35 - Tic toc
Bruno rientrò nel locale e ricominciò a farsi largo tra le persone, aguzzando la vista nonostante il buio che avvolgeva ogni angolo. Tornò al divano dove aveva trovato Carola e girò nella zona, ma di Cecilia non c'era alcuna traccia. Pensò che potesse trovarsi in bagno, chiese ad alcune ragazze nei paraggi di controllare per conto suo, ma non ebbe nessun riscontro positivo.
Dove diavolo si era cacciata? Forse era andata via da sola senza avvisare Carola, forse Bruno stava girando come un cretino alla ricerca di qualcuno che non c'era.
Forse Cecilia non era affatto ubriaca, si era fidato della parola di Carola ma come poteva essere scuro che fossero vere? Quella timida ragazza aveva fatto un grande sforzo per recarsi in quel locale, davvero aveva bevuto come Carola?
Bruno cominciava a dubitarne, pensava che lei non fosse in grado di lasciarsi andare, insomma girava coperta dalla testa ai piedi, non diceva mezza parola e raramente c'erano contatti visivi tra lei e le persone.
Bruno lo capiva, comprendeva le ragioni di questo suo comportamento e, proprio per questo, sapeva anche quanto fosse difficile uscirne.
Sospirò irritato, si passò una mano tra i capelli e si avviò verso l'uscita del locale, considerando conclusa la sua missione. Insomma, ci aveva provato, ma evidentemente Cecilia non c'era.
Si fece largo attraverso la pista da ballo per raggiungere il corridoio che conduceva all'uscita, respingendo un paio di ragazze che tentavano un approccio con lui e, proprio quando ne stava allontanando una terza, la sua attenzione fu catturata da qualcuno davanti a lui.
Poco distante, nel mezzo delle persone che si muovevano a tempo di musica, una massa di capelli ricci fluttuanti, attirò il suo sguardo.
Si era tolta la felpa e l'aveva legata in vita, rivelando un fisico asciutto e un seno abbondante, il collo sottile e le spalle esili. La canottiera che indossava aderiva al suo corpo e le lasciva troppa pelle scoperta, pelle che non aveva mai perso tanta aria prima, pelle che mostrava tutta la sua imperfezione.
Si muoveva agilmente, il suo corpo seguiva il ritmo della musica, i piedi si spostavano avanti e indietro, le braccia salivano sopra di lei per poi scendere lungo i fianchi, la testa dondolava, scuotendo i capelli ribelli. Gli occhi chiusi mostravano quanto fosse persa, aveva abbandonando ogni inibizione, non le importava nulla degli sguardi delle persone su di sé, non badava ai giudizi, non considerava le conseguenze.
Cecilia stava ballando come mai aveva fatto prima. Era libera da ogni catena, neanche nella sua camera si era mai sentita tanto leggera, anche se la testa le girava leggermente e, quello stupido sorriso che le era sputato sulle labbra, non voleva andarsene via.
Bruno non si mosse per qualche secondo, era sorpreso da quella visione, non si aspettava di trovarla così, non l'aveva mai immaginata in quel modo, non l'aveva mai guardata con quegli occhi. Era come se fino a quel momento, avesse avuto davanti una ragazzina imbranata e innocente, ma improvvisamente era diventata una donna.
Lui la vedeva come una donna. E pure attraente.
Non fece in tempo a formulare quel pensiero che un ragazzo si accostò a Cecilia e provò a ballare con lei. Fu allora che Bruno si rese conto che non era l'unico a guardarla in quella maniera.
Le macchie sulla pelle della ragazza, che lei considerava un problema, in quel momento non venivano notate da nessuno. La sicurezza che lei emanava, la rendeva appetibile, bella al di là di qualsiasi imperfezione. Anche se era una sicurezza illusoria dettata dall'alcol nel suo corpo.
Con un movimento rapido, Bruno si mosse verso di lei e la raggiunse veloce, giusto in tempo per notare il braccio del ragazzo spostarsi verso il corpo di Cecilia per attrarla a sé.
Senza pensarci, agì: allungò una mano e afferrò il polso di Cecilia, tirandola nella sua direzione. Lei aprì gli occhi confusa, incespicò nei suoi piedi instabili e perse l'equilibrio.
Allora Bruno spostò l'altro braccio verso di lei e lo portò dietro la sua schiena, afferrandola saldamente e impedendole di cadere. Cecilia atterrò con il viso sul petto di Bruno e, nonostante l'annebbiamento che aveva nella testa, lo riconobbe subito.
Il sorriso che aveva sulla labbra si allargò involontariamente, mentre portava il palmo di una mano su uno dei pettorali del ragazzo per ritrovare l'equilibrio.
Normalmente un contatto del genere l'avrebbe fatta avvampare per l'imbarazzo, ma qualcosa quella sera aveva annullato ogni suo atteggiamento usuale, perciò la sua mano indugiò più del dovuto su quei muscoli.
"Ciao ballerina" sussurrò Bruno al suo orecchio, non riuscendo a trattenere quel commento. Mai come allora quel soprannome era azzeccato.
Cecilia sollevò il viso per guardarlo in volto e Bruno ebbe la conferma che la ragazza era ubriaca, anche se era già abbastanza chiaro.
"Ciao" ripose con un sorriso fin troppo ingenuo.
Bruno sollevò gli occhi al cielo, lui era il lupo peggiore lì dentro, in quel momento stingeva a sé una pecorella smarrita e doveva tenere a bada i suoi istinti, doveva comportarsi da pastore e riportarla a casa.
"Vieni con me" disse allora, scivolando con la mano lungo il suo polso e raggiungendo il palmo, per poi intrecciare le loro dita insieme.
Bruno ricominciò a camminare verso l'uscita del locale, trascinandosi dietro Cecilia che lo seguiva sbandando un po' a destra e un po' a sinistra, perciò Bruno dovette tenere saldamente la sua mano stretta intorno a quella di lei, per evitare di perderla.
Stranamente, l'irritazione che provava quando era rientrato per cercarla, era scomparsa del tutto.
Fabio aveva percorso le strade che portavano verso casa di Carola, in silenzio. A lui bastava averla vicino per essere felice, anche se lei era ubriaca e probabilmente il giorno seguente non avrebbe ricordato nulla.
Ma lui sarebbe comunque rimasto il ragazzo che l'aveva gentilmente riportata a casa.
Muoveva un passo dopo l'altro con lentezza, assecondando il ritmo di lei che incespicava ma procedeva senza fermarsi.
Il braccio di Carola avvolgeva il collo di Fabio e la mano di lui le cingeva la vita per sostenerla maggiormente. Il profumo sensuale di Carola, era inebriante quanto l'alcol, per Fabio ma si accontentava di poterlo annusare, senza pretendere altro.
Era ancora amici.
"Sono stanca" mormorò Carola con un sospiro, quando erano ormai a poca distanza da casa, tuttavia Fabio decise di concedersi un piccolo premio per averla aiutata fino a lì e la invitò a sedersi su un muretto a lato del marciapiede per qualche minuto.
Ancora qualche secondo insieme, si ripeteva, solo qualche secondo.
Si sedette vicino a lei e subito Carola barcollò e poggiò la sua testa sulla spalla di lui. Fabio trattenne il fiato, troppo preoccupato che il minimo movimento potesse spezzare la magia di quel momento.
Sapeva che era pura illusione, tuttavia si sentiva come in un sogno perfetto dal quale non voleva svegliarsi, anche se la sveglia avrebbe presto suonato.
"Cecilia" biascicò Carola, senza muoversi "mi piace"
Tic toc
"Anche a me" confermò Fabio, senza sospettare che quella fosse una vera confessione.
"No" sussurrò Carola con gli occhi chiusi "mi piace davvero" non si rendeva davvero conto di quello che stava dicendo.
Tic toc
"Ti... piace?" ripetè confuso Fabio, girando leggermente la testa verso di lei, anche se non poteva vederla in viso.
"Sì" confermò con un soffio Carola.
Tic toc
"In che senso?" provò a capire lui, un sospetto si stava facendo strada nella sua testa, ma non voleva ascoltarlo. Carola rimase in silenzio qualche secondo, Fabio credette quasi che si fosse addormentata.
Tic toc
Ad un tratto sollevò con fatica la testa, la quale ciondolò di qua e di là un paio di volte prima di stabilizzarsi. Carola chiuse e riaprì gli occhi un paio di volte, come per mettere a fuoco la persona davanti a sé, senza riuscirci totalmente.
Tic toc
Fabio la osservò tentando di indovinare i suoi pensieri, quel sospetto che si faceva sempre più concreto. Carola aprì la bocca per dire qualcosa, poi la richiuse.
Tic toc
Sospirò stanca e poi, confessò: "Mi piacciono le ragazze"
Il suono della sveglia scattò nella testa di Fabio, la bolla di sapone che avvolgeva quel momento magico scoppiò e fu come se la terra sotto i suoi piedi fosse crollata. Rimase impietrito su quel muro di cemento duro, come il suo cuore in quel momento.
Sapeva che Carola era difficile da conquistare, ma non aveva mai pensato che fosse impossibile.
Improvvisamente tutti gli avvertimenti di Bruno divennero cristallini, la sua preoccupazione, la sua riluttanza, la sua consapevolezza che fosse un amore senza senso.
Fabio si sentì stupido per non aver lasciato perdere prima, si sentì stupido per aver voluto persistere, si sentì stupido per essersi illuso e, temeva che ormai fosse troppo tardi per evitare di soffrirne.
I suoi occhi, che si erano come appannati, tornarono a guardare davanti a sé il viso di Carola, i capelli scompigliati, il trucco sbavato, le labbra carnose.
Il suo cuore riperse a battere per lei, nonostante la consapevolezza che non avrebbe mai provocato lo stesso effetto su quello di lei. Nonostante non avesse speranza, non poteva smettere di provare qualcosa per Carola.
La ragazza tornò a poggiare la testa sulla spalla di lui, non si era minimamente resa conto dell'uragano che aveva appena provocato.
"Fa male..." tornò a dire Carola, parlando più a sé stessa che a Fabio. Lui rimase in silenzio, ancora turbato per la scoperta appena fatta, tanto che non si preoccupò nemmeno di chiederle dove provasse male.
"... stare sempre con lei, ma in silenzio" continuò Carola, parlando piano nel buio della notte.
Carola si riferiva al fatto che non poteva esternare i suoi sentimenti alla persona per la quale provava qualcosa e, improvvisamente, Fabio si sentì nello stesso modo.
"Lo so" sussurrò, sollevando piano una mano oltre la spalla di Carola e poggiandone il palmo sopra la sua testa, come per consolarla, anche se in realtà, avrebbe voluto consolare sé stesso.
Fabio sollevò lo sguardo verso il cielo scuro, cosparso di qualche piccola stella e sentì una stretta al cuore: poteva rinunciare a conquistare Carola, ma non poteva smettere di farsela piacere, esattamente come quelle stelle sopra di lui, potevano anche scomparire, ma avrebbero comunque continuato a trasmettere la loro luce.
Care lettrici, ben ritrovate! Wattpad ha deciso che non potevo rispondere ai vostri commenti del capitolo precedente, non riesco più a caricarli. Perciò vi risponderò nei prossimi giorni, quando questa piattaforma tornerà dalle ferie.
Intento tenetemi aggiornata, quante di voi si sono mai ubriacate come Carola e Cecilia? Io ho perso il conto, per quanto mi riguarda.
E, quante di voi sono mai state tratte in salvo dal Bruno della situazione? Io dal mio attuale fidanzato, ma devo dire che ho ricambiato spesso il favore!
E infine, quante di voi hanno mai avuto il cuore spezzato? Sfortunatamente credo che nella vita sia successo almeno una volta a tutte.
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