Cap. 7: Marcus
Marcus si sistemò meglio sui gomiti, cercando di trovare una posizione più comoda sulla dura terra fredda e polverosa che ricopriva le montagne francesi. Stare disteso lì non era proprio il massimo, ma almeno riusciva a nascondere la propria presenza e, al tempo stesso, a osservare in tutta calma la scena alla resa dei conti che si stava svolgendo proprio sotto di lui.
Erano giorni che seguiva l'uomo di nome Julien Wings, esitando ad attaccarlo per vedere quali fossero le sue intenzioni, e adesso che lo vedeva in azione, faccia a faccia con la sua preda, non sapeva più come comportarsi. Tutto si era fatto molto, molto inquietante: la Valchiria non era un normale agente del Sommo Concilio, ma uno dei membri del Pentacolo, la formazione più temuta e famosa. Uno solo di loro era normalmente in grado di tenere testa a interi gruppi di nemici, o di affrontare sfide superiori alle normali possibilità umane.
Eppure la Valchiria era stata appena messa al tappeto.
Da settimane seguiva la traccia del frammento di cristallo, che secondo le sue fonti era stato recuperato da un Emissario delle Ombre. Non aveva avuto vita facile, solo scoprire chi ne fosse in possesso gli era costato molto in termini di tempo e di denaro, ma almeno aveva raccolto un cospicuo numero di informazioni, come ad esempio il fatto che fosse dotato di grandi poteri curativi.
Tuttavia, mai avrebbe immaginato che si trovasse proprio all'interno del corpo di Julien Wings e che esso lo rendesse invincibile.
- Questo mi darà un bel po' di problemi...- disse piano, guardando preoccupato la scena.
Si passò una mano tra i suoi ispidi capelli marrone scolorito, cercando di riflettere bene: il frammento era dentro l'Emissario, e lui non era in grado di strapparglielo via, dato che non sapeva dove si trovava né poteva sperare di affrontarlo. Il solo modo che aveva per ottenerlo, dunque, era quello di farlo recuperare a qualcuno che ne era in grado e poi rubarglielo.
Il problema era che non aveva idea di come fare: chi mai poteva essere tanto forte o tanto pazzo da tentare una simile impresa?
- E tu chi saresti?-
Marcus sussultò per la sorpresa e si voltò di scatto, mentre il cuore batteva con la forza di un pistone: alle sue spalle c'era un giovane dagli arruffati capelli verdi e piccoli occhi nerissimi, che lo osservava sospettoso.
Un misto di timore e di sollievo lo pervase: forse aveva trovato il suo pazzo.
- Mi chiamo Marcus.- disse alzandosi, il cervello che lavorava a mille - Non immaginavo di incontrare qualcuno come Timothy Anderson, da queste parti.-
***
Timmi non si sorprese minimamente che l'altro lo avesse riconosciuto, era una cosa che poteva capitare a quelli del Pentacolo. Era più interessato al fatto che si trovasse lì, semmai. Alle sue spalle sentiva gli altri tre che si affrettavano a seguirlo, ansimando: quando aveva visto quel tizio acquattato tra le rocce aveva cominciato a correre, lasciandoli indietro.
Lo osservò bene: alto, robusto, dalle spalle piuttosto larghe, sui quaranta. Sembrava non radersi da giorni, e i suoi capelli erano di un marrone sabbia che li faceva sembrare scoloriti. Sullo zigomo, appena visibile in mezzo al pelo, c'era una piccola cicatrice.
- Bene, tanto piacere di conoscerti.- disse, incrociando le braccia - Sai, spero tanto che tu non sia un Emissario delle Ombre, Marcus. Lo dico per te.-
- No, certo che no.- rispose lui - Non sono nemmeno un mago. Tuttavia...- e indicò con un cenno la scena sotto di lui - ... se è un Emissario delle Ombre che sta cercando, penso che lo potrà trovare laggiù.-
Timmi gettò un'occhiata alla vallata e sgranò gli occhi, rendendosi conto solo in quel momento di ciò che stava accadendo: Raven era a terra, girata sulla schiena, e un uomo incombeva su di lei. Sembrava a malapena cosciente, e i suoi tentativi di respingere lo sconosciuto e la sua arma che calava inesorabilmente sulla sua gola, erano tremendamente deboli. Gli parve di scorgere un rivolo di sangue colarle sulla faccia pallida, mentre un bambino osservava terrorizzato la scena, schiacciato contro una roccia per la paura.
Jo, appena arrivato con Alis, Xander e Nadine, ansimava al suo fianco, appoggiato sulle ginocchia, e fu il primo a vedere quello che stava succedendo.
- Ehi, ma che fanno là sotto?- esclamò - E questo chi è?- aggiunse, guardando Marcus.
- Lascia perdere, voi restate qui!- sbottò Timmi, lanciandosi in scivolata giù per la discesa.
- Aspetta!- gridò Nadine, correndo in avanti per raggiungerlo.
Xander e Jo fecero per imitarla, ma Alis li afferrò per un braccio e li trattenne lì.
- Aspettate!- disse - Ha detto di rimanere fermi.-
- Okay.- disse Xander, contento di avere una scusa per riposarsi - E tu chi saresti?- chiese, rivolgendosi a Marcus.
- Uno che si godeva lo spettacolo, direi.- disse Jo, guardandolo accigliato.
- Non è che potessi fare poi molto.- si difese tranquillamente lui - Non potrei competere con quell'Emissario delle Ombre. Come ho detto, non sono un mago.-
- E cosa sei?- chiese Alis.
- Un passante.- rispose - Ero qui in giro per puro caso. Voi, invece, chi siete? Lavorate per il Sommo Concilio come Timothy Anderson?-
- Sì. Problemi?- rispose Jo, guardandolo con aria minacciosa.
- No.- sbuffò Alis, lanciandogli un'occhiataccia - Siamo i suoi apprendisti.-
- Apprendisti?- ripeté Marcus - Ha preso con sé degli apprendisti?-
- Sì.- sbottò Xander, incrociando le braccia.
Il giovane mago lo guardò sospettoso per qualche istante: quel tizio non gli piaceva per niente, anche se non sapeva spiegarsi il perché. Aveva un atteggiamento troppo sfuggente.
- Non perdiamolo di vista.- borbottò agli altri, rivolgendo poi la sua attenzione alla scena sotto di loro, senza tuttavia far uscire Marcus dal suo campo visivo.
***
Timmi atterrò l'Emissario delle Ombre saltandogli addosso e spingendolo via, mentre Nadine correva ad aiutare Raven a tirarsi su. Rotolarono avvinghiati per un paio di metri, fino a quando l'uomo non riuscì a staccarselo di dosso con uno spintone.
Confuso e sorpreso da quell'aggressione improvvisa, l'uomo si raddrizzò rapidamente, impugnando con entrambe le mani la sua corta arma, mentre il mezzodemone tirava fuori la Fiaccola.
Prima che Timmi potesse muoversi, l'Emissario menò un fendente feroce a vuoto, mettendoci tutta la violenza di cui era capace. Fuori da qualsiasi previsione, la sua spada si allungò rapidamente, con un sibilo di aria tagliata con forza.
Timmi sgranò gli occhi per lo stupore mentre la punta dell'arma gli correva incontro, simile alla testa di un serpente molto piatto e affilato. Riuscì ad alzare in tempo la Fiaccola e a metterla per traverso, bloccando l'attacco prima che potesse colpirlo.
L'estremità della spada rimbalzò e poi cadde a terra, inerte. Il mezzodemone si rialzò in piedi, osservandola attentamente per capire cosa fosse successo, e vide che non si era allungata: semplicemente, l'arma era divisa in diverse sezioni tenute insieme da un cavo metallico, e se usata in un certo modo la lama diventava una specie di corda tagliente. Una spada a frusta, in pratica.
Ecco spiegato perché è così corta e sottile. Pensò tra sé, riportando gli occhi sul suo nemico. Non gli serve qualcosa di più grosso.
L'Emissario fece un piccolo sorriso, riavvolgendo il cavo con uno scatto del polso.
- Bene.- disse - Che onore. Il mezzodemone.-
- Fatti un favore e sparisci.- sbottò lui in risposta.
L'altro mantenne intatta la smorfia, scuotendo lentamente la testa.
- Normalmente lo farei, devi credermi.- replicò - Ma c'è ben poco di normale in me, al momento.-
- No, non c'è.- concordò Timmi - Infatti una persona normale non presenta danni cerebrali tanto estesi da non capire quando è meglio levarsi di torno.-
Il suo tono stava diventando sempre più rabbioso e feroce, e questo era segnale di pericolo. Julien, tuttavia, ridacchiò pianissimo.
- Oh, andiamo...- disse - Perché farla tanto lunga? Sto solo compiendo il mio dovere.-
- Uccidendo Raven?-
Lui si strinse nelle spalle.
- Non posso farci niente.- rispose - In fondo, è solo una questione di affari.-
Timmi aggrottò la fronte.
- Affari?- ripeté - Tu ammazzeresti qualcuno considerandolo solo una questione d'affari?-
- Perché, non è questo che facciamo tutti?- chiese - Voi del Sommo Concilio e noi Emissari. Ci uccidiamo gli uni con gli altri, e i nostri scopi sono gli stessi. Cosa cambia?-
Il mezzodemone serrò i pugni, sentendo una collera sproporzionata alla situazione montargli dentro.
- A cambiare...- brontolò - ... saranno i tuoi connotati, amico...-
Timmi cominciò a ringhiare, e non nel senso figurato del termine. Il suo aspetto mutò.
I suoi occhi cambiarono di forma, la faccia si allungò leggermente in un muso animalesco e i suoi denti divennero zanne.
La trasformazione, per quanto incompleta e parziale, rispecchiava almeno una parte del terribile demone dentro di lui, sufficiente a spaventare l'Emissario delle Ombre, che indietreggiò di un passo. Il ghigno gli scivolò via dalla faccia. Nadine, china accanto a Raven, che si era messa a sedere, alzò gli occhi quando lo sentì ringhiare.
- Accidenti...- disse piano.
- Cosa gli succede?- chiese Raven, osservandolo.
La ragazza si morse un labbro.
- Ho paura di chiederglielo.- rispose.
L'ultima volta non era finita bene.
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