Capitolo 9
InuyashaXNarutoXBleachXOnePiece
Inuyasha camminava a passi affrettati verso le sue stanze.
La discussione avuta quella mattina lo aveva reso eccitato ma, al tempo stesso, anche nervoso.
Erano riusciti a convincere il mercante adesso toccava la parte più difficile riuscire a sparire per i giorni pattuiti con Miroku che, a quanto pare, si era dato disponibile a creare una scusa con entrambi i genitori dando così il tempo di allontanarsi il più possibile dalla regione prima che capissero l'inghippo tirò un profondo respiro. - Deve filare tutto liscio.- Pensò mentre aprì la porta della stanza rimanendo di sasso.
Dentro la camera seduto al tavolino, con davanti una tazza di tè, vide un uomo alto dai lunghi capelli neri raccolti in una coda alta il suo viso, freddo e duro come la pietra, sembrava non lasciare la minima emozione gli occhi rossi capaci di mettere i brividi anche nel più agguerrito dei consiglieri gli conferivano un'aspetto diabolico.
" Bentornato Inuyasha-kun." Mormorò lieto di vederlo lì.
" Naraku..." Sussurrò di rimando digrignando i denti il giovane per niente contento di vedere quella serpe bere nelle sue stanze senza il suo permesso.
" Cosa ci fai qui?" Domandò cercando di apparire cortese almeno all'apparenza.
" Passavo da queste parti e mi sono detto perché non fare una visita al nostro beneamato promesso sposo." Disse con sarcasmo e un sorriso sornione su quelle labbra rosse.
" Bhe è stato un piacere, adesso puoi anche andartene." Disse in modo schietto Inuyasha indicandogli la porta da cui era entrato.
Naraku annuì di rimando. " Ma certo, solo, prima volevo parlarti anche di una cosa." Chiarì lui alzando i suoi occhi sulla figura del più giovane.
" E di cosa vorresti parlarmi?!" Sbottò Inuyasha sempre più irritato.
" Procedono bene i vostri piani per la scampagnata verso Sorachi?" Chiese con una calma e una compostezza che lasciò di sasso il più giovane.
" Come faccio a saperlo ti starai chiedendo. Bhe, ognuno ha i suoi segreti dovresti saperlo." Mormorò ancora mentre Inuyasha cercava ancora di metabolizzare la domanda appena posto. " L'idea di recarti in una bettola fuori città è stata un'idea geniale così come incontrare l inviato di Sorachi credo che, quest'idea, sia balzata più a Miroku che a te." Commentò quasi ridendo. Inuyasha digrignò i denti preso dalla rabbia e riprendendo un'po del suo controllo. " Se ti azzardi a dire qualcosa a mio padre..."
" Tu cosa?" Gli domando incuriosito Naraku interrompendo il suo discorso. " Purtroppo, per te, non hai niente in mano e, anche se lo avessi, tuo padre crederebbe a te un figlio da sempre ribelle oppure a me suo fedele consigliere da oltre due anni che ha garantito una certa prosperita a questi territori?" Inuyasha non replicò era nella merda e lo sapeva una sola parola da parte di quel viscido essere e tutto sarebbe andato a puttane oltre a sorbirsi una qualsiasi punizione aveva messo nei guai anche Miroku. - Siamo fregati.- Pensò fra sè e sè angosciato sempre di più.
" Tranquillo, non intendo dire niente a tuo padre..." Dichiarò notando l'espressione tetra sul volto del giovane che rimase stupefatto da quelle parole.
" Nonostante questo vada a mio favore. Perché non glielo dirai?" Domandò incuriosito.
" In questo momento io mi trovo in una situazione di potere su di te..." Cominciò a dirgli mettendosi in piedi. " Potrei dire del tuo piano ma cosa guadagnerei? Niente se non gratitudine che, al momento, non mi interessa..." Ammise con un largo sorriso sul volto.
" E cosa ti interessa allora?" Chiese ancora Inuyasha studiando l uomo che aveva di fronte e cercando di capire dove volesse andare a parare.
" Per il momento non mi interessa niente ma, quando sarà l'ora verrò da te ad esigere qualcosa e tu, volente o no, dovrai darmi qualunque cosa io voglia per rendermi il favore..." Spiegò dirigendosi verso la porta. " Sempre che, nelle tue vene, scorrà il sangue di un vero samurai." Concluse lasciando la stanza e Inuyasha in preda a mille dubbi.
-
Il piccolo gruppo andava a passo serrato lungo il fitto del bosco. Nami, seguita da Zoro e Rufy, faceva da guida tallonata poi da Sanji e un tizio magrolino che, infondo alla fila, teneva sulla sua schiena magra la maggior parte dei sacchi.
" Mi spiegate perché, tutte le volte, dobbiamo fare tutta questa fatica?!" Esclamò il moretto dai capelli ricci e dal naso lungo con l'affanno nella voce.
" Usop, perché tenere un secondo avamposto in Kubo ci garantisce sicurezza che le guardie non ci trovino nel caso pattuglino i confini di Sorachi." Gli spiegò nuovamente Nami di poco davanti a lui. Avevano optato per quella scelta per potersi spostare liberamente tra entrambi i paesi così, per ogni evenienza, di avere un punto d'appoggio.
" Coraggio, siamo quasi arrivati." Lo rassicurò Sanji dandogli una pacca sulla spalla e facendogli notare la piccola costruzione di legno in mezzo al boschetto che, in passato, era stato un rifugio per la caccia e di cui loro avevano preso possesso.
" Era anche l'ora e, soprattutto, perché tocca sempre a me portare tutta questa roba?!" Esclamò ancora facendo riferimento alle provviste e a tutto il resto della roba.
" Perché tu sei il nostro mulo e sei l'ultimo ad esserti unito." Replicò Zoro con severita. Usop, figlio di un cacciatore, non era esattamente un cuor di coraggio e, si era unito, da solo qualche mese al loro gruppo.
" Uff ma poteva pensarci quel colosso di Franky a portare tutto visto che è arrivato prima di noi qua." Borbottò il malcapitato ricevendo in risposta le risate dei compagni mentre si avvicinavano alla catapecchia in mezzo al nulla da dove si intravedevano due figure una più alta e dalle curve accentuate e una di molto più bassa con una folta barba sul viso. " Ehila Chopper!!! Robin!" Gridò Rufy appieni polmoni facendo un cenno con la mano per salutare.
" Era l'ora che arrivaste." Disse la figura più piccola avvicinandosi lenta. Era un uomo di bassa statura dai folti capelli castani gli occhi neri, con varie borse sotto gli occhi, saettavano da una parte all'altra. Con la mano destra si aggiusto il kimono rosso fuoco che si stava slacciando.
" Ci abbiamo messo un'po perché questi due cretini si erano persi Chopper-san." Spiegò Nami al vecchio medico che annuì di rimando dando un'occhiataccia ai due.
" Vi ho sempre detto di seguire Nami senza andare per conto vostro. Come mai voi giovane non mi date mai ascolto." Disse con severita ai due che sbuffarono stizziti. Chopper era un medico di Sorachi che, in seguito al caos di cinquen anni prima, aveva deciso di fuggire e aveva trovato così quel giovane gruppo di scapestrati aiutandoli con le sue esperienze mediche.
" Ma sta un'po zitto vecchio citrullo." Borbottò Zoro avviandosi dentro la piccola casupola.
" Modera le parole con chi è più vecchio di te!" Gli sbraitò il medico dietro.
" Su coraggio, lasciali in pace. Dobbiamo cominciare a prepararci visto che, entro domani, la spedizione passerà da queste parti." Annunciò Robin facendo così cadere la discussione.
" Sei riuscita a scoprire il percorso?" Domandò curiosa e ammirata Nami delle capacita della donna più vecchia
Lei annuì convinta. " Passeranno per il sentiero poco più avanti ci sono vari punti dove potersi nascondere." Disse la donna fiduciosa.
" Di quanti uomini parliamo?" Chiese Sanji mentre posava i sacchi al suolo. " La scorta comprende una ventina di uomini oltre al conducente del carro. Data la guerra che è scoppiata la maggior parte dei soldati è stata dirottata verso il fronte..." Cominciò a spiegare la mora.
" C'e qualche pezzo grosso?" La interruppè Zoro speranzoso di affrontare qualcuno di degno mentre usciva incuriosito dal discorso.
" Da come ho scoperto, a guardia del convoglio, è stato messo un certo Zaraki Kenpachi." Gli rispose la donna.
" E' forte?" Domandò stavolta Rufy.
" Non ne ho idea..." Ammise la donna. " Si è unito da poco a Kubo credo sia per questo che è stato messo a guardia del tesoro." Spiegò ricevendo un verso di stizza da parte di Zoro.
" Sarà l'ennesimo figlio di papa incapace perfino di tenere una spada fra le mani." Borbottò mentre si allontanava innervosito.
" E adesso dove te ne vai testa d'alga?!" Gli gridò dietro Sanji.
" Vado a fare un'po di legna. Altrimenti come puoi preparare qualcosa di decente!" Gli urlò dietro mentre si addentrava nel fitto della boscaglia sparendo nel nulla.
" Ehm, ho come l'impressione che potrebbe perdersi..." Dichiarò Usop piuttosto allarmato.
" Per favore Usop stagli dietro." Borbottò Rufy emettendo un sospiro di disperazione quando Zoro entrava in modalita scontroso era suscettibile e intrattabile.
" D'accordo ma se non torno mi avrete sulla coscienza." Replicò abbastanza spaventato di ritrovarsi solo con quel ronin specie quando era arrabbiato.
" Senti Rufy capisco che Zoro è il tuo secondo ma, a mio parere, gli stai dando fin troppe libertà." Ammise Nami abbastanza contrariata da quello che era appena successo.
" Devo concordare con Nami-chan il suo modo di fare ci metterà nei guai un giorno." Aggiunse Sanji.
" Cosa sperate che faccia?" Gli chiese a sua volta Rufy. " Obbligarlo a obbedirmi? Finiremo per litigare o peggio per combattere e non mi va di lottare contro di lui." Concluse con un tono che non ammetteva repliche entrando dentro la casupola.
" Tra il capo e il vice non so chi è più duro di testa." Borbottò Nami scuotendo il capo.
" Lasciateli perdere..." Suggerì loro Chopper che si era messo a sedere sul terreno. " La sola cosa che conta adesso è riuscire a fare un bel gruzzolo niente di più." Disse cercando, in quel modo, di blandire almeno la ragazza. Nami era da sempre stata attaccata al denaro sin da quando era una ladruncola solitaria era all'ora che l'avevano incontrata lui e Rufy e l'avevano salvata da alcuni tipi poco raccomandabili.
" D'accordo se sei tu a dirlo nonnetto allora ti darò ascolto, almeno per ora." Disse convinta mentre entrava nella casa per riposare. Mentre anche gli altri andavano nelle loro mansioni un pensiero passò per la mente del vecchio curatore il nome Kenpachi gli diceva qualcosa ma, in quel momento, il ricordo sembrava svanito.
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Naruto camminava per le strade della città irritato mentre Zenzou gli illustrava le varie vie nascoste e i punti migliori da osservare in quella zona Hinata, al contrario del ragazzo prestava attenzione e faceva domande ma lui non ci riusciva. - Odio essere sottovaluto in questo modo.- Pensò fra sè e sè. Non si aspettava di certo chissà cosa sin da subito ma, venir considerato solo un bamboccio, era un'offesa sia per quanto si era addestrato sia per il suo stesso clan.
" Ehi, mi stai ascoltando?" Domandò a lui Zenzou fermatosi in mezzo alla strada insieme a Hinata mentre lui aveva proseguito per qualche metro.
" Si, certo." Mentì il biondo ricevendo un'occhiataccia dal ninja.
" E allora cosa ho detto fino ad ora?" Gli chiese incrociando le braccia al petto.
Naruto guardò verso Hinata in cerca d'aiuto ma, la giovane, aveva abbassato la testa rossa in viso. " Ehm..." Cominciò a dire lui mentre il sudore gli colava dalla fronte. " Dicevi che da questa parte si va verso fuori città e si entra nei boschi." Rispose cercando di fare il vago.
L uomo alzò un sopracciglio e lo guardo con uno sguardo truce. " No..." Rispose. " Ho detto che, andando in questa direzione, si va verso la residenza del clan del Ragno che si trova fuori città." Replicò emettendo un sospiro di rassegnazione. " Forse per oggi è meglio chiuderla qua." Ammise facendo cenno ai due di seguirlo per la strada appena percorsa.
" Lo scusi Zenzou-san..." Mormorò Hinata a bassa voce per non farsi sentire da Naruto che borbottava stizzito. " E' che Naruto-kun non è mai stato un tipo da ascoltare spiegazioni o fare quello che gli si dice." Disse ancora la giovane cercando di difendere il compagno.
" Non c'e bisogno che tu lo difenda Hinata..." Gli rispose con tono gentile il ninja riuscendo a intuire quello che la legava al biondo. " Comprendo il nervosismo del tuo compagno Katsura è stato esagerato a definirvi in quel modo..." Cominciò a dirgli. " Essere ritenuti incapaci già dall'inizio ti può demoralizzare oppure far incazzare e, l'atteggiamento di quel ragazzo, mi piace..." Ammise con un sorriso sulle labbra. " Non appena inizieremo con le prime missioni so che darà il meglio di se, ne sono convinto." Concluse girando la testa per un secondo per vedere il volto imbronciato del più giovane mentre guardava a terra.
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Mentre il trio camminava per strada, quattro paia di occhi, gli osservavano a distanza in mezzo alla folla. " Quei due quindi sarebbero i nuovi arrivati?" Domandò una voce di donna sotto il cappuccio nero. " A quanto pare si. Potrebbero diventare un problema anche se giovani non credo siano da sottovalutare." Gli rispose invece una voce maschile seduta a terra e che cercava di elemosinare qualcosa dai passanti.
" Riferirò al maestro non appena arriverò alla residenza. Tu tieni d'occhio la cosa." Gli ordinò lei severa prendendo la strada che portava verso fuori città.
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Con attenzione il samurai osservò i punti in cui la fanteria Kunoyshi era passata solo qualche giorno prima tastandoli anche con la mano destra nonostante il fango impregnasse il terreno.
" Allora Koyōte-san sono passati di qui?" Domandò un uomo di statura media ma dal fisico muscoloso ricoperto di una spessa armatura bianca i cuoi occhi verdi, le cui pupille sembravano simili a quelle di un gatto, saettavano tra l uomo in ginocchio e la truppa alle loro spalle.
Koyōte si rimise in piedi sovrastrando di gran lunga il compagno e, sistemando il ciuffo di capelli castano scuro con la mano sinistra, disse:" A quanto pare si. Quei bastardi hanno scelto proprio questa strada per dirigersi al centro di Kubo." Gli annunciò ricevendo un segno d'imprecazione da Ulquiorra.
" In questo modo non avremmo quasi niente da saccheggiare dannati pezzenti montanari." Borbottò dando un calcio a un sasso.
" Bhe, c'e sempre la capitale." Suggerì Koyote con un sorriso sornione sul viso.
" Per me sarebbe un'ottima idea!" Esclamò sghignazzando un terzo uomo alto quanto il primo ma dai capelli a punta azzurri e gli occhi azzurri, questi ultimi, con delle stranee linee verdi.
" Grimmjow-dono sai benissimo che abbiamo un'accordo non possiamo." Gli replicò sbuffando Ulquiorra.
" E da quando seguiamo le regole?!" Sbottò l azzurrino andando davanti al compagno dagli occhi verdi. " Quei bastardi sono arrivati prima di noi prendendo tutto quello che volevano e lasciando niente e la cosa mi fa incazzare." Ammise schiettamente.
Ulquiorra osservò gli occhi del compagno con sfida. " Gli ordini del nostro signore sono legge e l'accordo va rispettato." Sibilò senza distogliere o abbassare lo sguardo nonostante l'armadio di muscoli che si trovasse davanti.
" Finitela tutti e due!" Gli ordinò Koyote duramente fissandoli. " Conosco bene gli ordini e avete ragione entrambi. " Disse ancora prendendo le redini del cavallo per rimettersi in sella.
" E quindi cosa suggerisce di fare?" Domandò con tono curioso Ulquiorra.
Lui ci pensò per qualche istante fissando le piane di fronte a loro. " Abbiamo un sufficiente numero di uomini sia per dare l'aiuto a quei ladri sia per saccheggiare territori ormai sguarniti..." Comunicò lui. " Voi due vi dirigerete con la maggior parte delle nostre truppo a dare man forte all'esercito Kunoyshi io, e un'altra parte, ci dirigeremo verso i territori a sud e li saccheggeremo questo disorienterà i consiglieri del damyo e ci darà modo di creare ancora più confusione. Siete d'accordo?" Domandò loro.
Grimmjow rise a quella proposta e applaudi. " Direi che mi posso far andar bene la cosa..." Concordo salendo anche lui sul proprio cavallo. " Uccidere un'po di uomini sul campo sarà un pagamento equo, almeno per ora." Dichiarò. " A te Ulquiorra va bene?" Chiese Koyete spostando i suoi occhi sull uomo in armatura bianca. Lui annuì. " Molto bene, se tutto andrà come pattuito ci troveremo alle porte della capitale nel caso mandate un emissario." Dichiarò prima di scuotere le redini del cavallo e, insieme a una parte delle truppe, cambiò direzione. Ulquiorra e Grimmjow, seguendo il suo esempio, presero il restante esercito e, a passo di marcia, iniziarono a dirigersi verso le forze alleate.
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