X CAPITOLO
Appena scoccato il coprifuoco Jessie entrò nella sua stanza dopo essere stata salutata da Sam con un rapido, dolce bacio sulle labbra.
Un modo bellissimo per dare la buonanotte. -Tessa!- Lara urlò il nome dell'amica. -Mi presti la spazzola per favore?-
Jessie alzò lo sguardo al cielo, pensando che non capiva le persone che si spazzolavano prima di andare a letto: nel sonno comunque ti muovi, e i capelli ti si impicciano lo stesso, allora perché metterli a posto prima di andare a dormire? Forse per apparire più belli nei sogni?
Jessie sospirò, sedendosi sul materasso e ripensando a quello che era successo quel giorno.
Strano come la vita possa cambiare in così poco tempo.
La ragazza si stese sul letto, infilandosi sotto le coperte, mentre il calore del piumone percorreva tutto il suo corpo.
Fissò lo sguardo al soffitto, rivivendosi i momenti passati poco prima:
In quella giornata aveva dato il primo bacio, aveva scoperto di essere un Angelo Custode, aveva scoperto che Sam era un Arcangelo e Moroni un Angelo Vendicatore, e soprattutto, lei e Sam si erano finalmente messi insieme.
Aveva aspettato per tanto quel fatidico momento che era finalmente arrivato.
La ragazza chiuse gli occhi e cullata da quei dolci pensieri cadde nelle braccia di Morfeo.
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Appena Sam ebbe salutato Jessie, si era avviato verso la torre, godendo del leggero venticello che si era alzato pigramente poco fa.
Si era appena accorto di aver lasciato la sua felpa a Jessie, ma non gli importava più di tanto: gli piaceva come il vento gli accarezzava le braccia, come gli faceva volteggiare i capelli color pece, come gli dava un sentimento di sfida contro questa forza inanimata, che lo spingeva dalla parte opposta in cui voleva andare.
Il ragazzo rabbrividì pieno di piacere, mentre finalmente raggiungeva le scale.
Si inumidì le labbra screpolate dal vento e bussò alla porta della sua stanza, sicuro del fatto che James e Gary fossero ancora svegli, infatti gli aprì Gary a petto nudo.
I suoi muscoli scolpiti saltarono subito agli occhi di Sam, e pensò a quante ragazze gli avrebbero potuto correre dietro.
Con un sospiro fece un cenno con la testa di ringraziamento e si andò a sedere sul suo letto.
-James, prendi!-
Gary, da davanti alla porta massiccia ormai chiusa lanciò un elastico all'altro ragazzo che, con un goffo balzo, lo prese buttandosi sul letto di Sam, facendolo sobbalzare.
-Ragazzi, voi non vi spegnete mai, eh?-
Domandò sospirando.
-E tu non ti diverti mai?- fu la risposta di James, che gli diede un pugnetto sulla spalla.
Sam girò piano la testa verso il ragazzo, incenerendolo con lo sguardo.
-I miei metodi di divertimento sono di gran lunga migliori dei vostri, e sicuramente più "pacati".-
Gary incrociò lo sguardo di James che ripetè le parole di Sam in falsetto, prendendolo in giro.
Sbuffando, Sam buttò indietro la sua schiena adagiandola sul materasso dove poco prima era presente James.
Chiuse gli occhi consapevole del fatto che quella notte non sarebbe riuscito a dormire, non con quei soggetti.
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-Annie.- la chiamò Moroni, incrociando lo sguardo a quello della donna, che lo ricambiò interrogativa.
-Io non voglio lasciarti sola, poi, con quest'aura negativa che gira ho tanta paura per te, però se succedesse qualcosa alla torre io cosa potrei fare, che sono qui con te?-
-Ehi, tranquillo, io mi so difendere. I ragazzi hanno più bisogno di protezione. Vai, tranquillo.-
L'uomo le sorrise prendendole le mani e baciandola dolcemente. Non c'era molta luce nella stanza: solo la fievole lampadina fissata sul soffitto illuminava i loro volti.
-Ti amo. Sogni d'oro, amore.-
La Fray si staccò da lui.
-Anche tu. Vado, che sennò alla torre si preoccupano.- sorrise Moroni, mentre apriva la porta.
-'Notte!- lo salutò di nuovo la donna, e appena l'uomo sparì dietro alla porta spense la luce e si mise sotto le coperte addormentandosi cullata dal calore del ricordo di lui.
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Moroni, uscito dalla stanza dell'amata, si infilò nella sua felpa, presa poco prima di uscire.
Ormai il braccio non gli faceva più male, era soltanto l'ennesima ferita su un corpo secolare, cosa poteva fargli?
Dopo aver accarezzato la porta della stanza si avviò verso la torre, camminando e stringendosi nelle spalle per via del vento che si era alzato.
Ormai non soffiava più come prima: era diventato più insistente.
C'era qualcosa di strano nell'aria. Moroni trovò una ragazza in piedi davanti alle scale per scendere nel patio di sassolini.
Era di spalle e vestita di nero. Capelli biondi le scendevano lungo la schiena, illuminati dalla luce fioca dei lampioni.
La ragazza si girò e Moroni, prima di scorgere il suo viso, si piegò in due dal dolore:
Una sensazione di pericolo gli pervase il petto.
Tentò di urlare, ma non ci riuscì:
Gli mancava la voce, il respiro. La ragazza si avvicinò al corpo dell'uomo, e il dolore diventò sempre più intenso, tanto che cascò in ginocchio.
La sua fronte imperlata di sudore freddo toccò il suolo.
Tentò disperatamente di trasformarsi in Angelo Vendicatore, o almeno, di reagire, ma non ci riusciva, non riusciva a concentrarsi, provava troppo dolore che gli trafiggeva la testa e il petto come un trapano.
Soltanto quando la ragazza lo prese per le spalle, l'uomo riuscì a guardarla negli occhi.
Due occhi castani, spietati. Due occhi senza più una loro identità, senza anima.
Degli occhi impossessati.
Moroni tentò di nuovo d'urlare, ma la voce gli morì in gola, finché, stremato, non svenne.
Il suo ultimo pensiero fu rivolto alla Fray.
In quel momento era terrorizzato per lei. Cosa avrebbe fatto senza la sua protezione?
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Sam si svegliò di soprassalto.
Non capiva bene il perché, se per il dolore di un Angelo o per la sensazione dell'aura negativa che aveva nel petto.
-Per Samaniel...- sussurrò, sedendosi sul letto e cincendosi il ventre con un braccio.
Notando che stranamente i suoi compagni di stanza s'erano addormentati, afferrò l'orologio che aveva vicino al suo letto e guardò l'ora.
Mezzanotte e mezza.
Possibile che abbiano deciso di addormentarsi così presto? C'era qualcosa che non andava.
Prese una felpa dalla sua valigia e ripromettendosi di afferrare un bastone o un sasso di fuori, per sicurezza, aprì la porta delicatamente per non svegliare i suoi compagni e si avviò lungo le scale mentre le chiavi della stanza producevano un lieve rumore nella sua tasca.
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Un'improvvisa sensazione che qualcosa non andasse svegliò Jessie che si era tranquillamente addormentata.
Boccheggiò piano mentre si sedeva sul materasso.
Spostò lo sguardo verso Theresa e Lara, che dormivano beatamente nel loro letto a castello.
-Oddio...- mormorò mentre la sensazione si intensificata, quindi fece una scelta che forse si poteva risparmiare.
Decise di uscire e di scoprire il perché di quella morsa nel petto.
Aprì la porta e si avviò all'esterno.
Uscita, si strinse nella felpa di Sam, e non si accorse subito della scena che le si presentava davanti, vedeva solo ombre che si muovevano nella vegetazione, e a prima vista le scambiò per le fronde degli alberi circostanti.
Socchiuse gli occhi per scorgere meglio quella scena. Non capiva cosa stesse succedendo.
Le faceva male il petto, lo stomaco, e non capiva il perché.
Ad un certo punto sentì dei passi di corsa avvicinarsi. Il terrore le pervase il corpo, e le fece dimenticare, almeno per un attimo la scena che le si stagliava davanti.
-Jess?- la voce di Sam la raggiunse in un sussurro, facendola sospirare di sollievo.
-Sammy? Guarda!- Jessie indicò la vegetazione e le due figure con un dito tremante.
-È lei.- affermò Sam. -È l'aura.-
Il ragazzo si mise davanti a Jessie con fare protettivo, per poi avanzare di un po'.
Le due figure non sembravano essere accorte dei due ragazzi, infatti continuavano ad avanzare, la più piccola che trascinava l'altra.
-Jess, è pericoloso per te. Torna dentro. Ci penso io.-
-Assolutamente no. Ci siamo appena riconciliati, non voglio perderti di nuovo!- Jessie incrociò le braccia al petto mettendo su un finto broncio.
-Neanche io, amore, ma... aspetta, dove sono finite?-
Le due figure erano sparite. Al loro posto, solo un leggero fruscio e tanta, tanta erba alta.
-Vado a controllare.- il tono di Sam era autoritario.
-No. Meglio domani, con la luce del sole dalla nostra parte. Potresti farti male, ma tanto male.-
La ragazza fissó lo sguardo serio in quello di lui, che annuì piano, arrendendosi alla sua amata.
--Sì, forse hai ragione, domani sarà più sicuro e potremo avvertire Moroni e la Fray. Ora meglio se riposi. La sensazione è sparita di nuovo-
Sam si passò una mano nei capelli corvini mentre Jessie afferrava l'altra stringendosela al petto.
-Ho paura.- affermò.
Sam, dopo questa affermazione capì che Jessie non era ancora pronta per poter andare nel buio. Era terrorizzata, d'altronde aveva appena saputo di essere un Angelo Custode.
La cinse nel suo caldo abbraccio, e il ragazzo si accorse che lei stava tremando.
-Ehi...- mormorò, a fior di labbra.
-Calma, ci sono io. Con me al tuo fianco sei al sicuro. Sta' tranquilla!-
Le prese il volto tra le mani e la baciò tentando di infonderle sicurezza, nonostante anche l'Arcangelo fosse turbato da quell'avvenimento, ma in quell'istante non aveva nè la voglia, nè la forza di compiere ragionamenti o di attuare piani.
Mentre la ragazza lo stringeva a sè, si ripormise di pensarci l'indomani.
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