70 - Amoreggiare
Carola si sollevò sulle punte e cercò di raggiungere il libro nello scaffale più in alto ma, nonostante i suoi sforzi, non riuscì nella sua impresa. D'un tratto, qualcuno più alto si piazzò dietro di lei, allungò una mano e prese il volume senza tanta fatica. Carola si voltò e si ritrovò il viso di Fabio molto vicino.
Troppo vicino per resistere alla tentazione. Si sporse verso di lui e poggiò le sue labbra su quelle del ragazzo. Fabio chinò un poco la schiena facilitare quel bacio che presto divenne più passionale di quanto avrebbe dovuto essere. Le braccia di Fabio cinsero la vita di Carola, avvicinandola a sé e entrambi chiusero gli occhi, trasportati da quel momento, quando sentirono qualcuno schiarirsi la voce vicino a loro.
Carola aprì gli occhi e vide suo fratello in piedi all'inizio della fila di scaffali nei quali si stavano nascondendo.
"Ragazzi" esclamò Bruno senza alzare troppo la voce "un po' di contegno" continuò, lanciando una finta occhiata di rimprovero a Fabio "siamo a scuola"
Fabio arrossì e si allontanò da Carola, imbarazzato come un bambino colto con le mani nel sacco.
"Stavamo solo..." provò a giustificarsi lui, guardandosi intorno alla ricerca di una scusa.
"Lo so bene cosa stavate facendo" sussurrò Bruno, facendo un occhiolino a Fabio, il quale boccheggiò.
"Bruno, cosa ci fai qua?" domandò Carola tentando di alleviare il disagio di Fabio che il fratello si divertiva ad aumentare.
"Nella biblioteca della scuola?" chiese Bruno guardatosi intorno "secondo te?"
"Non si può amoreggiare qua" commentò Carola, dimenticando che stava facendo esattamente quello pochi secondi prima.
"Ah no?" chiese ironico Bruno, rivolgendo un sorriso malizioso verso Fabio, che ricambiò con un'occhiataccia.
"Sto cercando un libro per un tema che ci ha assegnato quello di italiano" spiegò poi il ragazzo, facendo scorrere gli occhi sui volumi vicino a lui.
"Anch'io devo fare lo stesso" si accodò Fabio, avvicinandosi a Bruno per cercare insieme a lui.
Carola intanto recuperò il libro che le serviva e prese posto in uno dei tavoli adibiti allo studio, sedendosi e concentrando la sua attenzione sul compito. Presto la raggiunsero anche Fabio e Bruno con altrettanti volumi che poggiarono sullo stesso tavolo. Fabio prese posto davanti a Carola, mentre Bruno si accordo di fianco a lei.
Affarò uno dei libri e lo aprì davanti a sé con uno sbuffo, dopo nemmeno due righe era già stufo. Sollevò lo sguardo per cercare una distrazione e, qualche tavolo più distante, la vide.
Cecilia era intenta a scrivere qualcosa su un quaderno, un libro aperto di fianco a lei e un ragazzo chino su di esso che le parlava. A Bruno tornarono subito alla mente le parole di Emma: Nicola, è il nuovo spasimante di Cecilia.
Nicola...
Bruno assottigliò gli occhi e studiò il loro linguaggio del corpo ma, presto si rese conto che stava giungendo a conclusioni affrettate, si comportava come un ragazzino.
Provò a tornare con gli occhi sul testo del libro che aveva davanti a sé, ma l'immagine di loro due vicini, continuava a tornargli nella mente. Emma aveva insinuato in lui un dubbio e gli importava più di quanto avrebbe mai voluto ammettere.
Senza riuscire a trattenersi, consapevole di apparire geloso, chiese: "Chi è quello con Cecilia?"
Carola guardò prima il fratello, poi Cecilia, poi di nuovo il fratello: "Cosa ti importa?"
Bruno le lanciò un'occhiataccia, non poteva rispondere e basta?
"Niente" ribatté allora, anche se non era vero. Gli importava eccome.
Carola riportò la sua attenzione sulle parole che stava leggendo prima, ma un'idea si stava facendo strada nella sua testa. Senza farsi notare, osservò il fratello. La sua gamba sotto al tavolo continuava a ballare, segno che era irrequieto. Con le dita stava tamburellando sul tavolo, segno che era impaziente. La mascella era tesa e si stava mordendo il labbro con i denti, segno che era nervoso.
Carola trattenne un'esclamazione di sorpresa: accidenti, a Bruno importava di Cecilia! Non sapeva quanto fosse seria la questione e nemmeno quanto fosse interessato il fratello, ma qualcosa c'era. E Carola era intenzionata a scoprire ogni dettaglio.
"Quello è Nicola" disse allora, richiamando subito l'attenzione del fratello, i cui occhi tornarono subito a posarsi su Cecilia.
Bruno non disse nulla, assottigliò gli occhi e tese le labbra, continuando a osservare i due all'altro tavolo che parlavano sottovoce. Ad un tratto, Cecilia sorrise timidamente per qualcosa che aveva detto Nicola e Bruno strinse la matita che teneva in mano con un forza tale da rendere bianche le nocche.
"Lui e Cecilia stanno uscendo insieme" spiegò Carola, anche se Bruno non aveva chiesto nulla. Vedere la sue espressione arrabbiata però, le fece sorgere un sorriso sulle labbra. Allora suo fratello non era così insensibile come voleva far credere.
"Ma da quando Cecilia..." iniziò a dire Fabio con un'espressione confusa e sorpresa al tempo stesso.
Carola gli rifilò un calcio sotto al tavolo e un'occhiataccia che fece ammutolire Fabio.
"Non sono affari miei, comunque" con concluse Bruno, distogliendo lo sguardo da Cecilia e tornando a concentrarsi sul suo testo.
Ad un certo punto, la risata di Nicola giuste alle loro orecchie, più prepotente di quanto Bruno avesse mai creduto. Era troppo fastidioso assistere a quella scena, era irritante la voce di quel ragazzo.
Bruno si alzò con uno scatto e afferrò il suo zaino. "Devo andare" sentenziò con sguardo accigliato.
"Ma la ricerca..." provò a convincerlo Fabio, tuttavia Bruno si era già diretto verso la porta e non aveva degnato Fabio di una sola occhiata. E nemmeno Cecilia e Nicola.
Era arrabbiato ma, la cosa peggiore, era che sapeva perché era arrabbiato. E ciò lo faceva arrabbiare ancora di più.
Era geloso.
"Io non capisco cosa sia successo" commentò ingenuamente Fabio, guardandosi intorno alla ricerca di una qualche spiegazione.
"L'avevo notato" dichiarò Carola con un sorriso divertito "ma tranquillo, ho io la situazione chiara, ora"
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