Cap. 17: Umano, primi passi
Uscire dalla grotta fu strano: pur avendo lasciato alle proprie spalle il malessere provocato dalla vicinanza di tutte quelle essenze demoniache, ad ogni passo Timmi si sentiva più stanco, come se il cammino gli stesse risucchiando le energie, e non riusciva a vedere niente, se non un impenetrabile velo di oscurità. Gli ci volle un po' per capire che si stava semplicemente affaticando per un percorso in salita fatto con le sue gambe umane, e che il buio che lo avvolgeva era perfettamente normale, dato che ormai era un essere umano incapace di vedere nelle tenebre.
Quando furono di nuovo all'aria aperta si prese un momento per inspirare a fondo, cercando di scrollarsi di dosso la sensazione di disagio che lo aveva colto già da parecchio. La prima cosa che notò fu l'improvviso calo di intensità di tutti gli odori che prima, invece, avvertiva con estrema chiarezza: anche il suo olfatto ne aveva risentito.
Beh... che ti aspettavi?
- Stai bene?- chiese Nadine, alle sue spalle.
- Sì... mi sto solo ambientando.- rispose - Sai... è strano.-
Lei gli toccò gentilmente il braccio.
- Sì... posso capire. Anche io ci ho messo un po' ad abituarmi, quando ho iniziato a usare la magia. Per te è lo stesso, solo... al contrario.-
- Penso sia meglio andare via.- disse Raven, guardandosi attorno - Fino a poco fa, qui, c'erano tre Emissari delle Ombre... non vorrei che tornassero con i rinforzi, specie adesso che tu non puoi più combattere.-
Cercando di ignorare la fitta causatagli da quelle parole, Timmi annuì.
- Sì, hai ragione... e poi voglio farmi un bagno lungo almeno una settimana.-
Prese la mano di Nadine e cercò di usare la Proiezione verso casa. Solo quando la vide alzare un sopracciglio si ricordò di aver perso anche quel potere.
- Ah.- disse - Ehm... credo che i miei viaggi adesso dureranno di più, vero?-
Lei scoppiò a ridere, scuotendo la testa, e non rispose.
***
Appena arrivato nel proprio soggiorno, Timmi si gettò nella propria poltrona preferita, nel tentativo di riprendersi dai postumi dei sedativi e dagli strascichi dell'infezione contratta nel laboratorio: si sentiva ancora un po' spossato, ma già stava meglio di prima. Mentre si riposava, Nadine andò in cucina a preparare del tè, e Raven si sistemò sul divano con Flynn, tenendolo d'occhio.
- Ho un aspetto schifoso, eh?-
- Più che altro, insolito.- rispose la Valchiria - Devo ammettere che non sono abituata a vederti con i capelli neri.-
- Sì, benvenuta nel club.- ridacchiò Timmi, grattandosi la testa.
- Noi ora dobbiamo andare.- disse subito dopo lei, cambiando argomento così bruscamente che parve quasi un'inversione a U in autostrada - Ti ringrazio per ciò che hai fatto per noi, ma ora abbiamo bisogno di ripartire. Il nostro compito non è ancora finito. Dobbiamo bloccare l'accesso ad altre due strutture segrete, e poi bisogna trovare anche il Cristallo di Atlantide originale.-
- Ma sei ancora da sola.- disse Timmi - Non puoi farcela a lungo.-
- Non posso chiedere aiuto a Skin.- disse lei - Anche se mi piacerebbe molto, viste le sue abilità. Lui non capirebbe.-
- Non lo sottovalutare.- disse stancamente il ragazzo - Tiene molto a te, e ti aiuterebbe volentieri.-
Raven sospirò.
- Non voglio coinvolgerlo.- insisté - Lo conosco meglio di chiunque. So cosa direbbe... e cosa rischierebbe.-
Timmi scosse la testa, preoccupato.
- Senti, io posso capire che vuoi proteggere Flynn.- le disse - Davvero. Ma mentre tu proteggi lui, chi proteggerà te?-
- Non mi serve protezione.- disse lei - Sto benissimo.- si alzò in piedi, guardandolo con un'espressione strana per il suo volto: forse era compassione, forse nostalgia - Non potrò mai ringraziarti per tutto ciò che hai fatto. Sei stato un buon amico.-
Lui scosse la testa, prendendo la tazza che Nadine gli porgeva.
- Non ho fatto un accidenti di niente.- disse - Se davvero avessi voluto aiutarti, sarei corso al Sommo Concilio.- fece un sospiro e la guardò negli occhi - So che c'è dell'altro... qualcosa che non mi hai detto. Comunque, spero che te la caverai. Cerca di non fare sciocchezze.-
Raven annuì.
- Grazie.-
- Piantala.- sbottò lui, seccato, facendo sorridere Nadine.
- Meglio che andiate.- disse loro - E che la smettiate di ringraziarlo.-
Flynn fece qualche passo avanti. Sembrava intimorito, ma stavolta non aveva paura di lui. Era solo insicuro, o forse imbarazzato.
- Spero che tu possa trovare quello che stai cercando, ora.- disse.
Timmi annuì.
- Anche io.-
Raven prese il bambino per mano e sparirono insieme.
***
- Bene, direi che è ora di cenare, che ne dici?- chiese Nadine - Cosa vuoi? Le uova strapazzate, ti sono sempre piaciute...-
- No.- disse lui, alzandosi e posando la tazza sul tavolino davanti a sé - No, ti prego... torna a casa.- la abbracciò forte, sorridendo - Hai fatto anche troppo. Non posso chiederti di rimanere ancora.-
- Ma io voglio aiutarti.- disse lei, sciogliendosi dalla sua stretta.
- L'hai già fatto.- la rassicurò Timmi - Anche se... forse c'è... qualcosa che puoi fare ancora per me.-
Lei annuì.
- Qualsiasi cosa.-
Timmi sorrise.
- Qualsiasi cosa?- ripeté.
Nadine sorrise a sua volta.
- Sì... qualsiasi cosa.-
***
- CHE COSA HAI FATTO?-
Il grido di Elizabeth Addley fu talmente forte che rimbombò nell'imponente sala delle riunioni del Sommo Concilio. Quasi tutti i presenti sussultarono, ma tutti gli sguardi, sorpresi fin quasi al limite dell'incredulo, erano fissi in un solo punto.
Skin, Trys e Darth stavano riportando i progressi delle loro indagini e i motivi che li avevano spinti a decidere di lavorare tutti e tre assieme, quando qualcuno aveva bussato alle grandi porte d'oro che si aprivano nella stanza circolare. A entrare erano stati Nadine e Timmi, portatori di novità tanto grosse che, all'improvviso, gli equilibri stessi del Sommo Concilio erano stati stravolti.
L'Artiglio Nero era senza poteri.
- Liz, ti pregherei di calmarti.- disse Gabriele, in tono conciliante. Tornò a rivolgersi a Timmi, facendo uno sforzo evidente per mantenere la calma a sua volta - Vorremmo saperne di più. Come hai fatto a perdere i poteri? Insomma... cos'è successo?-
- Un... amico che mi doveva un favore.- rispose Timmi, ignorando le facce attonite di Skin, Trys e Darth - Sono venuto qui solo per dirvi che non posso più lavorare. Mi dispiace.-
- Daniel non ne sarà molto felice.- osservò Uriel - Lui confidava molto in te.-
- Questa cosa non ha niente a che fare con lui.- disse, un pochino seccato - Scusatevi per me, se non dovessi riuscire a vederlo.-
- E la tua squadra?- chiese Liz, accigliata - La cosa non riguarderà Danny, ma riguarda loro.-
Fu impossibile non notare il biasimo nella sua voce, ma Timmi lo ignorò.
- Nadine è l'unica ad essere al correte della situazione, al momento.- disse - Ma non vi dovete preoccupare, gli altri saranno in grado di sopravvivere. Potete assegnarli a uno di loro tre.- suggerì, accennando col capo agli ammutoliti ex compagni al suo fianco - Sono certo che li troveranno molto preparati.-
Gabriele annuì.
- Non ne dubito.- disse - Ciò non toglie che ci dispiaccia averti perduto. Soprattutto così, senza alcun preavviso.-
Lui annuì a sua volta, passando lo sguardo sull'assemblea: non di rado era stato in disaccordo con ogni suo singolo membro, ma aveva imparato ad apprezzare e stimare quasi tutti loro. E loro, ugualmente, avevano imparato ad apprezzare e stimare lui. Di conseguenza, non fu una sorpresa leggere nei volti dei maghi lì riuniti stupore, sconcerto e biasimo in egual misura. Per un istante si chiese se avesse fatto bene, ma poi scacciò quel pensiero: dopotutto, non doveva renderne conto a nessuno.
- Mi spiace di non avervi avvertiti.- rispose - È stata una situazione strana anche per me, e dovevo decidere da solo. Se fossi venuto qui ad avvertirvi mi avreste solo confuso le idee. Liz, non guardarmi in quel modo, sai che ho ragione.-
La strega roteò gli occhi, contrariata.
- Beh... comunque, ora torno a casa.- disse, tendendo una mano a Nadine - Scusate se vi ho interrotti. Addio... e grazie di tutto.-
Un attimo dopo erano spariti entrambi.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top