ANCHE I DEMONI FESTEGGIANO IL NATALE, A MODO LORO
Natale. Per gli umani è sinonimo di festa, di luci, di allegria, di regali...di felicità, insomma.
Per noi demoni è il giorno del gelo.
Qui nell'inferno più voi siete felici, più noi siamo arrabbiati. Hai un'incidente? Il tuo demone festeggia. Vinci la lotteria? Il tuo demone viene torturato per qualche motivo.
Quell'anno il mio umano fu particolarmente felice, purtroppo, quindi la mia giornata andò malissimo, e quale modo migliore di far finire un'orribile giorno se non essere costretti a trascorrere il "Natale" nel mondo di sopra?
Ecco perché ero lì, sotto la luna, ad aspettare Caronte (sì, proprio quello della mitologia greca)mi traghettasse dall'altro lato del fiume. Come per magia comparve la sua barca, e io, per nulla impressionato salii e gli dissi dove portarmi, mentre gli lanciavo una moneta d'oro. Lui afferrò voglioso il denaro, si calò il cappuccio in testa e staccò la barca a remi dal molo. In pochi minuti arrivammo e io scesi, ignorandolo, e mi diressi verso Cerbero. Il cane mi guardava speranzoso, probabilmente voleva giocare, ma io, infastidito da tutte quelle attenzione bavose, tirai dritto.
"Speranza. Perfino i cani infernali la provano ormai l'inverno sta andando a catafascio."
Disgustato da quei pensieri sputai per terra, e mi diressi verso il paese del mondo umano.
Il mio umano è schifosamente gentile.
Gestisce un negozio di giocattoli, ed è sempre felice di fare sconti ai bambini più poveri, inoltre chiacchiera con tutti i clienti e i giocattoli che non vede li dona alla Caritas. Fa la felicità del suo angelo.
Appena entrai nel suo negozio l'odore dell'allegria mi fece venire un conato di vomito.
Geremia, l'angelo dell'uomo, gli stava facendo fare un po' TROPPE buone azioni per i miei gusti: il mio umano si sta vestendo da Babbo Natale per andare a dare i regali a tutti i bambini del villaggio!!
Dovevo intervenire.
Stavo per andare dall'uomo a sussurrargli all'orecchio qualche crudeltà, quando Geremia mi bloccò la strada.
<<Fermo Baltazar, non puoi rovinare il Natale del nostro umano.>> mi disse con il pensiero quello stupido angelo custode.
<<Hai già fatto abbastanza lampadina, di questo passo finirà in paradiso quello sciocco>> ribattei io, quasi ringhiando.
Dopo qualche secondo la colombina si degnò di rispondermi, e quello che disse mi lasciò di stucco:
<< Baltazar...come si chiama il tuo umano?>>
<< cosa c'entra ora? Certo che lo so!>> gli risposi, anche se non era vero.
<< No, non lo sai. Si chiama Francesco, Baltazar, ha perso la madre da piccolo e suo padre era un ubriacone, ma nonostante tutto è buono, perché io l'ho aiutato. Devi lasciar perdere questo umano, è fatto per presiedere in paradiso, non puoi farci nulla.>>
<< cosa stai insinuando?!? Io posso ancora condannare alla tortura eterna questo umano, e te lo dimostrerò. Dentro di lui non c'è abbastanza bontà per voi angioletti, e sono stato io a fare in modo che non ne avesse!>>
Gli risposi infervorato.
<<Tu non sai cos'è la bontà, io sì. Nel nome del Supremo io per una notte di rendo la vita, Baltazar. Spero che in questo modo tu capisca che gli umani, soprattutto a Natale, sono fuori dai vostri poteri.>>
Detto questo scomparve in un lampo di luce, e io rimasi lì, esterrefatto.
Dopo un attimo di smarrimento decisi di andare, nonostante le parole di Geremia, dall'umano, per fargli qualcosa di abbastanza malvagio da condannarlo all'inferno per sempre. Mi avvicinai in punta di piedi, ma, all'ultimo secondo, l'uomo si girò, e...mi vide.
<< signore posso esserle d'aiuto? Cerca qualche giocattolo in particolare?>> mi chiese, per nulla spaventato.
Io rimasi lì a boccheggiare, esterrefatto, per poi correre via. Com'era possibile? Io sono un demone, non posso essere visto contro il mio volere!! Possibile che il guastafeste non stesse fantasticando? Mi ha davvero fatto tornare umano?
All'inizio non ci credetti, era impossibile, poi però sentii un suono:
Bum. Bum. Bum.
Rimasi in ascolto, e capii che non era un suono qualunque:
Era un cuore.
Il mio cuore.
Spaventato cercai di farlo smettere, ma era impossibile, quella pompa infernale si stava muovendo, anche se io ero morto da secoli!
Mi guardai attorno, alla ricerca dell'angelo, ma non lo vidi.
Pensavo che gli angeli non potessero usare la magia per via di qualche legge morali, invece...
Per un attimo pensai di tornare nell'inferno, poi però mi dissi che potevo sfruttare quel problema a mio vantaggio.
Feci un ghigno, e mi misi a camminare per il paese. In ogni angolo c'erano presepi, alberi di Natale e lucine, ma, contrariamente al solito, non mi venne la nausea, anzi...
Trovavo tutte queste decorazioni belle.
Ad un certo punto il mi stomaco si mise a brontolare, e io mi ricordavo vagamente che ciò significava che avevo fame, quindi mi misi a cercare qualcosa da rubare.
Dopo aver percorso qualche stradina trovai il punto giusto: Un mercatino di Natale. C'erano salami, panettoni e torroncini, era perfetto. Cauto mi diressi verso il bancone, e allungai la mano, quando la voce dell'inserviente mi fermò:
<< Hey amico, tu cosa vuoi?>> mi chiese, semplicemente.
<< N-non ho soldi.>> risposi, allontanandomi.
<< Non importa, oggi è tutto gratis, devo smaltire tutti i cibi natalizi prima della fine delle vacanze.>> mi rispose, sorridente.
<< Allora... prendo una fetta di panettone>> risposi.
<< Eccola, Buon Natale!>> mi disse, per poi servire un altro cliente.
Con il dolce in mano ripresi a camminare, allibito dalla gentilezza dell'uomo. Per molte ore continuai a testare la bontà degli umani, e tutti si comportarono molto bene.
Verso le undici di sera le strade iniziarono a svuotarsi, e io alla fine rimasi da solo, ma non per molto, perché ricomparve Geremia.
<< Hai capito? Il Natale è la nostra festa, l'influenza del cielo è troppo forte per voi. Anche con te, nonostante non ti avessero mai visto prima di questa sera, gli abitanti del villaggio sono stati gentili. Il mio incantesimo però è durato con troppo. Torna nei tuoi amati inferni, Baltazar, e parla a tutti di quello che è successo.>>
Mi disse l'angelo per poi schioccare le dita.
In un attimo tornai ad essere quello di sempre, ma qualcosa mi spinse a prendergli l'orlo della tunica e fermarlo.
<< Aspetta!>> gli urlai.
Lui, stupito, si fermò in volo, e mi guardò negli occhi.
<< Potrò...ricontrollare la bontà degli umani, un giorno?>> chiesi speranzoso: tornare umano mi era piaciuto, in fondo, anche se non lo ammetterò mai.
L'angelo mi sorrise, poi rispose: << dipende tutto da te>>
PROVA DI FANTASIA DI athenafavro
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