Alfie 5
Alfie era in iperventilazione mentre nuotava con Berard, Nathan e Umar dietro di lui con Lorentz che guidava il gruppo. Ancora ricordava quanto lui e i suoi amici parlassero male degli squali da giovani.
"Sono dei veri mostri." diceva Lampo. "Non meriterebbero di esistere."
"Peccato che il mio veleno non gli faccia niente. Altrimenti compirei una strage." si era lamentato Aaron.
"Sono la morte con le pinne." predicava Billy.
"Già. Vorrei tanto che si estinguessero." aveva risposto lui.
Quei pensieri, uniti all'attuale situazione, gli causarono una stretta al cuore. Odiava non sapere cosa gli avrebbero fatto fare, dando per scontato che non gli sarebbe piaciuto.
Un'ombra improvvisa oscurò la superficie dell'acqua e Alfie capì che si erano diretti verso una nave degli umani.
"Ci siamo ragazzi." disse Lorentz indicandone la prua con la pinna.
"Vuoi dire che ci stavi portando qui di proposito?" chiese sorpreso Alfie. "Ma come facevi a sapere che c'era?"
"Semplice." rispose lo squalo martello. "Come presto imparerai, ogni squalo ha delle capacità diverse. Quelli come me sanno sentire il campo magnetico terrestre e degli altri pesci permettendomi facilmente di trovarli."
Questa rivelazione per Aflie fu interessante e allo stesso tempo una brutta notizia. Significava che anche se fosse riuscito a scappare avrebbero sempre potuto trovarlo.
"Ma non ci sono pesci. Perché ci hai portato qui?"
Ma Lorentz fece cenno di nuovo con la pinna indicando un banco di pesci a strisce bianche-grige e nere che nuotavano intorno alle alghe della poppa. Quella vista gli fece venire i brividi. Ora gli avrebbero chiesto di mangiare quei poveretti.
Gli altri squali nuotarono verso di loro e lui si voltò per non guardare, preparandosi alle grida di paura e dolore del massacro imminente.
"Ciao ragazzi. Come state?"
La voce non sembrava spaventata. Continuando ad ascoltare sembrava che stessero ridendo e scherzando allegramente. Voltandosi lentamente vide che stavano interagendo come dei buoni amici.
"Ma... Ma... Credevo dovessimo mangiarli."
Gli squali cominciarono a ridere a quelle parole.
"Mangiarli?" rispose Berard continuando a ridere "Non sei ancora pronto a compiere la tua prima caccia."
"Questi sono pesci pilota." spiegò Lorentz. "Noi squali viviamo in simbiosi con loro. Si nutrono dei nostri avanzi e parassiti. Figurati se li mangiamo."
"Sì." commentò uno dei pesci pilota. "Servizio di pulizia completo per uno squalo felice".
Ogni squalo aveva il proprio pesce pilota personale. Quello di Lorentz si chiamava Gas, Berard aveva Gel, Umar Ice, e Nathan Juice.
"Vedi, prima di iniziare la tua squalizzazione è giusto che anche tu abbia il tuo pesce pilota." spiegò Umar. "Per darti una ripulita dopo mangiato."
Quelle parole fecero tirare ad Alfie un sospiro di sollievo. Era felice che non fosse già arrivato il momento di scegliere tra essere vittima o carnefice.
"Conoscete qualcuno di disponibile?" Chiese Nathan rivolto al banco.
I pesci pilota rifletterono con attenzione.
"Ma certo." rispose Juice "C'è Lisca che non ha ancora il suo squalo personale. Potremmo chiedere a lei."
"Allora andiamo" disse lo squalo leuca.
*
Lisca era stata trovata nella sua casa in un banco di meduse e Alfie imparò che i pesci pilota si riparano negli ombrelli delle meduse da giovani e solo da adulti si associavano a navi, tartarughe marine, mante, razze e squali per trovare cibo. Gli avevano spiegato che era da poco entrata nell'età adulta, ed era pronta per lasciare la medusa, sapendo già come provvedere alla pulizia. Perciò le avevano parlato di lui spiegandole ogni cosa.
"Quindi mi state dicendo che dovrei essere il pesce pilota di uno squalo che non è ancora capace di essere uno squalo?" domandò seccata.
"Guarda che neanche a me piace questa situazione. Se sapessi come riprendere il mio corpo lo avrei già fatto." rispose Alfie esasperato.
La pesce pilota lo guardò attentamente. L'ormai squalo bianco non sapeva se gli credesse o no, ma in fondo non era un dettaglio importante. Dopotutto lei voleva solo uno squalo con cui rispettare il rapporto di simbiosi che avrebbero dovuto stringere, indipendentemente da chi fosse.
"Va bene." rispose alla fine. "Proviamoci e vediamo come funziona. Ma ti avverto, io mi occuperò delle pulizie, ma assicurarti di fare anche tu la tua parte. Voglio uno squalo, non un morto di fame."
Alfie annuì. Sapeva che il momento in cui avrebbe ucciso la sua prima preda si avvicinava sempre di più e ne temeva l'inevitabilità.
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