Capitolo 9
"Ahi! Mi fai male! Lasciami!"
Ma lui continua. Io mi dimeno ma lui è più forte di me, molto più forte.
Io urlo e lui ride. Una risata cattiva mentre continua il suo assalto con violenza.
"Basta! Basta! Basta!"
Mi svegliai di soprassalto e ero terribilmente disorientata.
La testa mi girava ed ero sudata.
Sentii della mani che mi cingevano le spalle e mi irrigidii. Poi capii.
Ero sul treno per andare a Roma con Salvatore e mi rilassai visibilmente.
-Tutto bene?- chiese lui abbastanza preoccupato.
-Si.. Più o meno. Ho fatto un incubo.- ammisi.
Mi sembrava un'eternità da quando non ne avevo uno. Sembrava fossero finiti eppure eccoli qui, a rovinare un giorno perfetto.
-Non preoccuparti.. È passato.- disse lui.
-Si, passato.- dissi io.
E aveva ragione, era il passato.
Ma purtroppo continuava a riaffiorare nella mia mente. Sospirai e mi accoccolai al petto di Salvatore che mi strinse a se.
Mancava poco all'arrivo e io fantasticai su come fosse. Ovviamente l'avevo vista,Roma, in televisione e l'avevo anche studiata assieme ai monumenti quando ero all'orfanotrofio ma non era lo stesso.
Il tempo passò subito e appena arrivati alla stazione scendemmo e prendemmo le valigie.
Una brunetta si gettò al collo di Salvatore che la prese fra le braccia.
Io mi irrigidii e,probabilmente, la fulminai con lo sguardo.
"Chi cazzo è questa?"
Lei gli diede un sonoro bacio sulla guancia e gli disse -Bentornato.- sorridendo.
"Pronto?! Ci sono anch'io!"
Quasi mi scagliavo contro di lei.
Infine sussurrò qualcosa all'orecchio di Salvatore e lui mi indicò.
Lei rimase allibita, anche se non so perché.
-Ciao- mi disse abbracciandomi.
Non ricambiai l'abbraccio ma la salutai comunque.
-Piacere di conoscerti. Sono Maria, un'amica di Salvatore. Sai lui mi ha parlato molto di te.- disse sorridendo.
-Era una mia compagna di corso all'università- mi spiegò Salvatore giustificandosi. Aveva sicuramente capito i miei pensieri, e io avevo capito i suoi.
-Piacere. Mi chiamo Enia, ma forse lo sai già- dissi io e lei annuì.
-Allora, andiamo a pranzare da qualche parte e poi vi accompagno in albergo.- disse Maria sorridendo, forse più a Salvatore che a me.
La seguimmo verso la sua auto, una Peugeot blu. Ci sedemmo sui sedili posteriori, mentre le guidava. Mi sarei sentita la terza in comodo se Salvatore si fosse seduto accanto al guidatore.
Arrivammo in un locale molto grazioso e ordinammo tre tranci di pizza accompagnati da due bottiglie piccole di birra. Mentre Maria parlava ininterrottamente, io ebbi l'opportunità di guardarla meglio.
Aveva i capelli non molto lunghi, castani e lisci, gli occhi grandi e marroni e le labbra sottili. Inoltre era molto estroversa e socievole. Mi ricordava Giulia!
"Oddio! Giulia! Dovrei chiamarle!"
-Scusate, devo fare una telefonata.- dissi alzandomi dal tavolo e allontanandomi.
Chiamai Giulia che rispose dopo il secondo squillo.
-Enia! Come stai? Come andato il viaggio? Sei arrivata?-
Mi mancavano le sue domande da Sherlock Holmes.
-Si si. È andato tutto apposto. Ora sono in un locale a pranzare con Salvatore e una sua amica- dissi guardando verso di loro e notai che, accanto a Maria, si era seduto un ragazzo. Poteva avere più o meno 25 anni, aveva una chioma bionda di ricci indomati e vestiva casual.
Giulia continuava con le sue domande ma io ero troppo curiosa di sapere chi fosse quel ragazzo così taglia corto.
-Senti, ti chiamo quando siamo in albergo. Adesso devo lasciarti perché è arrivato il mio pranzo. Un bacio.- dissi.
-Okay, ciao Enia. Un bacio e stai attenta.- mi rispose Giulia riattaccando.
Mentre ritornavo al tavolo sentii il biondino sussurrare a Salvatore: -Ma è bellissima!- e la brunetta aggiungere -Gia.. Complimenti.-
Sorridendo si voltarono tutti e tre verso di me, che mi presentai al biondino e mi accomodai.
Si chiamava David ed era il fidanzato di Maria. Quando lo venni a sapere mi rilassai visibilmente.
Erano molto simpatici ma io ero stanchissima e Salvatore lo capì.
Così pagò il conto e ci avviammo verso l'albergo.
L'albergo era stupendo. Molto semplice ma allo stesso tempo elegante.
La biondina alla reception si mangiò con gli occhi Salvatore quando lo vide, e io irritata lo strinsi a me.
"È mio!"
Lui sorrise verso la bionda in senso di scuse e lei, ovviamente, ricambiò il sorriso.
Camera 105.
Era bellissima. Vi era un letto a baldacchino, una cucina non male e un bagno con la vasca idromassaggio.
Era l'essenziale ma era comunque perfetta.
Mi catapultai sul letto e Salvatore fece altrettanto.
-Allora.. ti piace?- mi chiese.
-È tutto perfetto.- risposi sorridendo.
-E che ne pensi di Maria e David?-
-Beh, inizialmente l'avrei uccisa, Maria intendo, ma non è antipatica come sembra. E anche David non è male.- ammisi.
-Si lo so, Maria a volte è un po' invadente.. Ma tu non devi preoccuparti, lo sai.- disse facendomi l'occhiolino.
"Lo adoro"
Io risi e anche lui fece lo stesso.
Poi mi baciò teneramente e io mi avvinghiai a lui, cadendo in un sonno beato, fra le sue braccia.
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