi all'aria fredda che li circondava, eppure entrambi avevano terribilmente caldo. Le loro lingue si scontrarono, si accarezzarono, le loro labbra si gonfiarono, ma nessuno dei due voleva porre fine a quel bacio.

Quando non ebbero più fiato nei polmoni, si separarono con il fiato corto e il cuore martellante nel petto. Si fissarono intensamente negli occhi per diversi secondi, poi Bruno poggiò la sua fronte su quella di lei e si lasciò andare a una risata liberatoria, una risata di felicità, alla quale presto si unì anche Cecilia.

Forse la strada era stata tutta in salita, ma erano arrivati alla stessa collina e, esattamente come era già successo, avrebbero potuto gridare al vento il loro amore.

Insieme.


https://youtu.be/eZ1OyAw4E1U

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