Cap. 16: Kyle
Il mattino dopo, di buon ora, Timmi, Alis, Nadine, Jo e Xander si incontrarono di fronte alla scuola, quando il cielo era ancora violaceo e il sole protestava all'idea di doversi alzare verso l'alto.
Fuori non c'era nessuno essendo così presto e questo, a detta di Timmi, era un bene per loro.
Nonostante l'ora i quattro scoprirono di essere sveglissimi, siccome l'agitazione non gli aveva permesso di dormire: Nadine, per passare il tempo, aveva finito i compiti, si era fatta la doccia e aveva stretto i capelli in un chignon dietro la testa; Xander aveva trascorso l'intera nottata a giocherellare un po' con i propri poteri, causando piccole scintille elettriche che gli avevano dato la scossa o lievi esplosioni di fumo che lo avevano fatto tossire parecchio; Jo aveva dato fondo alla sua collezione di fumetti, leggendosela praticamente tutta quanta; Alis, invece, era rimasta in rete tutto il tempo, navigando senza una vera meta, esplorando i siti più disparati e perdendo tempo giocherellando qua e là.
Dal canto suo Timmi, come al solito li aspettava già davanti alla scuola, perfettamente vestito e con l'aria di chi ha riposato abbastanza. Veniva da chiedersi se non avesse dormito lì.
La sola differenza rispetto al solito era che la sua moto non si vedeva. Forse era venuto a piedi.
- Ciao.- li salutò mentre si avvicinavano - Avete un aspetto orribile.- aggiunse, vedendo le loro facce.
Jo grugnì.
- Lasciamo perdere...- sbuffò.
Timmi sorrise e guardò gli altri.
- Bei capelli.- commentò notando Nadine, che se li toccò meccanicamente, troppo sorpresa per rispondere - Ora restate fermi.- disse, mentre tirava fuori da un sacchetto alcune palline di argilla - E lasciatemi fare.- aggiunse, mentre cominciava a modellarne una, dandogli le vaghe fattezze di una persona.
Quando ebbe fatto quattro pupazzetti a forma di esseri umani stilizzati, li mise a terra e aspettò: nel giro di alcuni secondi quelli crebbero e divennero identici ai quattro ragazzi che li osservavano attoniti.
Erano incredibilmente dettagliati, perfettamente vestiti e praticamente indistinguibili dagli originali. Quello di Nadine era persino pettinato come lei.
- Cloni magici.- disse Timmi - Lasciate qua i vostri zaini, il resto lo faranno loro.-
I ragazzi eseguirono, ancora stupiti.
- Ora andiamo. Si va da me.- continuò il ragazzo.
- A piedi?- chiese Alis - Ci vorrà...-
- In macchina.- la interruppe Timmi.
- Che macchina?-
Timmi si diresse verso una vecchia auto dalla vernice blu scolorita e la aprì.
- La mia.-
- Da quando in qua vai in giro in macchina?- chiese Xander, ricordandosi chiaramente come tutte le altre volte avesse usato la moto.
- Da quando devo badare a quattro persone invece di una sola.- sbuffò lui, montando - Ora, volete salire o mi venite dietro a corsetta?-
Poco più tardi i cinque erano tutti rintanati in casa di Timmi, aspettando che fosse mezzogiorno. Xander, abituato al posto e al proprietario, si sedette sul divano e accese subito la minuscola tv per vedere il telegiornale del mattino, così da passare un po' il tempo in attesa di mezzogiorno. Dopo un attimo di esitazione, Jo e Alis si unirono a lui, mentre Nadine si rivolgeva a Timmi.
- Quindi questa è casa tua.- commentò.
- Sì. Oggi sì.- rispose lui.
Lei lo guardò senza capire.
- Oggi?-
Il ragazzo si strinse nelle spalle e si diresse verso l'esterno.
- Nuova missione, nuova casa.- spiegò - Vado al forno a vedere di prendere un po' di pane. Voi fate come se foste a casa vostra.-
- Aspetta!- lo richiamò lei, inseguendolo - Vengo con te.-
Lui non le rispose, ma entrò in macchina e aspettò che l'altra lo raggiungesse.
- Allora...- cominciò Nadine, quando furono partiti - Cos'è questa storia della "nuova missione, nuova casa"?-
- Quello che sembra.- rispose Timmi - Non ho proprio una casa fissa.-
- E quando non... lavori?-
Si strinse nelle spalle.
- Di solito mi faccio ospitare da Liz Addley, così mi tiene d'occhio.-
- Da... da chi?-
- Ah, già, tu non lo sai...- disse lui, ingranando la marcia - Fa parte del Sommo Concilio, è amica dei Custodi dell'Eden. Ha affrontato gli originali quando aveva quattordici anni.-
- Quindi... una importante?-
- Importante quanto può esserlo la strega più potente del mondo.- rispose lui in tono casuale - È stata lei a occuparsi di me quando ero piccolo.-
- Quindi è una specie di... madre adottiva.-
Timmi aggrottò la fronte, guardandola con aria vagamente sorpresa.
- Sai...- disse lentamente - ... credo di non averci mai pensato.- ammise - Ma forse sì.- concesse - Non so come sia avere una madre. La mia non me la ricordo.-
Per un po' i due non parlarono, lasciando che a riempire il silenzio fosse il rumore del motore. Alla fine, dopo diversi minuti che andavano avanti in questo modo, Nadine decise di affrontare un argomento su cui rimuginava da un po' di tempo.
- Posso chiederti una cosa?-
- Tanto lo farai lo stesso, no?-
Nadine lo ignorò.
- Qualche giorno fa hai accennato a... insomma, mandavi "quei tredici" a quel paese.-
- A fare in culo.- corresse lui - Si tratta dell'Alleanza.- spiegò - Alleanza delle Ombre. È una società segreta che si oppone al Sommo Concilio. Per adesso non ne sono sicuro, neanche i miei superiori lo sanno per certo... ma i loro uomini sono stati visti in giro, ultimamente.-
- Cosa vuoi dire?- chiese - Pensi che abbiano loro la Fornace?-
Timmi scosse la testa.
- Non lo so.- ammise - Forse no, ma non posso darlo per scontato. Di certo, fanno sempre tutto il contrario di quello che facciamo noi. Sono sbucati fuori poco dopo che è stato fondato il Sommo Concilio, e cercano sempre di soffiarci magie e talismani... o qualsiasi altra cosa stiamo cercando noi.-
- E ci riescono?-
Lui si strinse nelle spalle.
- A volte.- ammise - Per lo più, i loro uomini sono dei mammalucchi, in battaglia. Il problema è che sono numericamente superiori a noi, e sono furbi. Parecchio furbi.-
- Quindi?-
- Quindi...- sbuffò Timmi, scalando ancora la marcia - ... se davvero ci sono di mezzo loro, allora sarà meglio non incrociarli.
***
Attraversando in tutta tranquillità il corridoio, Kyle varcò la porta dell'ufficio senza curarsi minimamente di bussare: sapeva di essere atteso.
- Ciao, Kyle.- lo salutò l'uomo quasi calvo seduto dietro la scrivania.
- Signor Ducan...- rispose lui - Come mai mi ha fatto chiamare?-
- Ho un compito per te.- disse - Ho mandato gli Scheletri da quel ragazzo. Due volte sono andati e due volte hanno fallito. L'ultima erano anche accompagnati da un Segugio Infernale, e neanche quello da più segni di vita da un pezzo.-
- Non sono tornati?- chiese, stupito - E perché mai?-
- Perché, a quanto ho saputo, quei maledetti del Sommo Concilio hanno mandato qualcuno a proteggere quel ragazzo... qualcuno piuttosto forte. I demoni minori che ho usato fino ad ora non sono sufficienti, contro di lui. Potrei provare con un Demone Maggiore, ma occorre troppo tempo per crearne uno.-
- E vuole che me ne occupi io?-
- Ovviamente.- rispose l'uomo - Sei o non sei il Divoratore di Anime?-
Nel sentire il suo soprannome, Kyle fece un sorrisetto.
- Okay.- disse - Non si preoccupi, mi dia un paio d'ore. Il tempo di prepararmi e di raggiungerlo, poi il problema sarà risolto.-
- Come pensi di fare?-
- Andrò con ordine.- rispose, stringendosi nelle spalle - Prima sistemerò questo protettore. Se davvero è tanto forte, meglio occuparsi del problema più grande. Mi dica solo quando devo agire.-
L'uomo si accigliò.
- Adesso.-
***
Uscendo dal negozio del fornaio carico di pane e schiaccine, Timmi cominciò a fare qualche contorsione per raggiungere la tasca con le chiavi; dopo pochi secondi, tuttavia, spostò lo sguardo su Nadine, che aveva una mano libera, aggrottando la fronte.
- Sai guidare?- le chiese.
- Io?- fece lei, sorpresa - No... sì... beh, non proprio. Ho il foglio rosa.-
- Allora vieni.- disse, sporgendo il fianco - Prendi le chiavi. Fammi vedere come te la cavi.-
Leggermente sorpresa, la ragazza si sedette al posto di guida e si allacciò la cintura. Sistemato il sedile (Timmi era un po' più alto di lei), mise in moto preparandosi a fare retromarcia.
Non era ancora partita che il mezzodemone si schiarì sonoramente la gola. Le ci volle un momento prima di ricordarsi che doveva sistemare anche lo specchietto retrovisore.
- Scusa.- si giustificò - È che di solito non ho bisogno di farlo. Mio padre è basso.-
Timmi non rispose, e lei uscì cautamente dal parcheggio. Guidò per un po', cavandosela non troppo male, fino ad arrivare nei pressi di un incrocio vuoto e, miracolosamente, col semaforo verde.
- Che te ne pare?- chiese, voltandosi un momento verso Timmi.
Lui si strinse nelle spalle.
- Non male.- rispose. Improvvisamente, girandosi verso la strada, sgranò gli occhi - ATTENTA!- gridò.
Nadine si voltò e vide che c'era qualcuno in mezzo alla corsia. Frenò bruscamente, tanto che sia lei che Timmi furono trattenuti sui sedili soltanto dalle cinture di sicurezza. L'auto slittò sulla neve, arrivando quasi a mettere sotto la persona davanti a loro.
- Razza d'imbecille...- ringhiò Timmi - Il semaforo pedonale è rosso... cosa cazzo sta facendo?-
Scese rapidamente dall'auto, avvicinandosi a grandi passi allo sconosciuto.
Era un uomo, ancora giovane ma più vecchio di Timmi, dai corti capelli scuri, di una cupa sfumatura nera con una frangia che gli copriva leggermente l'occhio destro, e portava occhiali cerchiati di metallo sottile; una rada barba gli cresceva sul mento e sotto le guance, dandogli un'aria volutamente trascurata e fascinosa.
Indossava un lungo giaccone nero che arrivava quasi fino a terra, completamente abbottonato, sopra un dolcevita candido.
Pur essendo alto più o meno quanto Timmi, parve rimpicciolirsi quando lui si avvicinò. Sul volto gli balenò quella che pareva... sorpresa?
- Si può sapere cosa ti passa per la testa?- gridò Timmi - Il tuo semaforo era rosso, e noi stavamo arrivando! Se vuoi morire, trovati un ponte e salta da lì!-
L'uomo non rispose, continuando a fissare Timmi come se fosse un miracolo vivente. Lui non parve farci caso, ma si voltò verso Nadine, che ancora non era scesa dall'auto: era sempre seduta e si massaggiava il collo.
- Merda...- sbottò, avvicinandosi a lei - Come ti senti?- chiese, dopo aver aperto la portiera.
- Mi fa male il collo...- disse lei - Credo che... il colpo di frusta...-
Timmi annuì.
- Guarda qua! Sei contento, adesso?- ringhiò all'uomo, aiutando Nadine a scendere e a sedersi dal lato del passeggero.
Finalmente, l'uomo si avvicinò a Timmi.
- Tu... come ti chiami?- gli chiese.
- Cosa te ne frega?- sbottò in risposta.
- Come ti chiami?- insisté lui, ostinato.
- Io, per te, sono il Signor Anderson!- ringhiò - Come Neo per l'agente Smith. Hai presente Matrix?-
- Anderson...- ripeté attonito - E... di nome?- chiese, con la voce roca di chi ha la gola secca.
- Di nome faccio "se non ti levi dal cazzo all'ospedale ci porto anche te"!- sbottò iroso, salendo in auto - Ma tu guarda... e io li odio anche, i dottori...- brontolò.
Finalmente, l'uomo si spostò, sempre fissando Timmi con aria stupita. Senza degnarlo di un altro sguardo, il ragazzo mise in moto e si diresse al pronto soccorso.
Mentre lo guardava allontanarsi, Kyle rimase immobile sul marciapiede.
- Non è possibile...- gracchiò, sconvolto - Timmi...-
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