Alfie 9

Il grande momento di Alfie era arrivato. Anche se era diventato un cacciatore esperto conquistando l'amicizia e il rispetto di Nathan e gli altri, lo attendeva una sfida particolare. Nella parte dell'oceano in cui si trovavano, giravano voci di uno squalo longimano molto ingordo che stava causando non pochi problemi da quelle parti e Tyson e la gang avevano proposto ad Alfie di combatterlo. Ramon aveva saputo difendersi, ma non era un predatore. Questa volta la posta in gioco della sfida sarebbe stato mangiare per non essere mangiato.

"Puoi farcela, a noi hai già dimostrato di essere uno squalo bianco coi fiocchi." gli aveva detto Nathan. "Ora potrai confermarlo anche a te stesso."

"Dovrò combattere da solo?" chiese incerto.

"Ovvio." rispose Berard. "Noi ci proteggiamo e aiutiamo a vicenda ma non siamo dei bulli codardi che approfittano della loro superiorità numerica per maltrattare gli altri."

"Ognuno di noi è forte e ci sa fare individualmente. Più siamo forti da separati, più lo siamo quando collaboriamo insieme." spiegò Lorentz

"Ma non temere, semmai perdessi, cosa che non succederà, penseremo noi a vendicarti." concluse Umar.

Nonostante fosse turbato dall'ultima affermazione, si limitò ad annuire e a seguirli senza ribattere.

*

"Guarda guarda. Un branco di squali rammolliti e fifoni." disse Andrew in tono derisorio.

Avrebbero potuto trovarlo anche senza l'aiuto di Lorentz. Bastava solo seguire la scia di cadaveri che si era lasciato dietro. Lui stesso si era fatto vedere appena avevano fiutato il suo odore, avendoli fiutati a sua volta.

"No. Sei tu a essere una vergogna per il buon nome degli squali." ribatté Nathan. "Cacci più del necessario, uccidi per il puro piacere di farlo invece che per necessità. Siamo qui per fermarti."

Alfie fu sorpreso da quell'affermazione. Non sapeva che gli squali tenessero al loro buon nome ma ne avrebbe parlato dopo.

"Come no." commentò con sarcasmo lo squalo longimano "Tanto gli altri pesci ci vedono comunque come mostri, quindi tanto vale esserlo davvero e spassarsela il più possibile." e scoppiò in una folle risata.

"Basta parlare, di te mi occupo io. Fatti sotto!" Si fece avanti Alfie non riuscendo più a sopportarlo.

Il suo avversario ridette di nuovo.

"Ma guarda, un duro con la voce buffa, ora penso di averle viste tutte nella vita."

"La mia voce non sarà adatta a uno squalo, ma ti assicuro che sono comunque pericoloso." rispose.

"Bene." sorrise Andrew. "Divertiamoci." e a quelle parole i due squali nuotarono l'uno addosso all'altro a fauci spalancate.

La lotta fu molto feroce, con morsi, schivate, pinnate e codate l'acqua iniziò a tingersi di rosso con il sangue di entrambi. Non avendo abbassato la guardia, vide subito che il suo avversario, nonostante fosse completamente pazzo, era abile e attento nella lotta. Sarebbe già morto se non fosse per tutte le esperienze fatte nel suo nuovo corpo.
Dopo essere stato morso da Andrew a un fianco, Alfie gli diede una doppia codata agli occhi, accecandolo. Questi si orientò seguendo l'olfatto ma non fu abbastanza. Il grande squalo bianco, con un'abile mossa, gli strappò la pinna dorsale, dopodiché affondò i denti nel collo del nemico fino a spezzarglielo, per poi lasciarlo affondare nel fondo dell'oceano.
Gli altri squali, che avevano assistito al duello col fiato sospeso, corsero subito in aiuto del loro amico.

"Stai bene?" chiese Berard. "Eravamo davvero preoccupati."

"Sapevo che potevi farcela, sei un tipo tosto dopotutto." gli disse Nathan con orgoglio.

"Ti rimarrà una brutta cicatrice questa volta." commentò Lorentz.

"Ma le cicatrici sono prova di valore." rispose Alfie.

"Sta fermo, adesso ti do una pulita." si sbrigò a dire Lisca prima di mettersi al lavoro facendo cenno agli altri pesci pilota di aiutarla.

Alfie non era ancora abituato a tutto questo. Se da piccolo gli avessero detto che avrebbe fatto amicizia con altri squali dopo essersi trasformato in uno di loro non ci avrebbe mai creduto.

"Beh, sei uno squalo in tutto e per tutto ormai." dichiarò Umar dopo che i pesci pilota riuscirono a bloccare la fuoriuscita del sangue.

"Non ancora." rispose.

"Perché?" chiesero tutti confusi.

Alfie decise che era giunto il momento della verità.

"In questa circostanza mi è piaciuto vincere il combattimento e uccidere quello squalo senza provare rimorso. Mi piace questa sensazione di vittoria unita al sapore della carne e del sangue. Da quando sono in questo corpo mi sento sempre più in grado di affrontare le mie paure. Purtroppo non riesco a non sentirmi in colpa quando mangio altri pesci. Mi sembra così immorale e sbagliato e io non voglio diventare un predatore malvagio."

"Malvagio?" chiese sorpreso Nathan. "Pensi quindi che noi squali siamo malvagi?"

"Beh... è quello che mi dicevano nella mia vecchia vita. Ma voi non mi sembrate così male, a parte il fatto che mangiate i pesci."

Tutti fecero una risata fragorosa.

"Senti, devi capire una cosa." gli disse Nathan gentilmente "Noi squali non siamo dei parassiti. Noi siamo parte integrante della natura. Non mangiamo i pesci per divertimento sadico, ma per fame."

"Quello squalo, Andrew, era un folle e uccideva i pesci per divertimento. Per questo abbiamo scelto lui come predatore da farti combattere. Dovevamo fermarlo in qualche modo, ma non tutti gli squali fanno come lui." continuò Umar.

"È vero. Il ruolo di noi squali è mantenere l'equilibrio tra le specie marine e gli ecosistemi. Se noi con la nostra predazione non limitassimo il numero di prede nell'oceano, si riprodurrebbero più del dovuto e potrebbero cibarsi di troppe alghe portando una riduzione di ossigeno nell'acqua. Il nostro compito è impedire la proliferazione di specie invasive, o potenzialmente tali. Senza di noi si aggraverebbero gli effetti dei cambiamenti climatici e nel crollo degli ecosistemi che vanno anche oltre quello marino." concluse Lorentz.

Alfie era allibito da quella spiegazione, ma come facevano a sapere tutte quelle cose?

"Uau. Non l'avevo mai pensata in questo modo. Credevo che foste dei mostri privi di sentimenti ma invece fate qualcosa di molto importante. Ora che lo so le mie certezze passate continuano a vacillare ancora di più. Forse anche lo squalo che ha mangiato i miei genitori non l'aveva fatto per cattiveria, ma aveva solo fame. Non posso dire che lo perdonerei se lo incontrassi e non dimentico la paura che ho provato quel giorno ma adesso so che forse non c'era niente di personale in quel gesto. E mi dispiace di aver visto solo il peggio in tutti quanti voi."

"Scuse accettate. Dopotutto la vita può essere più complicata di quanto sembri." rispose Nathan. "Allora dimmi, sei finalmente pronto a lasciarti il passato alle spalle e a diventare uno squalo in tutto e per tutto?"

Alfie ci rifletté per qualche minuto.

"Sì. Ma c'è un'ultima cosa che devo fare."

"Che cosa?"

"Devo confrontarmi un'ultima volta con i miei vecchi amici di quando ero un pesce. Devo dare una conclusione al mio passato una volta per tutte. Forse è questo che mi blocca. Se non lo risolvo temo rimarrò ancora un pesce nel corpo di uno squalo."

"Capiamo." disse lo squalo leuca. "Se senti il bisogno di farlo vai. Ma ti accompagneremo in questo passo importante."

Detto ciò, dato che ci sarebbe voluto tempo prima che la sua ferita guarisse, si misero accanto ad Alfie e lo aiutarono a muoversi in modo da accompagnarlo alla sua vecchia casa.

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