Capitolo 4
BleachXOne PieceXInuyasha
L uomo a cavallo fissava la piana sotto di se con vivo interesse e con attenzione. Li, in quella rigogliosa distesa di campi di riso, noto vari contadini intenti a raccogliere i frutti di quei lunghi e caldi mesi estivi con l'inverno che, inesorabile, stava giungendo. Dalle piccole case di legno, unite fra loro, usciva qua e la del fumo. Il sole si stava mostrando via via sempre più alto in cielo e una piacevole brezza scuoteva la criniera del suo cavallo. Sentì un piccolo trotto farsi vicino e, voltandosi, trovò il suo vice ricoperto dalla sua armatura completa con l'elmo che ne copriva la maggior parte del volto. " Siamo pronti nobile Jugram quando vuole possiamo attaccare." Annunciò mettendo la mano destra sull'impugnatura della spada al suo fianco destro. Lui spostò lo sguardo verso il piccolo villaggio di fronte a loro ai limiti dei loro confini. Smosse le redini del suo cavallo nero girandosi verso gli oltre ventimila uomini sotto il suo comando e che gli facevano da avanguardia." Di fronte a noi c'e un piccolo e miserabile villaggio di Kubo..." Annunciò loro. Molti soldati sorrisero compiaciuti. " Non ci sono regole per il saccheggio fate quello che volete. Da questo momento la regione dei Kuinshi invade lo stato di Kubo!" Ruggì a pieni polmoni. I soldati gridarono di rimando sollevando le armi e, come un nugolo di cavallette, si diressero verso il villaggio pronti a portare morte e distruzione.
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Quando Ichigo si alzò il sole ormai era alto da un'po. Borbottò qualcosa a bassa voce mentre si alzava dal suo giaciglio e, subito, cercò la spada che aveva gettato da qualche parte la sera prima. Doveva subito mettersi al lavoro prima che una certa persona entrasse per sgridarlo e lo ritenesse un fannullone. Mentre si metteva il kimono sentì dei passi pesanti lungo il corridoio della caserma in cui alloggiava.
" Non sei ancora pronto razza di dormiglione?!?" Sbraitò un giovane alto dai folti capelli rossi legati all'indietro con un laccio e il kimono semi slacciato che mostrava alcuni tatuaggi sul corpo che aveva spalancato la porta.
" Uff, potresti anche urlare di meno Renji..."Replicò di rimando il ragazzo al suo senpai.
" Se tu ti svegliassi in orario anzichè tardi! Ti urlerei di meno e sarei meno nervoso anche io." Sbottò l altro.
Ichigo si alzò stiracchiandosi. " Dovresti ringraziarmi visto che, l altro giorno, ti ho difeso con la tua donna." Replicò di rimando lui in riferimento alla discussione del trasporto valori.
" Ti ho già ringraziato ieri. Ora muoviti prima che arrivi Urahara o qualcun altro e ci faccia il terzo grado..." Sbraitò ancora tornando in corridoio e dirigendosi verso l'esterno. Ichigo sbuffò. Aveva conosciuto Renji circa quattro anni fa e, tra i suoi commilitoni, esclusa quella pazza di Rukia era una delle poche persone che lo trattava in maniera normale a differenza degli altri che, in lui, vedevano solo quel dannato del suo vecchio morto ormai da oltre dieci anni. - Proprio un gran bell amico.- Pensò mentre, richiudendo la stanza, si diresse verso l'esterno per il solito stramaledetto allenamento.
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La donna mora percorreva sicura quel sentiero di montagna disperso tra l'immensa foresta che divideva i domini di Sorachi e Kubo. Pochi erano coloro che si addentravano in così grande profondita visto il pericolo di animali feroci e, soprattutto, dei banditi che si diceva avessero preso possesso del luogo. Si avvicinò a una specie di baracca di fortuna nel fitto della boscaglia nascosta tra alcuni grandi alberi. Un piccolo fuoco spento si trovava poco distante. " Sono tornata." Disse ad alta voce. Delle figure si palesarono dalla baracca.
" Era l'ora che tornassi. Eravamo stufi di aspettare." Borbottò impaziente un tipo alto dai corti capelli verdi e il fisico massiccio con, ai fianchi, due foderi vuoti. Indossava un kimono verde slacciato sul davanti su cui si notava una profonda cicatrice all'altezza dello stomaco che arrivava fino al petto.
" Ehi, bada a come parli alla mia Robin è chiaro? Testa d'alga." Replicò innervosito un ragazzo di poco più basso di lui e dai folti capelli biondi fissandolo male coi suoi occhi azzurri.
" Piantatela di litigare voi due!" Sbraitò una ragazza dai capelli rossi dando un colpo in testa a tutti e due e sorridendo alla donna più alta di lei. " Che notizie ci porti?" Le chiese.
" Rufy e gli altri dove sono?" Domandò la mora non notando le loro figure li.
" Brook si trova ancora a Sorachi a raccogliere informazioni e resterà la per un altro mesetto, Usop a caccia, Franky è a sistemare la spada di questo scemo, Chopper sta leggendo dei rotoli e quello scemo di Rufy sta ancora dormendo." Le spiegò in breve sfinita. Essere l'unica persona responsabile in mezzo a quel branco di matti la portava sul serio all'esaurimento.
Robin le sorrise con fare quasi materno e le disse:" Dai Nami andate a svegliarlo ho notizie per un possibile colpo."
A sentire quelle parole gli occhi della giovane iniziarono a brillare. " Soldi! Dopotutto questo tempo era l'ora!" Urlò euforica correndo come un fulmine verso la catapecchia.
" Sperando che ci sia gente forte a cui tagliare la gola però..." Borbottò Zoro sbuffando. Nelle ultime loro imprese non aveva trovato un singolo vero combattimento decente era stufo di avere solo mezzetacche oppure nobili cagasotto che fuggivano non appena la cosa si faceva seria.
" Sei il solo al mondo che, anziche pensare ai profitti, si preoccupa di trovare gente da affrontare." Replicò il biondo mentre si avviavano verso la baracca. "Ho altri interessi oltre ai soldi. Dovresti saperlo ormai Sanji." Rispose con uno strano tono calmo Zoro. Il biondo stava per replicare quando un urlo di dolore rimbombo per la baracca davanti a loro.
" Sono sveglio. Non importa essere così violenti!" Protestò un ragazzo dai corti capelli neri e una cicatrice sulla guancia destra mentre si massaggiava la testa appena colpita da Nami con forza.
" E' l'unico modo per svegliarti stupida testa quadra." Replicò lei quasi ringhiando con le braccia esili sui fianchi sinuosi.
" Su, su calmatevi." Disse Robin entrando chinando la testa per riuscire a passare dalla porta bassa.
" Allora, che novita ci porti?" Domandò Rufy rivolto alla donna mettendosi seduto.
" Un possibile colpo. Tra pochi giorni il convoglio con le tasse delle piccole prefetture del Damyo passerà per queste zone. A quanto pare non saranno sorvegliate da un vero guerriero d'elite." Spiegò brevemente.
" Perciò soldi facili!" Gridò di gioia Nami.
" Sai già il percorso?" Domandò Zoro interrompendo subito la gioia della compagna.
La mora scosse la testa. " Per il momento no ma, datemi tre giorni, e vedrò di scoprirlo." Rispose lei al verde.
" Che ne dici capo?" Chiese Zoro stavolta a Rufy.
" Direi che è l'ora di scendere un'po a valle. E' da quasi un mese e passa che non facciamo niente di eclatante. Stavolta, anziché il regno di Sorachi, andremo in quello di Kubo per una bella scampagnata." Disse sorridendo e alzandosi in piedi.
" Perfetto, vado ad avvisare gli altri." Rispose Nami avviandosi verso l'esterno di corsa.
" Io invece vado a preparare le provviste. Sicuramente ci serviranno." Replicò Sanji seguendo la rossa fuori. Nella piccola capanna rimasero solo Rufy, Zoro e Robin. Non appena il duo si allontanò Rufy si fece stranamente serio. " Robin, facci sapere in che giorno arriverà la spedizione e, soprattutto, chi sarà a guardia del convoglio. Non voglio avere qualcuno di problematico." Mormorò il ragazzo severo.
Lei annuì. " Sarà mio dovere farlo, ci rivediamo al solito posto tra quattro giorni." Disse sorridendo e uscendo.
" Rufy, dovrei parlarti." Disse Zoro una volta che la mora e gli altri furono al di fuori d'orecchio. Rufy sospirò avvillito. Quando sentiva quelle parole uscire dalla bocca di Zoro non era mai un buon segno.
" Cosa c'e stavolta?" Chiese ributtandosi sul giaciglio di paglia.
" Si tratta di questa rapina sai come la penso..." Mormorò serio. Il moro annuì. Conosceva Zoro sin dall'inizio. Tra loro era, in assoluto, il più onorevole e quello che si avvicinava più di tutti a un vero samurai discendendo da una piccola famiglia nobile caduta in disgrazia. Cosa che, nessun altro di loro, era mai stato. Erano orfani di famiglie povere nella maggior parte dei casi. Si erano radunati insieme a molti altri per soppravvivere e, ormai, da oltre cinque anni facevano questo rubavano quel che potevano per vivere.
" Faremo come al solito. Non mi va più di discutere con te su questo." Borbottò il moro poco convinto. " Lo so che ti chiedo tanto ma, sai come sono fatto." Disse ancora con un tono colmo di scuse.
" Lo sai che, con me, non ti devi scusare." Sorrise sinceramente l altro. " Sei il mio vice e, inoltre, la tua famiglia e la tua amica avrebbero apprezzato questa cosa lo sai." Disse ancora Rufy. Al pensiero di Kuina un moto di tristezza lo pervase soprattutto al cuore. La sua rivale, la sua migliore amica che, ormai non poteva più lottare contro di lui. Durante l'ultimo conflitto di dieci anni fa era morta insieme a tutta la sua famiglia. Solo lui era riuscito a salvarsi a discapito di tutto. " Scusami. Sono stato indelicato..." Ammise Rufy amareggiato.
Zoro si girò verso la porta senza far vedere il volto. Non voleva mostrare le sue emozioni. Nascondere tutto dietro una maschera di indifferenza era il solo modo che aveva per andare avanti. " No, non importa. Ormai, io e questo dolore, siamo vecchi amici tutto passa per poi tornare..." Disse lui con tono grave uscendo dalla stanza.
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Ichigo deviò la stoccata a pochi millimetri dal suo viso per poi, subito, contrattaccare. Il suo avversario, colto alla sprovvista, cercò di fare un passo indietro ma il giovane lo prese in pieno petto col bokken spedendolo al tappeto.
" Fine dell'incontro!" Urlò il maestro mentre Ichigo riponeva il bastone a terra e ansimava per la fatica appena compiuta. " Kurosaki Ichigo rimettiti al tuo posto." Ordinò perentorio un uomo alto dai lunghi capelli biondi con indosso un kimono verde che, in quella situazione, stonava rispetto a quelli bianchi dei propri sottoposti.
" Si Urahara-san." Borbottò lui facendo un inchino al proprio avversario e mettendosi al proprio posto vicino a Renji intento, come al solito, a stare stravaccato annoiandosi.
" Dovresti cercare di stare attento almeno un'po..." Gli borbottò a bassa voce Ichigo dandogli una gomitata. Lui si riscosse, e fissandolo male, rispose:" Quella scema di Rukia ieri sera mi ha stressato come non mai e le mie scuse non sono false a nulla perciò sono stanco..."
Ichigo sospirò rassegnato. " Mi domando come mai ancora state insieme siete così incompatibili fra tutti e due." Disse sempre senza farsi sentire e sempre tenendo d'occhio gli scontri dei propri compagni.
" Pensa alla tua bionda piuttosto..." Replicò l altro. Una lama penetrò nel petto del giovane. " Sbaglio oppure dovrebbe essere vietato prendersi una cotta per la nobile figlia del Damyo..." Sussurrò a voce ancora più bassa il rosso con un sorriso sinistro sul volto facendo sussultare Ichigo sia dalla rabbia che dal nervoso.
" Sta zitto..." Borbottò stizzito Ichigo. Renji stava per aggiungere altro quando, la porta, si aprì. Tutti gli occhi si voltarono verso l'apertura e, da lì, si palesarono due uomini.
Quello sulla destra era alto dal fisico snello avvolto in un kimono bianco e nero. Un ciuffo di capelli neri gli scendeva lungo il lato sinistro del viso e i suoi occhi castani correvano da una parte all'altra della stanza. L altro, poco più basso, aveva la pelle pallida quasi cadaverica. Dei corti capelli grigi gli scendevano lungo i lati del viso facendolo sembrare ancora più vecchio di quello al suo fianco e, un sorriso sinistro, correva da una parte all'altra del viso.
" Aizen..." Mormorò Urahara serio in viso senza mostrare il minimo rispetto per uno degli uomini più potenti del paese. A sentire il nome, tutti i giovani, si misero in piedi e sull'attenti. " Capitano Urahara come procede l'allenamento delle nostre truppe?" Chiese quello incrociando gli occhi del biondo.
" Sta andando bene come sempre." Rispose schiettamente senza abbassare lo sguardo o dare cenno di tentennamento.
" Molto bene. Allora, non sarà un problema se il mio assistente saggia le abilita di uno dei suoi allievi." Propose con un sorriso divertito il Karo indicando il più giovane al suo fianco. Urahara fissò l'albino capendo chi fosse. " Gin Ichimura presumo..." Disse molto colpito. " Ho saputo che sei un vero prodigio nella spada tanto da aver scalato vari gradi già in giovane età. E' un onore averti qui." Ammise sempre rimanendo impassibile. Gin, sempre sorridendo, aprì gli occhi mostrando dei profondi occhi azzurri come il cielo. " La ringrazio infinitamente." Rispose educato chinando la testa. " Sa vorrei cambiare avversari. Sempre le stesse persone mi stufano e non ho niente da apprendere da loro per questo sono venuto fin qui." Spiegò brevemente.
" Mi dica chi vuole sfidare tra i miei uomini?" Domandò Urahara rapido. Gin osservo attento tutti coloro nella stanze finché, il suo sguardo, non incrocio quello di Ichigo. Sembravano due occhi spenti all'apparenza ma, qualcosa, attirò l'albino. " Lui..." Disse indicandolo con la mano destra. Il biondo sussulto, tutti gli occhi si posarono su di lui perfino Renji rimase piuttosto colpito dalla scelta del Taisho Gin. " Molto bene, Kurosaki Ichigo, preparati a combattere!" Ordino perentorio Urahara dando disposizione a tutti di mettersi nelle proprie posizioni.
Ichigo si mise in posizione con il bokken di fronte a se. Gin, al contrario, teneva la sua arma ancora al suo fianco e sorrideva placidamente al più giovane. - Mi sta invitando ad attaccare?- Pensò fra sè e sè il ragazzo continuando a studiare l'albino con occhio attento facendo piccoli passi in avanti. All'improvviso scatto come una furia mirando alla testa del suo avversario che, senza scomporsi, scarto a destra senza neanche alzare la sua spada. Ichigo si sposto rapidamente mirando al fianco scoperto ma, Gin, lo aggirò con una piroetta attaccando a sua volta. Il giovane alzò la spada bloccando, a pochi centimetri, la spada dal suo collo. Fissò il sorriso di scherno del suo avversario come se, gli volesse dire, che ci stava andando piano con lui. Allontanò con impeto la sua spada per attaccare ma, nuovamente, Gin evitò l'affondo e contrattacco rapidamente con una stoccata al fianco. Ichigo la scansò per un soffio spostandosi sul lato destro e, subito mirò alla testa con un colpo dal basso. Gin, sorridendo, si scosto appena per evitare l'arma.
" Sei lento..." Sussurrò facendosi sentire solo da lui.
Una vena pulsò sulla tempia destra di Ichigo che, preso dall'impeto, attacco con ancora maggior foga e ira ma il karo sembrava danzare mentre evitava i fendenti attaccando di quando in quando solo per fermarsi a pochi millimetri dal suo bersaglio per stuzzicarlo ad attaccarlo.
" Direi che possiamo chiuderla qui." Disse a un certo punto. Gin mando indietro il bokken come a caricare il colpo. Ichigo cercò di sfruttare l'occasione più velocemente possibile ma, il suo corpo, si sentì sollevare dal suolo e, dalla bocca, senti uscire un grido strozzato. La spada di Gin era andato a segno ancora prima che lui potesse solo sperare di sferrare un colpo. Con una spinta micidiale Ichigo capitombolo al di fuori del quadrato finendo contro la parete in legno della palestra.
" Gin vince l'incontro." Annunciò privo d'entusiasmo Urahara mentre Renji e altri si dirigevano verso il compagno al suolo privo di sensi. " Ottimo combattimento." Disse Gin con un sorriso sul volto mentre porgeva la spada di legno a un soldato.
" La tua tecnica è migliorata ancora se possibile." Si complimentò con lui Aizen poggiandogli una mano sulla spalla destra.
" Grazie ma, devo ammettere..." Indicò Ichigo sorretto da Renji col braccio sinistro. " Che anche lui ha molto talento." Concluse senza spostare lo sguardo. " Si, il giovane Ichigo ha un grande futuro come spadaccino proprio come suo padre prima di lui." Concesse Urahara intromettendosi nel discorso. " Di questo passo sono sicuro che si rivelerà alla sua altezza." Mormorò Aizen compiaciuto. " E' ancora presto per dirlo ma, sono sicuro che..." Prima che finisse di parlare la porta fu spalancata nuovamente da un uomo dal kimono bianco. " Un attacco al confine!" Gridò con l'affanno e annaspando vistosamente. " Chi ci sta attaccando?" Domandò Aizen mantenendo la calma e avvicinandosi a lui. Quello, ripresosi, rispose:" I Kunoishi hanno sfondato il confine in più punti..." Cominciò a dire. " Hanno iniziato ad attaccare i villaggi e le cittadine lungo il perimetro. Le nostre forze nei pressi sono state massacrate e procedono spediti in questa direzione." Molti giovani iniziarono a sussultare a quella notizia. Gli unici a non esserne particolarmente colpiti furono Urahara, Gin e lo stesso Aizen. Troppo abituati alle continue schermaglie e invasioni di quei barbari delle montagne. " A quanto pare la lezione di cinque anni fa non gli è bastata..." Mormorò Gin sorridendo maligno rivolto al suo superiore. " E' normale che si siano ripresi hanno sempre avuto una grande capacità in questo." Replicò Aizen. " Informate il damyo e tutti i comandanti a quanto pare la guerra è tornata a bussare alla nostra porta." Dichiarò il castano avviandosi verso la magione tallonato dal suo secondo.
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Inuyasha si guardò attorno circospetto. Da dietro il basso muricciolo osservava il continuo andare e tornare dei servi intenti a scaricare i carri delle provviste. Con cautela sollevò la piccola bisaccia che si era preparato il giorno prima e in cui aveva riposto varie provviste e anche del denaro. Se avessero scoperto la sua fuga sapeva benissimo che, suo padre, lo avrebbe messo segregato in casa e sorvegliato a vista. - Al diavolo tutto.- Pensò stringendo con forza i pugni delle mani. Se ne sarebbe andato a qualunque costo. Stava per fare un passo verso l''uscita ora vuota ma, a un tratto, sentì una mano poggiarsi sulla sua spalla destra e avvertì un brivido.
" Dove diavolo credi di andare?" Chiese Miroku proprio alle sue spalle con una faccia seria in volto.
ANGOLO DELL AUTORE: Eccomi con questo nuovo capitolo di questa mia long crossover ^_^ grazie a chi legge e a chi a messo seguì cerchero di mettere capitoli più velocemente e di mettervi anche un elenco a breve su quali sono i personaggi coinvolti.
A presto.
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