3. Una nuova estate.

Tony entrò in cucina, con solo indosso i boxer e la maglia, e sbadigliò sonoramente, mentre si grattava la pancia sotto la maglietta.

«'Giorno.»

Dicendo ciò si sedette sullo sgabello della cucina, osservando l'amico armeggiare con il forno. Fissò il grembiule rosa con il pizzo che indossava, non riuscendo a capire se fosse il completo camicia a scacchi e pantaloni a stonarci sopra o il contrario. Decisamente era un'osservazione troppo impegnativa per essersi appena svegliato. Aveva bisogno di zuccheri e caffeina.

«Ben svegliato, Tony.»

«Stai preparando la colazione?»

Il biondo lo guardò sorridendogli, mentre scuoteva leggermente la testa..

«Pranzo! È quasi l'una, Tony.»

Anthony lo guardò ancora mezzo addormentato, ragionando su quella rivelazione, per poi fare spallucce e alzarsi per prendersi un donuts dalla dispensa.

«Cosa cucini, Steve?»

Abbracciò l'amico da dietro cercando di sbirciare nelle pentole, mentre gli sporcava di briciole la camicia.

«Pasta e arrosto con patate al forno... »

Il biondo si voltò prendendo un fazzoletto e iniziò a pulire la bocca sporca di zucchero del moro mentre quello biascicava un grazie.

«Mamma Steve, ci sono dei bambini in spiaggia che litigano e Banner non sa più come calmarli.»

La voce inaspettata, appartenente a una ragazza, li fece entrambi sussultare.

La rossa era talmente silenziosa nei suoi movimenti da sembrare una spia in azione, o almeno così la definiva il loro amico Clint.

A quelle parole il biondo si separò dal contatto con il moro e sospirò, poi uscì, pronto a intervenire.

«Prima o poi mi causerai un infarto con il tuo passo felpato, Romanoff!»

La rossa ghignò divertita.

«Più che di me in queste vacanze dovrai preoccuparti di Bruce. Credo abbia da ridire sulla stanza che è stata assegnata a lui e a Clint.»

«È come le altre, non vedo cosa ci sia da lamentarsi. Bagno privato, letto matrimoniale, hanno anche la stanza con la migliore vista sull'oceano...»

«Più letto a castello con cui Burton si è divertito quasi tutta la notte.»

Tony rise, il piano aveva funzionato.

Natasha gli aveva rivelato la passione di Burton per i letti a castello e subito i due avevano escogitato un piano per divertirsi alle spalle degli amici. Aveva ordinato immediatamente un letto a castello e lo aveva fatto mettere in una delle stanze, stanza che avrebbe dato alla novella coppietta "Hulkeye", come erano stati rinominati da lui.

«L'idea è stata tua, perché la colpa me la prendo solo io?»

«Ovvio! La casa è tua e poi io sono troppo adorabile per far sì che si arrabbino con me.»

Tony, in realtà, l'avrebbe definita"spaventosa", ma ci teneva abbastanza alla vita da non aggiungere nulla.

«Almeno sei salito nella classifica amici del nostro "occhi di falco". Sii felice.»

«Felicissimo... Speriamo che Banner non mi tenga il broncio per tutta l'estate.»

Si incamminò sul terrazzo, seguito dall'amica, per controllare la situazione. Clint e Bucky stavano ancora litigando chissà per quale motivo e Steve provava a farli ragionare, mentre Bruce si era seduto sulla sabbia e li osservava ormai rassegnato.

Al suo fianco Natasha sembrava divertita dalla scena; molto probabilmente aveva causato lei lo scompiglio tra il suo migliore amico e il suo ragazzo, ma non ne era minimamente preoccupata.

Il moro sorrise negando con la testa.

Quelli erano i suoi amici: un intelligente futuro scienziato come Banner, un uomo di "altri tempi" come Rogers; un ghiacciolo fedele come Barnes; una futura linguista teneramente diabolica come la Romanoff; un arciere amante della pizza e degli animali come Burton. Loro erano molto più di questo. Sotto la superficie c'era molto da scoprire, ma proprio per le apparenze in molti gli avevano fatto notare che non avevano niente in comune. Eppure quel gruppo, gli Avengers, come li aveva nominati lui, erano una famiglia, erano le persone sulla quale poteva sempre contare.

Quella sarebbe stata un'estate fondamentale, forse l'ultima che avrebbero trascorso tutti assieme. Avevano superato i diciotto anni e presto alcuni sarebbero andati all'università, mentre altri sarebbero partiti per addestrarsi nell'esercito.

Potevano perdersi per sempre? La loro amicizia avrebbe resistito al tempo?

Stark non lo sapeva, ma quella possibilità lo spaventava, per tale motivo aveva deciso di portarli tutti nella sua villa in Norvegia. Spiagge bianche e perfette per fare surf, sentieri dove potersi dedicare a lunghe escursioni e dove potevano restare tranquilli, senza pensieri, almeno per un po'.

Sì, era il momento giusto per chiudersi nella sua bolla nella speranza che nulla sarebbe cambiato.

Da quel giorno di tanto tempo addietro Loki non si era più avvicinato a quella spiaggia ed evitava deliberatamente il moro. Se lo trovava sulla sua strada immediatamente entrava in un negozio vicino oppure attraversava la strada, insomma qualsiasi stratagemma era lecito, anche far esplodere un idrante per poi darsi alla fuga. Non che ciò accadesse spesso, la maggior parte del tempo lo passava in biblioteca e dubitava fortemente che Tony ne conoscesse la posizione o anche solo l'esistenza.

Eppure ovunque si trovasse non riusciva a smettere di pensare a lui, ai suoi occhi, ai gesti, al suo sorriso, e più tentava di toglierselo dalla testa più il viso del moro si faceva presente nella sua testa e nel suo cuore.

Aveva nuotato per allontanarsi da tutti e tutto. E ora si trovava in un punto dell'oceano che gli suscitava tranquillità.

Era solo lui e qualche pesce.

«Ecco dov'eri, fratellino, ti ho cercato per ore.»

Loki sdraiato sulla schiena muoveva leggermente la coda. Distratto dai pesciolini che gli nuotavano intorno, non degnò minimamente il nuovo arrivato, anzi dentro di sé era infastidito da quell'intromissione.

«Perché mi cercavi?»

«Stasera a Midgard ci sarà il falò di mezza estate*!»

Loki si mise a pancia in giù incrociando le braccia sotto il mento, i capelli ondeggiavano leggermente nell'acqua e lanciò un'occhiata annoiata al fratello.

«E per quale motivo dovrebbe interessarmi?»

«Avanti, Loki! Praticamente trascorri ogni minuto di ogni giorno in biblioteca, finalmente possiamo andare su Midgard e tu leggi e basta!»

Secondo le leggi di Asgard, solo dopo la maggiore età era consentito andare sulla terraferma, mentre prima era severamente proibito, per cui in realtà Loki capiva l'entusiasmo del fratello; in più il falò era un evento molto atteso e anche lui la prima volta che l'aveva visto ne era rimasto incantato, ma al contrario di Thor per lui ormai la cosa era normale, tanto da non ricordarsi più quando si svolgesse.

Lentamente si alzò iniziando a nuotare verso Asgard.

«Passo!»

Thor lo superò mettendosi davanti a lui, impedendogli di continuare a nuotare.

«Come fratello non posso permettere che tu perda un evento così particolare! Andremo assieme, fine della storia!»

Il corvino lo fissò, alzando leggermente un sopracciglio, e incrociò le braccia al petto.

«Okay, non ti chiederò di giocare a "get help" per una settimana.»

«Tu non lo chiedi, mi obblighi a "giocare".»

Loki sospirò. L'idea che lo lasciasse in pace per un po' era allettante, ma trovava strana quell'insistenza.

«Perché ci tieni tanto?»

«Siamo fratelli! Una serata tra fratelli è quello che ci vuole!»

«Sei negato a mentire.»

«Mamma ha detto che passiamo poco tempo assieme e ci vorrebbe più vicini, perciò questo evento potrebbe essere un modo per consolidare il nostro rapporto.»

Ormai era tutto chiaro, di certo non voleva andare contro la madre, però, per quanto improbabile, vista la quantità di persone che partecipavano all'evento, rischiava di incontrare Tony e sapeva che non sarebbe stato solo. Non che lo disturbasse che avesse degli amici, ma dubitava che il biondino che gli girava così attorno fosse solo un amico e la cosa lo infastidiva, perciò stava alla larga da lui più del solito, quell'anno. Però a pensarci bene avrebbe potuto usare il fratello a suo vantaggio nella situazione, soprattutto conoscendo il debole del fratello per i "biondi". Guardò il fratello negli occhi mostrando un sorrisetto impertinente

«Un mese!»

«Cosa?»

«Un mese senza "get help".»

Thor strinse i denti, un mese senza il suo passatempo preferito era dura, ma non aveva molta scelta per cui porse la mano al fratello per stringere l'accordo. Loki ghignò soddisfatto e lo superò, riprendendo a nuotare verso Asgard.

«Prima mi preparo, ma se non trovo niente da mettere ci vai da solo!»


* Il falò di mezza estate è una festa Norvegese per celebrare la vigilia di San Giovanni. La tradizione (di origini pagane) prevede la costruzione di alti cumuli di legna dove spesso sulla cima viene messo il fantoccio di una strega a cui viene poi dato fuoco.


Canzone: Ho messo via - Ligabue

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