IV CAPITOLO
Jessie si svegliò cinque minuti prima dell'arrivo alla struttura, per via dei brusii dei ragazzi eccitati di iniziare questa nuova avventura.
-Siamo arrivati...?-
Chiese la ragazza con la bocca impastata, per poi accorgersi che anche Sam si fosse addormentato come lei. Con un sospiro, si fece coraggio e lo chiese alla Fray.
-Non ancora, cinque minuti e saremo sani e salvi alla struttura d'accoglienza.-
-Sani e salvi Annarita? Siamo in pericolo di vita?- Scherzó la Marianne dopo che Jessie ebbe ringraziato la professoressa per l'informazione.
La Fray spostó lo sguardo dalla ragazza alla Marianne, non commentando la battuta, ma sorridendo in un modo che probabilmente solo Moroni avrebbe capito.
-Ehi Sam...- lo scosse delicatamente Jessie. -svegliati, siamo quasi arrivati!-
-Mh... cinque minuti.- Borbottò il ragazzo.
-Esatto! Cinque minuti! Ci siamo, sveglia!!-
Piagnucolando, Sam aprì gli occhi mentre i professori indicavano la struttura mastodontica che si ergeva sulle colline di quella vallata verdeggiante.
Si intravedeva una maestosa torre bianca e una struttura a due piani lunga, lunga, lunga... sembrava non finire più!
I ragazzi avevano tutti il naso appiccicato al finestrino, con gli occhi che scrutavano curiosi quell'edificio.
-Ci siamo...- mormorò Jessie senza rivolgersi a nessuno in particolare.
-Sono emozionatissima, non vedo l'ora!-
Erano solo le 13 del pomeriggio, ma i ragazzi si sentivano pieni di energie e pronti a intraprendere quella nuova esperienza.
Se solo avessero saputo cosa li aspettava...
-Ragazzi, due minuti! Ci siamo quasi!- la Fray sembrava molto più eccitata di tutti i ragazzi messi insieme, e ce ne voleva... i suoi occhi scintillavano dall'emozione mentre Jessie l'osservava con un sorriso da ebete stampato sulle labbra.
-Ehi Jess! Smettila di fissarla in quel modo o ti prenderà per pazza!- l'ammonì Sam dandole un pizzicotto sul braccio.
-Ahi!- sobbalzó la ragazza, spostando lo sguardo sulla struttura. -Va bene, non la fisso...- sospirò poi, mentre nei suoi occhi scorrevano le immagini del paesaggio naturale che avevano davanti.
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-Sento qualcosa che non va.- Moroni si rivolse alla Fray.
-Cosa?-
-Sento che c'è un'aura negativa qua vicino.-
La Fray lo guardò sorridendo. -Sta' tranquillo, è normale essere nervosi prima di iniziare una nuova esperienza. Andrà tutto bene.-
-Annarita.- quando il professore la chiamava con il nome completo, voleva dire che la faccenda era seria.
-Questo posto non mi piace.-
-Beh, è sperduto nel nulla, però penso che fisicamente non sia niente male.-
-Annie... non parlo di questo. Qui vicino avverto un'aura negativa. Può essere pericoloso per i ragazzi, e soprattutto per te.-
La Fray prese per mano l'uomo, sorridendogli affettuosamente.
-Andrà tutto per il meglio, tesoro.-
Non ci fu risposta da parte del professore, che distolse lo sguardo dagli occhi amorevoli della Fray chiudendoli, e pensando che la professoressa non poteva capire cosa provava Moroni. Non era nel suo sangue.
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Appena il bus accostò, iniziò un chiacchiericcio eccitato.
-Oh, Sam, Sam, Sam!! Ci siamo!!-
-Jessie, calma! Non so perché ma questo posto mi puzza... c'è qualcosa di oscuro...-
-Hai ragione, anche io sento qualcosa di strano. È inquietante...-
Jessie rabbrividì, e non appena il conducente spense il motore del pullman, si scatenò l'Inferno: ragazzi che urlavano, si alzavano, davano pacche amichevoli ai compagni che avevano a fianco e si abbracciavano felici.
-RAGAZZI?!- Gli occhi della Marianne lampeggiarono, e quando ottenne il silenzio continuó:- È MODO DI COMPORTARSI QUESTO? STIAMO SCHERZANDO? ADESSO SCENDETE IN S.I.L.E.N.Z.I.O.- Calcò le ultime parole di rabbia.
I ragazzi, ammutoliti, presero le loro cose e scesero docilmente dal pullman, per poi riunirsi in due gruppetti divisi tra le due classi nel vialetto davanti alle abitazioni.
Là davanti diedero le stanze ai ragazzi (quella di Jessie era la numero 15, e fu messa insieme a Theresa, una ragazza molto timida ma tanto carina esteriormente, e Lara, migliore amica di Tessa, ma altrettanto diversa da quest'ultima: estroversa e abbastanza simpatica.)
Quando li lasciarono andare, Jessie e Sam si avvicinarono per scambiarsi due parole.
-Sam, come ti è andata?-
-Bah, non male, dai. Sono capitato con Gary e James... capirai, i clown della classe. Ho paura di quello che accadrà. Tu invece? Come ti è andata Jess?-
-No dai... abbastanza bene. Sto con Tessa e Lara. È un'opportunità per fare nuove amicizie. Tu prendila al volo, Sam. Ti saluto che ho le chiavi e che probabilmente Theresa e Lara mi staranno aspettando. Buona fortuna!-
Sam le rispose con un verso contrariato, mentre Jessie gli sorrideva beffarda avvicinandosi alla salita per le stanze. Caricata come un mulo, trascinandosi dietro la valigia con lo zaino sulle spalle, finalmente arrivò in cima, seguita da Sam.
-Oh, Cielo!- Esclamò subito Jessie regolando la voce quando vide la Fray e Moroni chiudersi in una stanza. La 11.
-Jess! Smettila di farsi i loro affari!-
-Sam. È la mia professoressa preferita. Non vorrei che qualcuno le spezzi il cuore. E se poi cambiasse radicalmente ? Io cosa faccio? E poi, cosa dovranno fare in quella stanza?-
Dopo un silenzio imbarazzante, Sam fece un sospiro e rispose, vago:
-E chi lo sa?-
E continuò per la sua strada.
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-Jessie!- Lara urlò il suo nome impaziente.
-Ohi! Scusatemi! Stavo...-
-Non mi interessa cosa stavi facendo. Apriamo questa porta che gli insetti già mi hanno cominciato a stancare.-
Confermò la ragazza menando un fendente a un povero moscerino trovatosi lì per caso.
Jessie abbassò lo sguardo, vergognata e paonazza per le parole di Lara, e infilò la chiave nella serratura. Due giri a destra e la porta era aperta.
Entrarono prima Theresa e poi Lara, e infine Jessie, che chiuse la porta alle sue spalle pensando a quanto sarebbe stata difficile la convivenza con le due.
La ragazza portò la sua valigia vicino al comodino situato sulla parete parallela alla porta, mentre Theresa e Lara decretavano che il letto a castello era loro.
-Okay, io mi prenderò quello singolo.- sospirò Jessie, sedendosi sul materasso.
La ragazza avvertì nuovamente la sensazione nel petto che aveva sentito nel pullman: avvertiva un'aura negativa lì vicino.
"Mi serve solo in po' d'aria." Pensò, annunciando alle due ragazze che sarebbe andata via per un po' e afferando le chiavi.
Uscita dalla stanza prese una lunga boccata d'aria, per poi tirarla fuori in un lieve sospiro di sollievo, e si appostó tra le stanze 11 e 12, immergendosi nei suoi pensieri adolescenziali.
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-Annie, ma io quanto ti amo?- mormorò Moroni, seduto vicino alla Fray, mentre le faceva delle dolci carezze che partivano dalla nuca, per poi scendere dalla guancia, alle spalle...
-A chi lo dici...- sorrise la Fray, mentre alzava lo sguardo sugli occhi nocciola del professore, che ricambiando il sorriso le diede un rapido bacio sulle labbra.
Continuarono così per minuti, finché non sentirono un vociare davanti alla loro porta.
-Ho sentito un urlo proveniente da una delle stanze della torre. Il professore non si vede da nessuna parte. Direi di chiamare la Fray?-
-Dici Sam? Io non ho sentito nulla...-
-Eh, grazie, la torre da qui è lontana.-
-Beh, anche tu non hai torto. Bussiamo...?-
La voce femminile nell'ultima parola parve incerta alle orecchie dei professori, che si lanciarono uno sguardo d'intesa. Appena i ragazzi bussarono, la Fray si diede una rapida sistemata e Moroni si andò a nascondere in bagno.
-Ragazzi, che succede?- appena aperta la porta, la professoressa tentò di assumere un tono leggermente stupito per l'apparenza di Sam e Jessie.
-Abbiamo sentito un ...- la voce di Sam fu interrotta da un:
-PROF.!- urlato da Raphael. -Mios Diòs! È successo un ¡Disastro! Yo no entedido bien... cosa è accaduto... ma ¡fuerza! ¡Vienga conmigo!-
La Fray e i due ragazzi si girarono contemporaneamente verso il ragazzo, sconvolto da chissà che.
-Raphael, calmo. Adesso tu mi racconti tutto mentre andiamo alla torre, okay?-
Il tragitto per andare alla torre non era molto lungo: le abitazioni erano poco più sopra a questa, infatti per accedervi bisognava scendere delle scale in ferro e attraversare un patio fatto di sassolini bianchi.
Finito questo c'era l'accesso alla torre, dove andarono Raphael e la professoressa.
-C'è mancato poco...- la voce di Moroni sorprese i due ragazzi rimasti impalati davanti alla porta dell'abitazione.
-Scusi?- Sam guardò il professore uscire dalla stanza, che sbiancando disse:
-Uhm... ragazzo, non farti domande. Io e la professoressa Fray avevamo questioni molto importanti di cui discutere.-
Finito di dire ciò, si schiarì vagamente la voce.
-Okay...? Beh, penso che ora ce ne sia una più importante. Alla torre la stavano cercando.-
Jessie gli sorrise.
-Oh! Cielo, hai ragione Jessie! Vado!!- Felice di essersi scrollato di dosso i ragazzi, Moroni si avviò a grosse falcate verso la torre.
Quando fu abbastanza lontano, Sam e Jessie cominciarono a ridere come due matti:
-Ahah! Hai capito Sam? "Questioni importanti"! Non pensavo che per "questioni importanti" si intendesse "baciarsi"!-
-Beh, forse per loro sì.- commentó sorridendo Sam.
Ripresi da quella grassa risata, i due si avviarono parlando verso la torre.
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