Cap. 28: Una veglia fuori programma
Il ciondolo che Alis e Nadine avevano scelto era costituito da una piccola cassa di rame di forma ovale, dove avevano messo la foto che avevano scelto, opportunamente sagomata. Timmi l'aveva guardato un po', poi l'aveva messo sotto il maglione con un semplice e laconico "grazie". Non era molto, ma i ragazzi capirono ugualmente.
Lui invece gli aveva portato degli oggetti che non avevano mai visto in vita loro, sicuramente magici: a Xander aveva regalato una cosa che chiamò Neso Mahar, una specie di sfera capace di mutare la propria forma e il proprio aspetto, diventando la perfetta imitazione di una qualsiasi altra cosa esistente.
Jo invece ricevette uno stranissimo bastone nero, lungo quasi quanto un suo braccio, sulla cui superficie altrimenti liscia erano incisi dei solchi sottili, che andavano a formare rune e segni misteriosi. A detta di Timmi, non doveva mai venire puntato contro un essere umano.
Alis, a cui piaceva leggere, si ritrovò con tre libroni dall'aria consumata, che si rivelarono essere la storia dei Custodi dell'Eden, della famiglia Addley e del mondo magico in generale, più una specie di boccetta di liquido rosso sangue. Quando chiese a cosa servisse, il mezzodemone le rispose semplicemente di prenderne un sorso prima di andare a letto.
Quanto a Nadine, il suo regalo fu un ciondolo di forma simile a quello di Timmi, solo che la catenina era d'argento ed era attaccata a un sasso completamente bianco, a forma di goccia.
Si trattava di una Pietra di Luce, un materiale magico che si illuminava nel buio, tenendo lontane le creature oscure meno potenti e proteggendo contro certi incantesimi chi la indossava.
Finiti i regali e scambiatisi gli auguri, i cinque passarono la serata impegnati in occupazioni meno allegre: il giorno dopo avrebbero dovuto partire per l'isola, e c'erano un sacco di cose da fare prima dell'inizio della loro avventura segreta.
Nadine e Jo si occuparono di dividere le provviste in cinque mucchi più o meno identici (Timmi si era procurato un sacco di roba liofilizzata, poco ingombrante e molto nutriente), così da spartire equamente il carico; Alis e Timmi, invece, raccolsero tutti i vestiti che trovarono e scelsero i più adatti ad una simile missione, ripiegandoli e, quando necessario, ripulendoli anche con la magia.
Solo Xander, ancora stremato dalla magia nera che era stato costretto a usare per salvare tutti, ebbe il permesso di rimanersene disteso sul proprio letto, con una scorta immensa di Coca Cola sul comodino e parecchie barrette energetiche e integratori proteici (questi ultimi li avrebbe dovuti mangiare tutti quanti, perché Timmi minacciò di impalarlo, in caso contrario).
Suddivisero le varie stoviglie da viaggio tra tutti gli zaini, lasciando un briciolo di spazio per qualche altro oggetto di comune utilità (binocolo, bussola, sapone, carta e penna, il computer di Alis...).
Dopo una breve discussione decisero di non portarsi la tenda, che sarebbe stata solo un peso in più, e della quale non avrebbero avuto alcun bisogno: secondo le informazioni di Skin, sull'isola la Fornace replicava un clima molto caldo ed umido, simile a quello che era possibile trovare in Florida (anche se misericordiosamente privo di uragani fuori stagione), quindi non avrebbero rischiato di morire di freddo o di dovere affrontare acquazzoni imprevisti.
- Può modificare il clima? Davvero?- chiese Xander, quando Timmi lo lesse dallo schermo del computer.
- Pare di sì.- rispose lui, grattandosi la testa - A quanto sembra, non si limita a creare demoni. Speriamo che non sappia fare altro, perché ha già troppe funzioni, quella cosa.-
- Per ora ne ha solo due, no?- osservò Jo.
- Jo, sa celare se stessa, creare demoni, manipolare il clima a vari livelli, alterare la conformazione del territorio....- sbuffò Timmi - Dalle mie parti sono più di due.-
Ricominciarono a fare i bagagli e, in capo a due ore, tutti gli zaini erano pronti per la partenza, quando ormai era quasi ora di cena. Mangiarono presto e andarono a letto subito dopo, ancora stanchi per la lotta e l'inseguimento coi mostri e per tutte le emozioni di quel giorno.
***
Incurante del bisogno di dormire, Timmi uscì fuori, nell'aria fredda della sera, portandosi dietro un'altra bottiglia della sua vodka. Sedendosi sul cofano della propria auto, la stappò e buttò giù qualche sorso, in silenzio.
- Perché sei ancora in piedi?-
Aggrottando la fronte si voltò verso la porta. Xander era appena uscito, in pigiama e con solo la giacca sulle spalle.
- Cretino.- grugnì - Cosa ci fai qui?-
- Vengo a cercarti.- rispose - Perché, non si può?-
- No.- rispose Timmi, bevendo ancora un po' di vodka - Specialmente nelle tue condizioni. Ti è andata bene, prima, spero che tu te ne renda conto.-
- Sinceramente, credo di aver corso più rischi a mangiare tutta quella roba...- sbuffò il ragazzo, massaggiandosi lo stomaco.
In effetti, oltre alle barrette energetiche e alle bibite, Timmi l'aveva costretto a ingurgitare un'enorme pezzo di carne rossa e non meno di tre uova sode. C'era mancato poco che non vomitasse.
- Sei anemico.- disse Timmi, senza sorridere - E hai perso parecchio sangue con quella magia, oltre che le tue forze. Oggi ti è andata bene, ma domani?-
- Senti, mi dispiace!- sospirò - Non l'avrei mai fatto, ma era un'emergenza, è per questo che mi hai insegnato...-
- Già, e ora mi rendo conto di avere sbagliato.- grugnì lui - Sono abituato agli altri... ai miei colleghi, capisci. Loro sono più resistenti di te. Non sono deluso.- si affrettò a chiarire, guardandolo - Non mi fraintendere, Donovan... quello che hai fatto ha dell'incredibile, pochi maghi riuscirebbero a imitarti, specie alla tua età e col tuo livello di istruzione... ma sono stato stupido. Quella magia non dovrai usarla mai più, d'accordo?-
- Cosa?- esclamò Xander - Ma è la magia più potente che...-
- Sì, lo so!- sbuffò Timmi, accigliato - Ascoltami, ragazzino... oggi sei quasi morto, con quell'incantesimo, e non sei neanche riuscito ad ammazzare tutti quei mostri. Cosa succederà, la prossima volta, se non riuscissi ad arrivare in tempo?-
Xander non abbassò lo sguardo, ma non gli rispose.
- Promettimelo.- disse - Niente magia nera. Okay?-
Il ragazzo sospirò.
- Va bene.- disse alla fine, a malincuore - Promesso. Non la userò più.-
Soddisfatto, il mezzodemone annuì e gli fece cenno di andarsene.
- Sparisci.- disse - Vattene a letto. Fino a domani non ti voglio vedere.-
***
Rientrò nella casa un po' riluttante, stando bene attento a non fare rumore, e richiuse la porta in silenzio. Mentre si avviava verso l'altra stanza, poco mancò che non inciampasse in una scarpa abbandonata.
- Mmh... chi è?-
Aveva svegliato Nadine, che si tirò su assonnata.
- Sono io.- rispose a bassa voce - Torna a dormire.-
- Cosa fai in piedi?- sbadigliò - Dovresti riposare.-
- Sì, ma...- fece un cenno che probabilmente lei non vide a causa del buio - ... c'è Timmi fuori... mi sembra strano, volevo sapere come stava.-
Lei grugnì e si mise a sedere, strofinandosi un occhio.
- Cos'ha?-
- Non ne sono sicuro.- ammise - Non ha voluto parlare... credo che sia preoccupato.-
Lei sospirò, alzandosi in piedi e cercando il proprio maglione.
- D'accordo...- disse - Provo a parlarci io... tu vai, sei ancora debole.-
Cominciando a scocciarsi di tutte quelle persone che lo mandavano a dormire come se fosse un bambino, Xander tornò a letto, un po' irritato.
***
Timmi era ancora lì dove Xander lo aveva lasciato, e non la vide uscire. Nadine mosse qualche passo verso di lui, osservandolo attentamente.
- A che pensi?- chiese.
Lui la guardò scocciato.
- Al fatto che domani vi metto il sonnifero nella cena.- rispose, finendo gli ultimi sorsi di vodka.
- Parlo sul serio.-
- Anche io.- grugnì il mezzodemone. Siccome lei non abbassava lo sguardo, sospirò - Non stavo pensando niente.-
- Bugiardo.- disse lei placidamente, avvicinandosi - Tu pensi sempre qualcosa. Ti posso fare compagnia?-
- No, ma tanto lo farai lo stesso.- sbottò Timmi - Non riesco a liberarmi di te.-
Rimase in silenzio per qualche secondo, alzando lo sguardo al cielo: era mezzo coperto da pesanti nuvoloni scuri, ma molte stelle si vedevano a meraviglia, mentre disegnavano figure di grande complessità sullo sfondo scuro.
- Niente di meglio dell'universo per rimettere la propria vita nella giusta prospettiva.- disse lui all'improvviso.
Nadine rimase qualche istante in silenzio, a ponderare bene la cosa.
- Non ci avevo mai pensato.- disse infine.
- Nessuno ci pensa mai.- sospirò Timmi, abbassando gli occhi.
Nadine sorrise, scuotendo leggermente la testa.
- Senti, mi pare ovvio che ci sia qualcosa che non va.- disse alla fine - È per Xander? Perché è quasi morto?-
Lui annuì.
- Anche.- ammise, senza aggiungere niente.
Rimasero di nuovo in silenzio, mentre un vento gelido soffiava sulla strada.
- Cosa succederà, una volta finito tutto?- chiese Nadine all'improvviso.
Lui la guardò.
- Come?-
- Voglio sapere cosa ne sarà di te e di noialtri alla fine.- spiegò - Dove andremo tutti quanti... cosa faremo, cosa ci succederà dopo che la Fornace sarà scomparsa.-
- Non t'importa di più cosa potrebbe succedere sull'isola?-
- Per ora mi preoccupo di quello che avverrà alla fine.-
Ci fu qualche altro istante di silenzio, come se il mezzodemone stesse riflettendoci intensamente. A quanto pareva, Nadine non aveva posto una domanda facile... forse proprio quella che lo teneva sveglio.
- Beh, io so che me ne andrò.- disse Timmi - Il mio compito è di distruggere la Fornace. Poi tornerò dal Sommo Concilio, e voi tre... tu, Jo e Alis... tornerete alla vita di tutti i giorni, quella che facevate prima. Ma per Xander vale un altro discorso, temo. Dovrà decidere se vuole imparare ciò che io non gli ho potuto insegnare sulla magia. In caso contrario, dovrà vedersela con il Sommo Concilio, da solo. Spesso, quando un mago rifiuta la sua natura, gli vengono soppressi i poteri, perché sennò potrebbero manifestarsi a intermittenza... insomma, dipenderà da lui.-
- Ma non gli accadrà niente di male, vero?-
- Non finché io avrò voce in capitolo.- assicurò Timmi - E comunque, i Custodi dell'Eden non fanno del male a un mago solo perché non vuole essere tale, tranquilla. Starà benissimo.-
Nadine annuì, ma c'era un'altra domanda che voleva fare.
- Devi proprio andartene via?-
Lui rimase di nuovo in silenzio per qualche istante e poi, senza guardarla, annuì.
- Perché?-
Scosse la testa.
- Non è un discorso semplice.- spiegò - In primo luogo, gli umani e la magia vanno poco d'accordo. Tutte le volte che vi siete avvicinati, vi ha detto male. Ci sono molti di noi che vivono tra di voi, certo, ma siamo sempre in incognito, isolati o nascosti molto bene. Io sono un mezzodemone, e per di più non so stare nascosto, quindi è meglio che me ne vada. E poi lo sai... non è sicuro avermi attorno.-
- Tu ripensi troppo a quella dannata cosa!- esclamò Nadine, spazientita - Non hai pensato che all'epoca eri troppo piccolo per controllare il demone, e che è solo per questo che...?-
- Sono affari miei, okay?- sbottò Timmi, alzandosi all'improvviso - Hai visto da sola cosa succede da queste parti, ultimamente! Non so se l'hai notato, ma da quando sono qui, ve ne succedono di tutti i colori!-
- Ce ne sarebbero successe di peggiori, senza di te.- osservò lei, restando seduta - Probabilmente, Xander sarebbe già morto, se non ci fossi stato tu.-
- Senti, ora basta!- esclamò scocciato - I fatti sono questi... non voglio e non posso restare! Punto e basta!-
Nadine trasse un profondo respiro, cercando di non arrabbiarsi.
- Ti stai punendo, lo sai?- sbottò.
Timmi annuì immediatamente, furioso.
- Certo che mi sto punendo.- ringhiò - Ho massacrato un'intera città. Il solo modo che ho per rimediare... è questo. Fare il mostro a caccia di altri mostri. È l'unica cosa che so e che posso fare.-
Trasse un respiro profondo, ad occhi chiusi, e parve cercare di calmarsi con tutte le sue forze. Forse temeva di perdere di nuovo il controllo.
- Li odio, a partire da quello che ho dentro.- disse, quando parve sicuro di non crollare - Il Sommo Concilio mi può aiutare, perché fare da solo, senza le indicazioni di Arcangeli e Custodi, sarebbe dieci volte più difficile... è il solo motivo per cui faccio questo mestiere, o farei a meno del loro aiuto e me la caverei da solo. Capito, ora?-
Nadine serrò un pugno, quasi al limite della frustrazione.
- E per quanto tempo lavorerai per loro?- chiese, arrabbiata.
Timmi scosse la testa, stringendosi nelle spalle.
- Fin quando mi va.- rispose - Nessuno mi obbliga.-
- E allora...?-
- No.- l'anticipò lui - Te l'ho detto, non so fare nient'altro... ed è la sola cosa che mi aiuti a darmi pace. Combatterò per loro, fino a quando sarò in grado di farlo.-
- Non è giusto.- disse Nadine.
- Poche cose sono giuste.- rispose Tmmi - Pensi che sia giusto scaricare su Xander la responsabilità della Fornace? O che sia giusto che dei ragazzi come voi vengano con me su un'isola infestata di Dio solo sa quali mostri?- si passò una mano sulla faccia, sconsolato - I Custodi dell'Eden antichi possono sembrare soltanto dei pazzoidi senza alcun talento... ma in realtà erano così intelligenti che nessuno sa per quanto il Sommo Concilio dovrà esistere. Le conseguenze delle loro azioni, anche delle più piccole, sono sempre le peggiori e le più terribili. Sia che si tratti di piantare un seme, sia che si tratti di marchiare in eterno qualcuno con maledizioni potenti come quella di Xander o la mia. Un loro cenno e intere esistenze potevano venire sconvolte. Ciò che ho dentro non può essere semplicemente dimenticato. Devo portarmelo dietro finché vivo, e non ho altri modi per sopportare questa cosa.-
La guardò per qualche momento, sospirando, mentre lei tentava inutilmente di trovare qualcosa con cui ribattere, ma siccome non le riuscì stette zitta. Alla fine, il mezzodemone portò lo sguardo all'orologio e scosse la testa.
- È tardi. Dai, andiamo a letto.-
Mentre si avviavano alla porta, Timmi si rivolse di nuovo a Nadine.
- La tua pistola... se me la dai, potrò copiarla, così tuo padre non si accorgerà che non c'è più. E poi, credo di poter rimediare al problema dei proiettili limitati...-
Anche se profondamente rattristata, Nadine sorrise.
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