1. Norvegia.

«Anthony! Non abbiamo tempo per i tuoi capricci, fra poco io e tua madre dobbiamo andare e tu devi ancora finire di prepararti!»

Il bambino lo guardò con astio, quindi si voltò e corse a chiudersi nella sua camera sbattendo la porta. Si buttò subito sul letto a pancia in giù e dopo pochi istanti il fedele maggiordomo lo raggiunse.

«Signorino Stark, non vuole salutare i suoi genitori prima di partire?»

«No!»

L'uomo sospirò sedendosi sul letto e osservò quel ragazzino di dieci anni che nascondeva il volto sul cuscino, sapendo che stava trattenendo con tutte le sue forze le lacrime, e delicatamente gli accarezzò la testa.

«Meglio in vacanza con me e la signora Jarvis che in un campo estivo al quale puoi dare fuoco.»

Subito il piccolo saltò seduto sul letto, osservandolo e stropicciandosi gli occhi con il braccio per nascondere quelle poche lacrime scese.

«Non sono stato io! Io avevo aggiustato il generatore, ma avevo anche avvertito che serviva un nuovo pezzo, che così poteva andare in corto.»

Jarvis sorrise annuendo.

Conosceva il "suo" ragazzo e sapeva che sicuramente era andata come diceva, ma dopo essere stato espulso da più campi estivi e scuole private, il pregiudizio aveva vinto, così le prove contro Tony sembravano praticamente schiaccianti.

«Mi mandano in Norvegia... sono così fastidioso?»

Il cuore dell'uomo si strinse a quelle parole, voleva solo abbracciarlo e rassicurarlo.

«Sei il bambino più irritante che esista!» sorrise scompigliandogli i capelli. «Il tuo papà è molto impegnato e la tua mamma lo supporta, per questo cercano di mandarti in vacanza dove puoi divertirti e non rischiare di annoiarti.»

«Dall'altra parte del mondo?!»

«Il signor Stark è sempre stato un po' eccentrico. Comprarti una villa con spiaggia privata in Norvegia non è la cosa più insolita che abbia fatto.»

Tony lo osservò mentre il maggiordomo si perdeva nei ricordi.

«Il vero matto sei tu che lo sopporti da anni.»

Entrambi scoppiarono a ridere. Il giovane Stark non aveva tutti i torti in fondo e il maggiordomo lo sapeva, ma i pro di quella collaborazione avevano sempre superato i contro.

Con la calma ristabilita Jarvis riuscì a fargli salutare i genitori per poi aiutarlo a finire di preparare i bagagli per partire per le vacanze.

Sdraiato sul letto, il ragazzino lanciava in aria un bicchiere, facendolo girare su se stesso prima di prenderlo al volo. Ancora una volta era in punizione "senza motivo".

La porta lentamente si aprì e la figura della madre fece capolino nella stanza, sorridendogli dolcemente. La sua sola presenza sembrava illuminare la stanza agli occhi del piccolo, ma lui non disse nulla e continuò il suo gioco.

«Pensavo ti avrei trovato a leggere.»

Non ottenendo risposta, Frigga si avvicinò alla scrivania, dove vi erano numerosi libri, li sfiorò delicatamente leggendo i titoli e ne prese uno che le sembrava interessante.

«Non l'ho mai letto... me lo presti?»

Il ragazzino si limitò ad annuire senza smettere di lanciare il bicchiere.

«Loki...»

«Lo so, lo so... non dovevo usare anguille elettriche su quegli idioti. Però lo meritavano!»

Si sedette sul letto posando il bicchiere sul comodino e osservando la madre, che non aveva smesso nemmeno per un attimo di sorridergli dolcemente.

«Decisamente lo meritavano! Infatti non sono qui per questo.»

Ottenuta la completa attenzione del figlio, si sedette al suo fianco posando il libro scelto sul grembo.

«Sono più interessata alle tue fughe su Midgard.» Alla faccia sorpresa del bambino una risata melodiosa lasciò la sua gola. «Potrai anche ingannare gli altri, ma ricordati che sono tua madre e con me i tuoi trucchetti non funzionano.»

Con delicatezza accarezzò la schiena del figlio e sorrise dolcemente.

Loki abbassò lo sguardo e con una flebile voce accennò qualcosa riguardo a dei libri.

«Ora capisco da dove viene questa collezione.» Gli occhi della madre si posarono ancora una volta sulla scrivania per poi riportarli sul figlio. «Tesoro, conosci le regole, per cui non starò a ripeterle, promettimi solo di stare attento.»

La donna l'osservò seria.

«Certo, non temere, Madre. Sono sempre prudente quando vado in città.»

A quelle parole Frigga sembrò rilassarsi e sorridendogli prese da una tasca una busta e la porse a Loki.

«Per i tuoi libri. E non temere: non dirò nulla a tuo padre.»

Sorrise rassicurante e gli diede un bacio sulla fronte, poi con eleganza si alzò, lasciandolo solo nella stanza. Solo allora Loki aprì la busta, trovando dei soldi midgardiani; per un po' non avrebbe rubato, forse.





Canzone: Riflesso - Mulan

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