Cap. 56: Ritorno a casa

Erano nella casa di Timmi. Xander ci mise almeno un minuto prima di realizzarlo.

Non erano più nel grattacielo, erano di nuovo in città. Lontani dall'isola, e senza di lui.

Lo avevano lasciato lì.

Un ruggito di rabbia che non aveva mai lanciato prima di allora gli uscì dalla bocca. Furioso, si divincolò dalla stretta di Skin, che indietreggiò di un passo. Alle sue spalle c'erano gli altri tre, che lasciavano andare Nadine, Alis e Jo.

La prima si sedette sul divano, pallida come un cencio, mentre Alis si rannicchiava contro un muro, così sconvolta che non riusciva a staccare gli occhi da terra. Jo se ne rimase semplicemente dov'era, cereo in viso.

- Perché?- ringhiò Xander.

- Non avevamo altra scelta.- rispose quello che si chiamava Trys, infilando una mano in tasca, dalla quale trasse lentamente uno scacciapensieri di metallo - Ormai il suo scontro con Kyle era finito.-

- E con questo?- sbottò Jo - Perché non l'abbiamo portato via?-

Skin scosse la testa., mentre Tyrs iniziava a suonare il piccolo strumento, guadagnandosi un'occhiataccia dai compagni.

- Abbiamo lanciato il Richiamo.- spiegò, distogliendo gli occhi da Trys - Si tratta di una magia del Sommo Concilio, fatto apposta per richiamare i nostri colleghi. È come una specie di telefono senza fili, lo usiamo per darci appuntamento. Però lui... non ha risposto.-

Xander scosse la testa a sua volta, ribelle.

- Non vuol dire niente! Magari era svenuto, o non poteva rispondere...-

- Non c'era.- disse categorico Trys, abbassando lo scacciapensieri. Il suo volto, ora, era scuro - Ha affrontato Kyle e ha vinto. Lo ha fatto per voi, ma soprattutto per se stesso. Ha sconfitto suo fratello e il suo passato, ma non è sopravvissuto. Mi dispiace.-

Per qualche minuto il ragazzo non trovò niente da dire, e a quanto pareva non ci riuscì nemmeno Jo, anche se era chiaro dalla sua espressione che avrebbe voluto.

- Perché non avete aiutato lui?- chiese all'improvviso Alis - Perché solo noi?-

L'uomo di nome Darth fece un sorriso infelice.

- Ordini.- rispose - Daniel ci ha chiesto di venire a sorvegliarvi da lontano, quando ha sentito il sigillo di Timmi che si rompeva. Ci ha detto di occuparci di voi e di lasciare Kyle a lui. Ci siamo infilati di nascosto all'interno della Fornace, ieri notte, così da poter sgombrare almeno un po' la strada all'interno... ma questo era il massimo che potessimo fare. Non siamo nemmeno riusciti a danneggiarla granché, da soli. -

- Perché?- sbottò Xander - Come mai era così importante?-
Trys sospirò.

- Beh... immagino che Timmi vi abbia parlato dei documenti che ci hanno aiutati a risalire alla Fornace, vero?-

- Sì.-

- Bene. In quegli stessi documenti, Daniel ha scoperto cosa sapeva fare la Fornace se ad usarla erano degli Utilizzatori speciali. Poi ha capito che uno di questi era Timmi e l'altro, per esclusione, doveva essere il suo defunto fratello.-

- Tuttavia, sappiamo bene che non era defunto.- continuò la donna, con una calma che aveva del glaciale - Il Divoratore di Anime... qualche mese fa, ho scoperto chi era, che lavorava per la Fondazione di Ducan, e l'ho detto a Daniel. Lui ha deciso che ad occuparsi della Fornace doveva per forza essere Timmi, vietandomi di rivelarlo ad altri.-

- Ma perché?- chiese Jo, esasperato - Perché proprio Timmi?-

- Non è ovvio?- ridacchiò tristemente Skin - Lo sapete com'era fatto... il suo corpo è sopravvissuto a Sleepy Creek, ma tutto il resto no. Solo così poteva guarire.-

- Guarire?- ripeté Xander - Guarire come, se è morto?-

- Nessuno voleva la sua morte.- disse in tono perentorio Trys, subito prima di far risuonare di nuovo una delle note metalliche dello scacciapensieri - Lo conoscevamo da più tempo di voi. Darth e io abbiamo iniziato il suo addestramento come agente quando Daniel lo ha ritenuto idoneo al servizio. Era un fratello minore per tutti noi.-

- Avremmo voluto intervenire.- ammise Darth - Ma se anche ci avessimo provato non lo avrebbe permesso. Doveva fare da solo... e noi non avremmo potuto fare nulla in ogni caso.-

Quest'affermazione era così vera che nessuno di loro poté contestarla. Tuttavia, non rendeva la cosa minimamente più sopportabile. Calò di nuovo un tetro silenzio, mentre ognuno di loro cercava di accettare il fatto che Timmi non ci fosse più.
Non è giusto... pensò Xander.

Dopo tutta la fatica fatta e i pericoli corsi... sapeva fin dall'inizio che quella storia poteva finire male, ma non aveva mai realmente, seriamente pensato che Timmi potesse non farcela. Era quello più forte di tutti, il più pronto, che se la cavava sempre... si era persino fatto inseguire da decine e decine di mostri e ne era uscito con un taglio sulla spalla e una maglietta distrutta. Non era giusto che il migliore di loro fosse anche l'unico a rimetterci.

- Cosa succederà ora?- chiese Nadine, con voce rotta.

Non stava guardando nessuno, gli occhi fissi sulle proprie ginocchia. Si teneva la nuca tra le mani, ed era china in avanti come se stesse per vomitare.

- Per adesso, vi lasceremo tornare alle vostre famiglie.- rispose Trys - Noi andremo dal Sommo Concilio, e faremo rapporto. Devono sapere quello che è successo. Ci faremo vivi quando potremo.-

- Perché?- chiese Alis - Come mai dovete tornare?-

- Per voi.- rispose Raven - Ciò che avete fatto merita una ricompensa, e Xander è un mago che necessita di un'istruzione completa.-

- Potete anche farne a meno!- sbottò Xander - Non vogliamo niente da voi! Imparerò da solo-

Trys e gli altri si scambiarono sguardi cupi.

- Ci dispiace.- ripeté di nuovo - Comunque, torneremo lo stesso.-

Detto ciò, sparirono.

***

Finalmente le vacanze natalizie finirono, e i quattro tornarono alla loro vita di sempre. Non dissero niente ai loro genitori di quanto accaduto, e tennero segreta la faccenda con chiunque. Gli stratagemmi adottati da Timmi per coprire la loro assenza e l'avventura vissuta avevano funzionato, e nessuno si era accorto di nulla. Per i loro genitori e conoscenti erano stati in casa tutto il tempo, a festeggiare il capodanno, a finire i compiti per le vacanze e a preoccuparsi di non prendere freddo.

Rimanevano ancora un paio di giorni prima del ritorno a scuola, ma i quattro neanche si parlarono più: si tapparono in casa e non uscirono quasi per niente. Si isolarono dal mondo intero, ignorando anche le domande dei loro familiari, ai quali non poté sfuggire il repentino cambiamento. Stettero soli, chiusero i contatti che li legavano al resto dell'umanità.

Fino al primo giorno di scuola.

Xander, quella notte, era riuscito a dormire molto poco: aveva continuato per tutto il tempo a pensare al ritorno alle lezioni, e la sola idea gli dava ancora adesso una dolorosa fitta alla tempia.

Le poche ore di sonno che era riuscito a concedersi lo avevano costretto a trovarsi qualcosa da fare, finendo con l'essere già pronto per uscire ben prima che suonasse la sveglia; fu davanti alla scuola così in anticipo che gli altri lo raggiunsero solo dopo diversi minuti, anche se malconci e stanchi quanto lui.

- Ciao.- disse loro, vedendoli arrivare.

- Ciao, Xander.- rispose Alis, abbracciandolo forte.

Jo gli diede una pacca sulla spalla.

- Come va?- chiese.

- Potrei stare peggio.- rispose, stringendosi nelle spalle.

Nemmeno loro avevano l'aria di qualcuno che ha dormito bene: Alis era totalmente scarmigliata, e aveva gli occhi rossi quasi quanto i capelli. Indossava un'accozzaglia di vestiti stropicciati e completamente differenti tra loro, sia per stile che per colore. Le uniche altre volte che aveva fatto così aveva creduto di aver preso cinque al compito di storia o aveva perso la collana di sua madre.

Anche Jo aveva gli occhi rossi, ma meno di Alis. Uno spago attorno al suo collo teneva appesa l'ultima scheggia nera che gli era rimasta dal bastone ricevuto per Natale, perfettamente visibile sopra la camicia abbottonata male.

Xander fece un sorriso un po' tirato a entrambi e guardò Nadine, che non aveva aperto bocca: stava fissando la scuola, e non sembrava avesse molta voglia di parlare. Come Alis aveva i capelli scompigliati, sciolti sulle spalle, e gli occhi rossi ma cerchiati di viola. Chissà quanto tempo era che non dormiva.

- Tu come stai?- le chiese in tono gentile.

Lei si strinse nelle spalle, senza guardarlo. Non rispose.

- Certo, però...- ridacchiò Jo - Beh... che esperienza, eh?-

Xander annuì, sorridendo suo malgrado.

- Decisamente abbiamo fatto bene a decidere di non dirlo a nessuno.- disse - Insomma, chi ci crederebbe mai?-

Alis rise piano a sua volta e scosse la testa, e Xander fu sorpreso da quanto fosse cambiato il suo aspetto da Natale: senza gli occhiali era decisamente molto più carina. Non aveva mai capito quanto fossero belli i suoi occhi, fino a quel momento.

- Sapete, ho avuto modo di leggere i libri che mi ha regalato.- disse - Sareste sorpresi se vi raccontassi cosa c'è scritto... avete presente Trys e Darth? Quello che suonava lo scacciapensieri e l'altro... quello coi capelli rossi e il giubbotto?-

I due ragazzi annuirono.

- Bene... in pratica, Darth è il bisnonno di Elizabeth Addley.- ridacchiò - In qualche modo lui e Trys sono stati intrappolati per circa un secolo fuori dal corso del tempo, e lei li ha liberati solo vent'anni fa, e la cosa ha incasinato i loro corpi, e non invecchiano come le persone normali. La famiglia Addley ne ha proprio combinate di tutti i colori, credetemi... sareste sorpresi.-

Jo inarcò un sopracciglio.

- Sorpresi di cosa?- chiese - Niente può più stupirmi, fidati, Alis.-

Risero tutti insieme, e persino Nadine si concesse un breve sorriso, portando finalmente gli occhi sugli altri.

Quando smisero, nessuno di loro parlò per qualche minuto, e rimasero a guardare la scuola con una certa apprensione: non avevano alcuna voglia di entrare. Non dopo quello che era capitato, dopo tutta la storia della Fornace e le mille situazioni pericolose in cui si erano messi. Avevano voglia di voltarsi e andare via.

Ma se anche l'avessero fatto, non sarebbero potuti andare da nessuna parte: la casa di Nadine era troppo lontana, e quelle degli altri erano comunque presidiate da genitori che non andavano al lavoro per un motivo o per un altro. Prima avevano potuto contare su Timmi che li aveva ospitati, guidati, protetti e, in un certo senso, accuditi.

Sorprendente come una persona conosciuta per poco più di un paio di mesi potesse diventare così indispensabile. Quasi non riuscivano nemmeno a ricordare com'era la loro vita, prima di incontrarlo. La sola cosa di cui erano certi era l'immensa piattezza che le aveva caratterizzate.

- Ehi!-

Qualcuno stava gridando al loro indirizzo. Xander si voltò e vide Thomas Bull e la sua banda che si avvicinavano nella loro direzione, indossando un giubbotto nuovo fiammante, di certo un regalo di Natale.

Ecco un altro motivo per cui non volevano tornare a scuola.

- Guarda un po' chi c'è qui...- ridacchiò il ragazzo, fermandosi poco lontano da loro - Dov'è la vostra guardia del corpo? Se l'è filata, per caso?-

- No.- rispose Xander, in tono ostile - Ma ti consiglio di sparire, Bull.-

Un coro di "uuuuh" si levò intorno a loro, e Bull scoppiò a ridere.

- Perché, cosa vorresti fare, picchiarmi?- lo schernì.

Xander serrò i pugni.

- Con tutto quello che potrei farti adesso, picchiarti sarebbe un regalo, fidati.- rispose sprezzante, avvicinandosi così tanto al bullo che quasi i loro nasi si sfioravano.

- Sì, fareste meglio ad andarvene.- sbottò Jo, che affiancò l'amico.

- Giusto!- rincarò Alis, scoccandogli un'occhiataccia.

Nadine incrociò le braccia, voltandosi verso Bull con aria ostile.

- Li hai sentiti, no?- disse con calma glaciale - Vattene. Lo dico per te, Bull.-

Lui, spiazzato, li guardò uno a uno. Che qualcosa che non gli tornava era evidente, ma anche comprensibile: fino a poco tempo prima, loro quattro erano stati i suoi bersagli preferiti, che mai osavano mettersi contro la sua banda. E adesso eccoli lì, pronti a fare a botte, ragazze comprese, e in qualche modo sembravano persino più robusti, oltre che più coraggiosi.

Normale che fosse tanto sorpreso.

- Ma che accidenti credete di fare?- chiese, scontroso.

- Potrei farti la stessa domanda, maiale su due zampe.- ringhiò una voce aspra dietro Xander.

Il ragazzo sgranò gli occhi e scambiò uno sguardo stupefatto con Jo, che pareva altrettanto stupito. Poi tutti e quattro si voltarono a guardare.

Dietro di loro, perfettamente illeso, con attorno la stessa aura di invulnerabilità che aveva quando l'avevano conosciuto, c'era Timmi.

Era illeso, perfettamente in salute, con addosso il suo maglione preferito e i capelli di quella curiosa, assurda sfumatura verde in completo disordine come sempre. Gli occhi neri erano fissi su Bull, minacciosi e brillanti.

- Credevo di essere stato chiaro l'ultima volta.- continuò - Ti avverto, specie di barile... io odio ripetere le cose.-

Bull non rispose nemmeno: dopo avergli gettato un'occhiata terrorizzata si voltò e corse via, seguito da tutta la sua banda.

- Bah...- sbottò Timmi, sdegnato - Che manica di mentecatti...-

Un istante dopo finì lungo disteso a terra: Nadine gli era saltata addosso, facendogli perdere l'equilibrio, e lo stringeva in un abbraccio da spaccare le ossa.

- No... Nadine...- grugnì lui, cercando di liberarsi - Staccati... convalescente... fai male! -

Jo, Xander e Alis si scambiarono una serie di occhiate perplesse, ma alla fine corsero a togliere Nadine di dosso all'amico, che si tirò su massaggiandosi il collo e guardandola inferocito.

- Ma sei pazza?- sbottò - Poco mancava che mi ammazzassi, accidenti!-

- Cosa fai qui?- chiese Jo - Dovresti essere...-

- Morto?- ridacchiò lui - No, tranquilli, sono vivo e vegeto.- fece un gran sorriso e si mise le mani sui fianchi - Immagino che vorrete sapere cos'è successo, vero?-

- E ce lo chiedi?- esclamò Xander.

- D'accordo.- disse lui - Vedete... è una storia lunghetta, ma per farla breve prima che tirassi le cuoia è arrivato Daniel, che mi ha portato via e rimesso a nuovo. C'è voluto un po', ma...-

- Ma gli altri...- disse Alis - Skin, Trys, Darth e Raven loro dicevano che eri morto, non hai risposto al Richiamo...-
- Beh, è difficile rispondere, quando si è incoscienti.- sbuffò lui - Ovviamente loro erano certi che fossi morto, sì... Trys pensa addirittura che Daniel mi abbia resuscitato...-

- Può farlo?- chiese Jo.

- In teoria sì... in pratica...- scosse la testa con una smorfia - Non è un potere che può usare quando vuole: è pericoloso, oltre che proibito. Non si può certo fermare la morte, sapete? È contro natura, dopotutto.-

- Io dico che l'ha fatto.- s'impuntò Jo.

- Bah, fai come vuoi...- grugnì il mezzodemone - Comunque sono qui anche per un altro motivo: la vostra ricompensa.-

- La ricompensa?- ripeté Nadine - Ah, sì...- disse, ricordando di cosa stava parlando - Di che si tratta?-

Lui si strinse nelle spalle.

- Lavoro.- rispose - Vi viene offerta un altro po' d'azione.-

- Un... un lavoro?- chiese Alis - Cioè, vogliono che diventiamo... come te?-

- Come me non lo sarete mai, ma siete stati molto bravi.- concesse Timmi - Li avete decisamente impressionati, visto quello che siete riusciti a fare anche senza alcun addestramento. Non è insolito reclutare dei ragazzi, per noi, la vostra è l'età migliore... quasi tutti i più grandi eroi del nostro tempo hanno cominciato verso i sedici anni. Liz ne aveva addirittura quattordici, figuratevi... e i maghi sviluppano i propri poteri in questo periodo... insomma, è l'ideale.-

- Ma non abbiamo poteri.- osservò Jo - Nessuno di noi può combattere davvero, a parte Xander.-

- Non è... del tutto esatto.- rispose Timmi - Ricordate l'esplosione? Quando i vostri regali si sono disintegrati?-

Jo e Nadine annuirono.

- Beh, secondo Dante non sono solo andati distrutti.- spiegò - La magia che li permeava, a causa dello scoppio della Fornace, è diventata instabile così, anziché disperdesi, entrata negli unici esseri senza poteri lì presenti. In pratica... voi tre.-

Alis, Jo e Nadine sgranarono gli occhi, guardandosi stupiti a vicenda, quasi si aspettassero di vedere dei cambiamenti.

- Stai dicendo sul serio?- chiese Xander.

- Non lo dico io, lo dice un Custode dell'Eden. E Dante di questa roba se ne intende quasi quanto s'intende di storia. Secondo lui potremmo insegnarvi a usarla, se ce ne darete modo.-

- E se accettassimo...- disse esitante Xander - Cosa succederebbe?-

- Beh... verrete sottoposti ad alcuni mesi di addestramento.- rispose lui - Tanto studio di tanta teoria... due palle...- grugnì, quasi ricordando qualcosa di sgradevole - Poi, quando potrete uscire in giro, vi saranno assegnate alcune missioni, da svolgere sotto la guida e la supervisione di un caposquadra fino a che non verrete ritenuti adatti ad ottenere l'abilitazione. A quel punto saranno solo cazzi vostri.-

- Che caposquadra?- chiese Alis.

- Uno bravo, bello, modesto...- rispose lui vago - Ma soprattutto che non si vergogna a farsi vedere in giro con voi.- aggiunse.

Attese una risposta che non venne, ma della quale non ebbe bisogno: le loro espressioni erano sufficientemente eloquenti.

- Bene...- ridacchiò - Io vado all'agenzia immobiliare. C'è un terreno interessante nei boschi qui attorno, mi sembra l'ideale per una casa.- cominciò ad avviarsi lungo la strada, camminando con tranquillità - Andate a scuola, adesso, o giuro che vi mastico.-

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