29 - Loser

Fabio si era presentato a Cecilia in maniera goffa, ancora risentito per il rifiuto di Bruno di stare in squadra insieme, mentre Cecilia era rimasta sorpresa di vederlo avvicinarsi e rivolgerle al parola.

Quando lui aveva detto che avrebbero dovuto partecipare alla gara insieme, Cecilia si era limitata ad annuire come era suo solito fare, ma in fondo alla gola sentiva ancora quel groppo che la delusione le aveva lasciato.

Spostò lo sguardo verso il basso per nascondere quel sentimento alla vista degli altri, allungò le maniche della felpa oltre i polsi e si fissò la punta delle scarpe.

Fabio si guardò intorno pensieroso, non aveva mai parlato con questa ragazza perciò non sapeva che argomento introdurre quando, improvvisamente, realizzò che fare una buona impressione su di lei avrebbe potuto giovare alla sua reazione con Carola.

Insomma, erano amiche dopotutto e stavano sempre insieme, sicuramente lui sarebbe stato un argomento delle loro conversazioni. Quella rilevazione gli diede la spinta necessaria per aprire bocca.

"Quindi, come te la cavi con la corsa?" domandò imbarazzato, allargando le sue labbra in un sorriso amichevole.

Cecilia sollevò la testa istintivamente e, dopo qualche secondo di silenzio, rispose a bassa voce: "Non così bene"

Fabio si lasciò sfuggire una breve risata, si portò una mano dietro al collo e ribatté: "Nemmeno io"

Era bello, era alto, il suo sorriso trasmetteva allegria, i suoi capelli rossi non passavano inosservati, i suoi occhi parevano sinceri ogni volta che si posavano sul viso delle persone.

Solitamente ragazzi di questo tipo intimidivano Cecilia, ma quello di fronte a lei pareva nelle sua stessa situazione, sembrava stesse cercando di apparire naturale ma era evidente che si stava sforzando. Voleva sembrare sicuro di sé, ma il linguaggio del suo corpo comunicava il contrario.

Ciò creò affinità tra loro e, quando lui fece quella battuta sulla corsa, Cecilia si scoprì a sorridere timidamente, divertita. Non si era vantato, non l'aveva fatta sentire inferiore, si era messo sul suo stesso livello.

"Sarà difficile allora" si sentì di commentare la ragazza, con tono ironico.

Fabio la guardò un po' sorpreso, non si aspettava una risposta simpatica da lei, non l'aveva nemmeno mai vista sorridere le rare volte che l'aveva incontrata in giro per scuola.

Stava per rispondere qualcosa come l'importante è partecipare, quando il suo sguardo fu catturare da una persona poco distante che stava osservando proprio loro.

Bruno era di fianco alla sua compagna di squadra la quale continuava a parlare, ma lui non la stava ascoltando. La sua attenzione era sull'incontro tra Fabio e Cecilia. Era curioso di sapere se aveva fatto una buona scelta, ma era anche confuso perché non ne capiva il motivo.

Cosa interessava a lui se quei due andavano d'accordo o meno?

Fabio vide Bruno con gli occhi puntati su di loro e, la delusione di poco prima, tornò a bruciare il suo orgoglio, insieme alla frase che lui gli aveva detto poco prima: vediamo se riesci a battermi.

"Anche se non sono molto veloce" disse quindi Fabio, rivolto a Cecilia "vorrei provare a vincere"

Cecilia gli rivolse un'espressione impaurita, non era sicura di poterlo aiutare nell'impresa, anzi credeva di essere un ostacolo.

Fabio notò quanto il suo viso si fosse fatto teso, così le sorrise incoraggiante, si voltò leggermente nella direzione di Bruno e puntò un dito verso di lui, continuando a voce non troppo alta: "Voglio battere quel ragazzo lì"

Cecilia seguì la direzione del suo dito e si ritrovò a fissare Bruno che aveva assunto uno sguardo perplesso.

Bruno era poco distante ma abbastanza da non sentire la loro conversazione, perciò quando Fabio puntò il dito contro di lui, corrugò le sopracciglia confuso. Cosa accidenti stavano dicendo? Perché lo coinvolgeva nel discorso?

Subito dopo, anche Cecilia girò la testa verso di lui e lo guardò. Bruno tese le labbra in una linea dura, ma nei suoi occhi continuava a esserci perplessità.

Cecilia prima lo fissò interdetta, ma poi la sua espressione si fece più determinata, nelle sue pupille si accese una strana luce che sorprese Bruno. Non pareva proprio lo sguardo di una ragazzina timida. Lei lentamente annuì in risposta a qualcosa che Fabio aveva detto.

Sicuramente era qualcosa che lo riguardava e la situazione non piaceva assolutamente a Bruno.

La professoressa chiamò l'ultimo gruppo di corridori, compresi loro, e insieme si avviarono verso la linea di partenza.

Alcuni studenti si occuparono di legare insieme le gambe dei concorrenti, ma ciò implicò che i partecipanti si avvicinassero tra loro per facilitare l'operazione.

Fabio si affiancò a Cecilia e, senza un attimo di esitazione, poggiò la sua gamba destra contro quella sinistra della ragazza, provocando in lei un sussulto.

Non si era mai sentita a suo agio con il contatto fisico, specialmente se proveniva dall'altro sesso. Non avrebbe saputo dire se per reale fastidio personale, oppure per paura di una possibile reazione negativa dall'altra parte.

Tuttavia Fabio non sembrava notare nemmeno il problema che la pelle di Cecilia mostrava con tanta evidenza e questo favorì il rilassamento dei muscoli di quest'ultima.

Il nastro venne assicurato stretto introno alle loro caviglie e così i due ragazzi si ricovarono spalla contro spalla, leggermente imbarazzati per la poca confidenza che avevano tra loro, così si guardarono intorno in attesa.

Lo sguardo di entrambi ricadde su Bruno, allineato sulla stessa partenza, qualche coppia più in là. Stava aspettando che finissero di legare insieme le caviglie sue e della compagna. Non sembrava a disagio per quella situazione, anzi pareva quasi esserne divertito, come suo solito.

Il suo braccio era già poggiato intorno alle spalle della ragazza al suo fianco, la quale aveva un sorriso radioso sul volto.

Uno strano bruciore pervase il petto di Cecilia, si scoprì invidiosa di quel braccio, si scoprì gelosa di quella ragazza. Era assurdo, tra lei e Bruno non c'era mai stato nulla se non pure gentilezza da parte sua, ma aveva chiarito bene la situazione poco prima quindi perché lei continuava a provare certe emozioni?

Perché era bastato così poco per far nascere in lei sentimenti del genere?

Cecilia si odiava per questo, si stava facendo del male e ne era consapevole. Il suo sguardo si fece improvvisamente deciso, voleva dimostrare a sé stessa che poteva batterlo sul campo, così come nel suo cuore. Poteva lasciarlo indietro, dimenticarlo.

Bruno stava sorridendo per qualcosa che aveva detto la ragazza, la sua risata cristallina raggiunse le orecchie di Cecilia e fece vibrare qualche corda dentro di lei, facendola al contempo arrabbiare.

Bruno girò la testa verso di lei e si stabilì un contatto tra loro, ma ciò che il ragazzo vide fu uno sguardo che non si sarebbe aspettato da lei: determinazione.

Cecilia si affrettò a interrompere quel contatto e guardò Fabio di fianco a lei, anche lui stava osservando Bruno e, dalla sua espressione, si capiva che aveva nella testa un solo obiettivo: la vittoria.

La professoressa avvisò i concorrenti di preparasi alla partenza, così Fabio si avvicinò ulteriormente a Cecilia e, con delicatezza, passò il braccio oltre la sua testa, poggiandolo saldamente sulle spalle della ragazza.

Un leggero rossore invase il viso di quest'ultima, non era abituata a un contatto di questo tipo, il suo copro reagiva in maniera automatica ormai. Tuttavia, sollevando gli occhi su di lui, notò che Fabio non stava dando alcun peso a quel gesto, anzi pareva proprio a suo agio.

"Sei pronta?" chiese poi, facendole un cenno di incoraggiamento.

Cecilia si scoprì un po' tremante, non le piaceva mai l'idea di mettersi in mostra, ma questa volta non provava solamente paura, c'era anche un pizzico di euforia in quella gara. Per la prima volta da tanto tempo, le importava maggiormente il suo scopo personale che il pensiero degli altri.

Con titubanza sollevò un braccio e lo avvolse intorno alla schiena di Fabio, attaccandosi saldamente al suo fianco per evitare di cadere durate la corsa.

"Partiamo con il piede legato, va bene?" domandò concentrato Fabio, le pupille già puntate verso l'orizzonte, il busto in avanti pronto alla partenza.

Proprio mentre Cecilia annuiva, la professoressa lanciò il fischio d'inizio e tutte le coppie si lanciarono verso il percorso.

Per tutta la pista, le posizioni si mantennero pressoché invariate, la squadra di Bruno era in testa, seguita da Fabio e Cecilia, piantonati dalla terza e dalla quarta squadra. Correndo, Cecilia si rese conto che riusciva a mettere abbastanza forza nelle gambe e Fabio, non era così scarso come aveva detto.

Sosteneva la maggior parte del loro peso e riusciva a coordinarsi bene con il passo di Cecilia, quindi conquistarono un po' di terreno.

Era ormai vicini al traguardo, ma ancora secondi, quando Fabio disse a voce alta, il tono incrinato dal fiato corto: "Sei stanca?"

Cecilia lo era, ovviamente, ma la voglia di dimostrare il suo valore, ebbe la meglio sulla stanchezza. Diede uno sguardo veloce a Bruno, poco distante da loro, ma sempre avanti e decise che gli avrebbe fatto capire che poteva essere una buona compagna di squadra anche lei. Nonostante a lui probabilmente non importasse molto.

"No" rispose con un soffio "superiamoli" quest'ultima farse le uscì di bocca con quanta più determinazione volesse, ma ciò non fece che aumentare lo spirito competitivo di Fabio.

Le sua falcate divennero più ampie, il suo busto si sporse maggiormente in avanti, portandosi dietro con questi movimenti anche il corpo di Cecilia. Non era sicura di poter reggere a lungo con quel ritmo, ma decise di tenere duro e, poco alla volta, si affiancarono a Bruno e lo superarono. Proprio mentre raggiungevano la linea del traguardo.

Per primi.

Si fermarono non appena la professoressa decretò la fine della gara e tutti i partecipanti si piegarono su loro stessi, portandosi le mani sulle ginocchia. Non era stata una corsa facile, ma almeno aveva avuto risvolti positivi.

Mentre la professoressa segnava i punti sul suo quaderno e i concorrenti si slegavano i nastri dalle caviglie, tentando di riprendere fiato, Cecilia sentiva una nuova adrenalina scorrerle nelle vene.

Era una sensazione strana, ma non nuova. Era come un'emozione forte che però aveva dimenticato o, per meglio dire, aveva deciso di seppellire.

Fabio si raddrizzò, sollevò le braccia oltre la testa per stirarsi i muscoli, guardò di traverso Cecilia con un sorriso radioso sulle labbra ed esclamò: "Abbiamo vinto!"

Cecilia annuì contenta e rispose: "Ce l'abbiamo fatta"

"Bel lavoro" ribatté lui, guardandola entusiasta e, con una certa sorpresa da parte di Cecilia, allungò una mano verso di lei, con il palmo aperto rivolto verso l'altro.

Cecilia fu pervasa da una sorta di complicità, si sentiva affine a quel ragazzo, nonostante lo conoscesse poco, forse anche per la sua maniera spontanea a genuina di rivolgersi a lei, come se fossero già amici.

Con timidezza allungò la mano verso la sua e gli batté il cinque, allargando le labbra in un sorriso timido. Spostò gli occhi sul viso di lui e arrossì un poco notando la sua espressione gioiosa, così si affrettò ad abbassarlo.

Fabio era contento del successo ottenuto, dopo essersi complimentato con Cecilia, vagò con lo sguardo alla ricerca di Bruno e lo vide poco lontano, ancora a fianco della sua compagna di corsa. Aveva un po' di sudore che gli pervadeva il collo, i capelli erano arruffati e il fiato ancora accelerato, ma continuava a mantenere quel suo sorriso beffardo.

Fabio aspettò che i loro occhi si incontrassero, poi il suo viso assunse una sfumatura scherzosa, la sua mano si sollevò verso la fronte e, con il pollice e l'indice, si fece il segno della L contro la fronte.

Stava a indicare una sola parola, rivolta a Bruno: Loser.

Una leggera risata di divertimento sfuggì dalle labbra dell'amico, ma subito dopo, la sua attenzione ricadde su Cecilia, poco distante da Fabio. Il sorriso beffardo di Bruno si fece sempre più interessato, quando notò la ragazza.

Aveva sollevato la testa e le sue pupille si erano scontrate con quelle di Bruno. Lui pensava che vi avrebbe trovato una qualche traccia di delusione per essere stata rifiutata, forse la solita timidezza, quella sua caratteristica paura.

Invece ciò che quegli occhi gli restituirono, furono uno sguardo sicuro, trionfante, una sorta di sfida vinta. Un sorriso si fece strada sulle labbra di Cecilia e, per la prima volta da quando l'aveva incontrata, Bruno potè vedere quel viso illuminarsi.

E quella nuova rivelazione, nonostante non volesse ammetterlo, non gli dispiaceva per nulla. 

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top