VIII - Our Love

La prigionia lo aveva reso stanco, con pochissima libertà di movimento.

I muscoli tiravano e le ossa facevano male, la maschera di ferro lo aveva limitato molto con la percezione.

Ma sapeva, sapeva che lei era là, era tornata da lui.

Quando sentì la sua voce cantare, aveva ritrovato la pace, almeno per quell'istante.

Ma quando non la udiva, aveva paura.

Temeva che sarebbe sparita, ma sentendo le sue mani stringerlo, ogni timore svaniva.

-sei ancora con me?-chiedeva ogni tanto.
-sempre-

Il giorno che si erano ritrovati non fu molto bello.

L'avevano separata dai loro figli.

Solamente per ucciderla dove lui era tenuto prigioniero, non sapevano per ordine di chi.

Ma avevano sottovalutato entrambi.

Lei aveva combattuto con la grazia che la distingueva da tutti e lui, con la poca magia che poteva usare, aveva inferto loro una morte lenta e dolorosa.

Sfortunatamente erano stati in grado di intrappolarla con lui.

Quanto aveva pianto.

-sono forti, sapranno cavarsela-le diceva.

Condivideva le sue paure ma in cuor suo sapeva che sarebbero arrivati da loro.

-ti ricordi quando ci siamo conosciuti?-le domandò.
-come potrei dimenticare?-rise.
-dal primo momento che ti ho vista... Sapevo che dovevi far parte della mia vita-continuò lui.
-ed ancora non lo credo possibile-
-ti sottovaluti troppo mia cara-

Era un giorno estivo, da poco era riuscito a costruirsi un impero, lontano da quello che anticamente il fratello minore aveva eretto.

Nessuna guerra, ma pace.

Faceva sempre una passeggiata per il villaggio, ovviamente rimaneva in forma umana, non gli piacevano troppe attenzioni.

Era piacevole abbandonare il suo aspetto simile a drago, almeno per qualche volta.

Fu lí che la vide.

Sorrideva salutando alcune persone, gli occhi le brillavano, sentí il cuore battere piú forte.

Quando notò il bambino che teneva per mano, però, si incupí, pensò che aveva giá un compagno, doveva essere così.

Ma quando sentí alcuni mormorare sottovoce.

"Inko è davvero una brava persona"
"Giá! Prendersi cura di un bambino non suo tutta da sola, deve essere dura!"

Senza rendersene conto sorrise, le andò dietro per un po, ammirandola da lontano.

Andò avanti cosí per qualche giorno, fino a che non vide alcuni uomini dare noia sia a lei che al bambino.

Gli ribollí il sangue nelle vene, come osavano toccarla?

Lei era sua.

-Inko lo sai che prendersi cura di un orfano non è molto... Semplice-
-non è orfano, ha me-ribatté mettendo il bambino dietro di lei.
-beh non ha bisogno di una figura paterna? Io sarei ben felice di esserlo-
-se lui non ti interessa io sono disponibile-disse l'altro avvicinandosi troppo.
-no grazie-disse lei con tono calmo.
-non farti pregare-
-mamma ha detto di no!-urlò il bambino dagli occhi scarlatti.

Era pronto a balzare addosso ai due ma Inko le teneva dietro di lei.

-hai un bel fegato a parlare cosí moccioso-
-qualche problema?-disse All For One avvicinandosi.

I due uomini lo riconobbero dal tono di voce e dagli occhi, tremarono.

-no signore!-
-a-assolutamente!-

Se la darono a gambe in un istante.

-state bene?-chiese preoccupato.
-si stiamo bene, la ringrazio-disse facendo un piccolo inchino.
-non c'è bisogno-
-g-grazie per aver aiutato mamma-disse timidamente il bambino.

Quando vide gli occhi del ragazzo sorrise.

-figurati giovanotto, qual'è il vostro nome?-
-Inko e lui è mio figlio... Tenko-
-p-piacere signore-

Al primo incontro non lo riconobbero, non indossava la sua solita armatura e tanto meno aveva le sue normali fattezze.

Era un semplice uomo, dai capelli neri e gli occhi verde brillante venuto in loro soccorso.

Iniziò tutto cosí, con il passare dei giorni lui si fece sempre piú spesso trovare in loro compagnia, mantenendo un basso profilo fino a che non si rivelò lui stesso.

Inko era mortificata, andò quasi nel panico, ma l'uomo rise e basta.

Dicendole di chiamarlo solamente "Hisashi".

La portò ai giardini del palazzo, Tenko stesso gli fece tale richiesta, ed incuriosito domandò il motivo.

-così mamma sará felice, è sempre felice quando è con te!-
-allora farò cosí-disse sorridendo.

Ricorda di essere stato nervoso, non era se stesso quella volta, normalemente era sicuro e mai spaventato, ma quando doveva parlare con Inko, era un'altra storia, lei glielo lesse in faccia dal primo secondo, sorrise come suo solito e bastò a calmarlo.

Dopo poco la strinse a se, facendola arrossire.

-non posso immaginare la mia vita senza Tenko e te, ti amo Inko, ogni volta che sorridi, che arrossisci o che mi stringi la mano... sento il bisogno di ogni tuo gesto, ti prego, dimmi che anche tu mi ami-

Lei sorrise baciandolo dolcemente.

-certo che ti amo, voglio stare al tuo fianco per sempre-

Hisashi sorrise mentre la sollevò per aria, girando su se stesso, era l'uomo piú felice del mondo.

Se aveva sposato Inko lo doveva a Tenko, entrambi gli avevano portato una tale gioia.

Ogni istante passato con loro lo custodiva gelosamente nella sua memoria.

Ricordava come fosse nervoso per il matrimonio, voleva che tutto fosse perfetto per la sua regina, mentre lei cercava di calmarlo.

-a me basti tu, non c'è bisogno di enormi preparativi-diceva lei.
-voglio che sia cosí... Voglio darti il meglio-ribatté.

Hisashi stava facendo ammattire l'intero castello, ma il risultato valeva la pena.

-mamma sembri una principessa-disse Tenko ammirando la madre vestita da sposa.
-grazie tesoro-sorrise.
-ah ma ora diventi regina! Quindi sei due volte piú bella!-
-tu diventerai il mio principino?-
-certo! Cosí proteggerò te e papà-

Inko era felice che Tenko vedesse Hisashi come padre.

-mia signora la aspettano-disse una cameriera.

La cerimonia fu lunga, ma ogni istante meraviglioso.

Hisashi notò alcuni dei suoi amici piú stretti lasciarsi scappare una lacrimuccia di commozione.

Lui non si permise tale libertà, aveva pur sempre una reputazione da mantenere, si concesse uno sguardo di assoluta devozione appena vide Inko che arrivava al suo fianco.

Alla fine della giornata sarebbero partiti per alcuni giorni solo loro due.

Tenko sarebbe rimasto a palazzo, al sicuro e probabilmente viziato, da uno degli uomini di Hisashi in particolare.

Prima di partire Tenko abbracciò la madre, dicendole che non vedeva l'ora tornassero.

E poi toccò a Hisashi venire abbracciato.

-papà?-

Hisashi sentì il cuore saltare un battito dall'emozione, gli sorrise.

-dimmi pure figliolo-

Lo vide girarsi i pollici nervoso e arrossí.

-quando tornare mi porterete un fratellino?-

Hisashi sorrise ridacchiando.

-come mai lo desideri cosí tanto?-domandò curioso.
-perché cosí te e mamma sarete felici ed io gli potrò volere bene!-disse come se la cosa fosse ovvia.
-ooh capisco, beh... Non faccio promesse figliolo-gli accarezzò la testa prima di riprendere.
-figlio mio sarai un grande re un giorno-gli disse orgoglioso.

I due entrarono nella carrozza per poi partire, Inko lanciò un ultimo sguardo a Tenko che la salutava ancora.

-faremo ritorno entro pochi giorni, non temere, starà bene-sorrise Hisashi.
-lo so, è solo che mi manca giá-
-sai cosa mi ha chiesto?-
-hmm?-
-il nostro Tenko vorrebbe un fratellino-sorrise.

Inko divenne rossa.

-sarebbe bello-disse lei sottovoce.

Hisashi ramase sorpreso.

-veramente?-
-si... Cosí, Tenko non sará solo e... Avrei piacere di...-

Hisashi non riuscí a trattenere la risata, causando ad Inko di arrossire e guardarlo malamente.

la strada pareva non terminare piú.

-siamo arrivati ormai-
-mi stavo per appisolare-
-mi scuso per l'attesa-

Hisashi fece scendere Inko dalla carrozza, sorridendole.

-ci siamo, un piccolo ritaglio di mondo solo per noi-

Il luogo era nascosto da una magia, magia antica, che mostrava un paesaggio non erale.

Una volta superata l'illusione, ecco apparire una casa, piccola vero, ma accogliente, fatta di massi che a tratti erano ricoperti da una pianta rampicante, i cui fiori bianchi stavano sbocciando.

Quel luogo emanava un'aura di pace.

Hisashi sorrise nel vedere il volto meravigliato della moglie, non poté fare a meno di sorridere anche lui.

-Hisashi è... Meraviglioso!-
-sono contento che ti piaccia-
-caro... le tue mani-disse lei con tono calmo.
-ah dimenticavo... In questo luogo ogni illusione si spezza-

La sua forma umana poco a poco svaniva, rivelandolo per com'era veramente.

La sua statura, giá possente, divenne piú alta, due corna nere apparvero sul capo, sia sul viso che sulle mani delle scaglie nere come la notte occuparono la pelle e le dita divennero acuminate.

Decisamente un aspetto che ricordava quasi totalmente un drago.

Ma Inko non ne era spaventata, gli occhi brillanti di Hisashi non smettevano di luccicare.

L'uomo le sorrise, quasi imbarazzato.

-mi dispiace, dovrai sorbirti questo viso per un po-
-non mi dispiace, sei sempre il mio Hisashi-

In quei giorni, si sentiro totalmente in pace.

Beati tra le braccia dell'altro, era bizzaro vedere un essere come Hisashi, temuto da gran parte del mondo per la sua spietatezza e brutalità, totalmente diverso con Inko.

Gli bastava la sua presenza per rassenenarsi.

Spesso pensava a come un essere come lui avesse avuto tanta fortuna.

Le mattine in cui si era svegliato abbracciato a lei, gli fecero dimenticare il suo obbiettivo ed i suoi nemici, voleva renderla felice.

Sia lei che Tenko.

La mattina del loro rientro rimase silenzioso ad osservarla dormire, ridacchiò pensando alla sera prima.

A come fosse cosí indifesa tra le sue braccia, a come la sua voce gridasse il suo nome, lo sguardo pervaso dalla passione che era scoppiata come un incendio quella notte.

In quell'istante prese coscienza di come la sua possessività potesse diventare pericolosa, dovuta alla sua metà draconica.

Bramava averla tutta per se, ammirare ogni lato di lei, vederla in un modo che solo a lui era concesso.

I draghi sono esseri possessivi, ed Hisashi era stato influenzato da questo loro lato, specialmente nei confronti di Inko e Tenko.

Ogni tanto temeva questo lato di sé, aveva paura di poter far loro del male, non se lo sarebbe mai perdonato.

Le passò una mano tra i lunghi capelli verdi, sussurrandole parole dolci.

Appena la vide aprire gli occhi la baciò sulla fronte.

-buongiorno-disse lei stiracchiandosi.
-buongiorno a te mia cara-
-è giá ora di tornare?-
-temo di si-
-d'accordo, mi vesto e possiamo andare, non vedo l'ora di rivedere Tenko-disse in tono allegro.
-sono certo che anche lui attende il nostro ritorno-

Dopo aver trascorso lungo tempo nella carrozza tornarono accolti da visi familiari, uno in particolare sembrava impaziente nel rivederli.

Tenko corse abbracciando i due, era felice di rivederli.

Nelle mura il bambino osservava i genitori come se aspettasse una notizia, non spiegò nulla, seguiva la madre come una guardia e fissava male chiunque si mettesse a parlare con lei, fino a che Inko non decise di chiedere spiegazioni.

-Tenko cosa c'è? È da quando sono tornata che mi segui come un cucciolo-
-beh sto proteggendo te e il mio fratellino!-
-tesoro è un po presto per sapere se...-
-non è presto! Anche se non si vede lo sento-disse arrossendo.

Inko divenne confusa cosí Tenko si mise a spiegare.

-so che lui è qui, è piccolo piccolo ma c'è-disse indicando il ventre della madre.
-ma tesoro ci vuole un po di tempo per capire se il tuo fratellino arriverà-

Il bambino fece spallucce e la sua espressione divenne strana, decise di non conversare oltre, ma non smise di seguirla ovunque andasse.

Una settimana dopo, Inko decise di parlarne con Hisashi, era un po preoccupata per il comportamento di Tenko, che si faceva piú protettivo verso di lei.

Bussò allo studio del marito.

-avanti, la porta è aperta-rispose come se fosse indaffarato.
-Hisashi? Ti disturbo?-

Alzò il capo con un sorriso sollevato, andò da lei baciandole il dorso delle mani.

La stanza era stracolma di antichi tomi e pergamene, le pareti avevano incise a fuoco vecchie rune, la cui utilità rimaneva segreta a tutti tranne che a Hisashi stesso.

-ho sempre tempo per te mia cara, qualcosa ti turba?-
-non esattamente... Solo che, da quando siamo tornati Tenko non fa che seguirmi e diventa sempre piú... Protettivo-
-davvero? Buffo... Hai idea del perché?-
-beh, mi ha detto che sta proteggendo il suo fratellino ma... Gli ho detto che era presto per saperlo-le guance le divennero rosate.

Hisashi pare pensoso.

-mi ha detto che lo sentiva... Che era piccolo ma c'era-

Inko lo vide sorridere, in modo strano, ma presto tornò il solito sorriso sincero che sfoggiava con lei, le mise una mano sul ventre, sorrise ancora di piú, sentendo quel piccolo battito, quasi impercettibile.

-Tenko ha tutte le ragioni per volerti proteggere-
-v-vuoi dire che..?-
-si tesoro, aspetti un bambino-

Inko gli saltò praticamente tra le braccia, piangendo lacrime di gioia e baciando Hisashi che per poco non perse l'equilibrio, la strinse a lui sorridendo.

Tenko venne informato della cosa poco dopo, il bambino aveva un sorriso spavaldo in viso.

-te lo avevo detto!-disse vittorioso.

Ben presto la notizia fece il giro del palazzo.

Sfortunatamente non solo là.

La notizia giunse alle orecchie dell'unico uomo in grado di abbattere Hisashi.

-non voglio che usciate dal palazzo-disse Hisashi alla moglie e al figlio una mattina appena rincasato da chissà dove.
-cosa? Perchè mai?-chiese Inko.
-i miei nemici sono venuti a sapere di te e di loro-disse riferendosi sia a Tenko che al bambino che Inko portava in grembo.
-non capisco... Che cosa...?-
-se vi trovano vi uccideranno, non posso perdervi-
-papà non preoccuparti, ci penserò io alla mamma e al mio fratellino-disse deciso Tenko.
-ah figlio mio, ammiro il tuo animo ma quella è gente senza scrupoli-
-che succederà?-
-nulla, fortunamente non sanno chi siete, sanno solo che ho una famiglia-
-ma se venissero a conoscenza...?-
-non temere, se vi sfiorano... Non ci sará nessuno che li proteggerà da me e la mia ira-

La notte Hisashi pensava nel suo studio, a come Tenko avesse percepito la presenza del fratello cosí presto.

Consultò ogni tomo che nel corso dei secoli aveva preso, quando un dubbio gli balenò alla mente, uscí per dirigersi nella camera di Tenko ma non lo trovò, scosse il capo con un sorriso in viso.

Come suo solito era sgattaiolato nella stanza di Inko e Hisashi, lo vide abbracciato a lei, indossava i guanti speciali che aveva fatto fare appositamente per lui, si avvicinò e lo mosse leggermente.

-Tenko, Tenko devo parlarti di una cosa-
-papà? Ma è tardi...-rispose il bambino stropicciandosi gli occhi.
-lo so, perdonami ma è importante-

Tenko annuí per poi essere preso in braccio da Hisashi e portato nello studio.

Lo fece sedere su una sedia.

-cosa mi devi dire?-Chiese assonnato.
-ricordi i tuoi veri genitori?-

Tenko lo guardò confuso.

-ma te e mamma lo siete-
-perdonami, intendevo, prima che la mamma ti trovasse-
-no, non ricordo, perché? Mi vuoi mandare via?-
-cosa? Certo che no! Sei mio figlio come potrei?-
-scusa... È che sembrava che-
-no figliolo, non ti lascerei mai-

Tenko sospirò alleggerito.

-mi permetti di fare una cosa?-
-cosa?-

Hisashi prese da una teca completamente nera uno strano frammento luminoso, lo tevena con cautela, indossando guanti d'armatura.

-prova a prenderlo-
-uhm ok-

L'uomo era sorpreso, il frammento si faceva toccare da lui.

Capí che Tenko era legato a colei che aveva addestrato il portatore della lama del fratello.

Poiché quel frammento era parte della sua arma, rottasi durante quella lotta.

-grazie figliolo, torna pure a dormire-
-ok papà!-

Rimise la lama nella teca, sorrise malevolo.

Non solo avvrebbe avuto un erede, ma aveva in suo possesso qualcuno che poteva fermare One for All e finalmente distruggerlo.

Nana Shimura aveva lottato con l'ultimo rimasuglio di magia di quel potere, ma non bastò a salvarla.

Il drago dorato non si era fuso con il suo ed è stata la sua rovina.

Quando entrò nelle sue stanze ritrovò Tenko abbracciato a Inko, stavolta era sveglio e farfugliava qualcosa a bassa voce.

-cosa fai figliolo?-
-shh, sto parlando con mio fratello-disse silenzioso.
-oh perdonami, posso sapere cosa gli stai dicendo?-chiese a bassa voce e sorridendo mentre si sdraiava vicino a loro.
-che non vedo l'ora che sia qui e che gli voglio bene e lo stiamo aspettando tutti-

Hisashi non poteva fare a meno di addolcirsi a quelle parole.

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