64 - Codardi
Almunda entrò nella stanza da letto con la camicia da notte che le arriva quasi alle caviglie, un paio di pantofole bianche e una vestaglia leggera che si tolse prima di infilarsi sotto le coperte. Di fianco a lei, Gonzalo era già straziato, intento a leggere un libro.
"Caro" lo chiamò lei, poggiandogli una mano sul braccio "stai bene?"
Gonzalo chiuse il libro con un sospiro. "No, non avrei mai voluto sentir parlare ancora di Fernando, invece Felipa mi porta in casa suo figlio"
"Sai meglio di me che non si può comandare l'amore" sentenziò lei con sguardo comprensivo.
"Io non posso perdonare quell'uomo e la sua famiglia" dichiarò convinto Gonzalo.
"Ma Fernando non ha colpa per la morte di tua sorella, è stato un incidente" cercò di farlo ragionare Almunda, provocando in lui un'espressione arrabbiata.
"Lui l'ha portata in quel lago" tuonò l'uomo, voltandosi verso di lei "quel lago dove Maura è annegata"
"Ma lui la amava quanto te, non voleva certo la sua morte" continuò Almunda, con occhi supplichevoli.
"Non è abbastanza. Non darò mai a quel Pablo mia figlia" concluse Gonzalo con tono perentorio, tanto che Almunda lasciò cadere la questione.
Bruno spense la televisione con un gesto della mano sul telecomando. Ogni volta che accendeva quello schermo, c'era quella stupida telenovela. Ma chi la guardava?
Si tolse la maglietta che indossava, rivelando i pettorali allenti e addominali scolpiti, si diresse poi verso il bagno per darsi una rinfrescata, prima di cambiarsi per uscire alla festa di paese di quella sera.
Proprio mentre stava tornando dal bagno, incrociò sua sorella sulla soglia della camera, intenta a sbirciare al suo interno.
"Cerchi qualcosa?" domandò ironico, superandola.
"Sì" dichiaro lei "cerco te" senza aspettare un invito, entro nella stanza del fratello e si sedette sul suo letto.
"Fai pure" scherzò lui. mentre apriva l'armadio in cerca di qualcosa da indossare.
"Hai combinato un casino con Cecilia, lo sai?" iniziò lei, mentre pensava alle parole giuste da usare.
Bruno contrasse un poco la mascella, sentendo la natura di quella conversazione. Era stufo di sentir parlare di lei.
Era stato già difficile relegarla in un angolo della sua testa, non aveva bisogno di gente che continuava a ricordargliela.
"Non è successo nulla" cercò di deviare lui, afferrando una camicia grigia e infilandovi le braccia.
"Quindi averla baciata per te è nulla?" indagò la sorella, sollevando un sopracciglio.
"Te e Fabio avete fondato un club pro Cecilia?" ironizzò lui mentre si allacciava i bottoni.
Carola sobbalzò sentendo quel nome e le si formarono le farfalle nello stomaco, ma cercò di restare neutrale davanti a Bruno.
"Anche lui ti ha parlato di Cecilia?" chiese Carola, avvolgendosi una ciocca di capelli intorno al dito.
"Mi ha fatto una specie di ramanzina" spiegò Bruno, osservando i maglioni ben piegati dentro il suo armadio.
Un sorriso istintivo nacque sulle labbra di Carola, le piaceva che Fabio fosse protettivo nei confronti di Cecilia, dimostrava quanto fosse dolce.
Carola rimase in silenzio qualche secondo, ragionando con sé stessa mentre Bruno finiva di vestirsi. Si rese conto che si era seduta sul letto del fratello per sgridarlo circa il suo comportamento con Cecilia, ma lei come si era comportata con Fabio?
Era scappata, letteralmente scappata. E da allora lo stava evitando in qualsiasi modo, addirittura si era rinchiusa in uno sgabuzzino a scuola per non incrociarlo in corridoio. Esattamente come Bruno stava scappando da Cecilia, o da un chiarimento con Cecilia, bello o brutto che fosse.
L'aveva lasciata nella confusione più totale e nell'indifferenza, che era anche peggio di un rifiuto.
Seguendo il filo logico di questi pensieri, Carola si rivolse al fratello: "Tu pensi che noi due siamo dei codardi?"
Bruno smise di allacciarsi la scarpa e sollevò lo sguardo su di lei: "Come, scusa?"
"Noi, io e te intendo..." spiegò Carola, alzandosi in piedi "scappiamo dalle situazioni scomode, no?"
"No" dichiarò convinto Bruno, guardando il suo outfit allo specchio vicino al muro.
"E con Cecilia allora?" provò a insistere Carola.
"Ancora Cecilia?" sbuffò Bruno "Sì, l'ho baciata" ammise poi, voltandosi verso la sorella "e si, ho sbagliato. Ma ho anche parlato con lei e chiarito la situazione. Non siamo niente e lei lo sa"
Carola ricordò lo sguardo di Cecilia mentre le raccontava di Bruno, decisamente per Cecilia, Bruno era qualcosa.
Qualcosa di grande anche. Forse per lui non era lo stesso, Carola non riusciva mai a decifrare bene la maschera che indossava il fratello per celare i suoi veri sentimenti. Ma, se non sentiva niente per Cecilia, non poteva certo costringerlo a farlo.
"Va bene, allora diciamo che sono io che scappo" sentenziò lei, cercando gli occhi del fratello per avere una conferma.
"Con Fabio?" domandò Bruno.
"Sì. Sai già tutto immagino" chiese lei, sospettando la risposta. Bruno si limitò ad annuire, così Carola continuò: "Io non gli ho più parlato perché non so cosa dirgli, ma voglio chiarire la situazione"
Bruno si spruzzò un po' di profumo sul collo prima di replicare: "Se non provi nulla per lui, come mi sembra di capire, devi dirglielo chiaramente una volta per tutte. Quel ragazzo finirà per impazzire, per colpa tua"
Le guance di Carola si tinsero di rosa, accidenti, adesso arrossiva pure!
Nascose veloce il viso al fratello, per evitare di rivelare i suoi sentimenti e concluse: "Hai ragione, non provo nulla per lui e devo dirglielo. Lo farò stasera"
Senza aspettare una risposta, uscì dalla camera del fratello e si chiuse nella sua con un sospiro. Erano giorni che proava solamente confusione, non si riconosceva più, non sapeva quali sentimenti erano giusti, quali sbagliati. Non era in grado di controllare sé stessa. Doveva riprendere il controllo, tornare la vecchia Carola.
Per questo doveva parlare chiaramente con Fabio. Non solo non potevano essere una coppia, non potevano più nemmeno essere amici.
Bruno intanto aveva finito di preparasi ed era pronto per uscire. Afferrò il cellulare e il portafoglio, infilò entrambi nelle tasche dei jeans, ma quando estrasse la mano, si ritrova sul palmo un braccialetto.
Era formato da tante perle bianche piccole, infilate in una catenina d'oro rosa. Al centro del bracciale c'era il ciondolo di una ballerina stilizzata.
Bruno lo osservò pensieroso per qualche istante. L'aveva comparto ad una bancarella qualche giorno prima. L'aveva visto esposto e subito aveva pensato a lei. L'aveva comprato prima ancora di rendersene conto ma non aveva mai avuto l'intenzione di darglielo.
Aveva sbagliato come sempre. Il suo istinto lo guidava nella direzione errata, perciò era lui che doveva tornare sulla retta via.
Senza pensarci ulteriormente, aprì il cassetto del comodino di fianco al letto e vi fece scivolare il braccialetto al suo interno.
Dopodiché uscì senza ripensamenti.
Anna lo stava già aspettando in piazza.
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