Fermare il tempo
Pov Dean
Ormai era passata una settimana dalla mia riappacificazione con Sam ed io d'altro canto cercavo di non costringerlo a vedere certi miei atteggiamenti con Catherine.
Per questo motivo avevamo deciso di prendere sempre camere separate, sapevo che se no per lui sarebbe stato doloroso.
Nonostante ciò, la mia mente si trovava sempre altrove, il mio tempo sulla terra stava scadendo e potevo sentire dentro di me il terrore dei cerberi.
Sam e Catherine non erano a conoscenza delle mie allucinazioni, molte volte mi capitava di sentire il latrato dei cani infernali, oppure il calore delle fiamme dell'inferno attorno al corpo.
Determinate sensazioni creavano in me un malessere che a poco a poco avrebbe sicuramente preoccupato mio fratello e colei che consideravo praticamente la mia ragazza.
Nulla era ancora ufficiale ma data la situazione ci potevamo considerare all' inizio di una relazione.
Sospirai guardando al di fuori del finestrino dell' Impala e con la coda dell'occhio notai Sam fiero nel guidare l'auto di famiglia.
Sapendo che mancava poco alla mia morte lo stavo abituando ad una vita senza di me, anche se da alcune sue espressioni molte volte sembrava contrariato.
I cerberi sarebbero arrivati tra meno di due giorni e purtroppo era la realtà, nulla di tutto questo poteva essere cambiato o fermato.
Attualmente avevamo creato un piano per distruggere Lilith, lei si nascondeva in un piccolo villaggio governato da demoni e l'unico modo era agire di notte.
L'acqua santa invece decidemmo di introdurla nell' acqua degli idranti così da poter tenere lontano coloro che cercavano di proteggerla al di fuori della sua casa.
Lei amava impossessarsi di corpi di bambine e ucciderla a sangue freddo non sarebbe stato facile, ma era la cosa giusta da fare.
Sam però, mi aveva informato di una demone che garantiva il suo aiuto per la missione ma io negai assolutamente a mio fratello di metterla al corrente dei nostri piani, sarebbe stato troppo pericoloso.
«Siete sicuri che funzionerà? Non vi sembra tutto troppo facile?» domandò improvvisamente Caty dal sedile posteriore.
Voltai leggermente lo sguardo e notai la sua espressione triste, non dormiva bene da qualche giorno e le occhiaie sotto agli occhi erano ben evidenti.
«Funzionerà, non andrà male, non possiamo permettercelo» rispose Sam vedendo la mia titubanza.
Lui sapeva quanto fosse difficile per me questa situazione, vedere passare i giorni, uno dopo l'altro, con la consapevolezza che tra poco più di 24 ore non ci sarei stato più.
«Ragazzi, manca ancora tempo, pensiamo ad altro» dissi guardando entrambi con espressione sincera.
Sapevo che quelle parole erano riferite più a me stesso che a loro, ma il terrore mi scorreva nelle vene.
«Dean, smettila» rispose Catherine con sguardo furioso.
I suoi occhi erano leggermente assottigliati e le labbra socchiuse, evidentemente la mia affermazione non le era piaciuta.
«Caty ...» Sam cercò di parlare ma lei velocemente prese il controllo della situazione mettendo il viso tra i nostri sedili.
«Caty un corno! Parliamo solo di questo stupido piano per uccidere quel maledetto demone quando la realtà è un'altra, e voi due non fate altro che evitarla!» gridò Catherine con gli occhi lucidi.
Io mi voltai con il busto verso di lei e cercai di creare un discorso sensato per farle capire che non potevamo fare nulla per la mia situazione, ma purtroppo non ci riuscii.
«Lo sai che non possiamo farci nulla, io quel giorno ho preso consapevolmente la mia decisione e ora ne devo affrontarne le conseguenze» risposi cercando di rimanere il più serio possibile.
Non volevo darle false speranze, soprattutto perché sapevo che qualsiasi cosa sarebbe stata vana.
«Esatto, decisioni che hai preso senza pensare alle persone che ti avrebbero perso una volta andato via!» continuò lei puntandomi un dito contro.
La sua voce era spezzata da un leggero singhiozzo che non le permetteva di esprimere chiaramente ciò che diceva.
Il labbro inferiore le tremava e gli occhi pieni di lacrime sicuramente avrebbero ceduto in poco tempo.
«Ferma la macchina ...» sussurrò Caty a bassa voce.
«Cosa ... ma perché?» domandò Sam osservandola dallo specchietto retrovisore.
«Ferma la macchina ho detto!» gridò nuovamente lei in preda all'ira.
Appena Sam riuscì ad accostare l'auto lei scese correndo sul ciglio della strada e fermandosi vicino ad un lampione su cui appoggiò la fronte.
Sospirai passandomi le mani sul viso e sentii per un istante il mio cuore perdere qualche battito, per la prima volta dopo tanto tempo percepivo qualcosa di sincero e le mie sensazioni me lo provarono.
«Dean ... dovresti andare da lei» mi suggerì Sam con sguardo completamente mortificato.
Anche lui soffriva, tutti soffrivano a causa mia, come sempre, e forse la mia scomparsa avrebbe posto fine a tutto questo dolore.
«Non posso andare da lei Sammy» risposi fissando la sagoma di Catherine che in lontananza si era seduta con la schiena appoggiata contro al palo.
«Perché no? Questo potrebbe essere l'ultimo giorno insieme a lei, cosa aspetti? Quando tu non ...» mio fratello si bloccò per qualche istante voltando il capo altrove e potei notare i suoi occhi diventare leggermente lucidi «quando sarà sola, tu ti immagini cosa farà vero?» domandò infine lui guardandomi finalmente in viso.
«Tu ti dovrai prendere cura di lei, me lo devi promettere» dissi appoggiando la mano sulla sua spalla.
Sam fissò per qualche secondo il volante davanti a sé e poi dopo aver sospirato pesantemente annuì con il capo.
«Ora dovresti andare da lei» concluse lui cambiando discorso e indicandomi Catherine con il dito.
In quell'istante appoggiai la mano chiusa in un pugno sulla fronte e i pensieri sembrarono offuscare ogni minima parte della mia mente.
«Come posso guardarla negli occhi consapevole che se sta soffrendo è tutta colpa mia? Che tra qualche ore forse sarà l'ultima volta che potrò vedere il suo viso? Spiegami Sammy, come posso fare tutto questo? Perché io non lo so ...» risposi sentendo gli occhi pizzicarmi leggermente.
Non potevo piangere, anzi, non volevo, era una mia responsabilità giungere sicuro di me alla mia fine, ma anche io come essere umano avevo un limite ad ogni cosa.
«Devi farlo per lei Dean, non puoi toglierle anche questi ultimi momenti con te» continuò lui avvicinandosi a me e aprendo lo sportello dell'Impala.
Osservai il suo gesto rimanendo immobile per qualche istante poi sospirai e scesi dall' auto avvicinandomi a Caty con passo lento.
Appena mi vide subito evitò di guardarmi e io mi inginocchiai davanti a lei posando le mani sulle sue ginocchia.
In quel momento mi sembrò così fragile, capitava raramente di intravedere qualche debolezza in Catherine, ma ora sembrava completamente allo scoperto.
I suoi occhi rossi e gonfi mi fecero intendere che non aveva smesso un secondo di piangere e le mani tremolanti mi spiegarono più cose di quanto avrebbero potuto fare mille parole.
Stavo perdendo una delle poche ragazze che nella mia vita mi aveva fatto provare qualcosa di sincero, e solo ora me ne resi conto.
«Caty ... so che tutto questo è devastante, fidati lo è anche per me. Non credere che svegliarsi ogni giorno consapevole che ti manca sempre meno tempo sia facile anzi, è completamente l'opposto. So anche perché tu sei arrabbiata e io lo rispetto, ma capiscimi, in quel momento mi sembrava la cosa migliore, si trattava di mio fratello ...» dissi stringendo le sue dita tra le mie con fare premuroso.
Lei non emise neanche un suono e la sua espressione sembrava completamente estranea a qualsiasi emozione.
Potevo intravedere nei suoi occhi solo dolore e tristezza e questo creò una crepa nel mio cuore.
Mi avvicinai a lei senza parlare e l'abbracciai forte facendole appoggiare il capo sul mio petto, sapevo che in quel momento entrambi avevamo bisogno di quello e non di altro.
Grazie Catherine avevo imparato che la passione non era la cosa più importante, alcuni momenti andavano conservati nel profondo del cuore, proprio come ora.
Le accarezzai il capo dolcemente e sentii le sue braccia stringersi intorno al mio busto fortemente, il suo profumo inondò le mie narici e chiusi gli occhi stampandolo nella mia memoria.
Una lacrima scese lungo la mia guancia e anche se lei non poteva vederlo sicuramente il battito del mio cuore spiegava ogni cosa.
Lentamente abbassai il viso verso di lei e Catherine mi guardò sfiorando il mio naso con il suo.
Lentamente si avvicinò a me per poi darmi un bacio sulle labbra che subito mi trasmise un sapore salato a causa delle lacrime.
«Andrà tutto bene Caty» sussurrai sulle sue labbra quasi in un sospiro.
Lei scosse leggermente il capo dopo la mia affermazione e io la guardai dritto negli occhi.
«È una promessa»
∞∞∞∞
Ecco il nuovo capitolo!
Spero vi sia piaciuto e se volete lasciate un commento per dirmi cosa ne pensate.
Cercherò di aggiornare il prima possibile!
Baci 😊.
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