Alfie 2
"Visto Alfie? Non è successo niente." commentò Lampo nuotando per la pianura esibendosi in capriole e giravolte.
"Non è detto. Il pericolo può essere in agguato ovunque." rispose Alfie guardandosi intorno in preda alla paranoia.
Aaron appoggiò la pinna sul dorso dell'amico facendolo sobbalzare.
"Calmati, siamo appena usciti e già ti aspetti il peggio? Torneremo indietro al primo accenno di guai, te lo prometto."
"Ok." Rispose nonostante lo sguardo rassicurante dell'amico non lo calmasse.
Il pesciolino cominciò con un giro breve appena a un metro di distanza dalla barriera.
"Forza." disse tra sé e sé "Arriva alla fine del percorso e torna indietro."
*
Alfie e Lampo erano già sulla linea di partenza appena fuori dalla barriera corallina..
"Bene amici." disse Fedro "La gara sarà semplice. Dovete solo nuotare, arrivare al grande scoglio, e tornare indietro." i due pesci annuirono. "Pronti, partenza, via!"
I due nuotarono con tutte le loro forze, Lampo passò in vantaggio ma Alfie non intendeva arrendersi e nuotò con ancora più foga lanciando un urlo per sfogare la sua determinazione.
*
Nel corso della giornata Alfie riuscì gradualmente ad abituarsi ad andare oltre la barriera corallina trovandolo anche divertente, proprio come quando era piccolo. Lui e i suoi amici iniziarono a nuotare in modo disinibito, facendo slalom tra le alghe e nascondendosi tra gli scogli. Alla fine ci presero la mano ed ebbero anche l'idea di giocare a nascondino tutti insieme.
"Vedrete. Mi divertirò a stare fuori dalla barriera da solo senza che voi ve ne siate andati veramente."
"Sicuro di non correre troppo?" chiese Aaron "Non vorrei che stessi esagerando."
"Il coraggio va bene, ma va affiancato alla prudenza." convenne Billy.
"Ma dai, mi avete portato qui e intendo andare fino in fondo." protestò lui.
I suoi amici cedettero alla sua determinazione e gli permisero di contare per primo.
"Pronti o no sto arrivando." ridacchiò una volta finito.
Iniziò a cercarli tra alghe e piccoli scogli, non riuscendo a trovarli. Improvvisamente udì un rumore proveniente da un grande scoglio. Quella vista fece riemergere brutti ricordi.
*
Alfie continuava a nuotare, ma Lampo manteneva le distanze. Era già passato al grande scoglio mentre lui doveva ancora finire l'ultimo giro.
"Alfie!" Sentì improvvisamente urlare suo padre. "Ora sei veramente nei guai!"
"Fermati subito e torna indietro!" Aggiunse sua madre.
Il pesce angelo non si voltò né si fermò. I suoi genitori non gli avrebbero rovinato la gara. Sarebbe andato fino in fondo indipendentemente dal fatto che vincesse o perdesse. Continuò a nuotare fino a raggiungere il grande scoglio. Girando l'angolo, si trovò d'avanti uno squalo gigantesco e spaventoso.
*
Ripensare a quel giorno gli dava ancora i brividi.
"Ma di che mi preoccupo?" iniziò a dire tra sé e sé avvicinandosi. "Sono di certo i tuoi amici. Sarebbe un'assurda coincidenza se si trattasse di un altro squalo." arrivò quindi all'altro lato dello scoglio. "Vi ho trovato." disse sorridendo prima di rendersi conto di essere davanti a una fila di denti aguzzi.
Il sorriso si spense trasformandosi in una smorfia di paura mentre alzava lo sguardo verso un grande squalo bianco.
"Hai vinto, sei morto." Fu tutto quello che disse quest'ultimo per poi buttarsi su di lui.
Fortunatamente riuscì a evitare quelle fauci e cominciò a scappare. Tentò di raggiungere la barriera corallina, ma lo squalo gli tagliò la strada costringendolo a fuggire in mare aperto.
Tutta la paura che aveva represso e ignorato era riemersa, riportandogli alla mente il ricordo della morte dei suoi genitori, travolgendolo così tanto che non si accorse di quello strano pesce di metallo che si trovava in zona né di quella cosa puntata contro entrambi che lì colpì con una strana luce rossa provocandogli uno strano mal di testa.
Cosa stava succedendo? Doveva rimanere lucido se non voleva fare una brutta fine.
L'immagine di se stesso gli comparve davanti, inizialmente credette fosse un'allucinazione dettata dalla paura, poi capì che non stava sognando. Come faceva ad essere lì? Non ebbe neanche il tempo di pensare che l'altro suo corpo si voltò verso di lui e con fare minaccioso cominciò a ruggirgli ferocemente. Continuò a fuggire senza voltarsi, consumato dalla paura. Doveva trovare un posto in cui nascondersi. Qualcosa. Qualunque cosa! Intravedendo un relitto, impresse più forza nelle pinne, riuscendo a raggiungerlo senza farsi vedere.
"Dove caspita si sarà cacciato?" sentì dire allo squalo. "Ma che diamine è successo? Perché sono uno stupido pesce?"
Alfie non capiva di cosa stesse parlando, ma rimase nascosto continuando a tremare finché non se ne andò.
Sollevato di averla scampata si sollevò per uscire sbattendo la testa.
"Ahi, ma che succede?" Si chiese rendendosi conto che tutto sembrava più piccolo del solito.
Cominciò a guardarsi intorno in preda alla più totale assoluta confusione.
Avrebbe dovuto andarsene da lì, ma non voleva correre altri rischi dopo quello che era successo. Girò tra le rovine del relitto, continuando a nuotare veloce ma si accorse troppo tardi di un altro squalo bianco. Istintivamente si spaventò ma poi si accorse che era solo quella cosa che gli umani chiamavano specchio. Fu allora che capì la verità. Quello squalo era lui!
Cacciò un urlo di terrore.
"Ma non è possibile. Perché sono uno squalo? Non voglio essere uno squalo! Qualcuno mi aiuti!"
Solo la voce era rimasta la stessa nel suo nuovo corpo. Iniziò a prendere a testate le pareti di legno.
"Dev'essere un incubo, è senz'altro un incubo, sto ancora dormendo."
Le testate sfondarono il muro ma non si svegliò. Iniziò a piangere disperatamente.
"Ecco, cosa ottengo a fare il coraggioso. Avrei dovuto continuare a essere un fifone. Perché non ho rispettato il mio giuramento?"
*
"È solo colpa mia!" continuava a piangere "Se non avessi voluto fare quella stupida gara quello squalo non mi avrebbe preso di mira, e mamma e papà non si sarebbero sacrificati per salvarmi."
I suoi amici, una volta saputo l'accaduto, si erano prodigati molto per stargli vicino, ed erano rimasti con lui tutto il tempo mentre seppelliva le teste dei suoi genitori in una tomba improvvisata.
"Alfie, non è colpa tua." gli disse Aaron. "Sono cose che succedono, nessuno ha il controllo di tutto."
"È vero" continuò Billy "A volte la natura può essere crudele e spietata. Nessuno può farci nulla."
Ma Alfie non riusciva a rasserenarsi. Era stato il suo comportamento spericolato a uccidere i suoi genitori, se avesse avuto paura non sarebbe successo. Giurò a se stesso che da quel momento in poi non sarebbe più stato un problema per nessuno.
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