Alfie 11
Un pesce angelo lo guardava con aria addolorata.
"Sei sicuro di quello che hai fatto?" gli chiese.
Alfie, guardandosi le pinne da squalo sospirò. Il pesce che gli parlava era lui, o meglio il lui che era stato un tempo e che ormai non sarebbe stato più.
"Sì. Ammetto che avevo dei dubbi sulle conseguenze di quel gesto, ma ero sicuro che dovevo proteggere i miei cari a qualunque costo."
"Potresti rimpiangere questa scelta."
"Forse, ma solo il tempo lo dirà."
In quel momento sentì le voci degli altri che lo chiamavano.
"Alfie, svegliati."
Il cervello del grande squalo bianco riprese a funzionare e il sogno finì.
Riprendendo i sensi Alfie si accorse di essere circondato sia dai vecchi che dai nuovi amici. Non perdeva più sangue ma le ferite facevano ancora male.
"Hai fatto una follia." lo rimproverò Lisca "Ma almeno stiamo tutti bene."
"Grazie." rispose. Poi il suo sguardo si posò verso gli squali. "Sono lieto che non li abbiate mangiati."
"Ovvio." rispose Nathan "Abbiamo visto come li difendevi e nessuno rischierebbe la vita per uno spuntino. Così abbiamo avuto la conferma che eri sincero quando dicevi di non essere squalo di nascita. E se loro sono tuoi amici lo sono anche per noi."
"Ammetto che è strano stare tanto vicino a uno squalo senza provare a scappare." convenne Fedro.
"Comunque," chiese Alfie rivolto agli squali "Come avete fatto a sapere che ero in pericolo?"
"Beh, non lo sapevamo in modo diretto." rispose Lorentz. "Ma quando ho percepito il campo magnetico degli altri squali ho sospettato che potesse esserci qualcosa che non andava. Così siamo venuti e appena in tempo direi."
"Cos'è successo alla Gang di Tyson?"
"Beh, dopo che lo hai mangiato hanno resistito ancora un po' ma poi, senza di lui a guidarli, siamo riusciti a sopraffarli e sconfiggerli."
"Meno male." tirò un sospiro di sollievo. "Almeno sono lieto di sapere che è tutto finito."
"Davvero?" chiese Aaron "Ma che ci dici di te?"
"Vero." aggiunse Billy "Hai rinunciato a qualunque possibilità di tornare com'eri pur di salvarci. Sei condannato a rimanere uno squalo per sempre. Non è giusto." era quasi sul punto di piangere per la tristezza.
"Ormai posso solo accettarlo." rispose "A volte le cose cambiano nella vita, e possono succedere avvenimenti inspiegabili e fuori controllo ma se riesci in qualche modo ad accettarli si può comunque essere felici."
"Puoi davvero essere felice in questo stato?" chiese Fedro.
"Sì non temete. Per voi va bene?"
In risposta i quattro pesci si strofinarono amorevolmente su di lui.
"Ma certo. Sei nostro amico e ti vogliamo bene, indipendentemente da quale corpo tu abbia." gli disse Aaron.
Dopo un lungo momento di tenerezza con i suoi vecchi amici, lo squalo si rivolse ai suoi nuovi amici.
"Direi che è il momento di sistemare le cose presumo."
"Beh, sì." rispose Nathan "Ormai sei uno di noi, con tutti i pro e i contro. Sai benissimo che anche se possiamo astenerci dal mangiare i tuoi amici non possiamo farlo con tutti i pesci dell'oceano."
"Lo so."
"Quindi la decisione finale dipende dai tuoi vecchi amici." concluse. "Potete accettarci così come siamo?"
Aaron, Billy, Fedro, e Lampo si guardarono con i musi pieni di dubbi.
"Beh potremmo tentare." disse infine il pesce palla "Con i giusti compromessi funzionerebbe."
"Sì, ci avete parlato della vostra importanza nel ciclo della natura e lo capiamo. Ma sarebbe comunque sgradevole per noi vedervi mentre vi nutrite. Magari potreste farlo quando non vi guardiamo. Come si dice: occhio non vede, cuore non duole."
"Sì, penso sia ragionevole." convenne Umar.
"Allora non devo scegliere tra di voi?" chiese felicemente Alfie.
"No." lo rassicurarono tutti.
"L'unica scelta che devi fare riguarda te stesso." concluse Nathan.
"Bene. Allora scelgo di venire a patti con quello che ero e con quello che sono diventato." dichiarò "E scelgo di non scegliere tra voi. Siete tutti importanti per me, e quindi vi voglio tutti nella mia vita. In un modo o nell'altro."
"Allora è deciso." affermò Fedro. "Tutti amici?"
"Tutti amici!" dissero tutti in coro.
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