IX - The dragon's child

I mesi passavano rapidi nel castello, ed il bambino che Inko aveva dentro di lei cresceva.

Come la paura che aveva alimentato.

Ogni giorno sentiva di spie nemiche sorprese nel palazzo e della fine che facevano se portavano armi con loro.

Hisashi non mostrava loro pietà, minacciò apertamente il portatore dell'arma sacra che poteva abbatterlo.

L'odio e la rabbia erano dipinti sul suo volto quando tornò, Inko non l'aveva mai visto così furibondo.

Con paura i servi e le guardie la lasciarono entrare nelle sue stanze, dove Hisashi al momento stava avendo un attacco di rabbia.

Sentiva i libri sbattere e gli artigli dilaniare le pareti, un respiro animalesco tuonava da fuori la stanza.

Inko sospirò, con una mano sul ventre, che ormai era ben visibile, con l'altra aprí la porta.

Il marito aveva appena sbattuto un pugno sulla parete facendo tremare l'intero palazzo, gli occhi verde brillante erano accecati dalla rabbia, l'iride risplendeva in quel nero che li aveva invasi.

Il suo corpo totalmente trasfigurato in drago, le corna nere adornavano il capo a mo di corona, le scaglie sembravano vibrare dalla rabbia.

-Hisashi?-

Lo vide girarsi di scatto, la sua espressione furiosa non cambiava ma Inko sapeva che non doveva temere nulla da lui.

-Hisashi calmati, va tutto bene-si avvicinò fino ad essere ad un passo da lui.
-vi porteranno via da me-disse con una voce profonda ed inumana.
-no tesoro, so che ci proteggerai-gli mise una mano sul volto.

A quel contatto lo sentí strusciarsi contro la sua mano, la fissava con quegli occhi draconici, vedeva la possessività e protettività che emanavano.

-non dovresti essere qui... Potrei farti del male-
-oh caro, non lo faresti mai-
-ti fidi cosí ciecamente di me?-le chiese mettendole il capo tra la spalla e il collo, mentre assaporava l'odore che emanava.
-non sarei qui altrimenti-

La fissò nuovamente, mantenendo un'espressione fredda che si ruppe solamente quando Inko gli afferrò le mani e gliele poggiò sulla pancia.

Lo sentí irrigidirsi, e mano a mano calmarsi, era una cosa che aveva iniziato spesso a fare come antistress, sentire il battito di suo figlio.

Chiuse gli occhi sospirando, li riaprí di scatto quando percepì un calcio, Inko rise guardando quella espressione sorpesa.

-visto? Anche lui si fida di te-
-perdonami Inko... Ero... Arrabbiato e-
-shh non preoccuparti, può capitare a tutti di arrabbiarsi-
-voglio solo darvi un mondo sicuro dove vivere-
-lo farai, ne sono sicura-

Il giorno dopo Hisashi dovette lasciare nuovamente il castello, partí alle prime luci dell'alba.

Quando Inko si svegliò era sola, Tenko aveva le lezioni da svolgere e lei non voleva disturbarlo, si fece accompagnare al mercato, sebbene le guardie non volessero.

-m-mia signora potrebbe essere rischioso!-
-sciocchezze! Non attirerò l'attenzione promesso-
-almeno ci permetta di accompagnarla-
-no, altrimenti attirereste l'attenzione-

Ed era vero, un gruppo di guardie che accompagnavano qualcuno era decisamente sospetto, ma trovarono un compromesso, si sarebbero mescolate alla folla, l'avrebbero tenuta d'occhio e sarebbero intervenute in caso di bisogno.

Inko non indossava abiti sgargianti, non era il tipo, ma era comunque bella anche vestita in modo semplice.

Le piacevano le giornate al mercato, il tempo era meraviglioso e finalmente aveva un po di tempo per se.

Si sedette in un angolo per riposare i piedi, quando notò lui.

Impacciato e alla disperata ricerca di indicazioni, ma nessuno lo calcolava, la massa di capelli dorati ondeggiava nella brezza fredda, ed gli occhi azzurri guizzavano da un volto ad un altro.

Si avvicinò provando compassione per l'uomo che con fare ormai rassegnato sospirò.

-serve aiuto?-domando alle sue spalle.

L'uomo sobbalzò, facendo quasi cadere l'enorme spada foderata che portava sulla schiena.

-ah mia signora! Che spavento mi ha fatto prendere!-rise imbarazzato.
-le chiedo perdono, non era mia intenzione-
-no no, non c'è bisogno... E beh... Avrei bisogno di aiuto si... Mi sono perso! È da questa mattina che vado in giro in cerca di un luogo dove riposarmi-
-oh allora venga la accompagno volentieri-
-n-ne è sicura? Non mi pare nelle condizioni per-
-sciocchezze! Su venga, le faccio strada-
-mi permetta di offrirle qualcosa all'arrivo almeno, mi sentirei in colpa altrimenti-
-d'accordo d'accordo!-

Inko lo condusse ad una delle locande che era solita frequentare prima di sposare Hisashi.

-giá che siamo qui perché non pranziamo? Sempre se non è un disturbo!-disse lui.
-affatto, mi farebbe piacere-
-ah ma che maleducato che sono... Il mio nome è Toshinori Yagi-
-piacere di coniscerla Toshinori, io sono Inko Midoriya-

Conversarono per un bel po, godendosi la reciproca compagnia.

-allora Inko quanto ti manca?-domando sempre con quel sorriso sincero.
-non molto, stiamo aspettando che si decida a farsi conoscere, deve essere un tipo timido-rise.
-ti vedo molto emozionata!-
-beh si... Ho un bambino piú grande ma non siamo legati dal sangue, l'ho adottato quando era molto piccolo-
-che gesto nobile da parte tua, sono veramente colpito-
-aveva bisogno di aiuto, non potevo lasciarlo da solo-
-sei una persona incredibile Inko, veramente-
-non farmi arrossire dai-rise timidamente.

Giunse il momento di salutarsi.

-è stato un piacere Yagi, spero di rivederti-
-anche per me Inko, magari la prossima volta conoscerò la tua famiglia!-

La guardò andarsene con passo lento, sorrise tra se e se, sentendo un calore nel petto, sospirò prima di incontrare il suo contatto, nascosto in un vicolo poco distante.

-All Might... Scusa il ritardo-disse avvicinandolo e sottovoce.
-non c'è problema... Allora?-
-non ho scoperto chi sia, ma la veggente ha detto che il... Bambino... nascerà domani, durante l'eclissi-esitò quando dovette dire "bambino".
-capisco... Ma non c'è un modo per...-
-no... Lo hanno detto tutte le veggenti, se il bambino vive per te è finita, per tutti lo sará! Il figlio del divoratore non può restare in vita, o lo fai tu... Oppure cedi il compito ad un altro-

Yagi non voleva farlo, uccidere un bambino innocente... Era un atto riprovevole, anche se era la prole di All for One, era sempre una vita che non aveva fatto nulla di male.

-durante l'eclissi, prendilo in quel momento, la stanza dei due è segnata, portalo lontano e... fai quel che devi fare-

Annuì, sebbene  non fosse sicuro di farcela.

La mattina dopo Inko aveva chiamato dolorante la servitù lamentando dolori, sapevano che era il momento.

E non potevano aspettare, le guardie si apprestarono a sorvegliare le stanze dei sovrani, Tenko rimase ad aspettare nella sua, preoccupato dal pianto della madre.

Hisashi si trovava dall'altra parte del regno ma quando venne a conoscenza della notizia incaricò uno dei suoi uomini di raggiungerlo e farlo arrivare da Inko il piú in fretta possibile.

Kurogiri, incaricato di vegliare su Tenko e di fargli da tutore, salí sul suo drago, un dragone dalle scaglie viola, da cui trasudava nebbia nera e partí rapido verso Hisashi, Kurogiri non conosceva il luogo dove il sovrano si trovava, altrimenti l'avrebbe raggiunto in un secondo.

Inko sudava e piangeva mentre intorno a lei le donne incaricate di assisterla cercavano di rassicurarla.

-mia signora respiri, andrà tutto bene-le dicevano mentre preparavano il tutto.
-dov'è Hisashi?-chiedeva con le lacrime agli occhi.
-arriverà, lo stanno andando a prendere-

Erano passate alcune ore e nel cielo l'eclissi aveva già oscurato la luce.

Yagi sapeva che non aveva molto tempo, entrò da un passaggio nascosto nel castello, seguì le grida di donna, doveva rimanere nascosto ed al momento giusto... Fare quello che andava fatto.

-ancora un altro po, spinga mia signora-la incitavano.

Inko lanciò un ultimo grido quando, finalmente, un secondo pianto inondò la stanza.

Sollevò il capo mentre una ragazza puliva quel piccolo fagottino che non smetteva di piangere.

-è un maschietto mia signora-disse dandogli il bambino.

Inko lo strinse a se come l'unica cosa preziosa che ci fosse al mondo, in quell'attimo il pianto si interrupe, diventando piccoli singhiozzi e mugolii.

-la lasciamo riposare, suo marito dovrebbe essere arrivato-
-potete... Potete far venire Tenko?-

Il gruppo annuí prima di uscire con tra le mani le lenzuola sporche.

Inko cullava il piccolo neonato, osservando i lineamenti, alcune scaglie nere stavano sparendo poco a poco dal suo viso, intravide le minuscole punte di quelle che dovevano essere due corna che spuntavano dal capo.

Sorrise lacrimando di gioia, mentre il bambino finalmente smise di piangere.

Il suo piccolo Izuku.

-mamma?-
-Tenko, vieni tesoro, c'è qualcuno che vuole conoscerti-

Il bambino si avvicinò, salendo sul materasso vicino alla madre, il suo volto si accese di curiosità.

-vieni, prendi Izuku in braccio-
-m-ma se lo faccio cadere? O s-se gli faccio male?-
-tranquillo, andrai alla grande-

Quando Inko gli diede in braccio il piccolo, Tenko si sentí tremare.

-h-hey c-ciao Izuku! Sono tuo fratello maggiore! M-mi prenderò cura di te e ti vorrò un mondo di bene-disse tremando in voce.

Izuku aprì gli occhi al suono di quella voce, due iridi verde smeraldo brillarono assonnati contro quelli rosso rubino di Tenko che per un attimo ebbe il timore di farlo piangere, ma quando quel piccolo esserino fece il suo primo sorriso, Tenko sentí le lacrime rigargli il viso.

-tesoro perché piangi?-
-p-perché mi ha sorriso e... E gli voglio giá tanto bene mamma!-

Inko prese i due tra le braccia, cullandoli sebbene la stanchezza.

Hisashi corse per i corridoi del castello, passò rapidamente davanti al nascondiglio dove Yagi si era rifugiato, quest'ultimo non capí nemmeno come non l'avesse notato dato che si era fatto sfuggire un verso di sorpresa.

-Hisashi ben arrivato-disse debolmente Inko guardandolo con un sorriso.
-perdonami, avrei dovuto essere con te-
-lo sei ora-

Tenko porse al padre il bambino, che mugolò al contatto con le mani fredde del padre.

-come si chiama?-
-Izuku-rispose Tenko impaziente di riprenderlo in braccio.
-Izuku... Il nostro Izuku-disse tra se e se con un sorriso.

Hisashi osservò fuori dalla finestra, l'eclissi era ancora ferma, tornò ad osservare Izuku che ricambiava il suo sguardo, era curioso, l'uomo notò come somigliasse al suo defunto fratello, la stessa fiamma bruciava negli occhi del figlio.

-Tenko perché non vieni con me e Izuku? Facciamo riposare la mamma-disse con tono caldo.

Tenko annuí, abbracciò la madre e scese dal letto, prendendo la mano di Hisashi che con l'altra teneva Izuku.

-riposa, penso io a loro-

Inko annuí prima di abbandonarsi ad un meritato riposo.

Passò poco meno di un'ora, e finalmente l'eclissi iniziò a svanire.

Izuku era stato messo a dormire in una culla, mentre Tenko non voleva lasciarlo, si oppose in tutti i modi.

-Tenko, tuo fratello sará ancora qui quando tornerai-disse Hisashi abbassandosi al suo livello.
-ma non voglio lasciarlo-
-se finisci i tuoi esercizi starai piú tempo con lui no?-
-beh si...-
-allora vai, Kurogiri ti sta aspettando-

A malincuore annui, uscendo dalla stanza.

Izuku iniziò ad agitarsi, per un motivo ignoto, muoveva rapido le manine mentre i tratti draconici iniziarono a riapparire.

-oh mio piccolo drago cosa succede?-domandò Hisashi prendendolo in braccio.

Questo gesto parve calmarlo ma non del tutto.

L'uomo gli passò un dito sulla fronte e percepì qualcosa che non credeva possibile.

-che tu abbia...?-pensò ad alta voce.

Izuku aprì gli occhi fissandolo, pareva volesse chiedergli qualcosa.

-non temere Izuku, papà è qui-disse poggiando la fronte contro la sua.

Rimise il bambino nella culla e iniziò a girare per lo studio, cercando chissà cosa.

Quando udì la porta aprirsi e chiudersi rapida.

Rimase fermo dandogli le spalle, riconobbe subito quell'odore, digrignò i denti.

-quale coraggio ad entrare nella tana del lupo...-si voltò fissando due occhi azzurri.

Yagi non rispose, lo guardava con una mano stretta sull'elsa dalla spada.

Hisashi stava iniziando a trasfigurarsi lentamente, ma non osava scattare, avendo paura di ferire Izuku.

-cosa intendi fare? Uccidermi?-rise.

Ancora una volta Yagi rimase silenzioso, il suo sguardo passò rapido da Hisashi al bambino.

-oh non dirmi che sei cosí idiota da minacciare mio figlio-disse velenoso.
-fidati... Non mi piace l'idea-
-toccalo e giuro che nemmeno la tua fidata spada potrà salvarti!-tuonò.

Yagi sospirò, fissando Hisashi con sincero rimorso.

-per quello che vale... Vorrei ci fosse un altro modo-
-non osare All Might! Non osare farlo!-

Sguainò la spada che brillò di luce pura, Hisashi fu costretto a coprirsi rapidamente con una coltre di oscurità, urlò di dolore, quella luce lo bruciava, ed era abbastanza potente da penetrare nel manto oscuro che si era creato.

Quando sia la luce che il dolore svanirono vide che Izuku non c'era piú.

Ruggì di rabbia, chiamando i suoi soldati, intimò di trovare il bambino a qualsiasi costo, uscito dal palazzo si trasformò in un drago nero, occhi che rabbiosi scrutavano il suolo, disperatamente alla ricerca del figlio.

Yagi aveva imboccato nuovamente il passaggio segreto, tenendo in braccio il piccolo che era intento a piangere.

Appena si ritrovò fuori non sapeva cosa fare, era solo, attraversò la foresta fino ad arrivare alle rovine di un tempio, si nascose al loro interno mentre pensava a cosa fare, ma il pianto incessante del piccolo non glielo permetteva.

-shh shh-cercava di calmarlo.

Izuku piangeva ancora di piú.

Yagi fece l'unica cosa che gli venne in mente.

Lo cullò, dandogli leggere pacche sulla schiena.

-va tutto bene, va tutto bene... Sai perché? Perché ci sono io-

Izuku si limitò a singhiozzare, Yagi lo osservò, sperando nella fine definitiva di quel grido disperato.

Quegli occhi verdi lo fissavano, sembravano scrutare nella sua stessa anima.

Poi quella risata innocente ed il sorriso lo lasciarono sorpreso.

Gli si strinse il cuore.

Come poteva far del male ad un bambino?

Come era arrivato anche solo a pensarlo?

Non poteva farlo, non poteva.

Cosa avrebbe pensato Shimura?
Gli aveva insegnato a proteggere gli innocenti non a ucciderli.

Come portatore di One for All, era suo compito proteggere.

Vedere al di là delle apparenze e questo bambino... Non era un mostro assetato di sangue.

Percepì l'oscura forza che si stava ammassando nell'aria, All for One era furibondo.

Non l'aveva mai e poi mai visto cosí.

Alcuni passi leggeri lo fecero sobbalzare, tenne stretto a se il bambino, preparandosi a sguainare la lama.

-non temere... Non voglio ferire nessuno-una voce di donna, calma e limpida come l'acqua.
-chi sei? E cosa vuoi?-domandò mantenendo la distanze.
-dovevo solo osservare... È il compito che abbiamo-

Yagi rimase in silenzio, fissandola sospettoso.

-se scegli di risparmiarlo... Cambierà ogni cosa-
-non credo a quello che dicono-
-è il suo destino-
-il destino può cambiare-
-cosa intendi fare All Might?-domandò non distogliendo lo sguardo dai due.

Rimaste silenzioso, fissando il bambino e poi la donna dai capelli azzurri.

-lo lascerò vivere, lo restituirò ad All for One...-
-e poi? Tutti contavano su di te-
-poi affronterò le conseguenze... Parlerò con gli altri e cercherò di... Di rimediare-

La donna annuí senza emozione, prima di sparire nel buio.

Yagi uscí dalle rovine, sentiva ancora la presenza di All for One, era il momento giusto per ricongiungerli.

Sistemò il piccolo in un punto sicuro, lo coprí per bene con la coperta in cui era stato avvolto.

-non preoccuparti... Tuo padre ti troverà presto ok? Io... Io devo andarmene-

Izuku lo fissava balbettando.

-mi dispiace tanto per tutto questo piccolo... Non avrei nemmeno dovuto accettare il compito-disse dispiaciuto.

Si allontanò, ma ben presto dovette trovare un punto per nascondersi.

L'enorme drago che era All for One atterrò con un tonfo, riprese poco a poco la sua forma bipede, corse rapido dal bambino e lo prese tra le braccia.

Ispezionò l'infante scrupolosamente prima di tirare un respiro di sollievo, strusciando la punta del naso contro quella del piccolo che ridacchiò al gesto.

Yagi ne rimase colpito, non avrebbe immaginato di vedere l'essere responsabile delle peggiori atrocità cosí... amorevole.

Se gli avessero detto che avrebbe visto All for One con fare paterno avrebbe riso fino a che non avesse smesso di respirare.

Sembrava un'altra persona.

Venne raggiunto da alcuni soldati, anche loro preoccupati per il piccolo, si rilassarono sentendo il loro sovrano dire che stava bene, uno degli uomini fece salire sul proprio drago All for One e suo figlio, prima di librarsi in volo e tornare al castello.

-forse è veramente cambiato-pensò Yagi mentre anche lui si incamminava via.

Quanto si sbagliava.

N/A: quando scrivi un capitolo che da una parte ti piace e l'altra ti fa salire il cringe tremendo.

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