Cap. 40: Senza farsi sentire

Anche Xander, prima di andare, diede un'occhiata fuori dalla finestra: tra gli alberi sulle colline da cui erano arrivati loro riusciva a intravedere delle figure non meglio definite che, senza fretta, stavano avanzando verso l'edificio in cui si trovavano, a malapena illuminati dalla luce della luna.

Dopo un istante uscirono all'aperto e le vide più chiaramente.

Era un'orda, un'orda in piena regola, formata dalle creature più disparate: Demoni Scheletro che si arrampicavano come giganteschi ragni sulle carcasse delle auto o che avanzavano verso l'edificio; diavoli cornuti, massicci e deformi, armati di lance e sciabolacce nere si facevano avanti lentamente; orribili esseri dall'aspetto di uomini gobbi e calvi, vestiti di stracci puzzolenti e sporchi, grossi il triplo di lui emergevano dalle ombre; mostri dall'aria di enormi belve da caccia, dalle cui fauci feroci uscivano latrati rasposi, trascinavano le membra pesanti sul terreno; creature scagliose, pelose, striscianti...

Esseri d'ogni genere cominciavano ad avvicinarsi al loro nascondiglio. Una sorta di armata infernale stava uscendo dal riparo degli alberi, lentamente e senza fretta, scendendo dalla collina.

- Non credo ci abbiano individuati.- disse Timmi, facendo cenno agli altri di seguirlo - Ma è meglio sparire di corsa. Ma perché le cose vanno sempre a puttane?- sbottò mentre si avviava verso l'uscita.

- Non capisco... perché stanno tornando?- chiese Alis in tono isterico - Cos'altro c'è qui?-

- Un riparo per la notte. Non sembra, ma anche loro ogni tanto riposano.- rispose Timmi - Ora muoviti!-

Tutti si affrettarono a raggiungerlo e, nel più completo silenzio, presero a scendere le scale. Tuttavia, a metà rampa, il mezzodemone li fermò.

- Maledizione...- sbottò pianissimo - Sono già dentro...-

Xander tese l'orecchio, nervoso: sulle prime non gli parve di udire alcunché, ma dopo pochi istanti di silenzio riuscì a percepire una sorta di basso mormorio soffocato.

Non era possibile capire le parole, tuttavia la sola cosa che contava era che i loro nemici si trovavano dentro.

- Dietrofront!- fece Timmi.

Li condusse rapidamente ma silenziosamente alle scale di servizio. Erano immerse nell'ombra, e non era possibile vedere niente di più che qualche vaga sagoma indistinta. Percepivano i movimenti dei loro corpi, ombre più dense che si spostavano davanti agli occhi degli altri, ma non distinguevano niente di più.

Solo Timmi, che li conduceva, sembrava vederci bene: un paio di volte Xander, che era dietro di lui, mise un piede sopra qualcosa che di certo non era uno scalino ma che il mezzodemone aveva evitato tranquillamente, e riusciva a trovare sempre la porta al primo colpo, quando ne incontravano una.

Era come se avesse la vista a infrarossi.

Raggiunta l'ultima rampa furono nuovamente costretti a fermarsi: proprio sotto di loro, nel bel mezzo del corridoio, c'era un'ombra nettamente più scura di tutte le altre lì attorno, e un profondo respiro pesante giunse alle loro orecchie.
Timmi fece silenziosamente segno di andare di sopra, e si diressero rapidi verso il piano da cui erano giunti. Quando furono arrivati al pianerottolo, comunque, lui non si fermò e continuò a salire, con l'intenzione di raggiungere l'ultimo piano.

- Che stai facendo?- chiese piano Jo - Perché andiamo di sopra?-
- Perché lassù non ci cercheranno... o almeno non subito.- rispose lui - Ora taci, perché se non ti mangiano loro ti mangio io!-

Nessuno fece altre obiezioni, e raggiunsero l'ultimo piano, che sembrava aver subito i danni peggiori: la luce lunare filtrava dalle finestre, mostrando un corridoio fetido e sporco, infestato di insetti ronzanti che si raccoglievano attorno alle macchie impresse sui muri; i rifiuti e i detriti erano in numero nettamente superiore a quelli degli altri piani, e le pareti recavano segni di artigli, fori di proiettile e squarci in numero talmente elevato da sorprendere che stessero ancora in piedi. E poi la puzza... beh, meglio non parlarne proprio.

- Venite.- disse Timmi, dirigendosi verso una fila di ascensori, uno dei quali aveva la porta scardinata - Qui saremo al sicuro, per adesso.-

Arrivati agli ascensori i cinque si sedettero sul pavimento, e Nadine tirò fuori la Pietra di Luce per illuminare un po' meglio l'ambiente, immerso nell'ombra. Un chiarore lattiginoso si sparse su di loro, dando ai loro volti impauriti un pallore alquanto spettrale. Di certo, quel ciondolo non stava facendo granché per migliorare l'atmosfera.

- Che si fa?- chiese Alis - Non possiamo restare qui. Se decidessero di salire...-

- Ma non possiamo nemmeno scendere.- osservò Xander.

Nadine guardò Timmi, che stava osservando gli ascensori.

- Che pensi?-

- A niente.-

- Tu pensi sempre qualcosa.- disse lei.
- E due...- sbuffò Timmi, incrociando le braccia - Sto solo ragionando sul modo di andarcene da qui.-

- E l'hai trovato?- chiese Alis.

Lui si strinse nelle spalle.

- Forse.-

- E quale sarebbe, chiamare un ascensore?- chiese Jo.

- Sì, e magari ti porto su il the coi pasticcini...- grugnì - Se apriamo una delle porte potremo calarci giù per il pozzo.- rispose lui - Io e Xander possiamo levitare, quindi porteremo gli zaini.-

- E noi?- chiese Alis.- Scenderete usando i cavi. Non saremo in grado di portarvi, purtroppo... c'è un limite al peso che la magia può sopportare.-

- Eh?- sbottò Jo - Nel caso in cui tu non l'abbia notato, nessuno di noi spara ragnatele, qui!-

- Preferisci essere fatto a pezzi?- chiese Timmi, avvicinandosi ad uno dei pozzi dell'ascensore ancora interi.

Nessuno gli rispose.

***

Nadine, Alis e Jo strapparono qualche striscia di stoffa e ci si foderarono le mani così da avere maggiore presa sul cavo d'acciaio dell'ascensore, tutto coperto di grasso. Timmi, invece, infilò le dita nella scanalatura tra le due ante della porta e cominciò a tirare, cercando di fare il minor rumore possibile.

- Ce la fai?- chiese Xander - Posso provare con la magia.-

- No...- grugnì lui, continuando a lavorare - Niente magia. Possono sentirla. Meno ne usi meglio è.-

Alla fine, con un piccolo sbuffo di fatica, il mezzodemone riuscì a forzare il pozzo, ma quando ebbe finito era piuttosto sudato.

- Tutto bene?- chiese Alis.

- Sì.- rispose lui, un po' ansante - Ma devo ancora imparare a dosare la forza. Coraggio, ora.-

Andò per prima Nadine, che aveva la Pietra di Luce a illuminare la strada. Spiccò un balzo verso i cavi, ai quali riuscì ad aggrapparsi abbastanza saldamente, e cominciò a scendere con prudenza.

Subito dopo toccò a Jo, che per un istante mozzafiato sembrò mancare il bersaglio, e per poco Alis non si lasciò scappare un grido, ma tutto andò bene: lui riuscì ad aggrapparsi e Xander premette una mano sulla bocca dell'amica, da cui uscì solo un versetto soffocato. Poi saltò anche lei, con un risultato molto meno spaventevole di quello che aveva ottenuto Jo.

- Bene.- disse Timmi, prendendo tre zaini - Andiamo anche noi.-

Xander fece comparire le dovute piattaforme, su cui caricarono i bagagli, e lo seguì in volo, scendendo lentamente al fianco degli altri con le ultime due borse. Passando accanto a loro ne sentì il respiro ansimante, e ringraziò il cielo per il non dover fare altrettanta fatica.

La discesa fu lentissima, perché Nadine, Jo ed Alis non avevano poteri con cui aiutarsi e non se la sentivano di fare più in fretta: la corda era sporca di grasso per macchinari, e se avessero messo male una mano si sarebbero sfracellati a terra.

Erano in quel pozzo da almeno una decina buona di minuti quando udirono un gran fracasso provenire da sopra di loro.

- Devono essere arrivati fin lassù...- disse piano Timmi - Nadine, ora dovremo coprire la pietra. Procediamo al buio.-
Non senza qualche piccola difficoltà, aiutò la ragazza a infilare il ciondolo sotto la maglietta, spegnendone la magia. Ripresero a scendere, questa volta anche più lentamente perché se prima erano stanchi, sudati, sporchi e impegnati in una discesa scomoda, adesso non ci vedevano nemmeno più.

Finalmente, dopo quella che gli parve un'eternità, Xander sentì il tettuccio dell'ascensore sbattere piano sotto la piattaforma che aveva usato per scendere.

- Ci siamo!- disse a bassa voce.

Sentì Nadine scendere al suo fianco, ansimando per la fatica. La ragazza tirò fuori la Pietra di Luce, poi si accasciò lungo la parete per riprendere fiato. Poco dopo arrivò Jo, il quale non riuscì nemmeno a trascinarsi fino alla parete del pozzo e si stese su un fianco lì dov'era. Alis, invece, non era riuscita a completare la discesa, e Timmi l'aveva presa sulle spalle, facendo evidentemente molta fatica per mantenersi in aria.

I due atterrarono insieme, stanchi e sudati.

- Tutto bene?- chiese Xander.

- Una meraviglia...- rispose Timmi, passandosi una mano sulla fronte e ansimando - Scendi con me un momento... diamo un'occhiata mentre loro si riposano.-

- Non dovresti riposare anche tu?-

- Sto bene!- sbottò lui - È che... devo imparare, ecco.-

Scesero entrambi nell'ascensore, del quale Timmi forzò nuovamente le porte, sbuffando per la fatica; appena ebbe aperto uno spiraglio entrambi si sporsero cautamente, scrutando l'oscurità della stanza.

- Non vedo niente.- disse Xander.

- Beh, io sì.- rispose Timmi - Siamo nel piano interrato. Forse da qui possiamo uscire, in qualche modo.- si rivolse agli altri, ancora di sopra - Appena ve la sentite, venite giù. Dobbiamo andarcene di qui. E con "appena ve la sentite" intendo "immediatamente".-

Nadine, più abituata alla fatica grazie alla pallavolo, fu la prima a riprendersi e a scendere. Quando tutti quanti furono pronti, Timmi aprì del tutto la porta e si guardò intorno fino ad individuare, nel punto più in alto di un muro in fondo, una finestrella stretta e bassa, a malapena sufficiente a farli passare.

- Lì.- disse - Andiamo, forza.-

Sgattaiolarono fino alla parete e aprirono la finestrella, poi Timmi intrecciò le mani in modo che gli altri potessero metterci un piede e fece loro cenno di salire. Il primo fu Xander, che poi aiutò Alis, e insieme i due issarono su anche Jo.

Quando poi Nadine ebbe messo un piede sulle mani del mezzodemone, però, la maniglia della porta cominciò a grattare. E da quella posizione, ovviamente, erano facilmente individuabili.

- Merda!- sbottò Timmi - Okay, tutti fermi!- esclamò, prendendo una fiala di liquido trasparente da una tasca e rompendola a terra.

Immediatamente, entrambi sparirono alla vista, proprio mentre una coppia di creature tozze, basse, dalla pelle grigia come il granito entravano nella stanza. Appese alla cintura avevano una selezione di coltelli e lame seghettate, e impugnavano entrambi lunghe spadacce scheggiate.

I due strani esseri si diedero una rapida occhiata intorno, scambiando qualche parola in una lingua gutturale che Xander non riuscì a capire. A un certo punto uno di essi disse qualcosa che fece scoppiare a ridere fragorosamente il suo compagno, poi tornarono di sopra, chiudendo la porta.

- Fiù...- soffiò Nadine, mentre lei e Timmi tornavano visibili - Per un pelo, eh?-

- Già...- annuì lui - Stupidi Orchi... dai, tirati su...-

Quando anche lei fu fuori, aiutò Xander a fare uscire il mezzodemone, che appariva sempre più provato dalla fuga e dallo stress dei nuovi poteri, per lui ancora ingestibili. Appena si ritrovò all'aperto, comunque, Timmi cominciò a guardarsi rapidamente intorno senza tirare il fiato.

- Bene.- disse - Direi che siamo quasi al sicuro.-

- Quasi?- sbuffò Jo - Timmi, siamo sfiniti... io sto per vomitare, accidenti!-

- Beh, vedi di non farlo qui!- sbottò lui - Se non ci sbrighiamo a raggiungere gli alberi...-

Ma il resto della frase fu mangiato da un grido stridente che proveniva dall'alto. Alzando gli occhi, videro un'Arpia che volteggiava sopra di loro, perfettamente visibile con la luna piena.

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