Prologo

Camila's Pov

10 settembre 2016, ore 11:30, Barcellona

Apro la finestra della mia stanza osservando, con piacere, il bellissimo sole mattutino, che, puntualmente, solca il cielo e illumina la città di Barcellona, come ogni giorno, in questa parte dell'anno e a questo orario.

Mentre guardo estasiata tutto questo, non posso fare a meno che pensare che la mia vita sia un po' come il paesaggio di questa città, in questo momento: radiosa, luminosa, tranquilla. Troppo tranquilla...

A volte essere in questo modo mi fa sentire troppo sicura di me stessa.
Qualche volta penso che essere così tanto sicura sia un problema, anzi, un ostacolo.

Penso che non ho mai fatto reali esperienze che mi aiutassero in possibili future cattive esperienze che potrebbe riservarmi il destino. Qualcosa che mi aiuti a crescere, insomma...

Lo so, sono pensieri, forse, un po' troppi complicati che una ventenne come me non dovrebbe nemmeno farsi, perché tutte le tipe della mia età non fanno altro che godersi la vita e fottersene del futuro o del destino, andando in locali diversi ogni sera insieme a delle amiche bevendo, ballando e ridendo e magari provandoci anche con qualche bel ragazzo.

Ma penso che è questo che mi manca realmente.
Amici e qualche ragazzo con cui magari flirtare.
Sì, perché è vero che in questa città, anzi, in questo Paese, la gente non mi piace -perchè sono tutti un po' stronzi e poi anche monotoni, dato che fanno sempre le solite cose- ma è anche vero che pure io non mi sto godendo per niente l'adolescenza, anzi, non sto facendo altro che studiare e, per carità, so che è importante, ma farlo sempre, di continuo, come faccio io, non fa altro che distrarmi dalla mia vita.

Ed è così che mi sono ridotta ad avere pochissimi amici, che si contano sulle punte delle dita (saranno due o tre e, comunque solo con alcuni di questi ho un rapporto realmente stretto per cui fidarmi) e anche poche esperienze "sentimentali" se così si possono chiamare.

Dopo un po' che penso tutto ciò, guardando dalla finestra il magnifico paesaggio ritorno alla realtà continuando a sistemarmi, dato che mi sono appena svegliata.

Mi guardo allo specchio e non posso fare a meno che guardare i miei lunghi capelli scompigliati, simili a dei grandi e castani nidi di rondine sulla mia testa che mi fanno ridere anche solo a guardarli.

Prendo la spazzola, ancora divertita dal mio buffo e insolito aspetto e pettino i miei capelli leggermente ribelli e crespi, per poi attaccarmeli in una coda abbastanza sbarazzina.

Mi metto una tuta per casa -giusto per essere vestita discretamente, perché di solito sto a casa con il pigiama- e sistemo il mio letto e la mia stanza e poi vado in cucina e faccio una breve colazione con una macedonia a base di fragola, mela e pera e, dopo, faccio altri lavoretti per la casa, preparo una busiata al sugo da mangiare a pranzo per me e per mia madre.

A un certo punto sento mia madre tornare a casa dopo le sue solite commissioni mattutine.
La vedo entrare, dopo qualche minuto, con passo affrettato e respiro pesante, mentre tiene un bel po' di borse della spesa che si affretta a posare.

<<Bungiorno, cara>> mi saluta, ancora con il respiro affannato dopo aver posato le borse della spesa.

<<Buongiorno mamma. Vuoi un bicchiere d'acqua.>> dico io di rimando.

<<Sì, tesoro, per favore...>> risponde lei con tono stanco, sedendosi sul divano della cucina.

Le riempo un bicchiere d'acqua e glielo porgo.

Appena finisce di berlo mi sorride facendo brillare i suoi grandi occhi verdi e, prendendo una busta dalla sua borsa, esulta <<Guarda un po' che ho trovato nel buca lettere?>> e mi porge la busta.

Prendo la busta e leggo il mittente.

Oddio è da parte del rettore della Oxford University, il famoso college inglese di Londra dove un mese fa ho fatto un test d'ingresso per andarci a studiare, dopo inutili tentativi nelle prestigiose università spagnole.

Apro la busta tremante e inizio a leggere con gli occhi, mentre l'ansia mi sale e mi scende per tutto il corpo.

Appena finisco di leggere, poso la lettera sul tavolo e guardo nel vuoto, incredula.

A un certo punto, come se fossi una pazza, esulto <<Oddio! Mi hanno accettata alla facoltà di architettura! Mi hanno accettata!>> e continuo a ripeterlo saltando e gridando dalla gioia.

Qualche ora dopo, a Londra...

Niall's Pov

<<...Quindi, in conseguenza dei fatti avvenuti, condanno l'imputata, qui presente, la Signora Cherit, colpevole del reato avvenuto e pertanto dovrà resarcire la vittima con duemila sterline al mese per 18 mesi. Così è deciso, l'udienza è sciolta.>> dice il giudice, battendo il matterello con fare quasi teatrale.
Sembra quasi che ci provi gusto, sto stronzo...

Sì, lo sto prendendo a parole.

Lo so che non si dovrebbe fare, ma il fatto è che l'avvocato difensore della condannata sarei io.

La solita fortuna...

Mi giro verso la mia assistita e con tono teatrale annuncio <<Sono desolato, signora Cherit...>>

<<Meno smancerie, avvocato Horan>> mi interrompe lei, guardandomi acidamente negli occhi e, sempre guardandomi, aggiunge <<So benissimo che l'unica cosa che vi importa sono i suoi soldi. Stia tranquillo, ve li do subito, a patto, però che mi dia un passaggio verso casa mia.>>

<<Va bene>> accetto io, solo per togliermela di torno al più presto.

Nonostante lavorassi per questa signora, ho capito fin da subito quanto questa donna potesse essere velenosa.
Ho accettato di essere il suo avvocato difensore solo per i soldi, come dice lei. E anche perché pensavo che i cattivi sono sempre quelli che la scampano. Ma adesso, mi sa che mi devo ricredere...

※※※

Dopo aver riaccompagnato a casa quella vipera e aver ricevuto lo stipendio, mi dirigo verso il mio appartamento.
Quando sono finalmente nella mia stanza del terzo piano del palazzo, sto quasi pensando di prendere il cellulare e chiamare la mia amica Ally, per divertirmi un po' con lei, che tra l'altro abita in questo stesso palazzo, solo che lei si trova in una stanza più sopra di due piani; così, estraggo il mio cellulare dalla tasca e, sto quasi per chiamarla, quando, però, ricevo una telefonata da mio padre.

Sbuffo.

Che vuole mio padre ora?!

Apro, stressato, la chiamata e rispondo <<Pronto?>>
<<Pronto, scansafatiche! Com'è andata la sentenza di oggi>> apre il discorso lui, cercando, forse, di scherzare, senza riuscirci.
<<Di merda, come al solito, ultimamente.>> rispondo, ancora una volta io, infastidito.
<<Perchè mi hai chiamato?>> domando io, continuando e venendo al sodo.
<<Due ragazze hanno prenotato una camera ciascuna, nel tuo stesso piano, oggi, quindi datti da fare, per sistemare quelle due camere.>> esordisce lui, contento.

Dimenticavo che è lui quello che mette in affitto le stanze del mio palazzo.
E poi usa me per sistemare le camere, nemmeno fossi un maggiordomo o una donna delle pulizie.
Che strazio.

Sbuffo di nuovo e gli chiedo <<Quando arrivano?>>
<<Una viene domani o dopodomani, l'altra tra due settimane.>> chiarisce lui.
<<Va bene, grazie per avermelo detto, inizio a pesare a come sistemare quelle due stanze.>> sentenzio io.
<<Perfetto, buon lavoro>> dice mio padre, chiudendo la chiamata.

Faccio un respiro profondo e inizio a sistemare una delle due camere.

Magari forse questo lavoretto potrebbe farmi distrarre dallo stress causato dalle ultime udienze che mi sono andate malissimo.
E poi... Non vedo l'ora che arrivino quelle due ragazze.
Penso proprio che ci sara da divertirsi con loro.

Nota d'autrice:
Bellaaaa!
Scusate se ci ho messo troppo a pubblicare questo capitolo, ma ho avuto un bel po' di impegni per le ultime interrogazioni. Penso che da adesso in poi aggiornerò un giorno sì e un giorno no, salvo imprevisti -che vi comunicherò nella mia bacheca o via istangram-.
Intanto, come vi sembra questa storia? Quale personaggio amate tra quelli presentati?
Rispondete con un commento o cliccando sulla stellina.
Martedì probabilmente pubblicherò il capitolo 1.
Il banner e la nuova cover sono dei fantastici regali realizzati da lallymendes a cui tengo tanto, quindi se trovo il banner o la cover precisi e identici o molto simile nelle vostre storie, vi segnalo!
Baci!
fabioluccia03

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