22. Cassian
Ho promesso a Dafne che avrei protetto Alina ed è quello che ho intenzione di fare. Non le permetterò che si sporchi le mani del sangue della sua stessa famiglia.
Per quanto riguarda me, invece, ho le mani sporche abbastanza da poter sopportare anche l'omicidio di mio fratello.
Proteggerò Alina da ogni cosa, anche da sé stessa.
Gocce di sudore mi imperlano la fronte. E più vado avanti verso la sala del trono e più mi sembra il calore aumenti.
Avanzo pronto a combattere i marci che Demir ha deciso di pormi come ostacoli, eppure mi stupisco di non percepire la fredda presenza di nessuno di loro. Questo può voler dire solo che Alina è lì con lui e l'ha già convinta.
No.
Alina è più forte di così. E forse se corro abbastanza velocemente sarò in grado di raggiungerli in tempo e fermare Demir dal trasformarla.
Un rumore inquieto e continuo di piedi che sbattono sul pavimento proviene dalla sala del trono. I marci devono essere tutti lì. Anche se avevo già considerato la loro presenza, sconfiggere Demir sarà più difficile di quanto avessi preventivato.
La grossa porta di ferro è aperta.
Mi fermo sull'uscio.
Improvvisamente l'aria si è fatta gelida.
Alina è al centro della stanza a combattere contro Demir. I capelli della principessa si agitano fluenti nell'aria, gli occhi le brillano di determinazione. Il mantello rosso le avvolge la figura con i suoi movimenti, ma in mano è ben visibile la spada che sta usando per combattere. La tiene con entrambe le mani, e riversa su di essa la sua intera forza.
Demir, invece, sembra quasi star fluttuando sul pavimento, i piedi gli scivolano sulle mattonelle con delicatezza. Gli occhi risplendono di un rosso vivo ma riesco a leggerci bene la paura al loro interno. La spada che tiene in mano, di sangue fumante, sporca quella di Alina di rosso. La impugna con una sola mano, mentre con l'altra prova a mantenere un equilibrio che la ragazza gli sta scombussolando facendolo indietreggiare.
Ma lo vedo bene nei denti stretti e la mascella serrata, non ha intenzione di perdere.
I colpi di Alina sono potenti, più di quanto io le abbia mani visto.
«Alina!» Urlo estraendo la spada. Non voglio distrarla, voglio che Demir abbassi la guardia.
Corro nella loro direzione, pronto a tagliare la testa a Demir. Alina continua a combattere imperterrita, e riesco a scorgere una leggera incertezza nello sguardo di Demir il quale allunga una mano nella mia direzione. Lingue di sangue mi colpiscono gettandomi all'indietro.
La spada mi scivola di mano, facendo rimbombare il suo suono metallico nel momento in cui impatta con il terreno.
Il mio scontro con il pavimento duro è forte e per un attimo sento il respiro mancarmi. Pallini neri mi oscurano la visuale, ma cerco ugualmente di rialzarmi. Se non fosse che quattro mani mi sollevano e mi tengono fermo. Rimango in ginocchio mentre due marci mi hanno imprigionato nelle loro strette.
Mi divincolo, ma loro sono terribilmente forti mentre io sono stanco per la lotta appena ingaggiata. Non ho forze sufficienti per scappare da loro.
Giro la testa sopra la spalla destra. La spada è troppo lontana, non ci arriverei neanche se riuscissi ad allungare un piede.
Alina continua imperterrita ad attaccare Demir con tutta la forza, mentre lui sembra essere in seria difficoltà. È un bravo spadaccino, ma non credo si fosse aspettato che Alina lo attaccasse in questo modo.
Per un attimo sento i sensi di colpa attanagliarmi. Demir si fidava di me, mi aveva chiesto di portargli Alina per farla diventare la regina di un nuovo mondo. Non era stato scritto che lei dovesse ribellarsi e combatterlo.
In più sono stato io a insegnarle tutto questo. Se le avessi detto di no fin dal principio, forse tutto questo non sarebbe accaduto.
Eppure mi riempie di orgoglio vederla combattere così. Riesco a scorgere in lei la stessa determinazione che aveva Dafne. Sento un sorriso spuntarmi sul volto. Vederla combattere mi lascia a bocca aperta. È molto più brava di quanto mi sarei mai immaginato e, a dire dall'espressione del suo volto, anche Demir è del mio stesso parere.
«Puoi combattermi all'infinito, Alina» Demir indietreggia mentre Alina gli rigetta addosso tutta la sua furia. «ma alla fine otterrò ugualmente tutto quello che ho sognato. E l'intero mondo sarà dei Rosethorne.»
Demi ride, una risata isterica, quasi spaventata. Non l'avevo mai visto così terrorizzato.
Sa di essere più forte di Alina, immagino che potrebbe vincerla facilmente se solo volesse, ma ha bisogno di portarla dalla sua parte o non potrà mai guadagnare la sua fiducia.
«Tu non vincerai mai.» Alina è stanca, ma non lo da a vedere.
Demir le sorride, all'apparenza rilassato. «Tu fai parte della famiglia quanto me, ricordalo Alina, sei sangue del mio sangue.»
Un movimento incerto, un piede posizionato male e uno spiraglio per colpire.
Urlo.
Demir ne approfitta e allunga la spada verso il volto di Alina. Con sorpresa la ragazza riesce ad evitarlo procurandosi solo un graffio sulla guancia sinistra.
Indietreggia portandosi la mano sulla guancia e Demir le da spazio.
«Non ho intenzione di ucciderti Alina.» Abbassa il mento. Conosco bene quell'espressione, è quella che ha usato per tutto questo tempo contro di me, sta cercando di manipolarla. E forse è vero che non la ucciderà, ma spezzerà il suo corpo e la sua mente. La renderà solo l'ombra della principessa che un tempo era stata.
Non posso permettere che ciò avvenga.
«Non gli credere, Alina.» I marci mi tirano le braccia distorcendomele e soffoco un lamento. «Non ti ucciderà nell'atto pratico, ma ti distruggerà e, quando te ne renderai conto, sarà troppo tardi.»
«Fatelo tacere!» Demir urla contro ai due marci che mi tengono fermi, allunga una mano nella mia direzione. Dardi di sangue mi vengono lanciati contro graffiandomi cosi il viso e lo stomaco.
Uno dei marci mi tira la testa dai capelli obbligandomi a guardare in faccia l'altro che digrigna i denti mentre mi osserva con lo sguardo nero e vuoto.
«Mi dispiace.» Sussurro mentre gli occhi mi si velano di lacrime.
Il marcio alza un pugno e mi colpisce dritto sulla mascella. Il sapore metallico del sangue mi riempie la bocca. Lo sputo a terra e sorrido. È il minimo che mi merito dopo aver fatto loro questo.
Alzo il mio sguardo verso Alina sperando di incrociarlo con il suo. Ma la sua attenzione ora è riservata interamente a Demir. Si scosta la mano dalla guancia e gocce di sangue le cadono sul pavimento scivolandole dalle dita.
La lama le ha lasciato un segno profondo, le rimarrà sicuramente la cicatrice.
Forse è un problema causato dal colpo che mi è appena stato inferto, ma mi sembra di vedere il sangue sulla guancia di Alina salire anziché scendere. Demir sorride. Non me lo sono immaginato.
«Brava Alina, accogli il potere dentro di te.» Demir apre le braccia e avanza verso Alina. Ma lo sguardo della ragazza è serio, per nulla intenzionato a far parte della famiglia.
Le gocce di sangue sulla sua guancia si staccano dalla sua pelle e iniziano a fluttuare nell'aria per poi evaporare in una nube rossa che l'avvolge. La sua figura scompare totalmente.
Una donna con un vestito rosso di velluto e dei lunghi capelli bianchi esce dalla nube. Dafne. O meglio, la sua memoria che alberga nel sangue di Alina.
La seguo avanzare verso Demir che invece indietreggia.
«Dafne?» Balbetta incredulo.
«So esattamente come ti senti, fratello. È apparsa anche a me.» Gli sorrido sinceramente.
I marci che mi trattengono indietreggiano spaventati lasciando andare la presa da intorno alle mie braccia.
Punto i palmi delle mani sul pavimento. Ciocche di capelli bagnate dal sangue e dal sudore mi scendono sulla fronte mentre la guancia mi pulsa dolorante.
Dafne cammina lentamente verso Demir. «A presto, fratello.» Gli sussurra sorridendo. Poi gli va incontro travolgendolo. Demir si copre il volto con le braccia mentre Dafne svanisce in una foschia rossa.
Dalla nube rossa Alina esce urlando. Con un salto infilza la punta della lama sotto la gola di Demir spingendo fino in fondo. La lama esce dall'altra parte.
«NO!» Allungo una mano, ma sono troppo lontani perché io possa fare qualcosa.
Demir rimane immobile, gli occhi che trasmettono la paura. Non avevo mai visto mio fratello in questo stato. Porta una mano sull'elsa della spada e la estrae. Non morirà, ma ha permesso ad Alina di distrarlo e colpirlo. Nessuno era mai stato in grado di colpito in vita sua. Demir indietreggia barcollante. Sul volto gli si forma un sorriso tirato.
«Complimenti, nipote.» La voce gli trema. «Sapevo che saresti stata...»
Ma Alina approfitta della sua debolezza per prenderlo dal collo attingendo a una forza che non sapevo avesse. Le nocche le diventano bianche mentre la carne sotto le sue dita si piega facilmente.
«Addio zio.» La sua voce è fredda, priva di qualsivoglia emozione.
Alina apre la bocca e affonda i denti nel collo di Demir. La pelle del re da grigia diventa bianca. I suoi occhi mi cercano per la prima volta e il suo volto diventa sereno.
Alina lascia andare la presa e il corpo di Demir cade a peso morto sul pavimento.
Il freddo assoluto cala nella sala.
Nessuno parla, nessuno osa muoversi.
Corro verso Demir e gli prendo la testa tra le mani portandomela sulle gambe. È sempre stato così bello, anche ora che la morte lo ha baciato. La corona dalla sua testa scompare.
Alzo la testa per guardare Alina. I suoi occhi brillano di rosso mentre i capelli le diventano totalmente bianchi. Il volto è coperto di sangue. La ferita sulla guancia sinistra si imargina lasciandole una profonda cicatrice.
Sulla sua testa compare, rossa e fumante, una corona a tre punte.
È ora lei la nuova regina delle terre Ombra.
Giuro che sto cercando di allungare il più possibile i capitoli, nella mia testa ci volevano molte più parole per descrivere queste situazioni. Invece, a quanto pare, così non è. Quindi non pensiate che io sia affrettata nel voler chiudere questa storia, per favore. La struttura narrativa già c'era, semplicemente in fase di realizzazione mi sono resa conto che era più breve del previsto.
Spero vi piaccia ugualmente e che ve la stiate godendo allo stesso modo🖤
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