24

Mi girai di lato massaggiandomi la fronte. Dopo aver guarito Thomas per la terza volta ero praticamente svenuta, ormai privata di ogni energia. Tuttavia questo non spiegava perché mi trovassi sdraiata sul piccolo divanetto o perché Thomas stesse cercando di buttare giù la porta magica a mani nude, da dove arrivava tutta quella rabbia?

Lia, seduta dall'altra parte scattò in piedi e mi abbracciò prima ancora che potessi dire qualunque cosa. «Sei viva!» mormorò quasi piangendo, poi si girò verso Thomas. «È viva! È viva! Mary è viva!»

Thomas si bloccò girandosi di scatto, sembrava sorpreso, quasi temessero veramente che me ne fossi andata; il che mi apparve alquanto strano!

«Credevate veramente che bastasse guarire un paio di volte un duca rompiscatole per morire?» chiesi drizzandomi a sedere.

«Ann ha ripreso a cantare un attimo prima che svenissi, non l'hai sentita?» chiese Lia. La guardai confusa: davvero aveva cantato? Io ricordavo solo il sangue di Thomas, i suoi occhi rabbiosi (non era d'accordo con la mia scelta) e la confusione che mi aveva lasciato il suo dolore mentre lo guarivo.

«Voi come fate a sapere che quella canzone ha il potere di uccidere?» chiesi stupita.

«Era una favola di Lucia» mormorò Thomas a disagio inginocchiandosi davanti a me sulla soffice moquette ricoperta di vino. «Il canto di morte, così lo chiamava. Amavo tantissimo quel racconto, la morale di come anche le cose belle possano diventare malvagie nelle mani sbagliate, il male nascosto in una voce d'angelo... andavo da lei ogni volta che potevo per farmela raccontare.»

«Avevi gusti macabri da bambino, lasciatelo dire!» mormorai massaggiandomi la fronte. Thomas scoppiò a ridere. «Non preoccupatevi: la magia di Ann non potrà più nuocerci. Almeno finché sarò viva... ho protetto anche Everard e i miei fratelli. Specialmente Gilbert, lui avrebbe bisogno di una corazza con l'animo irruento che si ritrova. Nemmeno Adelaide farà loro del male, anzi nessuna magia recherà loro danno.»

«Grazie» disse Lia quasi in lacrime, probabilmente era preoccupata per la sorte di suo fratello.

«Dov'è andata Ann?» chiesi tremante. Thomas a quel punto scattò in piedi e si sedette accanto a me afferrandomi le mani e il mio sguardo si perse sulle sue nocche ferite. Ancora una volta era riuscito a farsi del male, forse dovevo preoccuparmi più di Thomas che di mio fratello!

«Non ci pensare, Mary!» quasi urlò lui allontanandosi da me di scatto. Sembrava furioso, per un motivo che, probabilmente, poteva comprendere solo lui. Io sicuramente non avevo idea di cosa stesse pensando per scattare così! Involontariamente mi tornò alla mente, ancora una volta, la definizione di Charlotte: "bello dannato" e scoppiai a ridere. In effetti Thomas avrebbe potuto benissimo incanalare il personaggio principale di uno dei libri preferiti di mia cugina, soprattutto ora che il sangue gli contornava il lato del volto e le mani.

«Quando hai finito di farti uscire il fumo dalle orecchie me lo dici perché sei così arrabbiato?» chiesi ammiccando in direzione di Lia che scoppiò a ridere sedendosi accanto a me.

«Stavi cercando di guarirmi di nuovo!» borbottò Thomas alzando le mani, corrugai la fronte osservandolo. «Non lo fare mai più, Mary!»

Ancora una volta, involontariamente scoppiai a ridere. «Non stavo pensando di farlo. Volevo lasciarti ferito, così impari a colpire muri magici a mani nude!» Thomas mi guardò malamente. «Non fare quella faccia» dissi facendogli la linguaccia, «se non vuoi dirmi perché sei arrabbiato, va bene, ma almeno dimmi perché i coniugi Martin non sono qui con noi.»

«Te lo dico io perché è arrabbiato!» intervenne Lia guardando Thomas con una certa sfida. Le mani adagiate in vita e un mezzo sorriso sulle labbra.

«Lia!» la ammonì lui.

«Principessa Lia» disse la bambina scattando in piedi. «Thomas è arrabbiato perché si sente in colpa, per Everard. Lo ha detto Ann prima di andar via...»

«Lia! Non hai di meglio da fare?» borbottò lui avvicinandosi di un passo.

«Sono chiusa qui dentro con te e sei terribilmente noioso, quindi no, non ho altro da fare!» ribatté lei sedendosi davanti a me, sull'altro divanetto. «Ann ha detto che Everard mi ha fatto venire perché non voleva lasciarvi soli, non si fida di Thomas.»

«E quindi ti devi arrabbiare con me?» chiesi con un sorrisetto impertinente. Thomas si rabbuiò sedendosi a terra e appoggiando la schiena poco lontano da me. Accanto a lui c'era una forte aura piena di sensi di colpa. «È per quello che ha detto Ann, vero? Su noi due» chiesi piegandomi in avanti. Thomas girò appena il viso verso di me.

«Ann dice che Thomas è innamorato di te da prima di Everard, per questo gli ha detto che stavi con Phil il giorno del suo compleanno, perché era geloso» spiegò Lia ed io sorrisi guardandola: era una bambina così dolce. Thomas accanto a me si irrigidì. «Per questo lui sapeva che eri morta, ha chiesto di te. È stato al tuo funerale. Lui sapeva che eri una strega, ma tua madre gli ha ordinato di non dirlo a nessuno, sapeva anche che eri viva. Era il loro segreto o una cosa simile.»

«Lia!» ringhiò Thomas. Io restai a guardarlo sbalordita: ecco perché mi aveva riconosciuta subito alla festa! Ecco perché non aveva fatto una piega quel giorno. Ma perché mamma si era confessata con lui? Questa era la vera domanda!

«Ann ha aggiunto che conosce il tuo segreto perché veniva a guardati di nascosto quando giocavi in giardino da bambina, così ha dovuto dirglielo... o forse è perché ha visto tua madre fare un incantesimo, non ho capito. E poi Lucia ha usato questo segreto per fare in modo che Everard non venisse a sapere che eri viva» continuò Lia, incurante dello sguardo minaccioso del duca. «Però lo ha fatto per proteggerti, quindi è un bene, no? Vuol dire che non è del tutto antipatico.»

«Lia! Smettila!» ringhiò Thomas, ogni suo muscolo sembrava teso.

«Ti ringrazio, Thomas, per non avermi denunciata e per aver mantenuto il segreto anche con Everard» dissi appoggiandogli la mano sulla spalla. Per un attimo pensai che sarebbe scattato in piedi di nuovo, invece non si mosse. «Averti guarito però non spezza la fiducia che hai con lui, voglio dire: ho guarito Gilbert così tante volte da ragazzini e avrei fatto lo stesso anche per il nostro principe, se non avessi dovuto mantenere il segreto. Ora ho guarito te perché ne avevi bisogno, ma avrei fatto la stessa cosa per Lia se fosse stato necessario. Per di più, parlare con te mi piace più di quanto pensassi da ragazzina, tuttavia resti solo un buon amico. Quindi evita di lasciarti morire per paura di cosa dirà Everard! Il quale, per inciso, è stato con diverse donne negli ultimi nove anni, tra cui la moglie del mio ex ragazzo. E poi noi non stiamo insieme!» precisai, più rabbiosa di quanto volessi. Everard avrebbe potuto essere con me su quel treno, invece aveva sposato un'altra strega. Sì, nonostante fossi consapevole che non era esclusivamente colpa sua, ero parecchio furiosa con lui.

Thomas si girò a guardarmi senza dire nulla, tuttavia era palese la sua sofferenza senza bisogno che la marcasse con quell'aura blu scuro... così mi faceva sentire semplicemente un mostro senza cuore.

«Allora Dio salvi re Everard» disse Thomas amaramente spostando lo sguardo per osservarsi le mani sporche di sangue. «Ma probabilmente tra un po' diremo: la Dea salvi la regina Strega.»

«Re William annullerà questo matrimonio, Thomas, non ti preoccupare. Adelaide potrebbe pendere in piazza molto presto» commentai acidamente. Ormai Everard doveva essere sposato da ore... dovevo assolutamente metterlo in guardia!

«Forse, se tu fossi capace di risuscitare i morti...» mormorò Thomas tenendo lo sguardo a terra, l'energia che lo avvolgeva divenne china, trasformandosi quasi subito in un mostro spaventoso. Non avevo mai visto una paura così intensa prima.

«Cosa stai dicendo?» mormorai tremante.

«Ann è andata via con Phil perché una strega ha ucciso mio padre» disse Lia con gli occhi fissi su di me: era certamente spaventata, ma non triste per la morte del re.

«E il loro piano?» domandai con il cuore in gola. Ora non avevano più bisogno di me, né di loro. «Cos'è cambiato?»

«Hai chiuso la mente di Everard, perciò la strega che doveva prendere le tue sembianze si è spaventata e ha deciso, di sua iniziativa, di uccidere il re» spiegò Thomas con voce flebile. «Ann era parecchio furiosa, ma penso che alla fine questo ci salvi la vita.»

«Cosa te lo fa pensare?» domandai spostando lo sguardo sul ragazzo seduto ai miei piedi.

«Perché hanno interrotto il matrimonio di Everard e hanno mostrato apertamente il loro piano» disse Thomas. «Ora, io non sono uno stratega, ma se dovessi dire la mia, il modo più semplice per ottenere dal re qualcosa è tenerci come ostaggi e minacciare le nostre vite con armi vere. Così Everard sarebbe costretto a sposare Adelaide e a cambiare la successione.»

«Ostaggi a vita?» chiesi in una mezza risata. Dubitavo del fatto che Adelaide aspettasse già una figlia da Everard, anche se forse mi faceva semplicemente sentir meglio dubitarne.

«Se fossi in voi, Madam, comincerei ad accettare la mia noiosa presenza; temo che resteremo insieme per molto tempo» borbottò Thomas alzandosi e sedendosi dall'altra parte della carrozza. Restai a guardarlo per un lungo momento: sembrava ancora rabbioso... ma forse stava solo cercando di riordinare le idee.

«Sua Grazia è molto permaloso» rise Lia osservandolo con una sorta di sfida, ma lui non alzò lo sguardo.

«Ma stiamo tornando comunque a palazzo?» chiesi puntando il mio sguardo in quello di Thomas, il quale, forse notando la mia ansia, alzò il viso.

«Siamo quasi arrivati» disse semplicemente indicando fuori dalla finestrino.

«Allora devo comunicare con Everard!» dissi balzando in piedi. «Sempre sperando che possa sentirmi» mormorai più a me stessa che a loro.

«Che vuoi dire?» chiese Thomas alzando appena lo sguardo. «Puoi comunicare con lui?»

«Posso farlo con tutti!» dissi direttamente nella sua testa e senza guardarlo. Thomas scattò in piedi come se avesse appena messo la mano sul fuoco.

«Incredibile...» mormorò spostandosi verso di me con un sorriso ampio. «Telepatia, ne ho sentito parlare! La capacità di comunicare pensieri...»

«Una cosa del genere, solo che per farlo io devo avere libero accesso alla tua mente... tutto ciò che è tuo diventa mio. Volevo usarlo anche prima per cercarti, ma Ann aveva intuito che lo avrei fatto» confessai. «È così che ha scoperto tutti i tuoi segreti ed è così che è finita nel letto di Everard, se vogliamo dirla tutta.»

«Non capisco perché tanto fastidio solo perché hanno dormito insieme» mormorò Lia scuotendo la testa e Thomas scoppiò a ridere rilassando un attimo quella postura tesa e autoritaria.

«Conosco la parte del controllo mentale... tua madre la usava spesso con me» disse Thomas facendomi rabbrividire. «Non fare quella faccia, Mary! È fastidioso, certo, ma non fa male. Credo di avertelo confessato prima della tua partenza, ma ero talmente ubriaco che forse me lo sono solo immaginato.»

«Te lo sei immaginato sicuramente» dissi convinta. «Una cosa simile me la ricorderei.»

«Non so, ricordo che hai rovesciato a terra il mio bicchiere per farmi smettere di bere ed io ho trovato quel gesto così dolce e premuroso che non ho resistito e ti ho confessato ogni cosa. Tipo che tua madre mi usava per arrivare alla tua mente e a quella di Everard. Voleva sapere tutto quello che facevi con lui. Sai, la parte strana è che Lucia ha provato a mentirmi e a farmi credere che fossi morta, ma ogni volta che parlava io sentivo la tua voce. Eri viva, non ne avevo dubbi. Il giorno del funerale ho minacciato di rivelare il suo segreto e, dato che nessun incantesimo sembrava funzionare, alla fine Lucia ha ceduto e mi ha raccontato la verità» spiegò Thomas, ma io faticavo a crederci. Sembrava così assurdo!

«Hai molta fantasia da ubriaco» borbottai.

«Ero ubriaco solo per la prima parte del raccolto» precisò indispettito.

«Come vuoi. Ora però torniamo a Everard. Devo essere il più concisa possibile, più resto nella sua mente più...» dissi girandomi di nuovo verso Thomas, «insomma vorrei che fosse lui a raccontarmi i suoi segreti.»

«Mi sembra una cosa saggia» disse Thomas guardandomi con un sorriso ampio. «Intanto gli direi di guardarsi le spalle da Adelaide, potrebbe non sapere della sua reale natura... vorrei evitare che sposasse la strega sbagliata.»

«Perfetto!» dissi chiudendo gli occhi per concentrarmi. Everard era lontano ed io dovevo essere estremamente precisa e invadente se volevo abbassare la barriera che Gilbert aveva creato. Tuttavia non feci in tempo a formulare il pensiero che Lia mi afferrò la manica.

«Digli che stiamo bene, sarà preoccupato. Everard si preoccupa sempre per noi...» disse quasi supplichevole. Io annuì spostando lo sguardo vero Thomas che si era fatto più vicino.

Chiusi gli occhi e lasciai che la magia mi scaldasse il corpo. «Non fidarti di Adelaide. Stiamo tornando a corte.»

«Ti ha sentito?» chiese Lia speranzosa quando riaprì gli occhi.

«Lo spero vivamente...» dissi spostando lo sguardo. Se non mi immergevo completamente nella sua mente non avevo modo di sapere se avesse ricevuto il messaggio, ma entrando avrei potuto scoprire terribili scheletri... e proprio non mi andava.

«Ci serve un piano!» osservò Thomas con gli occhi che brillavano. «Siamo quasi casa, Milady...» aggiunse indicando con il mento il finestrino.

«Non salirò più su un treno in vita mia!» borbottò Lia balzando in piedi.

«Sono pronta a qualsiasi consiglio non-stratega» dissi incrociando le braccia in vita e puntando i miei occhi in quelli spavaldi di Thomas.

Buongiorno!

Siamo alla fine! Domani o dopodomani usciranno gli ultimi 2 capitoli.

Baci.

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