65 - San Valentino


Carola e Cecilia, quella sera, andarono alla festa insieme, come succedeva qualche mese prima. Sembrava essere invariato il loro rapporto ma, in realtà, la percezione che avevano l'una dell'altra non era la stessa di prima. Carola non la considerava più un amore non corrisposto, aveva rielaborato i suoi sentimenti e stava provando ad essere una buona amica per Cecilia.

Percorsero la strada che dal loro edificio portava alla piazza, fermandosi ogni tanto ad osservare qualche bancarella lungo il passaggio, ordinando una cioccolata calda e sorseggiandola nel freddo di quella serata, resa magica dalla musica e dalle lucine che adornavano ogni angolo della piazza.

La zona centrale della festa era piena di gente, tanto che Carola e Cecilia dovettero stare attente per non perdersi di vista. Cecilia non l'avrebbe mai voluto ammettere, ma con con lo sguardo c'era di individuare Bruno tra le tante teste scure che intravedeva. Si arrabbiava con sé stessa per questo suo modo di fare, credeva di essere più distaccata, credeva che non le importasse delle altre persone, persino di Bruno. Credeva di essere abituata a non aspettarsi nulla. Invece lui le aveva fatto cambiare idea. Le aveva creato delle aspettative irreali e poi le aveva infrante tutte.

Eppure Cecilia ancora sperava di intravedere quegli occhi verdi.

Carola, di fianco a lei, si sorprese a fare la stessa cosa, ma alla ricerca di una testa rossa. Doveva parlare con Fabio, doveva chiudere con lui una volta per tutte, doveva rimettere in ordine il suo cuore.

Proprio mentre formulava questi pensieri, eccolo apparire davanti a lei. Era chino su uno stand di cioccolatini, le mani infilate nelle tasche della giacca pesante che indossava, il sorriso sulle labbra mentre parlava con il venditore. Carola lo osservò e pensò che le piaceva il fatto che Fabio fosse sempre allegro, riusciva a guardare al lato positivo in ogni cosa che faceva.

Distolse lo sguardo non appena questo pensiero affiorò nella sua testa. Che accidenti stava dicendo? Non le piaceva Fabio, doveva chiudere con Fabio.

Fece un sospiro carico di amarezza e spiegò a Cecilia che era giunto il momento di parlare con il ragazzo. Cecilia annuì piano, non era soddisfatta di come si stava evolvendo la situazione.

Mentre guadava Carola che avanzava con passo deciso verso Fabio, pensò alla conversazione che aveva avuto con lui al bar. Sperò davvero che il ragazzo non si sarebbe arreso, tuttavia, da come le aveva parlato Carola, la decisione era già stata presa e non era quella che si aspettava Fabio. Forse Cecilia l'aveva illuso e lui l'avrebbe odiata per questo.

Forse aveva sbagliato e si sentiva in colpa per questo.

Si spostò dalla folla che gremiva la piazza e vagò sola tra le bancarelle, girare sola non le creava più lo stesso disagio di qualche tempo prima, in tutto questo casino che si era creato negli ultimi mesi, qualcosa di buono era successo: aveva acquisito più sicurezza in sé stessa.

Tuttavia, quella sera era pieno di coppie in ogni angolo della città e, pensando alla sua situazione, faceva male vederle. Con un sospiro triste si spostò verso una panchina in disparte, la cioccolata calda in mano e il gelo dentro al cuore. Si sedette e i suoi occhi si posarono su una ragazza bionda davanti a lei, poco distante, che stava amoreggiando con qualcuno poggiato al tronco di un albero.

Cecilia alzò gli occhi al cielo, non poteva fuggire dall'atmosfera di quella serata. Lasciò che un sorso di liquido caldo le scendesse in gola ma, la ragazza si spostò di lato per riprendere fiato da quel bacio che sembrava infinto e così, Cecilia lo vide.

Bruno era lì, l'aria spavalda, le labbra gonfie, il sorriso strafottente. Parlava con la ragazza mentre le teneva una mano sulla schiena, proprio come aveva fatto con Cecilia.

Ad un tratto, gli occhi del ragazzo si spostarono dal viso della bionda e fu allora che anche lui la vide. Era là, sola, su quella panchina desolata, gli occhi grandi da cerbiatto, la mano a mezz'aria con un bicchiere pieno di liquido fumante.

Fu come ricevere una pugnala nel petto per Bruno, quello sguardo che aveva lei, lo trafisse peggio di un coltello. Perché faceva così male?

Bruno cercò di mantenere un'apparenza disinvolta, distolse gli occhi da quelli di lei e tornò a parlare con la bionda che non sembrava essersi accorta di quel momento di panico. Tuttavia, Bruno non capì più nemmeno una singola parola uscire dalla sua bocca.

Cecilia credeva che sarebbe stata preparata a qualsiasi azione da parte di Bruno, credeva di conoscerlo e sapeva che si divertiva con le ragazze. Sapeva che lei era una tra tante, sapeva che lui non avrebbe smesso di essere il solito Bruno. Eppure, vederlo lì con le labbra posate sulle bocca di un'altra, le stesse labbra che si erano posate sulle sue, la distruggeva.

Senza rendersene conto, si alzò, buttò la cioccolata ancora mezza piena in un bidone vicino e si allontanò da lui. Voleva smettere di soffrire, smettere di pensare a lui, smettere di ricordare il loro bacio. Ma era dannatamente difficile.

Mentre camminava tra la gente, le lacrime agli angoli degli occhi, pronte a cadere in qualsiasi momento, notò una bancarella che vendeva vino caldo.

Senza pensarci troppo, si avvicinò e ne ordinò un bicchiere. Lo bevve in un sorso solo e senti una sensazione calda allo stomaco che presto si irradiò anche nella sua testa. Stava funzionando, così ne ordinò un altro.

***

Carola raggiunse Fabio in pochi passi e, una volta dietro di lui, poggiò una mano sulla sua spalla per richiamare la sua attenzione. Il ragazzo si girò sorridendo e, quando la vide, spalancò gli occhi sorpreso. Avrebbe voluto passare quella serata con lei, ma non ci aveva sperato molto.

"Ciao" le disse con voce estasiata, ancora scombussolato per la sua apparizione improvvisa. Era questo l'effetto che Carola aveva su di lui.

"Ciao" rispose lei con meno entusiasmo. Si stava preparando a farlo crollare, eppure era lei quella che si sentiva già demolita.

"Possiamo parlare?" domandò lei, prima che la sua codardia le suggerisse di scappare.

"Certo!" rispose lui, un misto di speranza e paura negli occhi.

Insieme si spostarono in un luogo più tranquillo, un parco che costeggiava un lato della piazza e si sedettero su un muretto che contornava uno stagno pieno di rane.

"Come stai?" chiese Fabio per rompere il silenzio carico di tensione che si era creato tra loro.

"Bene" replicò Carola, torcendosi le mani tra loro per il nervoso.

Fabio notò quei movimenti e, senza pensarci, posò le sue mani su quelle di lei per calmarla.

"Ehi" le disse con voce dolce "va tutto bene, davvero?"

Carola sollevò i suoi occhi su di lui e, improvvisamente, senti un groppo in gola. Erano lacrime quelle che sentiva?

"No" riuscì a dire con un filo di voce "io..."

Dal tono che stava usando, Fabio capì che la conversazione non sarebbe stata piacevole e provò un vuoto nel cuore ma, vederla lì, in difficoltà, gli faceva ancora più male.

"Scusa" la precedette "ho sbagliato a baciarti senza il tuo consenso. Ho sbagliato a baciarti conoscendo i tuoi sentimento. Ho sbagliato a importai le mie idee senza considerare il tuo stato d'animo. Forse ho pure rovinato la nostra amicizia e questa è la parte peggiore" Fabio fece una pausa per capire la reazione di Carola a quella parole.

Notò che i suoi occhi erano lucidi e le labbra serrate, così decise di continuare.

"Tu mi piace, ma questo già lo sai" sospirò con un sorriso triste sulle labbra "è che, mi piaci così tanto che non riesco a controllarmi quando sono con te. Mi piaci così tanto che vorrei stare sempre insieme a te. Mi piaci così tanto che vorrei baciarti ancora ma..."

Le mani di Carola si mossero prima ancora che lei avesse il tempo di ragionare, si posarono sulle guance di Fabio e lo portarono verso il suo. La distanza tra loro si accorciò in un secondo e le labbra di Carola si posarono su quelle di Fabio.

Il freddo intorno a loro cessò di farsi sentire, il suono delle rane sparì, le luce sulle loro teste esplosero, così come le emozioni che stavano provando dentro di loro.

Nonostante i proposti di Carola, quello che desiderava veramente era assaporare ancora le labbra di Fabio, riprovare quelle stesse sensazioni che lui le aveva trasmesso la prima volta.

Anzi, voleva di più.

Con foga, dischiuse le labbra di Fabio e assaporò la sua bocca con la lingua. Fu allora che Fabio realizzò davvero quello che stava succedendo, Carola lo stava veramente baciando. Non era un sogno, poteva sentire il suo profumo, la sua pelle vicino, la sua lingua nella bocca. Con un gesto deciso, portò una mano dietro la schiena di lei e avvicinò il corpo della ragazza al suo mentre affondava l'altra mano nei suoi capelli.

Si baciarono con foga finché entrambi non ebbero più fiato. Fu allora che le loro labbra si separarono e i due si guardarono in viso. Fabio era ancora incredulo, gli occhi spalancati, incantati dalla bellezza di lei.

Carola aveva il fiato corto e il cuore in tumulto ma, aveva una certezza, era inutile negarlo ancora.

Si sollevò sulle punte dei piedi per raggiungere il suo orecchio e sussurrò: "Mi piaci, Fabio"

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top