Cap. 29: La partenza

- Silenzio, per l'amor di Dio!-

- Scusa... è difficile vedere qualcosa, qui...-

- Nadine la Pietra di Luce!-

- Oh, sì, subito!-

Jo era appena inciampato in qualcosa che, alla luce della pietra di Nadine, si rivelò essere un tubo abbandonato per terra, facendo tanto baccano da svegliare un morto.

Si trovavano all'interno di uno dei magazzini del porto, dove venivano custodite le casse in cui avevano deciso di nascondersi.

- Quali scegliamo?- chiese Xander, avvicinandosi ad una molto grossa.

- Secondo me dovremmo restare uniti.- disse Jo - Prendiamone una e via.-

- Io credo che invece dovremmo dividerci.- disse Alis - Rifletti...- insisté, quando Jo fece per ribattere - Se ci stringiamo tutti in una sola cassa allora ci troverebbero tutti, nel caso in cui l'aprissero. Se invece ci dividiamo, gli altri potrebbero scappare prima di venire scoperti.-

- In un caso normale sì.- intervenne Nadine - Però Kyle sa che noi siamo in cinque. Se trovano uno, scoprono tutti.-

Un rumore secco, in lontananza, li fece sobbalzare.

- Okay...- sussurrò Timmi, coprendo la Pietra di Luce con la mano per smorzare la luce - Vediamo di sbrigarci... la consegna sarà tra meno di un'ora. Tutti in una scatola... una grossa, magari.-

Con l'aiuto della magia, Xander aprì in una cassa un buco sufficientemente largo da permettere il passaggio di una persona alla volta. Dentro c'erano, imballate nei riccioli di polistirolo, diverse scatolette di metallo con scritte in una lingua straniera e incomprensibile. Timmi ne fece sparire alcune con Risucchio ed entrarono, stringendosi gli uni addosso alle altre.

- Bene, Donovan... chiudi il buco, ora.- disse quando furono tutti dentro.

Xander chiuse l'apertura e Nadine tirò nuovamente fuori la Pietra di Luce. Il suo chiarore lattiginoso si riflesse sui loro volti, dandogli un che di spettrale.

- Non credo che sarà un viaggio comodo.- mormorò Jo.

- Però sarà un viaggio silenzioso.- replicò Timmi.

Appoggiò una mano a una parete e chiuse gli occhi, mormorando qualcosa. La sagoma del palmo si illuminò leggermente per qualche secondo, poi si spense e lui li riaprì.

- Ora siamo al sicuro. Con questo, dall'esterno non sentiranno nemmeno uno scoppio nucleare.-

- Perché, ne prevedi uno?- chiese Xander, ridacchiando.

- Solo se ti ci metti d'impegno.-

- Ah, spiritoso...-

Timmi emise un leggero sbadiglio e si appoggiò alla parete di legno, traendo fuori dallo zaino una sorta di perla gigante, color menta. Il giorno prima aveva detto agli altri che serviva per garantire la provvista d'aria e una temperatura sopportabile (insomma, l'aria condizionata), così da non farli morire tutti soffocati prima dell'arrivo.

- Ora io mi faccio un pisolino.- annunciò - Siccome il viaggio sarà lungo, vi consiglio di fare altrettanto... o questo, o vi annoiate a morte.-

Passarono tutto il tempo che avevano a fare congetture su ciò che li aspettava all'arrivo, su quali mostri avrebbero potuto incontrare, o per quanto sarebbero dovuti rimanere sull'isola. Alis, che aveva messo il portatile nello zaino, fece una ricerca nei file copiati dai computer del porto per vedere se riusciva a trovarne una qualche cartina: non aveva ancora avuto modo di esaminarli tutti, e aveva detto di voler finire prima di raggiungere l'isola.

Dopo parecchie ore che continuava a cercare (aveva appena iniziato quando sentirono una serie di scossoni, i quali gli dissero che stavano salendo a bordo), finalmente ne trovò una, anche se parziale e approssimativa: l'isola aveva dimensioni piuttosto grandi, con una sola spiaggia di approdo e una scogliera frastagliata che ne circondava il resto del perimetro. Non c'era segnato altro, tranne la scala, i meridiani e i paralleli, che comunque non erano numerati.

- Okay...- sopirò Nadine - Magari segneremo noi qualcosa, via via che esploriamo. Almeno ci aiuterà a orientarci.-

***

Il viaggio durò a lungo, e solo grazie agli orologi seppero per quanto tempo rimasero dentro la cassa di legno, scomodamente sistemati sopra quei barattoli. Un po' dormirono, un po' mangiucchiarono qualche snack seminando cartacce dovunque, un po' parlarono del più e del meno e un po' si lamentarono. Jo più di tutti, siccome tre barattoli gli caddero in testa, interrompendo la sua lettura di Ratman.

- Accidenti...- sbottò - Ma proprio tra i pelati dovevamo infilarci?-

- Non sono pelati.- bofonchiò Timmi, senza aprire gli occhi.

- E cosa sono, allora?-

- C'è scritto.-

- Se credi che io sappia leggere il sanscrito...-

- Ma quale sanscrito... è russo.- sbadigliò lui, raddrizzandosi - Dammi qua.- disse, tendendo una mano. Jo gli porse il barattolo - Infatti... questa scatola contiene...- si interruppe - Olive in salamoia.- e la restituì a Jo.

- Olive in salamoia?- ripeté lui, stupito - Ma che diavolo ci fanno?-

- Mah, cosa potranno farci con le olive? Magari le mangiano...- sbuffò sarcastico - Comunque, non apriamole o... ci sporcheremo tutti.- e si rimise giù.

- Olive in salamoia?- disse Nadine, poco convinta - Sicuro?-

Timmi si strinse nelle spalle e non rispose.

- Davvero parli il russo?- chiese Xander, ricordando di averlo visto leggere un libro in quella lingua.

- Tra le altre cose.-

Lui e Jo si scambiarono uno sguardo.

- Scusa ma... quante lingue parli, di preciso?- chiese Nadine.

- Contando anche quelle non umane... più o meno una ventina. Ma voglio arrivare a trenta. Sapete, tornano utili. Ora fatemi dormire.-

***

Dopo circa sette ore di viaggio Alis cominciò ad accusare un leggero malessere, probabilmente dovuto alla lunga permanenza là dentro e alla levataccia di quella mattina. Cominciò a strofinarsi gli occhi sempre più spesso, o a massaggiarsi le tempie, lamentandosi in modo sempre più convinto, finché non emise un lungo gemito prolungato.

- Tutto bene?- chiese Nadine, preoccupata.

- No...- disse lei, in tono lamentoso - Ho mal di testa.- si risistemò gli occhiali sul naso, strizzando gli occhi - E sono stanchissima... ho dormito poco, stanotte.-

- Eh, non sei l'unica...- sbadigliò Xander.

- Almeno tu non hai l'emicrania... io non riesco nemmeno a tenere gli occhi aperti!- esclamò - Mi fanno malissimo, e poi inizio a vederci male... è tutto sfoca...-

- Togliteli.- grugnì Timmi.

Tutti lo guardarono senza capire.

- Togliermi... che cosa?- chiese Alis.

- Gli occhiali.- rispose lui - La pozione che hai bevuto ieri ha fatto effetto, e ti ha riparato la retina. Ora quegli affari ti fanno solo male.-

Stupita, Alis alzò meccanicamente una mano e prese gli occhiali, sfilandoseli lentamente. Strizzò istintivamente gli occhi per qualche istante, poi se li stropicciò e si guardò la mano, sconcertata.

- Come va?- chiese Jo, che assieme agli altri non l'aveva persa di vista un istante.

- Be... bene...- disse con voce tremante - Io... ci vedo... ci vedo benissimo...- alzò lo sguardo verso Timmi - Ma è... definitivo?-

- Se non prendi una pozione contraria...- rispose laconicamente lui, senza aprire gli occhi.

La ragazza si guardò attonita la mano per qualche altro secondo, poi si rivolse di nuovo al mezzodemone.

- Ehm... io...-

- Stai zitta.- sbuffò l'altro - Mi avete rotto con questa mania di parlare, e io ho sonno, ve l'ho detto. Quindi, il prossimo che fiata lo infilo in uno di questi barattoli.-

Alis scambiò un'occhiata con gli altri, che scossero la testa, ridacchiando sommessamente.

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