CARO BABBO NATALE
La notte era senza stelle.
E il Natale era appena iniziato, la campana della mezzanotte che ancora non aveva smesso di oscillare.
Will se ne stava nel suo letto, suo fratello maggiore Tom non era in casa e i suoi genitori si erano già addormentati da un po’.
Non erano soliti festeggiare il Natale, loro.
Niente cenoni pieni di familiari, niente regali sotto l’albero e niente addobbi per tutto l’appartamento.
Suo padre odiava il Natale.
A dirla tutta, Will era certo che odiasse qualsiasi cosa.
E sua madre faceva qualsiasi cosa lui gli dicesse, non era una donna di polso né una persona intraprendente.
Non erano cattivi genitori, solo freddi e distaccati.
Non erano cattivi genitori, ma Will desiderava con tutto il cuore di non dover più vivere insieme a loro.
E lo aveva scritto, anche quell’anno, nella solita letterina a Babbo Natale: un’usanza infantile forse, ma del resto non si poteva pretendere che un bambino di nove anni potesse rendersene conto.
Il vecchietto barbuto non era mai passato per quella casa, eppure Will non aveva mai smesso di scrivergli.
Lo stesso desiderio ogni anno.
“Caro Babbo Natale, non ti chiedo molto, nessun giocattolo, solo degli altri genitori.”
Erano più o meno queste le parole, ogni volta scritte con una grafia più curata poiché convinto che, se l’anno prima non aveva ricevuto tale regalo, ciò era dovuto al fatto che l’uomo non era stato capace di comprendere le sue parole.
Ogni anno lo stesso desiderio.
E ogni anno la stessa attesa, lì tra le coperte.
Era quasi riuscito ad addormentarsi quando iniziarono i primi rumori.
La porta di casa si stava lentamente aprendo, ma Will non aveva sentito alcuna chiave girare nella toppa.
In un primo momento pensò che potesse essere Tom, ma suo fratello era troppo piccolo per girare da solo di notte e, tra l’altro, non aveva neppure un mazzo di chiavi proprie.
Forse era solo suo padre che stava uscendo a buttare la spazzatura, nonostante fosse abbastanza improbabile che si fosse svegliato per compiere una simile operazione.
Ma allora chi?
I passi risuonavano sul parquet del corridoio diretti verso la camera da letto dei suoi genitori, proprio in fondo all’abitazione.
Will percepì la figura passare davanti alla porta della sua stanza, ma il buio profondo non gli permetteva di scorgerne davvero la sagoma.
Mentre si interrogava sulla sua identità, per un po’ la persona non emise alcun rumore ed il bambino arrivò addirittura a pensare che forse avesse semplicemente immaginato tutto.
Oppure...c’era un’altra opzione.
Un urlo squarciò il muro del suono.
Sembrava la voce di sua madre.
Forse si era appena svegliata da un brutto incubo, forse alzandosi dal letto era caduta sul pavimento.
Forse suo padre aveva deciso di picchiarla ancora una volta.
Ci fu un altro rumore forte, ma Will non avrebbe saputo dire a cosa fosse dovuto.
E poi, lo stridio di qualcosa che veniva trascinato sul parquet.
Poteva davvero essere ciò che stava pensando?
L’entrata nella casa senza chiavi, i passi guardinghi, l’urlo sorpreso di sua madre, qualcosa trascinato per terra...tutto faceva pensare a lui.
Babbo Natale era arrivato.
Dopo tanti anni ad aspettarlo, finalmente era lì.
Will pensò che non avrebbe potuto essere più felice e, non riuscendo a contenere il suo entusiasmo, corse fuori dal letto fino alla camera dei suoi genitori.
Non c’erano, ma un rosso vivo aveva colorato il loro letto nunziale.
Allora era proprio vero: Babbo Natale aveva esaudito il suo desiderio più nascosto, aveva portato via i suoi genitori per regalargliene di nuovi.
Will si disse che forse non avrebbe dovuto gioire della loro perdita, ma era quello che aveva sempre voluto: avere due persone che si curassero di lui, che lo considerassero e gli volessero bene.
E poi non doveva farsene una colpa: non erano mica morti!
Stava per ritornare nel suo letto, finalmente felice, quando una figura comparve d’improvviso alle sue spalle.
Babbo Natale era diverso da come gliel’avevano descritto.
Non aveva la barba lunga e bianca ma corta e nera, non era vestito di rosso sgargiante ma interamente di colori scuri, come se non volesse essere visto.
E non aveva in mano un sacco, ma un coltello sporco di sangue.
Will non capiva.
<< Babbo Natale..? >> provò dunque a chiamarlo, ma era troppo tardi.
Era già la fine.
Prova HORROR di AnnachiaraCuozzo
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top