INCONTRO COL DESTINO


«Dobbiamo andare via di qui» disse in un sussurro appena udibile.

I loro nasi si sfiorarono e i loro respiri affannati si mescolarono l'uno con l'altro.

«Lo vorrei tanto, ma...» iniziò Callie, però Jake la bloccò all'istante.

«Sai che dobbiamo farlo, se vogliamo stare insieme»
Il suo tono era duro, quasi secco.
Non voleva perderla, e avrebbe fatto di tutto per far si che non accadesse.

«Non abbiamo soldi, un posto dove stare e...» la voce incerta, gli occhi vitrei e le mani tremanti.

Lui l'afferrò per le spalle, e il suo sguardo fù talmente intenso da infonderle, anche se solo per un singolo frammento di secondo, una sicurezza mai provata prima d'allora.

Si sporse un attimo e tirò fuori dallo zaino poggiato ai loro piedi una pistola di un colore nero come la pece.

La ragazza sussultò e, istintivamente, si scostò dall'imponente figura che si ritrovava davanti, spaventata.

«È una pistola giocattolo, non te ne devi preoccupare» disse lui facendola roteare in aria per poi prenderla al volo e premere il grilletto.

Un pallino di plastica ne fuoriuscì alla velocità della luce ed andò a sbattere contro alla parete di cartongesso.

Callie emise un sospiro di sollievo e sentii la sensazione di poter respirare dopo lunghi ed estenuanti minuti di apnea.

Sentiva ancora l'agitazione in corpo.

Avrebbe tanto voluto andarsene per sempre da quel posto, con lui, l'amore della sua vita, ma la paura glielo impediva.

«Callie, ti prego, fallo per me, per noi» il suo sussurro era appena udibile.

«Ti ho già detto che...» cominciò la ragazza, ma Jake la bloccò nuovamente ed iniziò a parlare.

«Amore» disse. Al sentire di quella parola, Callie si sentì fremere.
Non l'aveva mai pronunciata prima d'allora.

«Ho un piano. Prenderemo il mio furgone e scapperemo. Andremo lontano, molto lontano da qui.
Non so ancora dove; ti porterò d'ovunque tu voglia, amore mio.
Useremo questa pistola giocattolo per fare irruzione in una banca. Non faremo del male a nessuno, te lo prometto, serve solo per spaventare le persone e prendere i soldi necessari per comprarci una casa, avere una famiglia tutta nostra e fare la vita che abbiamo sempre sognato.
Ti immagini una nostra famiglia, amore mio?» concluse il suo piccolo ed incoraggiante monologo con le labbra incurvate in un leggero sorriso.

Callie sentiva le lacrime pungergli gli occhi.
Sentì il respiro divenire sempre meno regolare e il cuore battere all'impazzata.

Pensò alle conseguenze, a quello che sarebbe potuto succede se fossero scappati, insieme, e se avessero tentato di rapinare una banca o solo Dio sa cosa.

Si prese la testa tra le mani e tirò con forza i capelli.

Non poteva, non era da lei! 
Callie, la ragazza dolce e premurosa che si preoccupava di tutto e di tutti e che aveva a cuore la salute di tutti coloro a cui voleva più bene, non avrebbe mai potuto compiere un'azione tanto deplorevole.

Nella testa le balenò lo sguardo severo di suo padre e la voce disprezzante della madre che le vietava di frequentare il ragazzo a cui aveva donato il cuore.

Si sentì così frastornata; non sapeva davvero cosa fare.

La delusione nei confronti dei genitori era troppa; si domandava come due persone potessero desiderare che una figlia, colei per la quale dovresti desiderare il meglio, soffrisse pur di accontentare il loro desiderio malato e patriarcale.

Sentì il cuore mancare un battito al pensiero di non rivederlo mai più.

Il suo tormento interiore venne interrotto bruscamento da un pensiero lampante che come un cartello luminoso in piena notte abbagliò e fece luce tra le tenebre che con estrema lentezza stavano divorando la mente della giovane.

«Partiamo» proruppe Callie, rompendo il silenzio che si era lentamente creato e che incombeva come una nube grigia su ogni cosa vi fosse presente.

«Stanotte» continuò e strinse la mano di Jake, così come i loro cuori si erano fusi l'uno nell'altro tempo prima, fin dal primo istante in cui i loro sguardi si erano incatenati.

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Erano passate ore, ormai, da quando era scoccata la mezzanotte.
Callie sentiva le palpebre pesanti ed il sonno impossessarsi del suo corpo.
Jake staccò per un attimo gli occhi dalla strada e la guardò con occhi pieni d'amore e pieni di lei.
«Dormi pure, amore»
La ragazza gli sorrise amabilmente e si chiese come avrebbe mai potuto fare senza di lui.

Portò lo sguardo sul finestrino ed osservò le abitazioni sfrecciarle davanti agli occhi alla velocità della luce.

Erano tutte addobate con festoni, luci, manichini raffiguranti Babbo Natale, renne e tenerissimi pupazzi di neve che rendevano l'atmosfera calda e conforante.

Callie si ritrovò a sorridere istintivamente alla vista di tutte quelle sfarzose decorazioni.

Un minuscolo e candido fiocco di neve, con una lentezza quasi ipnotica, seguito da una miriade di altri fiocchi, si ammassò sul terreno ghiacciato.

In men che non si dica, la strada fù ricoperta da un fitto strato di nevischio.

«Sta nevicando, amore! Amore mio, nevica!» esultò la giovane, emozionata alla vista di quel candido paradiso.

Jake si lasciò sfuggire una risata roca.

Callie abbassò il finestrino in tutta fretta e sporse un braccio fuori da esso.

«Ho preso un fiocco!» urlò saltellando sul sedile dell'auto.

Jake non poté far altro che osservarla in silenzio con il cuore che implodeva d'amore per quella giovane e gioiosa ragazza che pareva essere quasi più pura delle neve che con grazia si adagiavano sul terreno.

«È il più bel regalo di Natale!» cinguettò con voce acuta Callie, mentre i fiocchi di neve che era riuscita a prendere le si scioglievano tra le dita strette a pugno.

«Guardami» disse a Jake, cambiando tono all'improvviso.

Il ragazzo si voltò all'istante, preoccupato dal tono di voce della sua amata.

«È il più bel regalo di sempre, dopo di te» sussurró con un filo di voce.

Lui rimase spiazzato dalla sua affermazione, forse troppo concentrato a rielaborare il tutto o a cercare di controllare il battito irrefrenabile ed impazzito del suo cuore.

«Ti amo» disse, a corto di parole.
Poteva sembrare banale quella frase, ma Jake poteva giurare che quelle due semplici parole non potevano essere messe a confronto con nessuna frase articolata o ben pensata, per quanto esse erano spontanee e piene di significato e di promesse celate.

«Sei pronta per il nostro incontro col destino, piccola Callie?» disse, cacciando un urlo adrenalinico e aumentando la presa sul manubrio, così come aumentò quella delle loro dita intrecciate.

Prova STORIA D'AMORE di Fogliabianca

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