Niente è per sempre
Pov Sam
*Tre mesi dopo...*
Aprii gli occhi sentendo un dolore lancinante alla testa e notai un soffitto non familiare.
Lentamente mi misi seduto e mi accorsi di essere all'interno di una stanza di ospedale.
Non seppi spiegarmi come, ma intuii che fosse capitato qualcosa con l'auto così immediatamente scesi dal lettino andando a cercare la mia famiglia.
Le mie ferite non sembravano gravi, solo qualche taglio sulla testa infatti avevo ancora i miei vestiti addosso e non la camicia.
Per prima cosa decisi di vedere mio padre che però ancora stava riposando, l'incidente non lo aveva reso illeso ma non si trovava in pericolo di vita.
Successivamente trovai un dottore e dopo aver ottenuto il permesso entrai nella stanza di Dean vedendolo attaccato ad un respiratore, era in coma.
Immediatamente mi sentii come se il mondo mi fosse caduto addosso e ci misi alcuni minuti per reagire.
Capii di non potermene stare fermo lì, dovevo fare qualcosa per aiutarlo, qualsiasi cosa.
«Ti salverò Dean, te lo prometto» sussurrai andando verso la mia camera e cercando nella tasca del cappotto il cellulare.
Nonostante papà ci avesse vietato di parlare con Catherine io mi tenevo in contatto per sapere le sue condizioni e ora era l'unica a potermi aiutare.
Digitai i numeri sui tasti e sperai mi rispondesse il prima possibile.
«Sam? Che succede? Di solito non mi chiami mai» disse lei con tono preoccupato.
«Devi venire subito, siamo in ospedale, ti mando le coordinate tramite messaggio, appena arrivi ti spiego tutto Caty, promesso» risposi chiudendo la chiamata e tornando da Dean.
Con velocità scrissi il luogo in cui ci avevano ricoverati a Caty e sospirai ripensando agli ultimi mesi senza di lei.
Mentre aspettavo Catherine il dottore mi diede la possibilità di rimanere in piedi constatando che la mia condizione era assolutamente stabile e così potei dedicarmi a mio fratello.
Mi sedetti sulla sedia accanto al lettino e come in un film le immagini delle settimane scorse mi passarono davanti agli occhi.
La visione di nostra madre, la Colt, occhi gialli impossessato di nostro padre per ucciderci e infine l'incidente.
Non potevo credere al fatto che Azazel ci fosse sfuggito e che allo stesso tempo aveva quasi ucciso Dean.
Per questo motivo eravamo scappati con l'auto ma evidentemente quel giorno il destino ci aveva voltato le spalle.
Dopo circa un'ora e mezza di attesa decisi di andare nel corridoio per aspettare Caty e quando la vidi arrivare di corsa sorrisi.
«Sam! Che cosa ti è successo? Dov'è Dean? State bene?» chiese preoccupata, potevo notare il colorito della sua pelle leggermente biancastro.
La guardai senza avere il coraggio di risponderle poi sospirai.
«Sono successe tante cose e Dean...lui...forse è meglio se lo vedi con i tuoi occhi» risposi indicandogli la sua stanza.
Immediatamente lei corse dentro seguita da me e appena notò mio fratello ridotto in quelle condizioni rimase immobile.
«Dean...» sussurrò Caty lasciando cadere la sua borsa e andando verso di lui per poi scuotergli la mano.
«Devi svegliarti, ti prego...non puoi andartene Dean non puoi» i singhiozzi spezzarono la sua voce.
Lentamente mi avvicinai poi la feci voltare verso di me abbracciandola semplicemente.
«Ce la farà, troveremo un modo te lo prometto, lui non morirà Caty, capito?» domandai guardandola dritto negli occhi e appoggiando le mani sulle sue guance.
Lei abbassò lo sguardo ancora scioccata poi appoggiò il capo sulla mia spalla, sapevo cosa stava provando, neanche io avevo realizzato tutto immediatamente.
«Cosa...cosa possiamo fare?» chiese lei una volta che riuscì a calmarsi.
«Sinceramente non ne ho idea, potremmo provare a comunicare con lui, dicono che se parli con una persona in coma può sentirti» risposi andando vicino a Dean.
«Preferisci che ti lascio da solo con tuo fratello?» chiese Caty raccogliendo la sua borsa da terra.
«Puoi restare, tranquilla» dissi quelle parole poi mi sedetti sul bordo del lettino.
«Ehi Dean, beh, sono convinto che tu possa sentirmi perciò ascoltami bene, non devi mollare okay? Come quando combattevamo i mostri da piccoli ricordi? Io la mente e tu il braccio, non puoi lasciarmi solo, non ora. Perciò lotta con tutte le forze che hai capito? Oltre a papà sei l'unica famiglia che mi resta, tu sei mio fratello e senza di te...beh non ci voglio neanche pensare a come sarebbe, perciò...per favore Dean, svegliati» poche volte capitava di dover incoraggiare mio fratello e sentii un senso di liberazione grazie a quelle parole.
Proprio in quell'istante la tenda della finestra si mosse e così la fissai alzandomi in piedi.
«Okay sto impazzendo, ho appena visto una tenda muoversi da sola, mitico» dissi scuotendo la testa.
«Ascolta Sammy, perché non vai un po' da tuo padre e ti riposi? Io sto qui con Dean, non è solo tranquillo» rispose Catherine sorridendomi leggermente.
«Si...forse ho bisogno di una pausa, grazie Caty» mi avvicinai a lei e le accarezzai il capo poi andai da papà.
Appena entrai nella sua stanza vidi che era sveglio e così mi assicurai che stesse bene, nonostante la nostra situazione non fosse delle migliori, tanto che poco dopo iniziammo a litigare.
Improvvisamente però il bicchiere che si trovava vicino al comodino di mio padre cadde a terra rompendosi in mille pezzi e mi fermai a riflettere.
"Prima la tenda...poi il bicchiere...e se fosse lui?" pensai sgranando gli occhi.
«Sam? Non abbiamo ancora finito di parlare» disse papà facendomi tornare alla realtà.
«Devo andare» conclusi correndo al di fuori dell'ospedale per poi andare a comprare una tavola Ouija.
Era una idea assurda ma dopotutto non avevo molte soluzioni.
Arrivai nella stanza di Dean e Catherine mi guardò osservando ciò che tenevo in mano.
«Non vorrai mica...» provò a dire lei ma io la fermai.
«Lo so è assurdo, ma mi sono informato e a volte quando si è in coma lo spirito della persona esce dal corpo, è come se fosse un fantasma solo che ancora non lo è. Quindi se Dean è qui lui può risponderci» ammisi cercando di non sembrare pazzo.
«Okay, al diavolo tutto, proviamoci» rispose Caty sedendosi a terra.
Mi misi accanto a lei posando la tavola davanti a noi ed entrambi mettemmo le mani sul triangolo.
«Dean...sei qui?» chiesi sentendomi leggermente ridicolo.
Pochi secondi dopo l'oggetto si spostò sotto le nostre mani andando a posizionarsi sul "si".
«Lo sapevo! Sei incastrato in una specie di altra dimensione? Che stai facendo?» chiesi nuovamente mentre Caty sembrava ancora scioccata da quella situazione.
Il triangolo si spostò di nuovo sul "si" poi andò sopra alle lettere formando la parola "mietitore".
Sgranai gli occhi guardando Catherine e lei a sua volta fece lo stesso, non poteva morire.
«È venuto per te Dean?» domandò Caty, potei notare la paura sul suo volto a causa della risposta che mio fratello avrebbe dato.
In quell'istante l'oggetto si spostò sulla parola "si" e così cercai di prendere il controllo della situazione.
«Sai come allontanarlo? Cosa possiamo fare per aiutarti Dean?» chiesi guardandomi intorno, come per cercare la sua presenza.
Il triangolo prese a muoversi creando la parola "nulla" poi continuò definendo una frase "ci" "penso" "io".
«Cosa? Dean no, come puoi farlo da solo? È un mietitore» dissi preoccupato per la sua affermazione.
Nulla si mosse e così fissai l'oggetto aspettando una risposta che però non arrivò.
«Dean?» domandai, ma ancora una volta tutto rimase com'era.
«Non può affrontare un mietitore, lo porterà via» disse Caty alzandosi in piedi e osservando il corpo di Dean inerme sul lettino.
«E che cosa pensi di fare?» chiesi raccogliendo la tavoletta per poi rimetterla nella scatola.
«Noi non possiamo fare niente Sam, è lui che deve decidere se continuare a lottare oppure no, deve solo trovare l'uscita giusta, qualcosa che gli permetta di aggrapparsi fino all'ultimo alla vita, capisci?» disse lei portandosi i capelli dietro alle orecchie.
Non l'avevo mai sentita parlare in questo modo, solitamente Catherine era dura e a volte anche fredda tanto che sfogava tutti i suoi sentimenti nel combattimento.
Infondo però, sapevo che sotto quella corazza c'era una ragazza sensibile e amorevole.
«Usciamo un secondo, ho bisogno di aria» risposi massaggiandomi le tempie.
Caty mi seguì al di fuori del reparto e cercai di calmarmi senza far prevalere la rabbia.
Ero arrabbiato perché non potevo fare nulla per mio fratello, se non sparare nel suo risveglio miracoloso.
Restammo circa venti minuti seduti vicino ad una finestra senza parlare, ad entrambi bastava la compagnia dell'altro.
Ad un certo punto mi sentii le palpebre calare è così scossi la testa riprendendomi.
«Ascolta io...vado a prendere un po' di caffè, ho bisogno di rimanere sveglio» dissi rientrando con lei nel reparto.
Catherine entrò nella stanza di Dean mentre io invece mi avviai verso la macchinetta.
Inseriti i soldi presi il bicchiere passando davanti la camera di mio padre e quando lo vidi a terra con il capo in una pozza di sangue il contenitore del liquido mi cadde tra le mani.
«Papá!!» gridai andando verso di lui, lo avvicinai a me sporcandomi ma in quel momento non mi importava.
«No!! Ti prego! Svegliati!» continuai a gridare scuotendolo e delle infermiere notando la situazione subito mi allontanarono.
«No! Devo stare con lui! È mio padre!» mi dimenai dalle loro prese ma riuscirono comunque a portarmi in corridoio.
Proprio in quel momento arrivò Caty con un sorriso stampato sul volto.
«Dean si è svegliat-» appena notò il sangue smise di parlare.
«Oddio Sam che hai fatto?» chiese controllando che non fossi ferito.
«Papà... è morto»
∞∞∞∞
Sono tornata con il nuovo capitolo di Supernatural, so che è passato poco tempo ma dato che avevo molta voglia di scrivere, eccomi qua!
Spero vi sia piaciuto, se volete lasciate qualche commento per dirmi cosa ne pensate.
Baci 😊.
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