Capitolo 22
Erano passati cinque giorni dall'accaduto e io mi stavo riprendendo anche se lentamente.
Salvatore era riuscito a far avere a mio zio una pena abbastanza pesante, 20 anni. Ero certa che sarebbe morto in carcere, ma non me ne importava. Non dopo quello che mi aveva fatto passare. Sospirai mentre mi guardavo allo specchio e cercavo un outfit per quel giorno.
Era il 5 Giugno e io compivo 23 anni.
Salvatore se ne ricordò subito e mi diede un regalo favoloso: un braccialetto a forma di cuore che si apriva e dentro vi era una nostra foto insieme. Era meraviglioso e lo indossai subito. Dopodiché mi disse di vestirmi abbastanza carina e di aspettarlo, poi uscì.
Sorrisi. Era davvero un ragazzo incredibile e io lo amavo tanto.
Sospirai e decisi cosa mettermi: dei pantaloncini neri, un top a fascia azzurro, un giubbottino leggero anch'esso nero e delle converse bianche e blu. Non mi truccai molto, misi solo un po' di mascara e lasciai i capelli sciolti e ribelli, come piacevano a lui.
Decisi di lavarmi i denti, presumendo che saremmo andati fuori, ma quando lo spazzolino entrò nella mia bocca sentii il mio stomaco contorcersi e mi scaraventai sul wc a vomitare.. Vomitare tanto, quasi anche le budella.
Appena il tempo di finire di vomitare e sentii la porta chiudersi, così barcollando un po' andai incontro a Salvatore. Ma la sorpresa più grande fu trovare in salotto tutti i miei amici: Giulia, Maria, David e perfino Donato.
Sorrisi e sentii i miei occhi inumidirsi, poi Ciccio mi abbracciò e mi diede un dolce bacio sulle labbra dicendo:
-Buon compleanno tesoro-
Era riuscito a farmi una festa a sorpresa coi fiocchi.
Dopo di lui, Giulia mi buttò le braccia al collo.
-Auguri gioia, sono tanto felice- disse.
Era più contenta di me.
Poi fu il turno di Maria che mi strinse forte e anche David.
Avevo legato molto con loro in quell'ultimo periodo e ho capito che erano delle persone fantastiche.
Anche Donato mi strinse forte e io vidi lo sguardo di Salvatore indurirsi un po'.
-Tanti auguri bellezza- mi disse molto dolcemente e fu in quel momento che Salvatore si avvicinò a noi e mi attirò verso di se.
-Non esagerare amico- disse.
E tutti scoppiammo a ridere per la situazione anche se Ciccio rideva soltanto con le labbra, gli occhi trasmettevano tutt'altra cosa.
Ci accomodammo sul divano e iniziammo a parlare del più e del meno.
Io non partecipavo molto alle conversazioni.. Non mi sentivo bene e pensai che mi ero presa un bel virus intestinale. Sentii un conato salirmi su per la gola e mi precipitai in bagno a vomitare. Appena finii e mi voltai, vidi tutti i miei amici che mi guardavano oltre la soglia della porta che avevo lasciato spalancata.
-Stai male?- mi chiese Giulia.
-In effetti..- dissi io abbassando lo sguardo.
Non volevo rovinare quel giorno e tanto meno la sorpresa che mi avevano fatto.
Ciccio mi guardò con uno sguardo comprensivo ma io non mi rattristai anzi coinvolsi tutti in una bella partita a carte. All'inizio mi guardarono un po' sorpresi ma poi accettarono.
Io mi sentivo molto meglio, dopo aver vomitato.
Giocammo a carte per un bel po' e con mia sorpresa vinsi quasi sempre io.
Tutti dicevano che mi facevano vincere volontariamente perché era il mio compleanno, ma io sapevo benissimo che nemmeno loro si spiegavano come facevo a vincere visto che a carte ero una schiappa.
Arrivò l'ora di pranzo e tutti iniziarono a congedarsi.
Il mio malessere tornò e tutti se ne accorsero.
-Stai di nuovo male, eh?- mi chiese Maria.
-No ragazzi, sto bene davvero- dissi cercando di convincere più me che loro.
Riuscii a malapena a pronunciare quelle parole che caddi a terra, svenuta.
Quando mi risvegliai era stesa sul divano e Giulia mi teneva le gambe alzate. Mi resi conto subito di ciò che era successo e cercai di alzarmi ma Ciccio mi bloccò.
-Non ti muovere. Si vede lontano un miglio che non stai bene. Tra poco ti accompagno in ospedale.- disse con tono autoritario.
Gli altri mi salutarono e andarono via.
L'ultimo ad andarsene fu Donato.
-Se avete bisogno di qualcosa.. qualsiasi cosa.. Io sono qui- disse per più uscire dalla porta.
Era strano. Non era da lui comportarsi in quel modo, e mi venne in mente il fatto che si sentisse in colpa.. Anche se non sapevo il perché.
Ciccio mi prese in braccio e mi portò in macchina. Poi salì anche lui e mi portò in ospedale.
Per tutto il tragitto rimase in silenzio, visibilmente preoccupato.
E io non potevo confortarlo, stavo davvero male e pensai che forse era qualcosa di peggio di un virus intestinale.
Quando arrivammo in ospedale, la dottoressa Lina mi visitò.
Mentre mi visitava la osservai bene: poteva avere poco più di 45 anni, era robusta e aveva dei grandi occhi castani e una chioma folta di lunghi capelli corvini. Era molto dolce e sapeva ciò che faceva e pensai se Lina era il suo nome o il suo cognome, ma lei si presentò come Lina, quindi pensai fosse il suo nome.
-Non è niente di grave, sono delle comuni nausee- disse.
Io la guardai interrogativa.
-Lei è incinta- disse.
Il mio cuore perse un battito.
Incinta? Come?
Mi voltai verso Salvatore e anche lui era sconvolto.
Non poteva essere vero, io non ero in grado di badare a me stessa.. Figuriamoci di un bambino.
La dottoressa Lina capì che eravamo all'oscuro di tutto e ci spiegò:
-Non è di molto.. Tre settimane circa. In questo momento è solo un puntino, guardi- mi disse indicando lo schermo che mostrava l'interno della mia pancia.
Mi fece notare un puntino piccolissimo e mi si riempirono gli occhi di lacrime a pensare che era un bambino.. Il mio bambino.. Il nostro bambino, mio e di Salvatore.
Ciccio mi strinse la mano, sorridendomi. Era emozionato anche lui. Che dolce.
Uscimmo dall'ospedale con tanti foglietti in borsa e delle facce abbastanza sconcertate.
La dottoressa era stata gentilissima e mi aveva dato direttive sulla gravidanza.
Le nostre facce.. Beh, eravamo felici ma allo stesso tempo terrorizzati.
Mentre ritornavamo a casa, Ciccio mise una mano sulla mia coscia e io gli sorrisi. Lui ricambiò il mio sorriso anche se i suoi occhi non sorridevano.
Questo mi fece stare male. Volevo davvero sapere la causa della sua preoccupazione, che non era dovuta tutta al fatto del bambino.
Arrivammo a casa e io mi sdraiai sul divano mentre lui andò in cucina a preparare del tè.
Quando ritornò con le tazze in mano, esse gli tremavano. Così mi decisi a parlare.
-Va tutto bene?- gli chiesi.
-Beh, si.- disse lui forzando un sorriso e porgendomi la tazza.
-Ne sei sicuro? Io penso che ne dovremmo parlare..-
-Non c'è molto da parlare Enia.. Diventeremo genitori. E credimi è una cosa bellissima. È con te che volevo formare una famiglia e adesso si sta realizzando il mio 'sogno'- disse d'un fiato.
Che amore, lo amavo davvero tanto.
-Anch'io sono molto felice.. Solo perché sei così preoccupato?- gli chiesi con gli occhi lucidi.
Non mi rispose e io lo incalzai.
-So che siamo giovani e che avremo sicuramente delle difficoltà ma ne abbiamo passate tante no? Supereremo tutto e resteremo insieme, per sempre.. Ricordi? Lo abbiamo promesso 5 anni fa.-
A quelle parole lui mi guardò e teneramente mi disse:
-Come potrei dimenticarlo?-
Mi sorrise e sorrisi anch'io, poi lui continuò:
-Solo.. c'è qualcosa che non ti ho detto Enia, e adesso devo per forza dirtelo.-
Cosa mi teneva nascosto?
Nella mia mente viaggiarono mille pensieri ma nessuna si avvicinava minimamente ciò che stava per dirmi.
-A breve.. Mi chiameranno per andare nell'esercito.- disse.
***
CARI LETTORI,
VOLEVO RINGRAZIARVI PER LE VISUALIZZAZIONI E PER I VOTI.
GRAZIE DAVVERO.
INOLTRE VOLEVO INFORMARVI CHE LA MIA STORIA È AGLI SGOCCIOLI.. QUESTI SONO GLI ULTIMI CAPITOLI CHE SCRIVERÒ.
A PRESTO❤️
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