IX
Everard non aspettò che arrivasse sera per poter parlare finalmente con il signor Osborne, non dopo quello che era successo quella mattina tra Adelaide e Mirielda. Perciò decise di convocare il padre di Mary nella sua stanza, dove gli avrebbe concesso di partire e forse gli avrebbe anche confessato di conoscere il loro segreto.
"Mary festeggerà il compleanno con suo padre!" pensò mentre camminava avanti e indietro per la stanza. "Ha rinunciato a così tante cose per colpa nostra, di questa corte, non rinuncerà anche a un compleanno con l'uomo che adora!" Everard infatti ricordava benissimo quanto Mary fosse legata a suo padre. "Le darò tutto quello che desidera."
Fu in quel momento che bussarono alla porta. «Avanti» rispose strofinandosi le mani sudate. Doveva parlare con il padre della ragazza che occupava i suoi pensieri costantemente da che aveva memoria e improvvisamente cominciò a sentirsi inadeguato, non abbastanza. Come se il giudizio del signor Osborne fosse estremamente importante.
«Vostra Altezza, volevate parlarmi?» domandò Alexander osservandosi attorno.
«Chiuda la porta e si sieda qui» ordinò Everard indicando una poltrona davanti al camino, mentre lui si accomodava nervosamente su quella accanto.
«Ho saputo che la principessa Adelaide le ha negato il rientro a casa domattina» disse Everard quando l'uomo fu seduto. «Vuole qualcosa da bere?» domandò versandosi un po' di brandy.
«Non bevo alcolici, ragazzo» disse Alexander accennando un leggero sorriso. «Come mai tutta questa formalità?» chiese e Everard tirò un profondo respiro. «Siete nervoso? Sono io quello convocato nello studio, o camera, del Principe Ereditario» rise Alexander.
«So che domani è il compleanno di Mary» confessò Everard tutto d'un fiato. «Deve andare, signor Osborne!»
«Non è un problema» disse l'uomo spostando lo sguardo verso il camino quasi completamente spento. Qualche piccola brace, infatti, stava ancora lottando per tenere in vita quel fuoco ormai esaurito. «I morti possono attendere tempi migliori, lo pensa anche la vostra futura sposa. Mi ha ricordato di non partire anche poco fa!»
«Adelaide non ne ha il potere» disse Everard scolandosi il bicchiere. La gola gli bruciò per un lungo momento, ma era un dolore che lui sopportava volentieri se serviva a far tacere i suoi mostri. «Vada pure, con Adelaide me la vedrò io domani.»
«Everard, avete già abbastanza problemi con quella donna! Credetemi, i morti sanno attendere» assicurò Alexander con voce dolce.
«Ma Mary non è morta!» disse Everard a voce fin troppo alta. L'espressione di Alexander divenne istantaneamente la maschera della paura.
«Voi... come?» domandò confuso. Gli occhi sbarrati e terrorizzati.
«Sono stato a casa vostra ieri mattina, sono entrato di nascosto...» spiegò Everard e l'espressione di Alexander si rilassò.
«A portare le caramelle, come nove anni fa. Mary mi raccontò il mattino successivo quello che avevate fatto. Disse che si era svegliata per un rumore e vi aveva trovato davanti all'albero, voleva chiedervi cosa ci facevate in casa nostra, ma poi vide il pacchetto e non ci riuscì» spiegò Alexander con un gran sorriso.
«Sono andato a casa vostra per la stessa ragione» riprese Everard a disagio. «E ho visto sua figlia, Mary è viva!»
«Quindi mi state ordinando di tornare a casa per darle l'ultimo saluto?» domandò Alexander con un'espressione quasi minacciosa.
«No!» urlò Everard scattando in piedi. «Per chi mi ha preso? Non denuncerò sua figlia! Il motivo per cui lei è qui, per le certificazioni alla sua famiglia... ogni mia azione compiuta negli ultimi mesi è stata fatta solo per aiutare sua figlia. Ho mandato quei soldati a casa sua per assicurarmi che stesse bene, che suo marito la trattasse bene. Ero pronto ad ucciderlo personalmente se non avesse usato il rispetto che Mary merita. Quando ho saputo che era morta, mi sono sentito morire anch'io. Non permetterò a nessuno di metterla alla forca! Non finché avrò fiato in corpo!»
«Apprezzo l'entusiasmo, figliolo» disse Alexander rilassando il corpo e accennando un sorriso divertito. «Ma come pensate di fare?»
«Non lo so...» rispose Everard. «Per ora mi basta saperla felice e so che lo sarà se suo padre tornerà a casa il giorno del suo compleanno.»
«Ho già parlato con Mary e non ha problemi se resto qui» disse Alexander con il tono di chi ha già deciso quale sarà la sua scelta. «A casa ha una cugina esuberante e due fratelli molto protettivi. Qui sono più utile.»
«E così sia...» disse Everard versandosi un altro bicchiere. Nonostante i suoi sforzi gli sembrava di non riuscire ad aiutare minimamente Mary. «Mi piacerebbe rivederla» ammise un attimo dopo osservando il contenuto del bicchiere. In realtà non vedeva l'ora di rivederla, era come in apnea: aveva bisogno di percepire la sua vicinanza ancora una volta. Aveva bisogno di toccarla e inebriarsi del suo dolce profumo.
«La vedo dura» osservò Alexander riportandolo alla realtà. «I morti vivono in spazi molto piccoli e non escono mai da lì.»
«Questo è un altro grosso problema, quel posto non è umano! Mary merita una villa non una intercapedine ammuffita! Quale essere umano permetterebbe questo orrore?» ringhiò Everard furioso tornando a sedere. Poi si girò e notò lo sguardo turbato di Alexander. «Scusi, so che la state solo proteggendo da noi.»
Alexander però non si sentì minimamente ferito dalle parole del principe, anche lui trovava se stesso e quella situazione ripugnante. Anche lui si era ritrovato a chiedersi più volte, nel corso degli anni, perché avesse assecondato per tanto tempo un'idea così malsana. Sapeva che sua moglie era terrorizzata, ma sapeva anche che queste paure invece che pesare sulle spalle di Lucia erano ricadute con forza su quelle della sua dolce bambina.
«Credete che sia veramente una buona idea rivederla?» chiese Alexander esaminando il principe come avrebbe fatto se fosse stato uno dei suoi figli. «Sareste disposto a lasciare un fantasma, per sposare una Dea dopo? Forse l'idea migliore per voi sarebbe godere della sua salute e andare avanti.»
«Non posso farlo» dichiarò Everard scuotendo la testa. «So che lei non è felice lì. La Mary che conoscevo non lo sarebbe stata. Lei amava correre a piedi nudi sull'erba, amava il sole e i fiori che crescevano lungo il fiume. Io non posso chiudere gli occhi e voltarmi dall'altra parte.»
«In realtà esiste un modo per aiutarla veramente» disse Alexander titubante sistemandosi sulla poltrona. Sapeva perfettamente che Lucia lo avrebbe odiato per quella scelta, ma lui si fidava di Everard. E poi dal suo ritorno a palazzo aveva cominciato a sentirsi di nuovo libero, felice più di quanto non lo fosse a mandare avanti una panetteria che mangiava soldi più di quanti ne procurasse. O a tornare stanco la sera in una casa piena di gente che fingeva di essere felice, ignorando il cuore che batteva sopra le loro teste. Ma lui lo sentiva, ogni giorno, ogni istante... lui sentiva sempre il cuore di Mary battergli nella mente chiedendo aiuto a gran voce.
Lucia diceva che percepiva, in realtà, solo la magia di Mary. Diceva che era normale, che la magia era quasi un essere senziente e come tale aveva bisogno di esprimere la sua natura, non di essere rinchiuso in un corpo. Gli aveva suggerito dolcemente di ignorare questa emozione, tuttavia lui non era mai stato capace di togliersi dalla mente che fosse Mary quella che piangeva silenziosamente nella sua testa. E questo era anche il motivo per cui comprendeva la rabbia di Gilbert verso la madre o la lenta lontananza che si era creata tra lei e Edwin. Erano quasi arrivati al punto di non parlarsi.
«Ti ascolto» disse Everard dato che Alexander sembrava essersi perso in qualche triste pensiero.
«Gilbert, stamattina, mi ha detto che Mary è intenzionata a lasciare Salem. Ha proposto questa strana idea ieri a cena.»
«Come?» chiese Everard preso alla sprovvista. «Mary vuole andare via da Salem?»
«Oltre i confini di Salem per le persone come lei non è così pericoloso» continuò Alexander. «Gilbert è furioso, non vuole sapere sua sorella in pericolo, ma nelle ultime ore mi sono trovato a chiedermi se esistesse un modo sicuro per assecondare questo suo desiderio. Oltre le mura di Salem potrebbe avere una vera vita!»
Everard si sentì morire dentro ancora una volta. Aveva appena ritrovato Mary e lei lo stava lasciando di nuovo, non solo... sarebbe anche scappata dal suo regno. "Tutto in me la disgusta!" pensò con le mani tremanti e il cuore in subbuglio.
«Per lei è troppo pericoloso, ci sono controlli ai confini. Le chiederanno i documenti. Verrà appesa in piazza ancora prima che possa dire libertà!» mormorò Everard in un lamento. Non poteva permetterlo, non poteva lasciarla partire... non senza aver parlato con lei ancora una volta.
«Questo è quello che credevo anch'io, ma una potente strega aiutata da un principe, sono certo che possano fare qualunque cosa» dichiarò Alexander. «So che è una richiesta insolita da parte di un suddito e so anche che mia moglie non sarebbe felice di sapere che ho chiesto il vostro aiuto, ma anch'io sono stufo di voltare le spalle e chiudere gli occhi.»
Everard lo guardò per un lungo momento in silenzio: certo avrebbero potuto e ci sarebbero anche riusciti, ma non poteva farlo. Non voleva farlo...
«Voglio che sia lei a chiedermelo!» sentenziò il principe scattando in piedi. Improvvisamente tutta la felicità che aveva provato il giorno prima scomparve. «Se Mary chiederà il mio aiuto, se dopo aver parlato con me ancora una volta vorrà lasciare Salem, allora l'aiuterò.»
«Penso che sia la scelta più saggia» disse Alexander alzandosi in piedi. «Posso parlare con i gemelli e organizzare la cosa, se desiderate...»
«No. Voglio far vedere a Mary che Salem può essere ancora casa sua» disse Everard osservando la cenere scura nel camino. Poi senza aggiungere altro si alzò in piedi e uscì dalla stanza lasciando lì il signor Osborne.
Aveva un nuovo evento da organizzare e pochi giorni per farlo.
Buongiorno!
Cosa ne pensate? Riuscirà, secondo voi, Everard a convincere Mary a rimanere a Salem?
Intanto vi ringrazio per tutto il supporto che state dando alle mie storie e per i vostri meravigliosi commenti! ❤️ Poi volevo informarvi che da oggi il libro Secretwood è disponibile in versione cartacea e digitale!😍
Grazie di cuore a tutti! Ci vediamo nel prossimo capitolo di Salem (probabilmente venerdì). Baci🌹❤️
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