Cap. 1: Il cottage

Timmi si passò una mano sulla fronte per asciugare il sudore che la imperlava, tirando un sospiro stanco, e guardò la propria opera in via di completamento: lentamente, con le sue sole mani e l'aiuto di qualche piccola magia e, sporadicamente, di un paio di amici, era riuscito a costruire quella che, una volta finita, sarebbe stata la sua casa. O meglio, il suo cottage. Cottage Anderson.

In quel momento era sul tetto a mettere le ultime tegole, a torso nudo perché molto accaldato, anche se il cielo era oscurato dalle nuvole color del piombo. Una lieve foschia veniva fuori dagli alberi, dovuta all'umidità dell'aria. Sì, dagli alberi, perché lui aveva scelto di costruirsi la casa tra i boschi che crescevano sulle colline di Orenthal, a meno di venti minuti di macchina dalla città, dove vivevano i suoi amici più cari.

Aveva quasi compiuto diciannove anni, Timmi, essendo nato a fine Giugno, e ormai mancava poco tempo al suo compleanno. Si rese conto con leggera sorpresa di quanto questa cosa gli facesse piacere, una volta tanto: non aveva mai avuto la voglia di festeggiare, ma ora le cose erano cambiate.

Dovrò parlarne con gli altri... Pensò, massaggiandosi la spalla indolenzita. Non sanno quando sono nato.

- C'è nessuno nella baracca?- gridò qualcuno a terra.

Timmi si avvicinò all'orlo del tetto aggrottando la fronte e si sporse per guardare giù: Xander Donovan si stava guardando intorno, fregandosi le braccia scoperte per il freddo e l'umidità del bosco.

Estate o meno, erano comunque nel Montana del nord, in un bosco tra le colline. L'aria non era proprio bollente, da quelle parti.

Osservandolo, Timmi poté notare per l'ennesima volta che l'amico si era irrobustito molto durante gli allenamenti di quegli ultimi mesi, ed era anche cresciuto di una buona decina di centimetri. Del ragazzo basso e gracilino che c'era prima adesso restava solo la persistente anemia. Non era certo un gigante, ma non aveva proprio niente da invidiare ad un qualsiasi altro sedicenne. Era più forte, più eretto e più sicuro di sé. Anche caratterialmente stava diventando più spigliato.

- Baracca?- ripeté in tono di sfida - Donovan, questa qui è una reggia! L'ho costruita praticamente da solo, porca miseria!-

- Ma che bugiardo!- lo canzonò l'amico, individuandolo - Io e gli altri ti abbiamo aiutato un sacco, no?-

- Bah...- grugnì lui - Se per "aiutare un sacco" intendi stregare un paio di pennelli e mattoni mentre mi finite le patatine... io ho tirato su intere pareti, segato assi di legno, preparato la veranda e installato i tubi del sistema idraulico! Ora spostati, mezzodemone in arrivo!-

Scese dal tetto con un balzo, portandosi dove un attimo prima c'era Xander, che intanto si era spostato appena in tempo, lanciando un grido indignato.

- Per poco non mi investivi, lo sai?- chiese scocciato e divertito insieme - Tu sei pazzo, accidenti!-

- E piantala...- sbuffò Timmi - Piuttosto, che fai qui? Non andavi in gita coi tuoi, oggi?-

Da quando Xander aveva imparato ad usare la magia con sufficiente destrezza da creare cloni magici capaci di sostituirlo in caso di bisogno, sia per la scuola che con i genitori, gli era nata l'insana abitudine di definire "caso di bisogno" cose come un'improvvisa colica di sonno. Abitudine che Timmi, con tutto se stesso, stava cercando di estirpargli.

Ormai aveva cominciato a pentirsi di avergli insegnato quell'incantesimo.

- Tutto saltato, c'è un guasto al sistema elettrico del negozio di mamma.- rispose lui, scrollando le spalle - E gli altri non ci sono.-

- E tu invece? Perché sei qua?- chiese, prendendo una borraccia appoggiata sulla panchina di legno del portico (preparata in meno di dieci minuti da Xander due settimane prima) e bevendo un po' d'acqua.

- Volevo vedere come procedevano i lavori.- spiegò, guardando con interesse il cottage ormai quasi completo - Non vengo qui da quasi cinque giorni.-

- Beh... giudica tu.- ridacchiò Timmi, facendogli un cenno con la mano della borraccia.

Il giovane mago indietreggiò di qualche passo per vedere la costruzione nella sua interezza: la casa, fatta in stile rustico, era interamente di mattoni e legno, ornata da alcune finestre col telaio a croce. Era un bell'edificio a due piani con una piccola soffitta e la veranda, per il quale Timmi aveva scavato anche una cantina alla quale si accedeva da una botola nel soggiorno, dove aveva costruito il camino. Mancavano ancora circa la metà delle tegole del tetto, e doveva finire di collegare alcune parti dell'impianto elettrico alla grossa pietra Energite che si era procurato, ma per tutto il resto era pronta.

Aveva già portato una buona parte dei mobili, tra i quali erano compresi anche alcuni letti (aveva quattro camere per la notte), un paio di armadi (almeno uno da finire di montare), il tavolo della cucina, forno e fornelli (messi insieme in un memorabile pomeriggio con l'aiuto di Nadine, Xander ed Alis), il divano, due poltrone e un vecchio tappeto appartenuto ai nonni di Alis che gli era stato offerto dai genitori della ragazza. Ormai il grosso del lavoro era fatto, e mancavano solo alcuni ritocchi.

- Direi che ci siamo quasi.- disse Xander - Vuoi che ti aiuti a concludere?-

- Perché no?- rispose lui, posando la borraccia - Finiamo il tetto, poi ci occupiamo dell'impianto elettrico.-

I due passarono la giornata a lavorare, mettendo le tegole sul tetto, usando naturalmente anche un po' di magia (specie quando Xander rischiò di perdere l'equilibrio e finire di sotto). Si interruppero ogni tanto per riprendere fiato, bere un po' d'acqua e lamentarsi del caldo dovuto alla fatica: ora che stavano facendo attività fisica (e con l'avanzare della giornata) la temperatura saliva costantemente, e ben presto si ritrovarono entrambi a gocciolare come ghiaccioli lasciati all'aperto.

Solo quando il sole cominciò a calare oltre le fronde degli alberi che circondavano la casa scesero per riposarsi e fare gli ultimi collegamenti all'impianto elettrico. Quando uscirono dallo scantinato, ormai era ora di cena.

- I tuoi genitori sono con un clone magico, scommetto.- disse Timmi, sedendosi al lungo tavolo di legno della cucina con un leggero gemito.

- No, ma sanno che faccio tardi.- rispose lui, asciugandosi la fronte imperlata di sudore - Credono che tu mi stia traviando.-

- Puoi dargli torto?-

- Non l'ho mai detto. Piuttosto, abbiamo finito tutto? Non hai qualche altra idiozia da farmi fare, tipo allacciare le condutture del gas usando un fiammifero o prendere un Drago a calci nel didietro solo per divertirti? Insomma, siamo a posto?-

Timmi si guardò intorno: per la prima volta poteva accendere la luce senza ricorrere ad alcun incantesimo, e si sentì soddisfatto del proprio lavoro.

La sua casa, all'interno, aveva il pavimento completamente fatto di assi di legno scuro, levigate e posizionate con cura in quasi quattro giorni di lavoro, e lo stesso valeva per i muri, dell'identica fattura. La sola eccezione era la cucina, che aveva le pareti in muratura rustica e il pavimento di mattonelle grigie.

Il salotto, ampio e spazioso, occupava la maggior parte del piano terra: era arredato, almeno per adesso, soltanto dal divano e le poltrone, posizionati a quadrato davanti al caminetto di mattoni, accanto al quale aveva posizionato una cassetta di legno dentro la quale stipava i ciocchi da bruciare nel fuoco. Il tappeto che gli aveva dato Alis era ancora arrotolato in un angolo, ma prevedeva di sistemarlo presto. Inoltre, stava pensando di prendere un attaccapanni e un portaombrelli da sistemare vicino alla porta.

Accanto al camino, proprio a ridosso del muro di fronte alla porta d'ingresso, c'era una rampa di scale che conduceva verso i piani superiori. La cucina era separata dalla sala soltanto da un muro divisorio alto un metro e mezzo circa, lungo per quasi tutta la lunghezza della stanza, e dentro c'erano il lungo tavolo di legno (che Timmi aveva intagliato pezzo per pezzo) al quale si erano seduti loro due, il frigorifero, il forno e il lavello.

In un angolo c'era uno spazio destinato al televisore, in quel momento appoggiato in un punto lontano del pavimento perché il giorno prima aveva sistemato l'impianto idraulico, e una fila di sportelli si aprivano sopra il piano di cottura, dentro cui teneva le conserve e lo scatolame. Il rubinetto era posizionato proprio là sotto, davanti a una fila di finestrelle basse che fornivano luce.

- Sì.- disse Timmi, rispondendo all'amico - Direi di sì.-

- Quindi hai finito di costruire la tua casa.- ridacchiò Xander - Bisogna festeggiare.-

- Certo, ma non oggi.- disse il mezzodemone - Ora sono a pezzi... magari domani.-

- Approvato.- annuì il mago - Lo dico agli altri, così ci organizziamo subito.-

Timmi sorrise, ma prima che potesse rispondergli qualcuno bussò alla porta, interrompendo i progetti del ragazzo.

- Aspettavi visite?- chiese Xander.

- Non aspettavo te, figurati...- sbuffò Timmi, alzandosi.

Bussarono ancora, senza particolare insistenza, e continuarono finché non ebbe aperto.

- Ehi, un momento!- sbottò.

Oltre la soglia trovò un uomo alto quanto lui, con in volto un'aria piuttosto svagata. O meglio, un Folletto.

Trys.

Si stava guardando intorno, passandosi perplesso una mano tra i capelli castani come se ci fosse qualcosa che non gli tornava, arruffandoli ancora di più. L'altra era ancora sollevata, intenta a bussare all'aria.

- Ah, sei tu.- disse, in tono un po' seccato - Avrei dovuto immaginarlo... sai che ho aperto la porta, sì?-

- Eh?- fece Trys, riscuotendosi - Ah, sì... no, scusa, il mio sguardo era perso nei riflessi opachi della grondaia...-

- E non hai sentito che non c'era più il legno sotto le tue nocche?- grugnì Timmi, avviandosi verso la cucina.

- Beh, sì, ma ho i nervi della mano che vanno e vengono...- spiegò, scrutandosela torvo - Sono stati danneggiati, sai...-

- Da cosa?- chiese Xander - Un mostro?-

- No, un minestrone.- rispose lui - Volevo accertarmi che fosse caldo, ma poi mi sono ricordato che in realtà era una pentola d'acido...-

- Sì, d'accordo, falla finita!- sbuffò Timmi - Dai, cosa c'è?-

- C'è un bel po' di lavoro.- rispose, sedendosi con loro al tavolo - Ai piani alti hanno della roba da farti fare.-

Timmi e Xander si scambiarono uno sguardo: entrambi stavano pensando alla stessa cosa.

Dopo gli eventi di alcuni mesi prima Xander, Alis, Jo e Nadine erano diventati i suoi apprendisti, così che insegnasse loro a svolgere le missioni che il Sommo Concilio gli avrebbe affidato appena pronti. Fino ad ora non c'era stato niente da fare, comunque.

Quindi quella di cui stava parlando Trys sarebbe stata la loro prima missione.

- Allora, prima cosa...- cominciò quest'ultimo - ... bella casa.-

- Grazie.- disse Timmi - Abbiamo appena finito.-

- Perfetto, così ti terremo occupato, perché la seconda cosa è che gli Arcangeli, lassù, hanno notato degli strani eventi, qui in basso.-

- Quali strani eventi?- chiese Xander.

- Un po' di tutto.- rispose Trys - Per prima cosa, questa mattina uno dei nostri era fuori con la sua squadra per un semplice addestramento delle reclute e ha trovato un gruppo di lupi mannari fatti a pezzi con armi d'argento durante la notte. Nessuno ha visto o sentito niente.-

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