Capitolo 10

Mi svegliai dal mio riposino ed erano le 19:30. Salvatore dormiva beatamente al mio fianco e io non volevo svegliarlo, così mi immobilizzai e iniziai a guardarlo.
Era bellissimo.. Non so quante volte lo ripeto al giorno ma era vero. La sua bellezza poteva anche essere illegale.
Sospirai, pensando a quante volte quando eravamo in orfanotrofio, abbiamo dormito assieme e solo adesso mi sembra quasi strano.
Da piccoli era una cosa normale e innocente.. ma adesso? Tutte queste emozioni, tutti questi sentimenti... Dove ci porteranno? Spero non alla rovina, perché per me tutto questo è nuovo.

Non potevo più stare sdraiata, così mi alzai e andai in bagno. Sembrava un centro benessere. Il colore predominante era il dorato, accompagnato da un bianco e un grigio che gli davano ancora più eleganza. Il lavabo era dorato e i rubinetti grigi. I sanitari anch'essi dorati e la vasca, con l'idromassaggio, era grigia. Oltre alla vasca, c'era un box doccia enorme e inoltre vi erano tovaglie e accappatoi posati quà e là.
Sembrava uno di quei bagni che hanno le persone ricche nei film.
Eppure tutto ciò non era un film, era vero. Come era vero che io amavo quel ragazzo.
"Forse dovrei dirglielo."
Si, forse dovrei.. Ma se lui non ricambia? Cioè mi ha detto che è felice ma non mi ha detto che mi ama.
Però ha fatto l'amore con me, ed era amore vero. Non so che fare. Forse è meglio stare zitta e aspettare che sia lui a fare il primo passo.. Ma noi, cosa siamo? Amici? Non più. Fidanzati? Non credo... Ma eravamo 'qualcosa'.
Si! Qualcosa. Noi eravamo qualcosa. Qualcosa di bello, qualcosa di dolce, qualcosa di tenero...

Il suono del campanello mi riportò alla realtà, strappandomi da pensieri che forse non avevano senso.
-Chi è?- chiesi.
-Servizio in camera!- rispose un ragazzo.
Non mi ero accorta che si erano già fatte le otto.
Aprii la porta e il cameriere mi lasciò con un carrellino pieno di cose da mangiare.
-Grazie- risposi io, guardando tutto quel cibo. Quando alzai gli occhi sul ragazzo, egli lo guardava inebetito.
Avrò qualcosa che non va sicuramente.
Gli sorrisi timidamente e chiusi la porta della mia camera.

-Menomale che è arrivato da mangiare.. Ho una fame da lupi!- esclamò Salvatore.
-Ehi, dormiglione! Non volevo svegliarti ma.. hanno suonato..- dissi io sorridendo.
-Non fa niente.. Anche se mi inquieta il fatto che mi guardi mentre dormo- rise.
-Beh, tu lo fai sempre quindi non vedo perché io non possa farlo- risposi io ridendo pure.

Ci accomodammo e mangiammo carne bevendo spumante. Wow, che lusso!

Mentre io sistemavo lui si andò a preparare perché dovevamo incontrarci con Maria e David, per andare in discoteca.
Il suo telefono squillò e io, non vedendo il nome, risposi.
-Pronto?!-
-E tu chi cazzo sei?- mi rispose una voce femminile, che però mi sembrò familiare. Ma comunque sia, come si permette? Ci penso io a te, carina.
-No, forse non ci siamo capiti. Il problema è chi cazzo sei tu!- la incalzai.
-Io sono Maria, una strettissima amica di Salvatore. Quindi potresti dirmi dov'è?- ribatté lei irritata.
Maria! Non l'avevo riconosciuta.
Scoppiai a ridere..
-Maria! Sono io, Enia. Scusa ma non ti avevo riconosciuta.- mi scusai
-Oddio, Enia. Scusami tu! Davvero! Non sono abituata a sentire una ragazza che risponda al telefono di Salvatore! Scusa davvero!- sembrava sincera.
-No dai, tranquilla.- risposi io.
-Okay, dopo la mia figura di merda..- rise -Volevo dirvi che vi passiamo a prendere alle 22:30.-
-Va benissimo. Ci vediamo allora, a dopo!- dissi e riattaccai.
Guardai l'orologio. Erano le 21:30 e sentivo ancora il rumore della doccia.
Ciccio a volte è peggio di una donna. Risi tra me e me ed entrai nel bagno.
Il tepore dell'acqua calda mi sorprese e mi sentii accaldata. Alzai gli occhi e vidi la figura di Salvatore intendo a lavarsi. Non seppi resistere e velocemente mi spogliai per raggiungerlo dentro la doccia. Lui non se l'aspettava, ovviamente, e si spaventò.
-Ma che fai?- mi chiese ridendo.
-Ha chiamato Maria e ha detto che ci passano a prendere alle 22:30. Siccome sono già le 21:30 e so bene che tu in bagno ci stai più di una donna, ho deciso di raggiungerti.. così facciamo prima!- gli risposi facendogli l'occhiolino.
Lui sorrise e lo vidi guardarmi come se mi stesse facendo una radiografia.
-Ehi! Siamo qui dentro per lavarci quindi evita di guardarmi in quel modo!- lo ammonii.
Lui si morse il labbro con malizia e io lo baciai con passione, mordendogli il labbro al posto suo.
Appena ci staccammo eravamo senza fiato, e la passione tra noi era abbastanza evidente, ma non potevamo perdere altro tempo così ci limitammo a lavarci reciprocamente.. Lui a me ed io a lui.

Erano le 22:20 ed eravamo pronti.
Mi diedi un'ultima occhiata allo specchio mentre aspettavamo Maria e David. Indossavo un vestitino dorato, forse un po' corto, che accompagnavo con dei tacchi vertiginosi neri e una pochette anch'essa nera.
Ovviamente Salvatore ebbe da ridire viste le dimensioni del mio vestito ma io non gli diedi molto ascolto.
Lui indossava dei pantaloni neri con una camicia bianca e una giacca sopra e le converse nere.
Sembrava che stesse per sposarsi, gli mancava soltanto la cravatta.
Maria e David arrivarono, puntualissimi e ci recammo in discoteca.

La serata trascorreva bene, avevo deciso di non bere molto perché volevo godermi ogni singolo momento con Salvatore.
Maria mi trascinò a ballare con lei, visto che David non ne aveva voglia, e Salvatore aveva deciso di 'ammirarmi da lontano'. Si, aveva usato queste parole.
Ballammo sulle note de 'La Fine Del Mondo' di Gabry Ponte. Adoravo quella canzone. Ma mentre tutto scorreva bene, sentii una mano attaccarmi al sedere. Mi girai e un uomo sui 30 anni mi sorrideva per poi buttarsi a capofitto sulle mie labbra.
"Oddio.. Non di nuovo!"
-Vai via! Porco!- urlai e gli diedi uno schiaffo così forte che mi feci male il palmo. Lui indietreggiò per poi cadere definitivamente all'indietro a seguito di un pugno che gli aveva dato Salvatore.
Si rialzò col sangue al naso ma Ciccio non gli diede il tempo che gliene diede un altro facendolo cadere di nuovo.
-Lascia in pace la mia ragazza- urlò per sovrastare la musica.
David lo prese per le spalle e tutti e quattro ci precipitammo all'uscita della discoteca per rilassarci un po'.
Io presi una sigaretta dalla mia pochette e ne diedi una anche a Salvatore che sembrava si fosse tranquillizzato.
-Stai bene?- mi chiese turbato.
-Si, sono solo un po' scossa- ammisi.
-Quel depravato. Lo avrei ucciso.-
i suoi occhi ardevano d'ira e io lo abbracciai stringendolo così forte a me che mi sembrava di spezzargli le ossa.
-Se solo ti fosse successo qualcosa.. Non me lo sarei mai perdonato.- disse infine.
-Ma non è successo niente, stai tranquillo- cercai di tranquillizzarlo ma in realtà desideravo ricevere più conforto di quanto ne avrei potuto dare.
-Non permetterò mai che ti succeda qualcosa- promise -Basta soltanto che tu stia sempre con me-
I suoi occhi brillavano..
-Non vado da nessuna parte.- promisi io e lo baciai intensamente. Era un bacio bisognoso e necessario che racchiudeva tutte le emozioni provate in quei 20 minuti.

La serata si concluse bene, nonostante tutto, e noi esausti ritornammo in albergo dove ci coricammo e ci accoccolammo, pronti ad affrontare un'altra notte insieme.

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