Una cruda realtà

Pov Dean

«Stai lontano!» gridai istintivamente puntando la pistola contro la presunta sorella di Catherine.

«Dean fermati! È mia sorella non farle del male!» mi ordinò lei guardandomi furiosa.

«Tua sorella è un mostro? Quando pensavi di dirlo?» chiesi cercando di realizzare la cosa.

«Io lo sapevo» ammise Sam grattandosi il capo.

«Fantastico, adesso non mi dite più le cose?!» domandai in preda alla rabbia.

Il fatto che Caty avesse confessato questo segreto a Sam invece che a me mi fece innervosire.

«Dean ascolta, Sammy non sapeva che tipo di mostro fosse, questo non l'ho mai detto a nessuno. Ma ti prego, abbassa quell'arma» disse Catherine con sguardo quasi disperato.

Per qualche istante la guardai poi feci lo stesso con sua sorella ed infine con Sam.

Sospirai pesantemente e abbassai l'arma mettendola nella tasca dei pantaloni.

«Fai una mossa falsa e la riprendo in mano senza problemi» conclusi puntando il dito contro ad Alison.

«È meglio parlarne dentro» disse Catherine incamminandosi verso la sua stanza.

La sorella la seguì e subito io e Sam restammo dietro in caso fosse successo qualcosa di spiacevole.

Appena ci ritrovammo nella camera Alison si sedette su una delle sedie poi Caty prese alcune corde legandola saldamente.

Il fatto che nessuna delle due avesse esitato contro quella precauzione mi rese felice.

«Ora va meglio per tutti» sussurrai camminando avanti e indietro mentre osservavo la situazione.

«Sei stata tu ad uccidere quella ragazza?» chiese Sam dopo qualche secondo di silenzio.

«Si, lo ammetto, Catherine non vuole accettare la realtà, ma io non voglio più vivere così. Fare del male alle persone è orribile, purtroppo la fame prevale e...e so che è la cosa sbagliata» rispose Alison guardando di tanto in tanto la sorella.

«Com'è possibile che vuoi morire?!» gridò Caty alzando le braccia al cielo.

«Tu non sai cosa vuol dire vivere così Catherine! Con la perenne paura di uccidere chiunque ti fai amico oppure un semplice innocente. Con la paura che per troppa rabbia l'istinto animale prenda il sopravvento scatenando chissà quale casino. Sono stanca e troppo codarda per uccidermi» ammise l'altra senza battere ciglio.

«Non puoi dire sul serio...tu sei fuori di testa! Come puoi farmi questo?! Mi hai chiesto di vivere lontano e di considerarti come morta, bene, l'ho fatto, ma questo è troppo!» Caty urlò andando davanti alla sorella e mi fermai dal camminare nel caso la discussione fosse andata male.

«Catherine, ho ucciso una persona e me lo merito, tu starai bene, come hai fatto fino ad ora. Accetta la mia decisione» rispose Alison rimanendo calma.

Notando l'espressione indecifrabile della sorella sospirò e così riprese a parlare.

«Caty...sono stanca...veramente stanca di vivere in questo modo. Voglio solo andarmene, essere libera, togliermi questo peso e questa paura che ogni giorno mi fa svegliare con l'angoscia. Non sai che vuol dire aprire gli occhi al mattino e chiedersi se la notte precedente hai ucciso qualcuno. È orribile, il senso di colpa ti divora quando succede sai? E io voglio che tutto questa finisca, lo voglio per me, per te e per tutti quelli che mi circondano. Basta portare avanti questa specie di maledizione del licantropo, basta» continuò Alison chiudendo gli occhi.

«Tu...tu non capisci. Non sai il male che mi stai facendo in questo momento» sussurrò Caty posandosi la mano sul viso, potei notare le sue guance rosse per la rabbia.

«Devi lasciarmi andare, non posso vivere solo perché tu non vuoi restare completamente sola. Finalmente hai trovato qualcuno che si prende cura di te e io ho chiuso con questa vita, non chiedo altro. Non è un mio capriccio, sento di aver vissuto troppo a lungo in questa condizione e ora sono pronta. So quello che sto facendo, Catherine ti prego, è l'unica cosa che ti chiedo...» disse Alison sospirando.

Catherine la fissò con gli occhi lucidi poi le puntò un dito contro.

«Questo lo vedremo e voi non toccatela chiaro?» ci ordinò prima di uscire al di fuori della stanza.

"Merda" pensai alzando gli occhi al cielo a causa della situazione.

«Come hai potuto non dirmelo?» chiesi a Sam una volta che Caty se n'era andata.

«Non pensavo succedesse una cosa del genere, oltretutto non ha specificato molto di lei quindi cosa dovevo dirti? Dean lo sai? La sorella di Catherine è un mostro. Per piacere» rispose lui alzando un sopracciglio.

«Non è stato giusto. Avremmo potuto agire diversamente invece di ritrovarci in questa situazione» ammisi assottigliando gli occhi.

«Dean, se fossi stato io al posto di Alison penso che tu avresti fatto lo stesso» disse Sam sospirando.

Non pronunciai una parola dopo quella frase e osservai la sorella di Caty ancora legata a quella sedia.

«Davvero tu vuoi morire?» le chiesi seriamente.

«Si, Catherine non vuole accettarlo ma è la pura realtà. Sono stanca di vivere in questo modo, spero possa capirlo» rispose Alison guardandomi speranzosa.

«Parlerò con lei, ma ricordati che per noi non sei nulla, quindi fai anche solo una mossa sbagliata ed è finita, okay?» chiarii la situazione utilizzando un tono duro e lei annuì.

Mi voltai verso Sam facendogli segno di tenerla d'occhio poi uscii dalla stanza per cercare Catherine.

Appena mi ritrovai fuori la vidi dare pugni contro al muro del Motel e corsi da lei per fermarla.

«Caty fermati, ti farai male» dissi avvicinandomi.

«Non m'importa, vattene Dean» rispose continuando a picchiare la parete.

Guardai le sue nocche sporche di sangue e poi la presi da dietro posando le braccia sulla sua vita così da tirarla verso di me.

Con velocità la allontanai dal muro e lei si dimenò.

«Lasciami subito! Dean ti ho detto di lasciarmi!» gridò Catherine cercando di liberarsi.

In quell'istante la voltai verso di me continuando a tenerla ben salda sotto la mia presa e notai i suoi occhi gonfi a causa delle lacrime.

«Facendoti del male non risolvi la situazione» ammisi cercando di calmarla.

«Il dolore mi aiuta a non pensarci, non posso vivere con l'idea che sia morta sul serio, lo capisci Dean?! È mia sorella, l'unica della mia famiglia ancora rimasta ed io non riesco...non riesco a lasciarla andare...» Catherine quasi mi gridò contro ma quando disse le ultime parole soffocò la voce contro la mia maglietta.

Stava piangendo senza opporre resistenza verso di me e così decisi di spostare le braccia sulla sua schiena per abbracciarla.

«Andrà tutto bene okay?» le sussurrai all'orecchio.

«No Dean... andrà tutto male e tu lo sai...questa è la realtà» rispose lei singhiozzando.

Non avevo mai visto Catherine in quello stato, di solito faceva sempre la dura mostrandosi forte e indistruttibile mentre dentro di me sapevo che nascondeva questa fragilità.

Le accarezzai i capelli con una mano poi posai il mento sul suo capo.

«Ascoltami Caty...tua sorella vuole questo perché sa di far male alle persone senza trattenersi. So che vivere con la consapevolezza della sua scomparsa ti rende svuotata, come se non ci fosse più nulla. Ma devi capire che a volte bisogna lasciare andare le persone che più amiamo. Lasciarla andare non ti rende debole o vigliacca, anzi, significa che la ami più di te stessa e sai perché? Perché preferisci fare avverare un suo desiderio invece che continuare a lottare invano solo per non dover sopportare il dolore della perdita» ammisi posando la mano sulla sua guancia e guardandola negli occhi.

Rimasi perplesso a causa delle mie stesse parole, non pensavo di riuscire ad esternarmi così tanto e invece era appena successo.

«Se la lasciassi andare...per me sarebbe come arrendermi» rispose Catherine smettendo finalmente di singhiozzare.

«No, non è così invece. Ho parlato con lei prima, con serietà, e davvero sta facendo tutto questo perché lo desidera. Non voglio obbligarti a fare o a decidere nulla, ma voglio che tu sia consapevole del fatto che Alison è convinta pienamente della sua decisione» dissi utilizzando il tono di voce più gentile che possedevo.

Caty sospirò abbassando lo sguardo poi annuì allontanandosi leggermente da me.

«Posso parlare...da sola con lei per un po'? Ne ho bisogno...» sussurrò lei passandosi la mano sul viso per eliminare le tracce delle lacrime.

«Ormai è arrivata la sera, sei sicura di voler stare lì dentro da sola?» chiesi preoccupato.

«Voi due sarete qui fuori Dean, non mi succederà nulla» rispose Catherine annuendo convinta.

«Okay...ma se hai bisogno chiamaci» insistetti autoritario.

Lei mi guardò poi posò una mano sulla mia guancia senza distaccare i suoi occhi dai miei.

«Grazie Dean» disse sorridendo leggermente per poi tornare all'interno della stanza.

Pochi secondi dopo Sam mi raggiunse esattamente nel punto in cui ero rimasto e sospirai.

«Pensi che riuscirà a lasciarla andare?» chiese mio fratello.

«Credo abbia capito, nonostante ciò dobbiamo lasciarle del tempo per spiegarsi con sua sorella» risposi sedendomi su una panchina poco distante insieme a Sam.

«Dean, secondo te le sparerà? Voglio dire... è sua sorella... riuscirà a fare una cosa del genere? Magari dovremmo aiutarla...» insistette Sammy strofinandosi le mani nervosamente.

In quell'istante mi voltai verso di lui poi mi appoggiai contro lo schienale osservandolo.

«È una cosa che deve fare lei, io non riuscirei a vedere qualcun'altro agire al mio posto. Pensa se la situazione fosse contraria, queste sono cose che vanno affrontate da soli» dissi scuotendo le spalle.

«Da quando sei diventato così...come dire...» Sam cercò di finire la frase e io continuai a guardarlo provando a capire ciò che intendeva.

«Così?» domandai alzando un sopracciglio.

«Ecco, così gentile ad esempio. O anche più dolce. Rifletti maggiormente sulle cose invece di soffermarti solo sulla superficie» rispose Sammy sorridendo.

«Dovrei prenderlo come un complimento?» chiesi scoppiando a ridere.

«Dean non fare lo scemo, tanto lo so il perché» disse lui alzando lo sguardo verso il cielo.

"Non starà per sparare una delle sue perle di saggezza vero?" pensai.

«E sentiamo? Tu come fai a saperlo? Andiamo Sammy, queste sono solo cazzate. Io sono il Dean di sempre, uccido, caccio, salvo vite e mi prendo cura della mia famiglia, fine» ammisi scuotendo il capo.

«È proprio sulla famiglia che mi volevo concentrare» rispose Sam tornando a guardarmi.

«Non capisco dove vuoi arrivare fratellino» dissi facendo una smorfia.

«E invece si, ecco perché eviti il mio discorso» Sammy mi sorrise dopo quelle parole e io lo fissai perplesso.

Non arrivava al punto della questione e come sapeva tra le mie qualità c'era quella di avere poca pazienza.

«Parla una volta per tutte Sam» insistetti innervosito da quella situazione.

Proprio quando mio fratello aprì la bocca per rispondermi un rumore di pistola attirò la nostra attenzione e così entrambi iniziammo a correre verso la stanza.

Appena entrammo dentro vidi Alison inerme con il capo rivolto verso il basso mentre Catherine ancora se ne stava lì in piedi con la pistola in posizione di attacco.

Lentamente lei si voltò verso di noi poi lasciò cadere l'arma con le guance ricoperte ormai dalle lacrime.

Io mi avvicinai raccogliendo la pistola da terra poi le presi la mano stringendola forte.

Nessuno di noi tre disse una parola semplicemente ci guardammo negli occhi.

In quel momento capii quanto eravamo legati, ma soprattutto che nonostante le cose orribili di questo mondo, noi c'eravamo gli uni per gli altri, senza esitazione.


∞∞∞∞ 

Ecco il nuovo capitolo di Supernatural, spero vi sia piaciuto e se volete lasciate un commento per dirmi cosa ne pensate.

Baci 😊.

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