Cap. 14: La spia
Quel pomeriggio, al parco, Xander raggiunse come al solito i suoi tre amici, scendendo dall'autobus un po' seccato: Timmi aveva detto, qualche giorno prima, che esisteva un metodo magico per spostarsi quasi istantaneamente da un posto all'altro, ma non gliel'aveva ancora voluto insegnare (- Per poi vederti ricomparire sulla cima di un vulcano perché hai sbagliato? No, grazie. Prima impara a mirare.-), cosa che lo costringeva a usare ancora i mezzi pubblici o le proprie gambe per andare da un posto all'altro.
Prima o poi scoprirò come si fa. Si ripromise, prendendo a calci un piccolo cumulo si neve.
Al suo arrivo l'atmosfera non si rivelò essere delle più allegre: Alis era seduta a gambe incrociate sul girello, i gomiti appoggiati sulle ginocchia e il mento tra le mani, e fissava il terreno attraverso le spesse lenti degli occhiali; Nadine stava a pancia in giù sulla vecchia altalena, spingendosi lievemente con i piedi, che affondavano sempre di più nella neve fresca e facendo cigolare appena la catena. Jo, invece, era sopra la panchina, le gambe appoggiate allo schienale e la testa ciondoloni oltre la sponda del sedile.
Nessuno dei tre salutò il ragazzo con qualcosa di meglio di un laconico "Ciao".
- Che vitalità...- commentò - Sembra che siate stati a un funerale.-
Jo lo guardò dal sotto in su.
- Vorrei vedere te...- brontolò in tono lamentoso.
- E volete passare il resto della vita in questo stato?-
Lui si strinse nelle spalle.
- Per ora mi accontento del resto della giornata.-
- Scusa, ma sai... siamo un po' delusi, ecco tutto.- disse Alis.
- Sì, ho capito, ma non mi sembra che così risolviate qualcosa.- osservò - Non è molto maturo da parte vostra.-
Nadine lo guardò.
- Non lo metto in dubbio.- ammise - Ma non puoi biasimarli perché sono delusi. Passerà presto.-
- E tu?-
Lei si strinse nelle spalle.
- Pazienza.- rispose - Cioè, sì, un po' mi dispiace, ma sai... alla fine, chi se ne frega.-
Dal suo tono, Xander capì che si stava sforzando per non sembrare troppo abbattuta. Purtroppo, per quanto avrebbe voluto tirarli su, non aveva idea di cosa dire: Timmi era stato categorico, e non era una persona facile da contraddire.
***
Da sotto un albero, parzialmente nascosto alla vista dei ragazzi, c'era un uomo vestito di nero con sulla testa un berretto dell'identico colore, munito di paraorecchi e calato sugli occhi. Solo qualche ciuffo ingrigito era visibile, oltre al pizzetto sul mento, poco più di una macchia marrone stinto.
Annoiato, osservava i quattro vicino ai giochi gelati che chiacchieravano. A un certo punto quello pallido (Xander Donovan?) cominciò a mostrare agli amici qualche trucchetto di magia, raccogliendo una palla di neve e poi lanciandola verso l'alto; quella esplose in una miriade di coriandoli di ghiaccio, che a loro volta sparirono in una pioggia di scintille bianchissime.
Ma sa solo fare esplodere le cose? Pensò.
Lo teneva d'occhio da qualche giorno e, tutte le volte che lo aveva visto usare i suoi poteri o quasi, aveva fatto scoppiare qualcosa. Probabilmente era un mago di fuoco.
Sentì un leggero calore nella tasca dei pantaloni. Riscuotendosi, ci infilò la mano e ne trasse una sottile carta rettangolare, dal bordo nero e la parte centrale grigio scuro. Era quella che si stava scaldando.
Appena fu davanti ai suoi occhi, comparve una scritta:
I Demoni Scheletro della Fornace sono appena stati localizzati, e si avvicinano alla tua posizione. Purtroppo, sta arrivando anche l'Artiglio Nero, probabilmente li salverà prima che sia troppo tardi.
- Devo intervenire?-
No, Julien. È molto forte, un uomo solo è poco per lui. Ma non temere, l'attuale proprietario della Fornace potrà occuparsene. Tu per il momento resta in disparte e aspetta nuove istruzioni.
- E se raggiungessero la Fornace prima di noi?-
L'Alleanza ha previsto quest'evenienza, e se anche la distruggessero non sarebbe un problema. Assicurati soltanto di recuperare ciò che ti abbiamo chiesto. L'obbiettivo primario è questo, non toccare i ragazzi e non farti vedere. Uccidili solo se dovessero scoprirti, e stai lontano da Timothy Anderson.
- Va bene.- disse Julien, annuendo - Ricevuto.-
Intascò la scheda e si allontanò dall'albero, gettando appena uno sguardo ai quattro: Xander Donovan aveva appena provocato un'altra pioggia di scintille bianche con la neve.
- Ragazzini...- commentò scocciato, allontanandosi.
***
- Sai fare solo questo?- chiese Jo, alzandosi dalla panchina, mentre le scintille (gelide al tocco) scomparivano a contatto con la pelle - Insomma... le esplosioni sono forti, okay, ma sei un mago, no?-
Xander si strinse nelle spalle.
- Beh... in teoria so creare alcune cose.- ammise - Insomma, posso usare la magia per far comparire alcuni oggetti... ma è un po' difficile, per adesso.-
- Timmi cosa ne pensa?- chiese Nadine, che si era sistemata a dovere sull'altalena.
- Secondo lui è perché sono un po' sotto pressione.- rispose - Mi concentro troppo, il più delle volte, e finisco per far... scoppiare tutto.- ammise, un po' in imbarazzo, mentre Jo ridacchiava.
- Niente di cui stupirsi.- osservò saggiamente Alis - Anche noi saremmo nervosi, probabilmente, se qualcuno cerasse di ucciderci e dovessimo andare a trovare gli Arcangeli.-
Xander sorrise: questo era proprio il bello di Alis, riusciva a rimanere razionale persino in simili circostanze. A volte era snervante, ma almeno sapeva dargli sicurezza. Proprio per questo le voleva bene.
- Probabile.- ammise.
- Per lo meno, questo è servito a scuoterti un po'.- osservò Nadine.
- Scuotermi?- ripeté lui.
- Sì... a volte somigli a uno zombie.- spiegò lei - Te ne stai sempre lontano da qualsiasi cosa possa darti troppe emozioni.-
- Non è che sono uno zombie...- protestò il ragazzo - È solo...-
Un rumore improvviso lo fece voltare di scatto, interrompendolo: era un suono ticchettante, che conosceva fin troppo bene.
- Accidenti...- gemette.
***
Timmi si fermò per dare la precedenza all'incrocio, posando una gamba a terra per tenersi in equilibrio. Ma perché gli avevano mandato il messaggio solo ora?
Dannato Skin... Pensò. Ti costava troppo contattarmi venti minuti prima, quando Xander era ancora da me?
Almeno, adesso sapeva a che ore doveva portare il ragazzo davanti al Sommo Concilio e cosa aspettarsi. L'unica cosa da fare ora era avvertirlo.
Prima di rimettere in moto notò un movimento con la coda dell'occhio, all'angolo del marciapiede semideserto.
Era un cane, o almeno questo sarebbe stato il pensiero di qualcuno che non era abituato a vedere creature del genere (difatti le persone che gli passavano accanto si limitavano a dargli appena uno sguardo), dal pelo ispido e corto, nero scuro. Il suo aspetto era piuttosto tranquillo e mansueto, almeno a prima vista; se ne stava semplicemente seduto nella neve, come se non sentisse il freddo.
Come so che non sei davvero un cane? Pensò incupendosi. Puzzi di fetido. Te ne stai al freddo come se non lo sentissi. Si rispose. E cercherai di ammazzarmi.
Appena ripartì, il cane cominciò a correre nella sua stessa direzione. Timmi staccò lentamente una mano dal volante e la portò alla cintura, dove teneva il cilindro con cui aveva protetto Xander l'ultima volta che si era trovato in pericolo. La sua arma.
Vieni a prendermi... Pensò, seguendo la corsa del cane, parallela alla sua. Ora ci scaldiamo un poco...
Appena prese la curva per arrivare al parco, il cane saltò.
***
Una mezza dozzina di Demoni Scheletro si stava avvicinando, disposta a ventaglio. I loro passi, pur attutiti dalla neve, erano ben udibili e mortalmente acuti. Disperato, il ragazzo guardò il sole: non era ancora del tutto tramontato, ma quel giorno c'erano molte nuvole in cielo, e i palazzi della zona di Morning Hill (più alti di quelli sparsi nel resto della città) ne bloccavano la luce, gettando un'ombra letale sul parco, consentendo alle creature di avanzare indisturbate. Da qualsiasi parte fossero usciti, stavano sfruttando la copertura degli edifici per proteggersi dal sole.
- Ra... ragazzi...- balbettò, indietreggiando - Vo... voi non ci crederete, ma...- Jo comparve al suo fianco, gli occhi sbarrati e fissi sui mostri.
- Oddio...- mormorò - Ma allora... allora esistono...- deglutì.
Xander rimase a bocca aperta.
- Li vedi?- chiese, sconcertato.
- Ma certo che li vedo, grandi e grossi come sono!- esclamò indignato.
- Ragazzi, non è questo il momento!- gridò Alis, con una vocetta stridula e impaurita, balzando in piedi.
Gli scheletri si avvicinarono, ghignando e stridendo come pazzi. Un rumore identico alle loro spalle e uno strillo acuto di Nadine dissero a Xander che ormai erano circondati: non aveva altra scelta, doveva lottare, e sperare che i suoi poteri fossero sufficienti a sconfiggerli.
- Okay...- mormorò - Ragazzi, voi statemi vicini... tenterò di aprire la strada, in qualche modo.-
Non aveva imparato niente di veramente distruttivo, e anche le sue esplosioni non erano particolarmente grandi (al massimo poteva disintegrare piccoli oggetti, ma nulla di più), però aveva una minima infarinatura di autodifesa, cosa a cui Timmi aveva dato la precedenza. Era il momento di scoprire quanto fosse servito tutto il lavoro che aveva fatto.
Senza stare a guardare se gli altri gli davano retta o no, il ragazzo lanciò due palle di fuoco contro gli scheletri che aveva di fronte. Uno saltò di lato e la schivò, ma l'altro fu troppo lento e finì col perdere la testa, che esplose (anche quella) in un milione di pezzi.
Reso cieco, cominciò a sbandare come se non si reggesse bene in piedi senza il teschio, e finì addosso a due suoi compagni, che caddero a terra in un groviglio di arti e di ossa. Il varco era aperto.
- CORRETE!- gridò.
Tutti e quattro spiccarono una corsa forsennata, cercando di passare nel passaggio momentaneamente aperto, mentre i demoni che avanzavano da dietro che si lanciavano al loro inseguimento. Xander e Jo, che erano i più veloci, riuscirono a passare senza problemi; Alis e Nadine, invece, erano un po' indietro rispetto a loro, e uno degli scheletri che avevano davanti cercò di afferrarle.
Nel tentativo di evitarlo furono costrette a cambiare direzione in fretta, finendo troppo vicine a un gruppo di quegli esseri. Il demone senza testa, continuando a barcollare a destra e a sinistra, finì quasi addosso ad Alis, che riuscì a schivarlo solo gettandosi a terra ma Nadine, appena dietro di lei, fu travolta dalla sua mole ossea e finì lunga distesa per terra.
Con un calcio riuscì ad allontanare l'aggressore, ma non fece in tempo a rialzarsi completamente che subito cadde ancora, scivolando sulla neve.
- NADINE!- gridarono Jo e Alis.
- Indietro!- urlò furioso Xander, alzando una mano.
Uno scudo quasi invisibile a forma di cupola avvolse Nadine, e il demone che cercò di saltarle addosso ci cozzò contro, incapace di toccarla. Lo schermo resistette, ma nel giro di pochi minuti sopra la ragazza ci fu un incredibile brulicare di ossa che cercavano di penetrare la barriera.
- Dobbiamo aiutarla!- esclamò Jo.
Xander lanciò qualche sfera di fuoco, facendo scoppiare varie parti dei suoi nemici, ma per ogni scheletro che colpiva un altro si rialzava e, cosa ancora peggiore, dopo alcuni minuti le parti distrutte si rianimavano e ricostruivano, tornando al loro posto in breve tempo.
Erano stati totalmente accerchiati e non riuscivano a liberarsi. Spalla a spalla, i tre amici osservavano i mostri farsi lentamente sempre più vicini, mentre alcuni di essi continuavano a colpire lo scudo magico che proteggeva Nadine. Non avrebbe retto a lungo.
- Che si fa?- chiese tra i denti Jo.
Alis, per tutta risposta, si lasciò sfuggire un singhiozzo. Xander si guardò intorno senza sapere come venirne fuori.
Dannazione! Ho bisogno di aiuto, Timmi! Pensò disperato.
Quasi in risposta alle sue preghiere, il rombo di una moto costrinse gli scheletri a voltarsi.
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