X. Nascondersi
Il giorno seguente cercai di farmi notare il meno possibile. Sgusciai da un luogo all'altro, attenta a evitare sia mio padre, sia von Neuberg. Il modo in cui mi aveva guardata la sera prima mi turbava. Era lo stesso con cui gli uomini guardavano le donne non perbene, quelle che s'intrattenevano con le guardie o con la servitù. Era un modo di fissare che lasciava molte cose non dette.
Basilius notò il mio turbamento. Lui notava sempre tutto. -Sbaglio oppure sei sfuggente?- mi chiese, il tono divertito -Hai combinato qualcosa che non so?-
-Io? Non ho fatto nulla- mi strinsi nelle spalle.
Lui rise. -Oh, ti conosco, sono certo che tu abbia combinato qualcosa-
-Questa volta- non doveva sapere.
Nel pomeriggio mi rifugiai in biblioteca. Stavo leggendo un libro, seduta in biblioteca. Ero così concentrata che non sentii Abel von Neuberg fino a quando non fu a pochi passi da me. Fu la sua risata ad attirare la mia attenzione. Alzai lo sguardo e lui era lì. Imponente, bruno, la pelle bruciata dal sole. I suoi vestiti erano neri, ma trasmettevano ricchezza, potenza, solidità. Un uomo da sposare. Io però non lo volevo. -Ecco dove vi eravate nascosta-
Sentii il volto andare a fuoco. Feci per alzarmi, ma lui mi precedette.
-Aspettate, non voglio che ve ne andiate- si affrettò a dire, mostrando i palmi delle mani, come un segno di resa. -Io vorrei conoscervi meglio... per esempio, cosa state leggendo?- mi si avvicinò.
La domanda mi sorprese. Neuberg non mi sembrava un uomo orientato alla lettura, quanto piuttosto all'azione.
-Su, che libro state leggendo?- insisté, il tono di chi è abituato a farsi obbedire.
-Ehm, "Amore e Psiche" di Apuleio-
-Sembra interessante- e si spinse avanti, così il suo respiro mi accarezzò la guancia. I suoi occhi sfiorarono la pagina, poi finirono sul mio décolleté. Cosa stava facendo? -Oh, è in latino- mormorò.
-Sì, sì, è in latino- confermai. Schegge di fuoco mi raschiavano la pelle.
-Ammetto che non sono un amante di queste lingue antiche- borbottò, poi il suo tono si addolcì, lo sguardo che indugiava ancora sulla mia pelle nuda -leggetemi qualche pagina, vi prego-
-Certo- sussurrai, non sapendo che scusa trovare. Mio padre non mi avrebbe mai perdonata se avessi rifiutato una simile richiesta. Non so come riuscii a leggere. Il cuore mi batteva fortissimo e il respiro mi mancava. Sentivo l'attenzione di quell'uomo su di me, come se fossi stata un'opera d'arte d'ammirare. Era strano, imbarazzante, ma anche piacevole. Nessuno mi aveva mai ammirata in quel modo. Io, in confronto ad Yvonne, risultavo sempre un po' sfocata, come se non fossi completamente reale.
-Alinoir, avete una bellissima voce- si spinse avanti e mi accarezzò la guancia.
Mi tirai indietro, confusa. Cosa voleva farmi? Le sue dita erano ruvide, rigide, aggressive. Fu come un'ustione.
-Scusate- lui ritrasse la mano e scosse la testa. I capelli scuri gli ricaddero sugli zigomi e sugli occhi. Era bello, nonostante fosse di molti anni più grande di me. -Mi dispiace, siete così bella che quasi non riesco a controllarmi-
-Yvonne è la preferita- dissi in un soffio. Non so perché quelle parole mi uscirono. Yvonne era qualcosa di cui non volevo mai parlare. -Siete venuto qua per lei- proseguii -la sposerete-
L'uomo parve divertito dalle mie parole. -Lo credete davvero?-
Forse non avrei dovuto dirglielo. E se si fosse trattato di un accordo segreto? E se mio padre non gli avesse ancora detto nulla? E se aver parlato troppo mi sarebbe costato molto? Attesi, il cuore che batteva all'impazzata nel petto.
-Sì, vostro padre mi ha proposto Yvonne- dichiarò lui, mettendo fine ai miei dubbi.
Avevo quindi ragione. La cosa però non mi rincuorò. Non so cosa provai. Forse ebbi la conferma che alla fine io ero solo una pallida ombra in confronto a mia sorella.
-Io però gli ho chiesto di voi-
-Di me?- sussultai.
-Esattamente-
Il terreno stava diventando scivoloso. Mi sembrava di essere tornata bambina e di camminare sul lago ghiacciato. Fissai quell'uomo senza sapere cosa dire. Poteva essere una prova. O peggio, poteva essere reale.
-Se arriveremo a un accordo io chiederò la vostra mano- sorrise, in attesa. Si aspettava dei ringraziamenti? O cos'altro? Io non riuscivo a parlare. Non volevo sposarlo. Questa era l'unica cosa di cui ero certa. Il suo sorriso prima si attenuò, poi appassì. -Avete compreso? Diventereste mia moglie... avrete tutto ciò che vorrete-
Io volevo Basilius. Il pensiero mi colpì come uno schiaffo. In che guaio mi ero messa? -Io... ne sarei onorata- farfugliai -ma credo che Yvonne sia più adatta a questo ruolo... è cresciuta per questo-
Von Neuberg parve davvero sorpreso. -Ma... cosa dite? Io desidero voi-
-Yvonne ha la precedenza- il cuore mi schizzò in gola.
-Perché dite così? Siete voi la maggiore, è naturale che vi sposiate prima voi, non capisco neppure perché vostro padre si ostina a propormi vostra sorella- mi sembrò confuso, come se non riuscisse a comprendere il mio ragionamento. Questo poteva essere un vantaggio. Dovevo fingere che lo dicessi per il bene di Yvonne, che fossi la custode delle sue confidenze. Il fatto che le donne non venissero considerate come esseri razionali poteva essere positivo per me. Von Neuberg avrebbe creduto che fossi mossa dai sentimenti.
-Io... so che Yvonne è innamorata di voi- abbassai lo sguardo, sforzandomi di sembrare timida -ha la precedenza-
Silenzio. Mi costrinsi a non muovermi. Dovevo attendere. La prossima mossa era sua.
-Avete un buon cuore- esordì. Le sue parole mi fecero sentire meglio. Mi sarei liberata di due problemi con una sola mossa.
-Siete molto comprensivo- sussurrai.
-Nonostante ciò non posso assecondarvi-
Lo stomaco divenne di ghiaccio. -Ehm... cosa?-
-Io voglio voi, non hanno importanza i sentimenti di vostra sorella-
Deglutii cocci di vetro. Era la fine, pensai. Mi sembrava di avere dei pezzi di piombo nelle vene.
-Io sposerò voi-
Me. Una situazione che avrebbe reso felice qualsiasi ragazza, tranne me.
-Credo che non ci vorrà molto- proseguì -vostro padre ha già mandato delle lettere-
-Quanto?- sussurrai.
-Forse neanche una settimana, faremo qualcosa di piccolo, voglio che tutto si concluda in breve tempo-
Una settimana? La gola mi si strinse. Stavo soffocando. C'era troppo poco tempo.
-Non parlatene con nessuno- continuò lui.
Annuii debolmente, la mente che lavorava alla disperata ricerca di una soluzione, che non arrivò. Von Neuberg piegò le labbra e si spinse in avanti. Io mi tirai indietro, un gesto spontaneo, che mascherai con un'espressione timida. La timidezza nasconde molte cose. Abbassai lo sguardo, unii le mani sul grembo, mi sforzai di arrossire.
-Mi farete impazzire, sapete? Adoro le ragazze innocenti- sentii le sue dita ruvide sfiorarmi la guancia.
-Io... devo andare- non attesi neppure un istante. Mi tirai su, l'abito che si attorcigliava alla sedia e lo stridio del momento in cui si strappava. Non attesi, corsi via, seguita dalla risata di von Neuberg.
-Corri, corri, mia bella puledra, mi piace la caccia-
NOTE DELL'AUTRICE:
Ciao!
Che ve ne pare degli ultimi avvenimenti? La povera Alinoir si trova in una brutta situazione.
A presto!
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