9. Alina
Anche se le mani della balia mi hanno già svegliata, continuo a tenere gli occhi chiusi sperando non mi chiami nuovamente.
Sono mesi che non dormo più la notte, ma è proprio la notte che i criminali escono per le strade di Enante e se ne approfittano dei cittadini onesti che dormono.
«Coraggio principessa, questo abito non si proverà da solo.»
La balia è così entusiasta sono una volta all'anno: durante l'equinozio di primavera e questo mi fa sfuggire un sorriso.
«Ho visto che avete sorriso. Alzatevi immediatamente.» La balia mi strappa le coperte di dosso e io mi rannicchio cercando di riacquisire il calore perso.
«Eddai balia, altri cinque minuti.»
Sento la balia borbottare.
«Le principesse non mancano di rispetto a coloro con i quali aveva preso un appuntamento. E ora alzatevi.»
Mi rendo conto che ha ragione. Sono pur sempre la principessa e non posso fare quello che voglio quando voglio, ho dei doveri da rispettare.
♥♦♣♠
«Buongiorno Cassian.»
Esco dalla porta delle mie stanze e gli passo davanti.
«Buongiorno principessa.»
Mentre cammino si posiziona a 8 passi di distanza dietro a me. Anche se l'ho guardato solamente di sfuggito, il suo viso mi sembra terribilmente stanco. So cosa voglia dire rimanere svegli tutta la notte per proteggere qualcuno e questo mi riempie di orgoglio.
Sento il sorriso spuntarmi sul volto.
«Vedrete come sarete incantevole con il vostro nuovo vestito. Sarete la più bella della festa, ma che dico: del mondo intero!»
Ma le parole della balia mi sembrano nulla in confronto a quello che faccio ogni sera.
«Principessa Alina, quale visione» Siamo arrivati alla sartoria senza che me ne accorgessi e il signor Fluper ha, come sempre, mostrato troppa enfasi al mio arrivo.
«Buongiorno signor Fluper.» Saluto guardandomi intorno. La sartoria è sempre stato un luogo di meraviglie per me. Decine di manichini seguono il perimetro della stanza; pomposi abiti pieni di gemme preziose sono posizionati su di essi.
Al centro della sala, appena sotto la grande finestra, è posizionato un tavolo da lavoro pieno di stoffe sparse, alcune delle quali anche srotolate a terra.
«Vogliate perdonarmi, altezza, per il disordine.» Fluper si getta su un paio di stoffe raccogliendole.
«Non si preoccupi.» Il mio sguardo è ancora catturato dagli abiti così mi avvicino a uno blu notte dalla gonna stretta e con degli zaffiri sul corpetto.
«Questi sono gli abiti che devo provare?» Chiedo entusiasta ma il signor Fluper mi risponde con una risata per poi tornare serio di fronte al mio sguardo perplesso.
Così si schiarisce la gola.
«No, principessa.» Il sarto si nasconde dietro un separé «Questo sarà il vostro vestito.» Ne esce spingendo un manichino con indosso il vestito più bello che abbia mai visto: è rosso rubino con una gonna molto ampia; la scollatura a cuore rende solamente più prezioso il corsetto ricco di rubini.
«Ma è meraviglioso!» Unisco le mani e faccio un piccolo saltello sulle punte.
Il viso della balia si illumina e il signor Fluper si mette ad applaudire sorridendo.
«Meraviglioso, meraviglioso!» Esclama il sarto. «E ora... a provarlo.»
Spinge nuovamente il vestito dietro il separé e mi tira insieme a lui. Mentre mi aiuta a vestirmi sento la balia dire «Fuori da qui.» a Cassian e la porta sbattere.
Quando il signor Fluper ha finito di vestirmi esce dal separé e chiede alla balia di far entrare Cassian, poi si schiarisce la gola ed annuncia: «E ora, soltanto per voi, la principessa Alina.»
Esco a piccoli passi e un mezzo sorriso stampato sul volto. Sollevo gli occhi su Cassian e lo vedo con la bocca aperta. Nel suoi occhi quella che mi sembra una punta di desiderio che non cerca di nascondere. Porta il suo corpo in avanti, come se volesse dire qualcosa, ma prontamente viene interrotto.
«Potrei piangere.» Chiudo gli occhi per un attimo: la balia ha una predisposizione a rovinare i momenti.
♥♦♣♠
«La principessa Alina Cassarof, erede al trono di Enante.»
Faccio un bel respiro profondo quando il paggio annuncia il mio nome all'intera sala.
Il portone davanti a me si apre spargendo nell'aria la musica che fino ad ora è rimasta imprigionata nella sala da ballo.
Migliaia di occhi si voltano nella mia direzione e mi guardano dall'alto al basso. Molte donne hanno iniziato a parlare tra di loro comprendonio il volto con i ventagli piumati; gli uomini, invece, mi fissano sorridendo.
Sento il disagio correrei sul corpo come migliaia di vermi.
«Andrete benissimo, vostra maestà.»
La voce familiare mi pota a voltarmi verso la guardia alla mia sinistra impettita accanto al portone. Anche da sotto l'elmo nero riconosco Kyan e lo ringrazio con un sorriso. Vorrei potesse ballare con me, tra le sue braccia mi sento sicura e protetta, anche se, ultimamente, sono stata troppo impegnata come Paladina Scarlatta che non abbiamo più avuto modo di vederci. Mi stupisco di me stessa quando il mio sguardo vola nella sala alla ricerca di qualcuno e, nel momento esatto in cui i miei occhi si incrociano con quelli di Cassian, non posso fare altro che sorridere sinceramente. Appena lui mi vede, subito cambia espressione. Se fino a un attimo prima mi osservava quasi con incanto, adesso il suo sguardo è spento, quasi annoiato. Volta le spalle a tutti e va via. Vorrei seguirlo, parlare con lui, ma una calca di persone mi viene addosso coprendomi la visuale e l'ultima cosa che vedo è il dietro del suo elmo che scompare.
«Vostra altezza è magnifica questa sera.» Lady Danbur, che dopo più di vent'anni continua a indossare la solita parrucca bianca mi si inchina di fronte, visibilmente in difficoltà nel suo vestito rosa.
«Buon compleanno principessa Alina.» Lord Braan si fa spazio tra tutti i presenti, mi bacia la mano e si avvicina al mio orecchio «Permettetemi di trarvi in salvo.» Mi sussurra gentile.
Metto la mano sotto il suo braccio e ci facciamo spazio tra tutte quelle persone che allungano le mani verso di me come se fossi qualcuno di importante che può salvarle da dei mali che solo loro possono vedere o sentire. Vorrei che Cassian fosse qui a proteggermi.
Mi stringo più forte al braccio di lord Braan e lui mi accarezza a mano, come a volermi dare conforto.
Le persone intorno a noi si aprono lasciando abbastanza spazio per un corridoio centrale che arriva fino a mio padre, in piedi su una pedana rialzata e che, con braccia aperte, aspetta il mio arrivo. Il sorriso che mi regala quando mi vede gli illumina il volto. Mi porge una mano e mi fa salire insieme a lui; il suo abbraccio è pieno di affetto e calore.
«Indossi i colori di tua madre.» Mi dice a un orecchio «Oggi le assomigli così tanto. Avrei tanto voluto che la conoscessi, sarebbe stata fiera della principessa che stai diventando e della sovrana che diventerai.»
E, senza farsi vedere da nessuno, si asciuga una fuggiva lagrima dal viso ridendo subito dopo.
«Amici, sudditi, tutti voi qui presenti oggi, dell'equinozio di primavera, è per me un onore darvi il benvenuto al diciannovesimo compleanno della principessa Alina, mia figlia.» Mio padre è il primo ad applaudire, gli altri lo seguono estasiati, poi mi allunga una mano delicatamente e mi invita a ballare sulle note di un valzer.
L'orchestra, sulla destra della sala, guarda il maestro rivolto, però, nella nostra direzione.
Mentre volteggio al centro del pavimento con gli occhi di tutti rivolti a fissarmi, sento che il mio sguardo vaga dietro la figura di mio padre.
«Credo di aver capito chi stai cercando.»
«Come?» La sua affermazione mi coglie di sorpresa.
«Anche tua madre guardava la folla in quel modo del suo diciannovesimo compleanno.» I suoi occhi si riempiono di nostalgia. «Quel giorno lo ricordo ancora. Abbiamo ballato insieme tutta la notte, senza renderci conto neanche del tempo che passava.» Sul suo volto compare un leggero sorriso. «Aveva tantissimi pretendenti che volevano ballare con lei e a ognuno di essi rispondeva "Dopo", ma quel dopo per loro non arrivava mai. Le piaceva stare con me,» Sono così attratta dalle sue parole che tutto il resto intorno sembra essere svanito «passavamo moltissimo tempo insieme. Quell'estate la passammo nel castello a Est, quello sulle Isole Brevi. Un'unione tra di noi sarebbe stata vantaggiosa e il fatto che fossimo innamorati ha certamente aiutato.»
La musica smette di suonare e sia io che mio padre ce ne accorgiamo solamente per via degli applausi che ci elogiano.
Terminiamo con un inchino e subito vengo accerchiata da una schiera di probabili corteggiatori, più della metà dell'età di mio padre o di lord Braan. Ma una mano è quella che si fa spazio tra le altre; è delicata e le dita sono sottili. Il solo vederla mi fa sorridere.
Alzo lo sguardo dalla mano per incontrare i suoi occhi verdi colore dell'erba di montagna. I capelli biondi mi ricordano il sole che splende al metà mattinata. È dal mio ultimo compleanno che non lo vedo e posso perfettamente ricordare la sensazione che le sue dita hanno lasciato sulla mia pelle.
«Principe Callum, non mi aspettavo di vedervi qui.» Fingo con un leggero sorriso ammaliatore.
«È una novità anche per me, devo ammettere.» Mi cinge la vita con la mano sinistra mentre stringe con prontezza la destra. Intorno a noi la musica ha ripreso a suonare e gli invitati si sono messi a ballare insieme a noi. «Ma cosa mai andrò blaterando! Non posso fingere di fronte a voi, di fronte a tale bellezza. Ho sognato di voi dal nostro ultimo incontro. Il fuoco divampa nelle mie membra solo al vostro pensiero. Speravo che i giorni passassero più in fretta e che le notti non fossero così solitarie. La vostra compagnia vale molto di più che il regnare su un regno.»
Alle sue parole sussurrate mi ritornano in mente i momenti passati assieme. Sono cinque anni che la sera dell'equinozio di primavera mi riserva un regalo assai gradito, un regalo che rende l'intera festa calda e piena di desiderio.
Le sue dolci parole danzano con noi al ritmo della musica. Chiudo gli occhi e mi lascio inondare da ogni lettera che gli esce dalle labbra.
«Ho un regalo per voi.» Mi sussurra all'orecchio e sento un brivido percorrermi tutta la schiena. «Più tardi raggiungetemi nel giardino, al nostro solito posto. Io vi aspetterò lì.»
Mi bacia di sfuggita un orecchio per poi rivolgere la sua attenzione alla mia mano. Si congeda, così, con un inchino, scomparendo tra la folla che lo ingloba.
Pe un attimo i miei occhi incontrano quelli di Cassian. Vorrei parlargli, chiedergli se desidera ballare con me. Nel periodo di allenamento insieme credo sia nato qualcosa tra di noi. E, inoltre, non posso fare a meno di pensare al nastro azzurro che ancora adesso porta legato intorno al polso.
Una scossa elettrica mi attraversa il cuore. Voglio che sia il mio nastro che ha legato intorno al polso.
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